
FOTO: Il presidente Martino (sx)il sindaco Molino (dx)il vice sindaco Gitto (sotto)Insediatosi, il nuovo sindaco provvide all'assegnazione delle deleghe, che furono così distribuite: Carmelo Gitto, vicesindaco ed assessore ai lavori pubblici, cimitero, acquedotto, fognature e pubblica illuminazione; Vincenzo Alizzi, pubblica istruzione e affini; Giuseppe Accetta, manutenzione strade, ville e giardini; Filippo Sottile, sviluppo economico, ecologia, sanità, macello, servizi demografici; Domenico Piccolo,bilancio, finanze, tasse e patrimonio; Antonino Cutugno, sport, turismo, spettacoli, problemi della gioventù; Giovanni Mazzù, polizia urbana, annona, mercati, autoparco, nettezza urbana; Giovanni Munafò, servizi sociali e contenzioso.
La nuova amministrazione cercò subito di affrontare le maggiori impellenze, per tentare di sfoltire il cumulo di problemi che, nei mesi di stasi amministrativa, non era stato possibile avviare a soluzione.
Per prima cosa, bisognava ripristinare l'illuminazione pubblica in molte strade della città, da un paio di mesi rimaste al buio, per mancanza di manutenzione agli impianti esterni. Durante i mesi di precarietà amministrativa, non era stato possibile indire l'apposita gara d'appalto ed era quindi necesario ovviare subito. Ciò, tuttavia, non avrebbe consentito l'immediato avv

io dei lavori di ripristino, a causa dei tempi tecnici imposti dalla burocrazia.
Ma l'urgenza e la pericolosità della situazione non consentivano ulteriore perdita di tempo. E fu così che Molino e "compagni" decisero di ricorrere ad un'ordinanza che consentisse un tempestivo intervento. E la luce tornò nelle strade.
Altri problemi impellenti furono avviati a soluzione con la stessa tempestività, ma giustamente , anche se i tempi stringevano, non era possibile ricorrere all'urgenza più di tanto. C'era davanti comunque lo spauracchio della mancata attuazione del Piano Regolatore , che categoricamente sarebbe dovuta avvenire entro il 31 dicembre del '93, pena lo scioglimento del Consiglio Comunale e, quindi la decadenza della novella amministrazione.
Si sperava che la Regione volesse tenere conto di quanto era accaduto negli ultimi quattro mesi del decorso anno.
Uno spiraglio sembrò aprirsi, quando il presidente della Regione, Franco Martino, ebbe "la bontà" di fare una visità a Palazzo Longano, dove fu accolto dal Sindaco Molino e dalla Giunta, che colsero l'occasione per sottoporre alla sua attenzione le emergenze di Barcellona, piano regolatore compreso. Il presidente ascoltò, prese appunti, concesse un'intervista alla Stampa e non nascose la sua preoccupazione per i grossi problemi rilevati a Palazzo Longano.
"Da quanto ho potuto capire - disse tra l'altro - il Comune di Barcellona si trova in una situazione particolarmente difficile, a causa della lunga crisi amministrativa. Per il problema maggiore, che fa rischiare lo scioglimento, non vorrei dire inesattezze. Posso però precisare che la Regione, su questo argomento che non interessa soltanto il Comune di Barcellona, ha interpellato , per l'applicazione della relativa legge, il Consiglio di Giustizia Amministrativa e l'Avvocatura dello Stato, per assicurarsi un'interpretazione autentica: se cioè il termine imposto va considerato perentorio, oppure sia possibile ricorrere a soluzioni diversificate, tenendo conto della specificità delle singole realtà comunali. .Il nodo dovrebbe essere sciolto in tempi molto brevi, non oltre la fine del mese". Il presidente Martino concluse la sua dichiarazione, augurandosi che non fosse anche il consiglio comunale di Barcellona Pozzo di Gotto a dovere essere sciolto, perchè "dispiace dovere espropriare i cittadini del diritto di farsi governare dai loro rappresentanti".
Francesco Cilona