sabato 27 ottobre 2007

CONDOGLIANZE A VALERIA


Alle 13,23 di oggi, è deceduto al Policlinico di Messina, il sindacalista della Cgil Matteo Cucinotta. La morte è avvenuta dopo 66 giorni di sofferenze atroci, causate dall'incendio che, la sera del 22 agosto, investì il rifugio del Falco, sui Nebrodi di Patti, dove la vittima, sesta del terribile flagello, stava festeggiando il proprio 52° compleanno. Tra i pochi a salvarsi, la giovane figlia di Matteo, Valeria, che nonostante le gravi ustioni, è riuscita a superare l'infortunio fisico. Dopo avere perso per quell'inferno la mamma, Lucia Natoli, lo zio Costantino Cucinotta e la nonna Caterina Barberini, adesso la sfortunata giovane versa altre lacrime amare per la morte del padre. A lei, che tanta forza d'animo ha dimostrato nel corso di questa tristissima vicenda, e a quanti la circondano per confontarla, Barcellonablog porge le più sentite condoglianze. Per quell'immane rogo persero la vita altre due persone, che lavoravano nel rifugio del Falco: Concettina Scafidi e Giuseppe Bompensiere.
Anche la loro tremenda fine ci ha rattristato molto.
Francesco Cilona

BUCOLO HA PARLATO//GRAZIE PER LE PAROLE

FOTO// VIGILANZA AL SEMAFORO DI VIA OPERAI




L'assessore alla Polizia urbana, Emanuele Bucolo, dopo che da più parti sono state espresse lamentele e preoccupazioni per lo stato confusionale e di pericolo esistente nelle strade interne della città, è intervenuto rispondendo con una serie d'informazioni "chiarificatrici" che, almeno a nostro giudizio, sono apparse più teoriche che pratiche, oltre ad essere insoddisfacenti. E spieghiamo, sempre secondo il nostro parere, il perchè.
Bucolo ha fatto sapere che, dei vigili effettivi, cioè quelli di ruolo, soltanto sette sono impiegabili per far fronte all'emergenza del traffico. Ha aggiunto che, per sopperire a tale carenza, si sta ricorrendo all'utilizzo di diciannove contrattisti (definiti giovani, forse in rapporto all'anzianità di servizio degli "effettivi") 14 dei quali sono agenti di polizia municipale e 5 ausiliari del traffico. Avendo precisato, com'era di giusto, che i "nuovi" possono essere impiegati soltanto per 18 ore settimanali, il che significa che la disponibilità di ciascuno di loro è "dimezzata". Con questo materiale umano, così esiguo, se si tiene conto della necessità dei turni di riposo e delle ferie degli "effettivi", dell'eventuali non auspicabili interruzioni per malattia, ci dicano l'assessore ed il comandante come si possono annunciare inteventi d'emergenza del genere riferito al collega della Gazzetta del Sud: come, per esempio, il potenziamento del servizio davanti alle scuole (sicuramente benemerito perchè finalizzato al monitoraggio e alla prevenzione dei fenomeni di bullismo e pedofilia, all'aiuto agli studenti nell'attraversamento delle strade e alla sensibilizzazione verso il rispetto del codice stradale), anche se si pensa di procedere a tale rafforzamento cominciando dalle scuole a maggior rischio. "Ma c'è di più - riferisce il giornale - sarà potenziata la squadra infortunistica stradale, mentre a breve il Comune comprerà nuove macchine". E su quelle auto continueremo a vedere i vigili... in quattro? Ma forse, l'Assessore Bucolo, comincia a sapere usare il linguaggio politichese, perchè cerca di salvarsi in angolo, ricordando che purtroppo bisogna tenere conto dei tempi burocratici. Perchè le idee ci sono, alcune potrebbero essere concretizzate entro il 2008, altri programmi di natura strutturale, importanti, sarebbero attuati a media e a lunga scadenza. Non sto a riportarli qui, perchè li considero solo sulla carta, anzi sarebbe meglio dire "nella mente, come tutte le pie intenzioni". Quando non sono addiittura progetti per spese inconcludenti. Comunque chi vuole saperne di più, vada a comprarsi il giornale. Noi continuiamo a pensare che, se non si interviente strutturalmente sulla viabilità, ciò che si propone e che si legge resta sempre una goccia in un mare. E questo mare, come tutti i mari, purtroppo è "salato".

venerdì 26 ottobre 2007

UNO SPIRAGLIO PER L'IPAB


FOTO: Uno dei lasciti
gestito dall'IPAB
Una via d'uscita per affrontare e risolvere lo spinoso problema dell'Ipab di Barcellona ci sarebbe. Era stata adombrata durante il recente Consiglio Comunale, con un ordine del giorno proposto dal capogruppo di An, Filippo Marte, in cui si chiedeva l'apertura di una parentesi di riflessione, per rendersi conto della validità dell'operazione, ma il "no" maggioritario del Consiglio, invocato nello stesso documento, sembrava averne annullato la possibilità. Da ciò la reazione delle maestranze Ipab e del sindacato, che dopo giornate di rimostranze davanti a Palazzo Longano, ha avuto sbocco in un incontro col Prefetto, dott. Alecci, il quale l'ha accolte assieme ai rappresentanti sindacali, al Sindaco Candeloro Nania e al presidente dell'istituto di assistenza e beneficena, Rodolfo Fiumara. Il prefetto, edotto dei fatti più recenti riguardanti la questione, s'è reso conto della necessità di una sua mediazione presso il competente assessorato regionale, perché si conceda maggiore flessibilità ai termini per la riconversione dell'Ipab, in maniera da dare al Comune la possibilità di rendersi conto, attraverso un esatto censimento, della portata reale del patrimonio attualmente amministrato dall'Ipab e di eventuali debiti e crediti ad esso riconducibili. Dell'entità di detto patrimonio, si ha attualmente una conoscenza generica e piuttosto superficiale, mentre pare che si sappia che la parte deficitaria ammonti a poco meno di 150.000 euro, cui andrebbe aggiunto il debito maturato nei confronti dei dipendenti, che non ricevono salario da parecchi mesi.
Tale deficit sarebbe facilmente sanabile colmando le lacune determinate dal mancato adeguamento dei canoni ai diversi affittuari di case e terreni dell'Istituto, rimasti
congelati da parecchio tempo. E che ci sia l'intenzione di regolarizzare quest'incomprensibile ritardo, l'ha promesso davanti al Prefetto il presidente Fiumara, il cui mandato ormai sta concludendo i quattro anni regolamentari. E per questo motivo, il capo del Consiglio d'Amministrazione farebbe bene ad essere sollecito, perchè non si dica che abbia fatto la proposta in zona Cesarini, per lasciare ad altri un'impresa che potrebbe risultare faticosa.

Fra' Galdino

giovedì 25 ottobre 2007

NIENTE ASSESSORATI PER PINO E BAGNATO

Foto:Idue assessori Genovese e Scolaro rimasti in carica


E così, la Giunta Nania resta quella già scelta dal sindaco e che, però, era stata contestata dal coordinatore provinciale di Forza Italia, on. D'Aquino, essendo stati esclusi da quella formazione due elementi "sponsorizzati" da Messina, Franco Pino e Bruno Bagnato, al cui posto erano stati privilegiati altri candidati, Paolo Genovese e Mimmo Scolaro, segnalati dai berlusconiani barcellonesi. Quindi Scolaro e Genovese, assessori voluti dalla base di Forza Italia, continuano a lavorare con Nania, mentre Pino e Bagnato, forzisti sostenuti dall'alto, restano a bocca asciutta. Tutto questo perchè il ricorso dei "non inseriti", presentato al Tar di Catania avverso la composizione della Giunta formulata dal Sindaco, è stato ritenuto inammissibile e quindi respinto. Conosciuto il risultato del responso del Tar, a lui favorevole, Candeloro Nania ha dichiarato che il fatto non l'ha entusiasmato, mentre invece gli dispiace che in seno a Forza Italia, per quanto è successo, si sia creata una spaccatura. Meno male che il litigio si starebbe ricomponendo. Almeno così pare. Meno male.
Questo si che si può definire politichese. Politichese di razza pura.
FRA' GALDINO

VIGILI: IN VISTA L'ARRIVO DI UN NUOVO COMANDANTE




A palazzo Longano si attende l’arrivo del nuovo comandante del Corpo di Polizia Urbana. Secondo quanto assicurato dagli amministratori, il suo insediamento dovrebbe essere imminente e si tratterebbe di persona con notevole esperienza, in grado di affrontare con determinazione e competenza i problemi del settore a lui affidato. Intanto, è auspicabile che l’innegabile capacità professionale del nuovo funzionario sia corredata soprattutto dell’autorevolezza indispensabile per rendere efficiente una compagine che, poco per volta, ha perso parecchi vigili e sottufficiali “titolari”, solo da poco parzialmente rimpiazzati con l’assunzione di elementi nuovi, scelti tra i lavoratori a tempo determinato, che non possono essere impiegati a tempo pieno, ma per appena 18 ore settimanali.
Al prossimo comandante, probabilmente sarà riferito quanto difficile sia la situazione in questa città, soprattutto per quanto riguarda il compito di vigilanza sulla strada e in tutti gli altri settori affidati al controllo della Polizia Urbana. A Barcellona , come d’altronde in molte altre città d’uguale portata, circola un numero esorbitante di auto e di moto, che, soprattutto per la carenza di adeguati mezzi pubblici, per l’esistenza di una rete stradale irregolare, per la quasi assoluta mancanza di idonei parcheggi, creano spesso trambusto. Se a ciò si aggiunge l’ormai rilassata disciplina di non pochi utenti della strada e, perché no?, la non bella abitudine degli esercenti del centro e dei loro dipendenti - che non appena aprono i negozi, occupano con le loro auto i posteggi adiacenti, mettendo così in difficoltà i possibili clienti che arrivano in macchina - si ha il quadro quasi esatto della situazione, divenuta cronica nel centro urbano. C’è inoltre il mai risolto problema dei semafori, che in questa nostra città sono soltanto due, ma entrambi collocati all’altezza di incroci talmente vicini tra di loro da provocare frequenti code ed ingorghi. Insomma, il nuovo comandante troverà una città oberata da un traffico che, per essere dimensionato e regolato, non soltanto ha bisogno di solleciti correttivi, ma anche e soprattutto di interventi a medio e lungo termine, che l’Amministrazione dovrebbe programmare per la creazione di adeguati nuovi percorsi, alternativi almeno alle due attuali “direttrici” interne che, attraversando l’intera città, sono di collegamento alla Strada Statale 113. Ci diceva, un esperto, che “pretendere di fare contenere il traffico attuale nelle strade di Barcellona sarebbe come pretendere di fare contenere un litro d’acqua in una bottiglia di mezzo litro”. Per cui, o si cambia la bottiglia, oppure si è costretti stravasare. Ed il traffico, in questa città, trabocca e continuerà ad esondare sempre di più se non si provvederà, almeno, alla costruzione di una adeguata “direttrice” a più corsie, decentrata, in grado di sopportare il traffico pesante e ogni altro movimento di transito.


Fra’ Galdino

mercoledì 24 ottobre 2007

IL CAOS IN CITTA'




Sin dal primo momento della sua esistenza, Barcellonablog insiste sulla necessità di regolare il traffico all'interno della Città, per cercare almeno di limitare il caos esistente nelle vie interne , particolarmente accentuato agli incroci e nelle ore di punta. I semafori in due incroci della via Roma, piuttosto che migliorare la situazione, sembrano messi apposta per provocare ingorghi. E ciò perchè essi sono talmente vicini da determinare spesso lunghe code, che coprono più della loro distanza. A ciò si aggiunge la frequenza di soste in doppia fila, che complicano il passsaggio dei mezzi in circolazione. Dal Blog, sono stati lanciati appelli sulla necessità, documentata con foto, che vengano distribuite più razionalmente le forze di vigilanza, in maniera che ci sia, almeno un vigile, presso ognuno dei quadrivi maggiormente critici. Appelli buttati al vento, visto che si è preferito concentrare i tutori del traffico, anche a gruppi di tre, nelle piazze del centro e in qualche altro posto, sicuramente meno pericoloso degli incroci. Adesso, apprendiamo che due consiglieri comunali, con note indirizzate al Sindaco, mostrano la nostra stessa preoccupazione, e ciò, in qualche modo ci conforta. Grazie tante da parte di Barcellonablog: a Lidia Pirri, di Alleanza Siciliana, e a Salvatore Imbesi, di Alleanza Nazionale. Per la sensibilità mostrata verso i reali problemi della Città.

Fra' Galdino

martedì 23 ottobre 2007

SANTU VITU

FOTO: San Vito del Gagini e interno dell'ex chiesa
by "Chiese di Barcellona Pozzo di Gotto" di Padre Carmelo Biondo




Toh, chi si rivede!
L’antica chiesa sconsacrata di San Vito, dopo tanti milioni spesi per salvarla dal degrado per essere successivamente lasciata di nuovo ad usurarsi in stato di abbandono, è tornata in visibilità: all’attenzione e alla cura dell’Amministrazione comunale e della Sovrintendenza ai beni culturali.
A giorni, nel Palazzo di Città, sarà aperta una gara d’appalto per completamento dei lavori di ripristino dell’edificio, ristrutturazione di sue parti accessorie e rinnovo dell’impianto elettrico. Altri lavori, per il restauro e la salvaguardia di decorazioni, altari ed altri pezzi di valore artistico-artigianale, saranno eseguiti a cura della Sovrintendenza di Messina, che già anni or sono intervenne per rinnovare la copertura dell’ex chiesa, trasformata in auditorium, prima di essere chiusa perché pericolante.
La chiesa di San Vito, soprattutto per gli abitanti di Pozzo di Gotto, ha sempre rivestito un’importanza particolare, ed è stata in più di un’occasione motivo di rammarico: una prima volta, quando le fu tolta la prerogativa di sede dell’Arcipretura, poi quando, a causa del suo degrado, le fu tolto il Santo Patrono che venne trasferito nella vicina Chiesa di Santa Maria Assunta, successivamente quando fu sconsacrata e ceduta al Comune, per essere adibita ad auditorium, in fine quando la stessa struttura “laica” venne chiusa e quasi abbandonata all’usura del tempo ed al degrado.
La Chiesa di san Vito, come si evince dagli studi del compianto Padre Carmelo Biondo, ha avuto origini antiche e, secondo un manoscritto rinvenuto nell’archivio parrocchiale, sarebbe stata inizialmente Chiesa Greco-ortodossa.
La statua di San Vito, che adesso dovrebbe essere collocata nella nuova Chiesa di S. Andrea e San Vito, è opera attribuita alla scuola del Gagini.



FRA’ GALDINO

lunedì 22 ottobre 2007

COSì TERMINA IL CICLO MOLINO

Nelle foto: Molino(alto dx) Gitto (alto sx
Munafò (basso sx) Scolaro (basso dx)

Non era trascorso neppure un mese dalla visita del presidente della Regione Siciliana, al Comune di Barcellona Pozzo di Gotto, quando, alle 19,10 di giovedì 10 febbraio, giunse all’ufficio del Sindaco Molino un fax da Palermo, firmato dallo stesso presidente , on. Franco Martino. Con freddo linguaggio burocratico si comunicava che la giunta regionale, “ai sensi della legge regionale 9/93”, aveva deliberato lo scioglimento del consiglio comunale di Barcellona. Un colpo di fulmine per una notizia da tempo temuta.
E così quello che doveva essere l’autoscioglimento auspicato da Santalco, probabilmente per evitare un ventilato scioglimento per infiltrazioni mafiose, si concretizzava in scioglimento d’autorità per mancato adempimento d’un dovere burocratico, entro i termini stabiliti dalla Regione: cioè per la mancata approvazione del piano regolatore generale entro il 31 dicembre 1993.
A Roberto Molino e alla sua Giunta, che si erano insediati a Palazzo Longano il 5 gennaio del ‘94, non restava altro che considerarsi “estromessi” e potevano– anzi dovevano – rimanere al Comune soltanto per il disbrigo degli affari correnti, in attesa che s’insediassero due commissari inviati dala Regione ( uno straordinario con poteri amministrativi e l’altro incaricato a portare a termine l’iter del P.R.G.).
I due nomi si conobbero subito: erano il dott. Francesco Giarrizzo e l’ingegnere Giuseppe Giacalone.
Ma perché mai non si era riusciti ad approvare, dopo quasi tre anni dall’affidamento ai tecnici, la revisione del piano regolatore?
Perché, come spesso capita, si era fatta troppa “melina” tra amministratori e progettisti e, man mano che passavano i mesi, ci si trovava sempre con qualche novità da affrontare.
Il sindaco Molino , volendo fare buon viso a cattivo gioco, affermò che accoglieva quella drastica misura con serenità, e lo consolava il fatto che la responsabilità politica dello scioglimento non ricadeva sulla sua amministrazione. I commenti sull’evento che aveva colpito la città di Barcellona furono disparati.
L’ex sindaco dc, Carmelo Munafò, legatissimo a Santalco, considerò lo scioglimento del consiglio una buona occasione per favorire il chiarimento della situazione politica venutasi a creare negli ultimi tempi, svincolando così le contrapposte forze dai problemi della gestione del potere. Insomma ci sarebbe stata maggiore possibilità di riflettere. Di diverso tenore era invece il pensiero dell’allora capogruppo del Psi, Domenico Scolaro, secondo cui l’arrivo dei due commissari avrebbe tolto d’impaccio quei personaggi che avevano assunto impegni sul piano regolatore e che su esso avevano costruito le loro fortune politiche. Ugualmente reattivo fu il giudizio del vice sindaco giubilato, Carmelo Gitto, del Pds, che, giudicando estremamente positiva, per quanto breve, l’esperienza dell’Amministrazione retta da Molino, per essere riuscita a rompere con i vecchi metodi e per la determinazione dimostrata nell’affrontare i problemi della città, sottolineò che “in un mese, essa era riuscita ad affrontare emergenze esplosive, quali la questione dei lavoratori precari e l’assegnazione degli alloggi popolari agli aventi diritto, risolte con tempestività. Mentre altri problemi, come quelli dell’area artigianale, del cimitero, del regolamento dei cottimi fiduciari erano già allo studio e prossimi alla soluzione. Per concludere: dopo cento giorni dall’inizio del “bailamme” del 2 novembre e 35 giorni di effettiva piena sindacatura, Roberto Molino lasciava la stanza dei bottoni, ma rimaneva in lui il desiderio di rivalersi. Possibilmente alle elezioni in primavera, ormai prossime.

Francesco Cilona

LE PROPOSTE DI "CITTA' APERTA"





Dopo una notte di scrosciante pioggia, in un clima improvvisamente invernale, una pedalata in bici può servire a riscaldare i muscoli.
Ed oggi, per iniziativa del movimento “Città Aperta”, anche se con la prospettiva di una pioggerella intermittente , la pedalata per le vie della città è stata organizzata. E non semplicemente per dare una scaldatina alle gambe, ma per uno scopo prettamente sociale.
La manifestazione “Barcellona in Bici” è stata abbinata, infatti, ad una lodevole iniziativa: fare firmare ai cittadini una petizione popolare indirizzata al Sindaco per sollecitare interventi dell’Amministrazione in grado di rendere più vivibile Barcellona, questa nostra città soggetta da tempo a un crescente inquinamento atmosferico-acustico, a causa dell’eccessivo traffico interno. Il movimento “Città Aperta”, che da tempo conduce una assidua campagna per il ripristino di condizioni di vivibilità, nell’ambiente urbano, avanza una serie di proposte, alcune delle quali non difficilmente attuabili, come il potenziamento del servizio di trasporto pubblico, che servirebbe a mitigare l’eccesso di afflusso di auto e motori nella circolazione cittadina, la costruzione di piste ciclabili, ovviamente là dove sarà possibile, con il corredo di rastrelliere per le biciclette, e la sperimentazione di giornate senz’auto. Sollecita inoltre qualche altro progetto meno immediato e forse anche meno adatto al nostro centro cittadino, quale la istituzione di altre isole pedonali, probabilmente riferibile al già annunciato piano per la trasformazione di via Roma in “salotto” pedonale: un sogno che, per quanti conoscono la precarietà delle strade alternative alla via Roma, sarebbe opportuno rimanesse tale. A meno che gli amministratori di Palazzo Longano e i tecnici incaricati alla sua attuazione, non siano in possesso del classico cilindro del Mago Zuzù, con cui ovviare all’allargamento delle vie Mandanici ed Umberto Primo, le due strettoie collaterali alla via Roma. Ma è più facile che dal cappello esca l’ormai solito stantio coniglio...

NELLE FOTO: via Roma e un posteggio di bici


FRA’ GALDINO…

domenica 21 ottobre 2007

UNA STORIA PER IL "FERMI"



L’anno prossimo sarà mezzo secolo da quando la città di Barcellona Pozzo di Gotto ottenne l’autorizzazione d’insediare, accanto all’ormai centenario liceo classico “Luigi Valli”, una seconda scuola superiore, che potesse consentire agli studenti di potere scegliere un indirizzo tecnico-scientifico, senza allontanarsi troppo da casa. Fu infatti nel 1958 che, per la prima volta, venne istituita nella città del Longano, in sede in affitto, come sezione staccata dell’istituto tecnico “Iaci” di Messina, la prima classe del Corso per geometri, destinato a diventare l’istituto tecnico commerciale e per geometri “Enrico Fermi”, una scuola che ha ormai maturato decine di migliaia di studenti , progredendo di numero, negli anni, tanto da indurre la Provincia a costruire, inizialmente un plesso in via Pitagora e, recentemente, un secondo edificio scolastico nella zona di Santa Venera. La scuola, divenuta istituto autonomo nel 1961, consente di adire,ai due differenti corsi , a numerosi ragazzi residenti, oltre che in città, nei diversi centri dell’hinterland barcellonese, consentendo loro di diplomarsi geometri oppure commercialisti amministrativi. A causa dell sovraffollamento nella sede di via Pitagora, divenuta troppo stretta verso la fine degli anni settanta, più di una volta, gli studenti esasperati, cercarono visibilità presso la Provincia, organizzando manifestazioni esterne,culminate nel 1987 con l’occupazione del plesso di via Pitagora, tanto da fare intervenire le forze dell’ordine per sgombrarlo. Di ciò possiamo documentare l’evento con questa foto. Attualmente l’istituto “Enrico Fermi” , prevalentemente frequentato da studenti del corso commerciale, essendo in calo l’affluenza al corso geometri, costituisce assieme ad altre importanti scuole superiori ( liceo classico “Valli”, liceo scientifico “Medi”, istituto tecnico industriale “Copernico”, e gli istituti professionali di Stato per l’Agricoltura, per l’Industria e l’Artigianato) la “fucina” della formazione scolastica dei nostri ragazzi. Purtroppo non tutte le scuole, tra quelle nominate, hanno sede adeguata e dignitosa, come l’”Enrico Fermi”. Davanti ad un grosso problema, attualmente e da sempre, si trova il liceo scientifico “Medi”, costretto ad ospitare gli alunni in più sedi in affitto, distanti tra di loro e inadeguate dal punto di vista logistico. Tornando all’istituto “Fermi”, che ha ormai una sua storia da raccontare, fa piacere rilevare che, in vista del suo cinquantenario, qualcuno ha pensato di farlo, curando la pubblicazione di un volumetto in cui “in breve” si espone appunto “una lunga storia”: quella dell’Istituto Fermi di Barcellona. Il lavoro è stato redatto da Vittorio Betto con la collaborazione dei colleghi Franco Ceraolo e Santi Giannetto.
Foto: un momento di protesta di studenti dello scientifico (sx)
Il vecchio "Fermi" presidiato nell'87 (dx)
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