sabato 19 marzo 2011

FARE LE "SFINCI" NON E' POI TANTO DIFFICILE

Sono i dolci caratteristici che si mangiano a Palermo per la festa di San Giuseppe , una delle celebrazioni più antiche e tradizionali del sud Italia e di questa città e comunemente legata alla festa del Papà. Il nome deriva dal latino "spongia" cioè spugna, infatti sono frittelle morbide, gustose e asimmetriche, che sembrano delle vere e proprie spugne.
Ingredienti
  • Farina, 400g
  • Strutto, 50g
  • Uova, 10
  • Bicarbonato, 1 cucchiaino
  • Acqua, mezzo litro
  • Olio di semi
  • Sale, 1 pizzico
  • Preparazione
    1. Scaldate l'acqua con il sale, scioglietevi lo strutto e incorporate la
    2. farina lavorando energicamente in modo da evitare la formazione di eventuali grumi. Aggiungetevi le uova una alla volte e lavorate l'impasto fino ad ottenere un
    3. composto uniforme e ben amalgamato. Lasciatelo riposare per circa 15 minuti, avendo però cura che non lieviti.
    4. Trascorso il tempo indicato, mettete a scaldare abbondante olio di semi in una padella dal bordo alto. Con un cucchiaio ricavate una noce di impasto e tuffatela nell'olio bollente, giratela continuamente in modo che si dori uniformemente e poi lasciatela scolare su un foglio di carta assorbente. Procedete in questo modo fino all'esaurimento dell'impasto.
    5. Terminate queste operazioni, farcite le frittelle con una siringa da pasticceria. Potete utilizzare la classica crema alla ricotta oppure crema al cioccolato o pasticcera.

    LA SPERANZA E' L'ULTIMA A MORIRE


    Carmelo ha detto...

    Dopo tre settimane di parole, finalmente arrivano "forse" i fatti.

    Sindaco Nania speriamo che sia l'ultima emergenza rifiuti.

    La speranza è l'ultima a morire,
    ma di che morte la speranza muoia
    nessuno ancora riesce a capire.

    fra' galdino

    BORSE DI STUDIO PER STUDENTI DELLA SCUOLA DI OGNI ORDINE E GRADO


    SI INFORMA CHE E’ POSSIBILE PRESENTARE ISTANZA PER L’ASSEGNAZIONE BORSE DI STUDIO PER L’ANNO SCOLASTICO 2010/2011
    AVENTI DIRITTO : TUTTI GLI STUDENTI DELLA SCUOLA PRIMARIA – SECONDARIA DI PRIMO E SECONDO GRADO.
    LIMITE ISEE ANNO 2009 € 10.632.94
    SCADENZA 30/04/2011

    BARCELLONA POZZO DI GOTTO: LA GIUNTA COMUNALE, ANCHE SE OBTORTO COLLO, OPTA PER IL CONFERIMENTO DEI RIFIUTI IN QUEL DI CATANIA


    DELIBERATO LO STANZIAMENTO DI 350.000 EURO, PER RACCOLTA E SMALTIMENTO

    Siamo proprio nelle peste.
    Superato il limite di guardia, con la città immersa nei rifiuti e nei miasmi del crescente putridume, stiamo rischiando di non potere scansare l’incombente pericolo per la salute pubblica.
    Si ha notizia che la Giunta, riunitasi, ha finalmente deciso dove mandare gli autocompattatori a scaricare il mare di rifiuti che da venti giorni ci assilla, e per farlo ha deliberato uno stanziamento di 350.000 euro, da utilizzarne 150.000 per un anticipo alla società "Sicula trasporti", che gestisce la discarica di contrada Volpe, nel territorio etneo, dove dovrebbe avvenire il conferimento, e 200.000, da affidare alla Multiecoplast, per coprire le spese inerenti all’operazione di raccolta e trasporto fino alla discarica di Catania.
    Insomma, per quanto, tale stanziamento sia considerato un grosso sacrificio, a causa delle ristrettezze del Comune, a pensarci bene, di fronte a tanta sciagurata situazione, non si riduce che a ben poca cosa, in quanto quasi sicuramente non basterà a risolvere il problema, che ha addentellati con diverse remore debitorie: non ultima quella degli arretrati salariali al personale.
    Inoltre resta, non sottovalutabile, l’eccessiva distanza colla discarica, che dovrà essere coperta dagli autocompattatori: la cui disponibilità numerica, tra l’altro, non sarebbe adeguata a garantire un sollecito superamento dello stato d’emergenza.
    Forse, piuttosto che puntare a tutti i costi sul contenzioso legale per dipanare una vecchia matassa debitoria – cosa che il Comune di Barcellona Pozzo di Gotto sta facendo soltanto al pari di uno solo dei 38 dell’ATO ( Brolo), sarebbe stato più opportuno cercare di addivenire ad una transazione, accordandosi – nell’attesa del giudizio legale – di anticipare ratealmente il cosiddetto “regresso” alla Tirreno Ambiente, col patto però che venisse restituito in caso di giudizio favorevole alla tesi del Comune.
    Sappiamo che la Giurisprudenza prevede escamotage del genere: addirittura risulta un precedente caso, stabilito presso il nostro Tribunale, che ha avuto per protagonisti un grosso condominio e un progettista del luogo.

    fra' Galdino

    venerdì 18 marzo 2011

    IL POETA CARMELO FAMA' CI HA INVIATO QUESTA POESIA SUL DISASTRO GIAPPONESE E LO RINGRAZIAMO PUBBLICANDOLA



    Il poeta Carmelo Famà, nostro concittadino residente nella frazione di Croce-Maloto, davanti allo spaventoso disastro che ha colpito il Giappone e che continua a prolungarsi in una coda ancor più preoccupante, ha scritto di getto una poesia in cui esprime tutta la sua sensibilità di fronte ad un evento che rischia di diventare mostruoso a discapito dell'umanità e per colpa della stessa.

    BARCELLONA POZZO DI GOTTO: L'EMERGENZA RIFIUTI NON SEMBRA AVERE UNO SBOCCO CHE SALVAGUARDI LA SALUTE PUBBLICA




    LE CONSIDERAZIONI DI FRA' GALDINO SUL COMPORTAMENTO CITTADINO

    In alcune strade di Barcellona, stamattina, si sono rivisti dei netturbini che, con ramazza e secchiello, avevano il compito di liberare l'ambiente di tutte quelle mondezze che lo scirocco dell'altro giorno aveva sparpagliato per la città.
    Io, passando, ne ho intravisti tre e credo che - in considerazione della vasta diffusione del "fattaccio" - saranno stati parecchi, per essere in numero adeguato. Comunque, visto che pur girando con la bisaccia per la raccolta di noci e castagne - leggi notizie - non ho avuto il tempo di percorrere tutta la città, non ci metto la mano sul fuoco.
    Ci penseranno i nostri "visitatori" a renderci più edotti, coi loro commenti.
    E, a proposito dei vostri commenti, che in questa circostanza sono stati numerosi e spesso reattivi, vorrei sperare che possano essere efficaci e che già siano stati in grado di produrre un primo positivo effetto, in questa brutta circostanza.
    A questo punto mi piace riportarne uno, l'ultimo in ordine di tempo registrato in questo blog:
    Anonimo Antonio ha detto...

    Che Barcellona fosse una città sporca, degradata, invivibile, non è certo da oggi che lo scopriamo. Ormai siamo (tra duemila virgolette) "abituati" a sorbirci ogni giorno la nostra razione di orrori. Eppure a volte capita quella giornata in cui magari ti va tutto storto, in cui magari ti rode già di tuo, e in cui il degrado e l'invivibilità di questa città ti si manifesta in tutta la sua violenza e senza mezze misure. La sensazione è che Barcellona non sia mai stata così degradata come lo è oggi. Una città abbandonata a se stessa. Perchè in questa città nessuno manifesta la sua rabbia?

    Probabilmente l'avrete già letto nell'apposita "finestra", ma m'è sembrato opportuno ricopiarlo, perchè ritengo utile aggiungere che, se noi cittadini non cambiamo mentalità, difficilmente usciremo dallo stato di degrado in cui inesorabilmente siamo scivolati.
    Non per volere fare distinguo, vorrei capire però perchè mai, in un momento così sconcertante quale quello dei rifiuti sciaminati, non s'è visto un solo esercente che abbia preso una scopa per liberare, dal pattume sparso, il tratto di marciapiede antitante il proprio negozio: almeno quello.
    E non parliamo, per l'ennesima volta, degli scatoloni e degli scarti che andrebbero sistemati diversamente e sono invece abbandonati alla rinfusa.
    Ma qui il discorso diverebbe fin troppo lungo, anche perché su ciò non andrebbe esclusa la responsabilità di chi ha il dovere e il compito di vigilare ed eventualmente sanzionare..

    FRA' GALDINO

    L'ISOLA BELLA ALL'UNIVERSITA' DI CATANIA. CHIOFALO (SEL): "LA CLASSE DIRIGENTE MESSINESE DIFENDE I BENI CULTURALI DEL SUO TERRITORIO?"


    "Con il parere positivo rilasciato dalla quarta commissione dell'Assemblea Regionale Siciliana, riunitasi alla presenza dell'assessore al Territorio e Ambiente, Gianmaria Sparma, giunge a conclusione l'iter per l'affidamento della Riserva naturale orientata ''Isola Bella'' al Cut Gana, il 'Centro tutela e gestione degli ambienti naturali e degli agrosistemi' dell'Università di Catania"

    Con questa secca nota -diffusa nella giornata di ieri - la Regione Sicilia annuncia il passaggio di uno dei gioielli naturalistici e storici della provincia di Messina ad un ente gestore della vicina provincia etnea.

    La lunga e strisciante contesa fra Messina e Catania per il controllo amministrativo del distretto turistico Taormina -Etna registra dunque un nuovo punto a favore della città del governatore Lombardo.

    Stando al verbale della seduta della commissione svolta il nove marzo scorso, in cui è stata presa l'importante decisione, nessun deputato presente ha chiesto la parola per esprimere un parere negativo né tanto meno si sono registrati voti contrari. Eppure della commissione medesima fanno parte i messinesi Peppino Buzzanca e Franco Rinaldi.

    “ E' così- si chiede il coordinatore provinciale di Sinistra Ecologia e Libertà, Salvatore Chiofalo- che i due autorevoli esponenti della deputazione messinese all'ARS intendono difendere il patrimonio culturale e turistico della nostra provincia?”. “ Per quale motivo -prosegue Chiofalo- quando la convenzione fra la Regione e Palazzo dei Leoni per la gestione della riserva naturale venne a scadere , il 31 dicembre del 2009, nessuno mosse un dito per rinnovarla o, comunque, per coinvolgere l'Università di Messina o altri soggetti che operano nel nostro territorio? “

    “ Alla città di Messina -conclude l'esponente provinciale di SEL- non mancano certo competenze e risorse umane per amministrare al meglio il proprio patrimonio artistico e naturale. La sua classe dirigente- invece di promuoverle e valorizzarle- assiste immobile all'ennesimo scippo, ancora una volta mostrando subalternità verso decisioni prese altrove. Come quando contribuisce al perpetuarsi dell'ipnosi collettiva chiamata Ponte sullo Stretto, mentre complessivamente a danno di città e provincia avanza il deserto: marginalità e povertà".







    giovedì 17 marzo 2011

    E LA BARCELLONESE PEPPA LA CANNONIERA EBBE PUR ESSA UNA PARTE NELLA NASCITA DELL'ITALIA


    NEL "150°" NOI BARCELLONESI AVREMMO POTUTO E DOVUTO RICORDARCI DI LEI
    Giuseppa Bolognani
    In un’occasione come questa celebrata oggi – 150° anniversario dell’Unità d’Italia, - in quanto barcellonesi avremmo dovuto ricordare che a fare questa nostra Nazione ebbe pure a contribuire, almeno un po', una nostra concittadina: quella in altre occasioni fortemente “illustrata” e commemorata con il nome di Peppa a Cannunera.
    Nata a Barcellona, si chiamava Giuseppa Bolognani (Calcagno ? ) e visse in un periodo che precedette e seguì la spedizione dei Mille in Sicilia.
    Per la storia, essa fu una figura eroica, che lasciò un’indelebile impronta nella lotta contro l’oppressione borbonica, fulgendo per il suo coraggio e la sua astuzia, particolarmente durante l’insurrezione del 31 maggio 1860, a Catania, contro il colpo di coda della resistenza borbonica.
    In quella giornata di lotta, le squadre catanesi, male armate, ed in inferiorità numerica rispetto al nemico, per ben sette ore tennero fronte a circa duemila borbonici. Giuseppina Bolognani, che praticamente era da supporto come vivandiera ai giovani siciliani, partecipò con molto ardore e grande intelligenza allo scontro, così da diventare il deus ex machina della difficile situazione.
    Due furono gli episodi che la resero memorabile: ed entrambi caratterizzati da stratagemmi per l’utilizzo di pesanti pezzi d’artiglieria.
    Unitasi ai rivoltosi, una prima volta li aiutò a trasportare un cannone, nascosto dal 6 aprile 1849 in un pozzo, e a trasferirlo nell’atrio di un palazzo.
    Aperto all’improvviso il portone, Giuseppina scaricò una cannonata contro i borbonici in transito, che colti di sorpresa furono costretti rifugiarsi dietro alcune barricate, lasciando sulla strada diversi caduti e un pezzo di artiglieria. Non essendo possibile avvicinarsi al cannone per impossessarsene, a causa del fuoco dei soldati, Peppa escogitò uno stratagemma: usando una corda a mo’ di lazos riuscì ad imbrigliare e, con l’aiuto dei giovani, a tirare l'affusto fino ad impossessarsene. Verso mezzogiorno, Peppa, aiutata da alcuni popolani, trascinò il mortaio fino alla Marina, dove però si vide fronteggiare da due squadroni di lancieri. Gli insorti per non essere sopraffatti scapparono, lasciando sola la donna che, rimasta dietro l’affusto, ricorse all’astuzia di far credere che il cannone non funzionasse. Pose sulla bocca della canna un po’ di polvere e le diede fuoco, per fare sembrare che il colpo avesse fatto cilecca. I lancieri abboccarono e, sicuri d’avere già in mano la preda, si gettarono all’assalto. Fu allora che Peppa accese la miccia, l’arma sparò veramente e investì in pieno gli assalitori. Ciò consentì all’eroina di fuggire e mettersi in salvo.
     
    Dalla Sicilia alle Alpi, anzi addirittura alla Svizzera.
     
    Giulia Calame Modena
    Tra le tante figure di donne che generosamente entrarono nella storia del nostro Risorgimento, spicca pure quella di una giovane ginevrina, Giulia Calame, una collegiale sedicenne che innamoratasi, nonostante il divieto dei genitori, si unì all'attore veneto Gustavo Modena, fervente mazziniano, profugo in Svizzera dopo il fallimento dei moti risorgimentali del 1830/31.
    Avendo condiviso  la vita di esule col marito,  espulso dopo due anni dalla Svizzera, lo seguì prima in Francia e poi a Londra, dove incontrarono Giuseppe Mazzini. Quando la situazione politica si fece più favorevole, Giulia e Gustavo decisero di rientrare in Italia, dove l’attore poté riprendere con successo l’attività teatrale in molte città. Ma nella primavera del 1848, quando scoppiarono i moti insurrezionali a Venezia, città d’origine di Gustavo, la coppia si unì agli insorti, combattendo sulle barricate, dove una pallottola ferì Giulia alla spalla. Dopo una breve prigionia Gustavo, espulso dal restaurato Regno lombardo-veneto, riprese la sua carriera teatrale a Torino, ma nel 1849 Mazzini e la Repubblica Romana li chiamarono a nuove prove. Qui Giulia si unì ad altre donne che hanno lasciato una traccia luminosissima nella nostra storia, dedicando anima e corpo ad assistere e curare i feriti in uno degli ospedali militari, che Cristina di Belgiojoso aveva finanziato e organizzato, insieme a Enrichetta di Lorenzo Pisacane e a Giulia Bovio Paulucci.

    Negli anni tormentati del nostro Risorgimento molte  donne si sacrificarono per il raggiungimento dell’indipendenza italiana, al fianco di ben più noti illustri personaggi della nostra storia. L’oscurità e il silenzio che sono calati su molte di esse che hanno messo la propria vita a disposizione della lotta risorgimentale rappresentano uno di quei buchi neri  dela nostra storia ridsorgimentale
    FRA' GALDINO

    BARCELLONA: L'ITALIA DEI VALORI CERCA DI DARE IL PROPRIO CONTRIBUTO PER LA SOLUZIONE DELL'EMERGENZA RIFIUTI


    Ricevo e rendo noto a tutti gli amici di barcellonablog

    "Le comunico, in anteprima, che l' IDV - Barcellona domenica 27/03/2011 sara' in piazza Duomo a Barcellona P.G. e, unitamente alla sensibilizzazione pro referendum (Acqua, leggittimo impedimento e Nucleare), verrà lanciata una raccolta di firme per tutti i cittadini di Barcellona P.G. i quali chiedono che si realizzi (finalmente) nel proprio Comune la "Raccolta differenziata" , avendo dimostrato ampiamente grandissima sensibilità e disponibilità verso questa tematica, se è vero, come è vero, che l' ECOPUNTO ha raggiunto il punto critico di capienza per l'enorme quantità di materiali da riciclo afferiti dai Barcellonesi in pochissime settimane.
    Si precisa altresì che per lo smaltimento della parte di rifiuti non riciclabili, si avanzerà la proposta che Barcellona P.G. si possa consorziare con i Comuni limitrofi per fare attivare l'inceneritore già pronto all'uso all'interno dell'ENEL di Corriolo ---Olivarella. Tutto quanto nella prospettiva di far riattivare le isole ecologiche "chiuse" (come quelle di Villafranca e Rometta) dopo averle realizzate con i Fondi Europei, e di creare le condizioni affinche' venga realizzato, possibilmente da privati (come è avvenuto a Brescia), un impianto di compostaggio che possa servire quantomeno a tutta la provincia di Messina per il riciclo dell’umido.
    La invito a partecipare personalmente, domenica 27 marzo , in P.zza Duomo e, se posso chiederLe la cortesia, di pubblicare l'invito sul suo Blog (che seguo con molta attenzione) rivolto a tutti per il Referendum ed in modo particolare ai Barcellonesi x la sottoscrizione contro l'immondizia nelle strade, soprattutto adesso che il ...1° Aprile verrà chiuso l' ATO/2 ed attivata la SRR , senza però soluzione di continuità x i problemi dell'immondizia. La ringrazio sin d’ora, certo della sua squisita disponibilità, ed arrivederci a presto".
    Stefano Biondo

    BARCELLONA: EMERGENZA RIFIUTI, PERSINO LO SCIROCCO CI HA MESSO LO "ZAMPINO"

    Foto: CARTACCE IN PIAZZA SAN SEBASTIANO


    Anche la natura sembra voglia dare una lezione a quanti se ne stanno fottendo dello stato d'emergenza che l'accumulo di rifiuti ci ha creato.
    Avrete notato che cosa ha fatto lo scirocco di ieri: con le sue folate non gli è stato difficile aggredire le montagne di rifiuti, strappare cartacce, sacchetti di plastica, pezzi di cartone e altre sozzure, farli volteggiare nell'aria, depositarli lungo i bordi dei marciapiedi, "sparpagliando" parte della spazzatura;
    quando non ha addirittura trascinato interi fagotti di rifiuti per rotolarli lungo le strade, dove naturalmente arrotati dalle auto sono stati sciaminati, a condimento d'uno spettacolo che dovrebbe fare vergogna a tutta la città.
    Sapete se, per caso, qualcuno dei nostri amministratori si è reso conto della necessità di far provvedere almeno alla spazzatura e raccolta del materiale sparso?
    Per un lavoro del genere, la scusante della discarica proibita non c'entrerebbe affatto: basterebbe riportare la robaccia sfuggita al più vicino monzello.
    Naturalmente chiusa in un saccone di plastica: di quelli neri che è possibile reperire in un quialsiasi supermercato.

    mercoledì 16 marzo 2011

    MENTRE I RIFIUTI INGOMBRANO IL TERRITORIO, L'ATO ME 2 TORNA A DOVERE RISPONDERE ALLA MAGISTRATURA


    Intanto che va avanti il processo ATO ME 2, per il quale sono già stati, a suo tempo, rinviati a giudizio, per presunte irregolarità ai bilanci 2005-2006, l'allora presidente Andrea Paratore e i componenti di quel consiglio d'amministrazione, un'altra mazzata giudiziaria viene inferta ad amministratori e revisori dei conti per il successivo bilancio 2007 della stessa società d'Ambito territoriale.
    Il sostituto procuratore del Tribunale di Barcellona, Francesco Massaro, ha citato in giudizio i tre componenti dell'ex CdA della stessa ATO, nonché il collegio sindacale tuttora in carica, nell'ambito dell'inchiesta riguardante il secondo troncone delle indagini svolte dalla Guardia di Finanza sul successivo bilancio dell'anno 2007, approvato dall'assemblea dei sindaci dei comuni azionisti della società d'ambito.
    L'azione legale nei confronti degli indagati - sei persone - si fonda sul rilievo della Magistratura secondo cui detti amministratori avrebbero iscritto in bilancio, come somme da introitare, quelle riguardanti un buco di gestione. In altri termini, secondo gli inquirenti, si sarebbero scritti in bilancio crediti inesistenti.
    Insomma, questa efficientissima ATO ME 2, che tanto danno ha arrecato e continua a fare nei nostri centri, ormai soffocati dai rifiuti e oberati dalle bollette, continua a far patrlare di sè, per opera e "merito" dei suoi amministratori.

    RINO PICCIONI HA PARLATO CON RAFFAELE LOMBARDO DELL'EMERGENZA RIFIUTI



    Ho assistito a una parte dell'intervista al presidente della Regione Raffaele Lombardo, fatta dal collega Rino Piccione su Tele Tirreno.
    Il governatore, che è stato interpellato su come la Regione intende risolvere l'emergenza rifiuti, di cui siamo particolarmente vittime quanti avremmo dovuto essere serviti dall'ATO ME2, nel dare la sua risposta, m'ha dato l'impressione che non riuscisse a immedesimarsi dell'urgenza della nostra situazione, che rischia di precipitare in sbocchi epidemici, se non si saprà normalizzare la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti in tempi rapidi.
    E dico questo, perché, pur essendo edotto che l'attuale stato di stallo dipende da una inveterata questione finanziaria, per cui i cancelli della discarica rimangono chiusi, Lombardo ha fatto soltanto un rapidissimo accenno a tale inghippo, preferendo stornare il discorso verso il "nuovo piano rifiuti" che - si sa bene - non ha niente da spartire con l'urgenza propria dell'attuale stato d'emergenza.
    Don Raffaele asserisce che la Regione sta compitamente muovendosi per superare le difficoltà create dalle diverse società d'ambito - tranne qualcuna virtuosa - operanti in Sicilia.
    ATO che, in base al nuovo piano, vengono liquidate per dar luogo ad una riduzione di numero (10 in tutto).
    La gestione dei rifiuti, secondo il nuovo programma - dovrà avvenire attraverso l’incremento della raccolta differenziata, con il recupero delle materie prime e con metodi che consentano di smaltire il meno possibile in discarica. Il Piano prevede la realizzazione di piattaforme per il trattamento dei rifiuti e non ultimo la valorizzazione energetica delle componenti non recuperabili; mediante termovalorizzatori possibilmente di ridotte dimensioni.
    Quindi, le discariche - che in effetti non mancano e diventano inaccessibili soltanto se non vegono pagate - dovranno diventare l’ultima opzione, nell’ambito di una gestione integrata.
    Solo così si potrà rendere il servizio piu’ economico.
    A volere stringere, il presidente Lombardo ha preferito sottolineare che esiste un piano, senza tuttavia dire cosa si farà per uscire dall'attuale sconcezza nell'attesa che tale programma venga attuato.

    barcellona:un tricolore in corteo lungo un chilometro e duecento metri




    I giovani di Barcellona - scolari e studenti delle scuole cittadine d'ogni ordine e grado - hanno messo il massimo impegno per commemorare il 150° dell'Unità d'Italia, costruendo quello che dovrebbe risultare il più lungo tricolore d'Italia, degno d'entrare nel Guiness dei primati.
    Un nastro tricolore di milleduecento metri che, portato stamani in corteo lungo la via Roma , l'ha praticamente coperta in tutta la sua lunghezza.
    Peccato che lo scirocco, imperversante sui grossi cimuli di spazzatura che costellano la strada, sollevando cartacce, pezzi di plastica e quant'altro di sporco e maleodorante strappava ai rifiuti, ha molto infastitito i ragazzi che - resistendo alle folate di vento - stavano aggrappati al mastodontico tricolore.
    Mentre la lunghissima striscia, inneggiante all'unità della Nazione, si gonfiava e sgonfiava ondeggiando, a stento eppur tenacemente trattenuta soprattutto dai più piccini delle elementari.

    martedì 15 marzo 2011

    MA COME SIAMO DISINVOLTI DI FRONTE A TANTA EMERGENZA....RIFIUTI




    Se siamo giunti allo stato di sconcezza e di rischio per la salute pubblica, una parte della responsabilità dovrebbe ricadere in quanti, di noi cittadini, non riusciamo a renderci conto che è indispensabile comportarsi nella maniera più corretta possibile sempre: anche e soprattutto quando ci accorgiamo che la città è ridotta in balia dell'inettitudine amministrativa.
    Chi di noi non s'è accorto che i crescenti cumuli di rifiuti lungo le nostre strade, in molti punti della città, sono resi ancora più sconci e baraondosi dalla presenza di materiale che nulla ha da spartire coi soliti sacchetti d'immondizia?
    Molti scatoloni di cartone d'origine controllabile, troppi scarti marciscenti di verdure, parecchie suppellettili dismesse ed altro materiale ingombrante, non andrebbero buttati a ridosso di cumuli di rifiuti, già per conto proprio esorbitanti, eppure vengono buttati e con grande sfacciataggine.
    Con una disinvoltura che pare giustificata dal fatto che non esiste uno straccio alcuno di attenzione a riguardo da parte di chi - per compito istituzionale - dovrebbe impedire che si contravvenisse alle regole della decenza civica, controllando e individuando i responsabili di comportamenti reprensibili.
    Avete mai letto un'ordinanza che minaccia sanzioni a chi si comporta così malamente?
    Avete per caso notato qualche vigile che esamina qualcuno degli scatoloni che ingombrano i marciapiedi per rendersi conto da quale negozio proviene?

    Altro che ciarle, amico lettore, in questa città domina invece un silenzio fin troppo assordante...
    Ed è presumibile che ciò avvenga perché anche noi abbiamo la nostra parte di torto per troppa "no chalance"...

    ANCHE DI FRONTE AL DISASTRO NATURALE IL "GATTO MAMMONE" FA I GATTINI CIECHI


    Giappone, Prestigiacomo: programma nucleare va avanti, no allarmismi

    Roma, 15 mar (Il Velino) -" Il programma nucleare delineato dal governo “va avanti”, “non credo che si possano cambiare i programmi energetici mondiali a causa di questo incidente”. Lo ha detto il ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, intervenendo alla telefonata di Maurizio Belpietro su Canale 5. La decisione della Germania di rivedere due centrali nucleari, spiega il ministro, “cavalca l’onda della emotività e poi ci sono a breve delle elezioni amministrative".
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    “Non mi sono piaciute – ha proseguito la Prestigiacomo – le speculazioni a usi domestici, quando ancora era in corso l’onda dello tsunami. Chiaro che c’è preoccupazione ma non bisogna fare allarmismo. L’uscita dal nucleare ha penalizzato il nostro paese, è stata una scelta sbagliata. Il programma nucleare delineato dal governo va avanti, siamo molto sereni, convinti di aver fatto una scelta giusta e consapevole. Peraltro le centrali programmate sono modernissime, di generazione completamente diversa con sistemi di sicurezza superiori" rispetto a quelle giapponesi".

    E chiaro che, alla ministra Prestigiacomo, il cui compito istituzionale dovrebbe essere in "difesa della Natura", il severo monito che la stessa Natura sta lanciando all'umanità, in queste tragiche giornate giapponesi, non insegna nulla. Chiusa nella gabbia arrugginita del governo berlusconi, non riesce a scostarsi dal pregiudizio di chi ad ogni costo deve dare ragione a colui che sta sovvertendo i canoni del buonsenso democratico.

    lunedì 14 marzo 2011

    EMERGENZA RIFIUTI: E' GIUNTO IL MOMENTO CHE I SINDACI CONCORDINO INIZIATIVE DRASTICHE PER TUTELARE LA SALUTE PUBBLICA


    Siamo arrivati a livelli d'emergenza ormai intollerabili: montagne di rifiuti in continua crescita marciscono per le strade, l’aria diventa irrespirabile e i cittadini preoccupati si appellano soprattutto agli amministratori comunali, non potendosi più appellare all'ATO che, pur essendo il maggiore artefice del disastro, è in via di fallimento.
    E allora la gente non può che rivolgersi al proprio sindaco, che è il rappresentante di tutti i cittadini e ha respondabilità politiche oltre che morali sui provvedimenti che emette o evita d'emettere.
    Nei casi d'emergenza - qual è in effetti questa dei rifiuti - la legge attribuisce al sindaco strumenti specifici tra cui le ordinanze, utili a sbloccare le situazioni o a vederci chiaro.
    Per casi come quello attualmente esploso nel vasto territorio di ATO ME2, la Giurisprudenza ci offre massime significative.
    Ne riportiamo una che fa capo ad una sentenza del Consiglio di Stato che addirittura, specificamente per l'emergenza rifiuti arriva al punto di dichiarare legittima la rimozione del sindaco che non la contrasta con "impegno eccezionale".

    LA MASSIMA
    Rimozione del sindaco per inosservanza di obblighi legati all’emergenza smaltimento dei rifiuti - Condizioni.
    "L’eccezionalità della situazione determinatasi nei Comuni della Regione Campania nel ciclo dei rifiuti non consente di valutare in termini tradizionali la colpa soggettiva del singolo soggetto sindaco preposto all’amministrazione locale, ma impone la valutazione su un parametro diverso e più rigoroso, non potendosi ritenere tutelata a sufficienza la salute pubblica mediante risposte ordinarie del Sindaco, quali mere convocazioni di riunioni, conferenze di servizi, o sollecitazioni alle aziende municipalizzate e/o alle società incaricate dell’espletamento del servizio o indizioni di gare per l’individuazione di incaricati del servizio.
    In tale situazione è esigibile dall’Ente locale una condotta ulteriore, che sia espressiva di un impegno eccezionale all’altezza della situazione concreta da affrontare, comportante ad esempio l’uso dei poteri eccezionali di ordinanza conferiti al sindaco ed esercitabili per ragioni di salute pubblica....."
    Consiglio di Stato - Sezione VI - Sentenza 30-31 marzo 2010 n. 1825
    Presidente Barbagallo - Relatore Montedoro

    FRA' GALDINO

    P.S. Il riferimento al nocciolo di tale massima non deve apparire allusione a possibilità che, nel nostro territorio, siano riscontrabili casi di sindaci che non si stiano impegnando a fondo, decisi a ricorrere a drastiche misure per contrastare l'emergenza: tanto è vero che rimaniamo fiduciosi in una sollecita soluzione del gravissimo problema.

    Nucleare: la grande paura!


    Anche oggi, Agorà, il programma mattutino di Rai tre condotto da Vianello, s'è occupato "del catastrofico terremoto, seguito da maremoto, che ha colpito il Giappone. La situazione della centrale nucleare di Fukushima è critica e altre centrali del paese sono sotto osservazione. Un’occasione per riflettere sulla scelta nucleare nel nostro Paese e su scala planetaria. Ospiti in studio: Ermete Realacci, Responsabile Green economy del PD, Carlo Ciccioli, deputato Pdl, vicepresidente della Commissione Affari Sociali, Mario Tozzi, geologo, ricercatore del Cnr e divulgatore scientifico, Valerio Rossi Albertini, fisico, ricercatore del Cnr, Franco Battaglia, docente di Chimica ambientale, Paolo Longo, giornalista del TG1, in collegamento da Tokyo".

    Come è stato possibile costatare, tra tutti i presenti, non è mancata l'ormai sclerotizzata spaccatura prettamente ideologica, a mio modestissimo giudizio, caparbiamente sostenuta dai difensori di questo governo che pare voglia fare tutto di testa propria: la quale d'altronde non è altro che la testa del cavaliere.

    Gli ecologisti o altri difensori della natura e del buon senso, se fanno notare che è caparbietà volere insistere sulla capacità assodata dell'uomo d'imbrigliare la natura , vengono subito accusati di sciacallaggio, d'incompetenza, di pregiudizio.

    Addirittura si ricorrre alle teorie psichiatriche per sostenere che chi diffida della sicurezza ostentata dagli altri è così perchè la psichiatria divide l'umanità in due categorie: quella di coloro che vedono il bicchiere mezzo pieno e coloro che lo vedono mezzo vuoto.

    Tanto per fare un esempio nella prima categoria potremmo infilarci come capofila l'ottimistissimo cavaliere, che aveva già risolto l'attuale crisi finanziaria inculcando nel popolo italiano la sua rosea visione della vita.

    La stessa visione che gli consente di aggredire le sponde dello stretto di Messina, promovendo la progettazione del mostruoso ponte, senza tenere conto che proprio su quelle sponde poco più di un secolo fa un terribile terremoto, seguito da un altrettanto tremendo Tzunami, rase al suolo Reggio, Messina e tanti paesi del loro entroterra.

    La stessa visione rosea, di cui sopra, gli permette di aggredire parossisticamente il risultato d'un referendum popolare promovendo un programma di disseminazione, in tutto il territorio italico, delle pericolose centrali nucleari (Giappone docet).

    Ma nessuno è riuscito a fargli vedere questa cartina dove, all'altezza di Barcellona, Milazzo, isole Eolie, si registrano tutti quei grappoli d'eventi sismici, recentemente registrati?

    domenica 13 marzo 2011

    GLI INDIPENDENTISTI FNS SOLIDALI CON IL POPOLO GIAPPONESE

    L’A.R.S. E IL GOVERNO SICILIANO DELIBERINO E INVIINO AIUTI

    Gli Indipendentisti di lu Frunti Nazziunali Sicilianu – “ Sicilia Indipinnenti”
    sono solidali con il Popolo Giapponese duramente colpito dalla furia degli
    elementi naturali.
    “ Ci sentiamo vicini alle donne e agli uomini dell’arcipelago giapponese - ha
    dichiarato Fabio Cannizzaro, Vice Segretario Nazionale FNS - e chiediamo
    che il Parlamento Siciliano deliberi celermente l’invio di aiuti economici e
    pratico-logistici in Giappone.”
    “ Motivi di ordine umanitario, di affinità legate alla comune condizione di
    arcipelaghi , tutto spinge eticamente e politicamente i Siciliani e quindi il
    nostro Governo a fare sentire forte e concreta la solidarietà siciliana al Popolo
    Giapponese.”
    “Chiediamo, pertanto, che il Governo assuma questa come una priorità e che
    muova immediatamente i passi necessari.”
    Ha poi concluso Cannizzaro: “Del resto la Sicilia è conosciuta, amata e
    stimata da molti in Giappone ed è giusto che nel momento del bisogno faccia
    sentire al Popolo Nipponico la propria fraterna, fattiva solidarietà.”
    Palermo,12 marzo 2011.

    MARIA STELLA GELMINI AMMETTE CHE GLI INSEGNANTI SONO PAGATI POCO: SONO TROPPI E QUINDI PROLETARIZZATI


    "Gli insegnanti sono troppi rispetto al bisogno in Italia": lo ha detto il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, intervistata a "Che tempo che fa".
    "Gli insegnanti sono pagati pochissimo - ha detto - perché sono troppi", sono un quantitativo "superiore al fabbisogno".
    Gelmini ha ricordato che chi insegna in una scuola superiore con 15 anni di anzianità in Italia prende circa 20 mila euro in meno di un collega tedesco. "Dobbiamo pagarli adeguatamente - ha sottolineato - ma se cresce il numero all'infinito sono proletarizzati".
    I tagli sono stati fatti sugli sprechi, secondo il ministro che ha detto di non aver "licenziato alcuno".

    ASPRA POLEMICA COL SINDACO DI BARCELLONA PER LA CHIUSURA DELLA DISCARICA


    IL PRESIDENTE DI TIRRENO-AMBIENTE CRITICA UNA DICHIARAZIONE DEL SINDACO NANIA

    L'altra sera, durante il dibattito in TV sull'emergenza rifiuti da noi sintetizzato nel post di venerdì, il sindaco di Brolo, Salvo Messina, in una breve intervista esterna, annunciava d'avere emesso un'ordinanza per consentire un finanziamento in grado di sbloccare l'impasse della discarica di Mazzarrà S.Andrea.
    Avendo ricevuto dalla Tirreno-Ambiente un'inattesa opposizione all'inizitiva, a causa d'un debito pregresso, il primo cittadino brolese contestava la certezza di tale debito, esistendo per tale questione un contenzioso in attesa di giudizio.

    Questa dei debiti pregressi, non solo dell'ATO ma anche dei Comuni, costituisce lo scoglio maggiore su cui rischia di naufragare la possibilità di risolvere, nonostante gli accorgimenti dettati dall'urgenza igienico ambientale, il gravissimo stato d'emergenza che l'accumulo dei rifiuti sta determinando in tutto il territorio dell'ATO ME 2.
    A conferma di ciò, spunta un comunicato emesso dal presidente di TirrenoAmbiente, Francesco Cannone, in reazione a talune dichiarazioni del sindaco Nania che, il giorno prima, "anzicché domandarsi come facciano i Comuni facenti parte di altri ATO, della Provincia di Messina e non, a conferire regolarmente i propri rifiuti alla discarica di Mazzarrà" aveva preferito "scagliarsi contro un'impresa che, da circa 10 anni a questa parte, pur sopportando la cronica inadempienza nei pagamenti, prima da parte dei singoli Comuni e dopo da parte degli ATO, ha consentito a milioni di cittadini di non essere letteralmente sommersi dai rifiuti".
    Secondo Cannone sarebbe intanto opportuno che il sindaco Nania si rendesse conto "che il complessivo debito contratto anteriormente all'anno 2005 dai singoli Comuni e da tale anno ad oggi dall'ATO ME2, ammonta ad oltre 35.000.000 di euro, ovvero oltre il 50% del totale credito che TirrenoAmbiente vanta nei confronti degli enti pubblici conferitori". Per renderlo più edotto, il presidente di Tirreno Ambiente spiega "che al di fuori dell'ATO ME2, tutti gli altri ATO hanno sottoscritto con Tirreno-Ambiente un accordo transattivo che consente loro di pagare mensilmente il debito pregresso".
    "Questo corretto comportamento - aggiunge il comunicato- è stato adottato anche da alcuni Comuni soci dell'ATO ME2 che avevano un debito residuo con la nostra società e, nondimeno, si deve sottolineare che moltissimi Comuni non hanno alcun debito precedente l'avvento dell'ATO". "A tuttoggi, il Comune di Barcellona - ricorda Cannone - non ha attivato nessuno dei due procedimenti. Se poi il Comune di Barcellona, nei confronti di TirrenoAmbiente, ha un debito di 688.799,00 euro, risalente all'anno 2004, suggeriamo al Comune di adoprarsi per dimostrare i pagamenti effettivamente effettuati per quando si porrà l'occasione di affrontare ufficialmente tale argomento".
    Per Cannone insomma è ovvio che non è assolutamente possibile "intrattenere rapporti commerciali con Enti che risultino morosi o con i quali sia in corso un contenzioso per fatture non pagate. Infine, per quanto riguarda le accuse di ricatto e tentativo di estorsione a noi rivolte, sarà compito dell'Autorità Giudiziaria, valutare se siano corrette o meno"

    NON SONO I NETTURBINI CHE NON LAVORANO: E' L'INADEGUATEZZA DI MEZZI E DI SOGGETTI CHE LIMITA L'OPERAZIONE DI PULITURA DI STRADE E MARCIAPIEDI


    Questa insistenza sui netturbini che non lavorano, sinceramente mi pare un po' troppo prevenuta.
    E mi spiego perché.
    Per prima cosa, bisogna convenire che gli operatori ecologici hanno continuato a lavorare, nonostante siano creditori di arretrati e, pur nello stato d'agitazione sindacale dichiarato per tale motivo, hanno negato soltanto di fare lo straordinario.
    Per seconda cosa, bisogna rendersi conto che - almeno a mio modesto parere - finora non si può dire che abbiamo visto in giro un numero di ramazze sufficiente per garantire la scopatura delle strade.
    Non solo gli spazzini sono pochi, ma avrete notato come sono attrezzati...
    Sono finite le squadre di netturbini con i soliti carrelli portarifiuti, ramazza, pala e quant'altro, assegnati in tutte le zone della città, dal centro alla periferia. Se vediamo quei pochi netturbini che circolano per le strade ci accorgiamo che, invece della tradizionale bici-carriola, hanno una specie di secchione con le rotelle, da trascinarsi dietro, che ovviamente è inadeguato a contenere tutte le lurdìe che il netturbino incontra sui marciapiedi e sulle strade.
    Insomma, voglio dire che la sporcizia rimane non per diserzione o fannullaggine, ma per carenza di mezzi e di soggetti atti alla ramazzata.
    Questa è la mia opinione, perchè questa è l'impressione che ho avuta, vedendo apparire - dopo tanta carestiia - alcuni operatori ecologici impiegati per la pulizia.

    fra' Galdino

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