Ha avuto un pubblico attento ed interessato la "Serata" organizzata dall'Associazione
Culturale Genius Loci, nel salone a Vetri dell'Oasi di Barcellona.
Presente il sindaco, Candeloro Nania, il dott. Dell'Aglio ha introdotto la manifestazione, seguito dall'intervento dell'architetto Crinò, che ha brevemente illustrato assieme al maestro Fugazzotto il significato dell'esposizione documentale sul Futurismo, e da quello del dott. Italiano, che si è soffermato sulle caratteristiche delle opere presentate dai pittori Celi, Genovese, Gentile e Stagno.
...............................................................................................................................
Stasera m'è sembrato che si siano mischiati capre e cavoli nell'accostare una mostra di pitture dedicata a "visioni e utopie dell'arte barcellonese" con una esposizione di documenti futuristi, in copie e qualcuno in originale, curata dal maestro Giovanni Fugazzotto, a memoria della prima presentazione del Manifesto di fondazione del Movimento, pubblicato dal poeta Marinetti il 5 febbraio 1909 su La Gazzetta dell'Emilia. Probabilmente, gli organizzatori - i benemeriti componenti dell'Associazione culturale Genius Loci di Barcellona - hanno creduto di potere ricorrere all'abbinamento etichettando come "visionari", ovviamente non in senso dispregiativo, i quattro artisti barcellonesi che, per l'occasione, hanno messo in mostra alcune loro opere, quasi tutte caratterizzate da espressioni tra l'irreale ed il paradossale, con un sottinteso aggancio all'attuale assurda realtà sociale. E' ovvio che tra la mostra dei nostri pittori e il futurismo - primo o secondo, italico o siciliano - non c'è alcuna sintonia, visto che il futurismo è stato tutt'altro. Esso, dal primo slancio guerrafondaio con avvinghiamenti al fanatismo fascista al successivo tentativo di demolire il vecchio con metodi meno irruenti, mostrò sempre un conato talmente parossistico che non gli consentì - guarda uin po' - di avere, come movimento storico, un vero e proprio futuro, anche a causa delle contraddizioni in cui cadde, tant'è vero che nonostante intendesse distruggere i musei, non seppe fare a meno di incrementarli con le opere dei suoi seguaci. Comunque un merito l'ha avuto, perchè ha contribuito, con la sua rabbiosa voglia di spazzare, a pulire il terreno per il fiorire di nuove teorie e movimenti. Ha cioè avuto un effetto, che riterrei analogo a quello che probabilmente potrebbe nascere dall'attuale crisi planetaria. Dopo questa forse inutile riflessione, mi sembra giusto menzionare gli artisti che hanno messo a disposizione le loro opere per la mostra organizzata da Genius Loci: Pietro Genovese, architetto concittadino, noto per i suoi studi e le ricerche storico-archeologiche nel nostro territorio, appassionato d'arte con notevole produzione pittorica ricca di messaggi mistici e ideali; Salvatore Celi, giovane barcellonese di stanza nella vicina Furnari, ricco di fantasia in grado di cogliere spunti dalla realtà e farne simboli intesi a far riflettere il "lettore" delle sue opere; Nino Gentile, la cui pittura spazia tra un flusso di correnti che pare vogliano condurre ad una particolare forma di surrealismo trasformistico, che ovviamente rischia di spingerlo oltre le sue stesse aspettative; Peppino Stagno, pittore che oscilla tra un verismo rusticano e un'esigenza di uscirne, affidandosi a figure ed immagini da sogno, forse a lui tanto familiari da fargliele amare.
Francesco Cilona
Culturale Genius Loci, nel salone a Vetri dell'Oasi di Barcellona.
Presente il sindaco, Candeloro Nania, il dott. Dell'Aglio ha introdotto la manifestazione, seguito dall'intervento dell'architetto Crinò, che ha brevemente illustrato assieme al maestro Fugazzotto il significato dell'esposizione documentale sul Futurismo, e da quello del dott. Italiano, che si è soffermato sulle caratteristiche delle opere presentate dai pittori Celi, Genovese, Gentile e Stagno.
...............................................................................................................................
Stasera m'è sembrato che si siano mischiati capre e cavoli nell'accostare una mostra di pitture dedicata a "visioni e utopie dell'arte barcellonese" con una esposizione di documenti futuristi, in copie e qualcuno in originale, curata dal maestro Giovanni Fugazzotto, a memoria della prima presentazione del Manifesto di fondazione del Movimento, pubblicato dal poeta Marinetti il 5 febbraio 1909 su La Gazzetta dell'Emilia. Probabilmente, gli organizzatori - i benemeriti componenti dell'Associazione culturale Genius Loci di Barcellona - hanno creduto di potere ricorrere all'abbinamento etichettando come "visionari", ovviamente non in senso dispregiativo, i quattro artisti barcellonesi che, per l'occasione, hanno messo in mostra alcune loro opere, quasi tutte caratterizzate da espressioni tra l'irreale ed il paradossale, con un sottinteso aggancio all'attuale assurda realtà sociale. E' ovvio che tra la mostra dei nostri pittori e il futurismo - primo o secondo, italico o siciliano - non c'è alcuna sintonia, visto che il futurismo è stato tutt'altro. Esso, dal primo slancio guerrafondaio con avvinghiamenti al fanatismo fascista al successivo tentativo di demolire il vecchio con metodi meno irruenti, mostrò sempre un conato talmente parossistico che non gli consentì - guarda uin po' - di avere, come movimento storico, un vero e proprio futuro, anche a causa delle contraddizioni in cui cadde, tant'è vero che nonostante intendesse distruggere i musei, non seppe fare a meno di incrementarli con le opere dei suoi seguaci. Comunque un merito l'ha avuto, perchè ha contribuito, con la sua rabbiosa voglia di spazzare, a pulire il terreno per il fiorire di nuove teorie e movimenti. Ha cioè avuto un effetto, che riterrei analogo a quello che probabilmente potrebbe nascere dall'attuale crisi planetaria. Dopo questa forse inutile riflessione, mi sembra giusto menzionare gli artisti che hanno messo a disposizione le loro opere per la mostra organizzata da Genius Loci: Pietro Genovese, architetto concittadino, noto per i suoi studi e le ricerche storico-archeologiche nel nostro territorio, appassionato d'arte con notevole produzione pittorica ricca di messaggi mistici e ideali; Salvatore Celi, giovane barcellonese di stanza nella vicina Furnari, ricco di fantasia in grado di cogliere spunti dalla realtà e farne simboli intesi a far riflettere il "lettore" delle sue opere; Nino Gentile, la cui pittura spazia tra un flusso di correnti che pare vogliano condurre ad una particolare forma di surrealismo trasformistico, che ovviamente rischia di spingerlo oltre le sue stesse aspettative; Peppino Stagno, pittore che oscilla tra un verismo rusticano e un'esigenza di uscirne, affidandosi a figure ed immagini da sogno, forse a lui tanto familiari da fargliele amare.
Francesco Cilona
6 commenti:
un elogio particolare deve necessariamente essere rivolto all'arch. Pietro Genovese, unico pioniere delle ricerche storiche-archeologiche del nostro territorio, per il suo impegno e totale abnegazione che lui ha rivolto a questi studi mettendo in primo piano l'amore verso la città e non il raggiungimento di un proprio personale tornaconto o di meriti che solo i posteri dovranno sentenziare.
grazie Pietro
Grazie Pietro, amore vero per barcellona.
Pietro è l'esempio vivente del vero ricercatore: serio, pertinente, modesto, affabile, che merita maggior apprezzamento.
Alcuni ricercatori praticano l'arte dell'apparire e non quella di esaltare con le proprie scoperte una intera comunità. Pietro Genovese all'ecocentrismo ha scelto di stare nell'ombra stanco oramai di battersi contro i mulini al vento e contro tutti quelli che lo hanno denigrato ingiustamente, proprio quelli che dalla ricerca pretendono soltanto successo e ricchezza.
necessita di verificare:)
quello che stavo cercando, grazie
Posta un commento