
Il tempo scorre veloce e già sono trascorse quasi due tornate aministrative a Palazzo Longano, il Palazzo finora in balia della destra, affermatasi e riconfermatasi per l'assoluta assenza, in questa città, di una controparte in grado di interpretare le reali esigenze della città.
A parte il fatto che il nostro elettorato, lusingato dalle prospettive della politica favoritistica della destra al governo, ha creduto per due volte opportuno adagiarsi sulle "amache" offerte dai cugini Nania, a leggere il libro dei sogni, zeppo di... capitolati, ciò che maggiormente fa senso è l'acquiescenza di chi a questo tipo di politica dovrebbe essere - per formazione o presa di posizione - reattivo..
A parole, di appartenenti agli scontenti, senza dubbio ce ne sono, ma solo a parole: perché se poi si tratta di passare all'azione, beh, le cose si complicano e ci si dimentica della necessità di uscire dall'ancestrale guscio egocentrico che in linea di massima caratterizza il cittadino barcellonese.
Questo ho voluto dire, sollecitato da una e mail, fattami pervenire ieri da un nostro concittadino con una richiesta, che m'ha colpito, per la sua originalissima sincerità. Ecco cosa scrive tra l'altro:,
"Sono un assiduo lettore di Barcellonablog e condivido l'informazione che Lei da ai concittadini. Con questa email le chiedo di pubblicare, se lo ritiene opportuno, un articolo per spronare i nostri politici di centro sinistra, barcellonesi e siciliani, a indire in tempo utile le primarie per le elezioni del prossimo Sindaco di Barcellona P.G. e del prossimo Governatore della Sicilia"...
Sono per convinzione favorevole alle primarie, vi ho partecipato più di una volta, convinto della natura democratica di tale atto preparatorio, e disposto a partecparvi ancora, anche se non sono stati sempre convincenti i personaggi scelti.
Comunque, la strada - ormai aperta - vale la pena che sia percorsa, anzi è indispensabile che lo sia e di questo credo che abbiano consapevolezza i responsabili locali del centro-sinistra, anche se tale loro certezza sembra essere rincantucciata nel ripostiglio della tiepidezza.
Come fare a scaldare questi animi, tra l'altro disuniti, non è facile: non basta certamente qualche mio articolo, della cui modestia sono certo.
Potrei alzare la voce e gridare che bisogna lavare il cervello a certa gente che, separata in più nicchie politiche, dimentica che se non si è uniti e vogliosi di fare si è capaci di fare una sola cosa: consentire la permanenza del deleterio berlusconismo.
Riusciranno a rendersi conto di ciò? Non lo so.