sabato 1 maggio 2010

CHE STRAZIO QUELLA STRADA LITORANEA PER MILAZZO E LA CAOTICA CALDERA'


Ho trascorso il Primo Maggio girando, al mattino, un po' per la città, semivuota ma finalmente vivibile e,nel pomeriggio , raggiungendo, in auto con mia moglie, la vicina città di Milazzo.
Là c'era maggiore animazione, ma prima d'arrivarci è stato penoso, a causa della disastrata via litoranea, strada divenuta impercorribile, perché scandalosamente abbandonata dalla Provincia e dal Comune, entrambi assenti, anche adesso che per Milazzo è un'importante vigilia elettorale..
Verso l'imbrunire, rientrando a casa siamo passati per Calderà. E là, dopo il fastidioso tragitto ripercorso, ci siamo dovuti sorbire il caos d'un ex villaggio marinaro ormai divenuto bolgia infernale, con lo sconcio di Piazza San Rocco, non più piazza d'una chiesa parrocchiale ma angolo di casba e l'incontrollato caos di via Calderà.
Lungo quel paio di centinaia di metri che costeggiano l'allucinante piazza "delle ancore" - cosi vasta e spoglia da sembrare vuota - abbiamo dovuto procedere al rallentatore, per le ostruzioni causate dalle macchine ammucchiate - dico ammucchiate e non posteggiate - in entrambi i lati della stretta carreggiata.
Nessun controllo e tanto disordine.
Nonostante i milioni spesi, purtroppo, il destino di Calderà rimane tale e quale.

B & B: I VERI AMICI DELL'ITALIA


"Abbiamo un capo di governo il cui obiettivo unico è mantenere il potere con l’esercizio il più libero di esso, il che per lui è come fare funzionare un meccanismo aziendale ed averne positivi riscontri: risultati da esibire e applausi della gente di strada. Il suo strumento fondamentale è l’istrionismo da intrattenimento verso le folle, illuso di essere amato da tutti. Il futuro del paese, la storia, non sono cose che possano riguardarlo. Non è fatto per questo. A garantirgli il potere è ora la Lega del Nord, la quale, acquistato ormai molto spazio per l’ignavia della cultura italiana e l’ignoranza da faccendieri di coloro cui parla, lo condiziona al massimo, ma anche se ne serve. Cioè la Lega ha bisogno di Berlusconi come punta d’azione, ma questa resta regolata a suo gradimento e secondo le sue esigenze. Quello che non è chiaro a tutti o si fa finta di non capire è che questa benedetta Lega non potrà mai cambiare. E’ nata contro l’Italia unita, di questo ha fatto fattore di successo, tutto quello che propone è sempre in funzione di disgregazione del paese."
Tratto da:Sicilia informazioni


venerdì 30 aprile 2010

L'ASSEMBLEA REGIONALE SICILIANA APPROVA A MAGGIORANZA LA RIPUBBLICIZZAZIONE DELLE RISORSE IDRICHE ISOLANE



L'acqua in Sicilia non sarà privatizzata.
La ripubblicizzazione della gestione delle risorse idriche, nella nostra Regione, non dovrebbe avere bisogno più dell'apposito referendum, in quanto durante la "maratona" per l'approvazione della finanziaria, che continua all'Ars, è stato discusso e approvato con 53 sì e 25 no , l'articolo 10 inserito su richiesta del Pd, che appunto riguarda una delle riforme maggiormente invocate dal partito democratico, in cambio dell'appoggio esterno al Governo Lombardo ter.
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UN PROBLEMA DA RISOLVERE



CLICCA QUI.
Inchiesta G8: Bersani, e' un verminaio - Cronaca - Notizie - MSN Italia






OGNI RIFERIMENTO A PERSONE O COSE E' PURAMENTE CASUALE



PRIMO MAGGIO DEL LAVORO...PERDUTO

Quello di domani sarà un Primo maggio amaro, segnato dall’aumento della disoccupazione, dell’utilizzo della cassa integrazione, della mobilità, dalla riduzione dei redditi da lavoro e da pensione, dall’attacco ai diritti e alle tutele sociali faticosamente conquistate in decenni di battaglie sindacali. Come dimostra l’andamento del tutto insoddisfacente del dibattito parlamentare sul ddl che modifica le norme del processo e del diritto del lavoro. La Cgil ha confermato le manifestazioni, i sit in, i presidi organizzati in questi giorni in molte città e davanti alla Camera dei deputati, anche perché le modifiche proposte dal governo e dalla maggioranza non alleggeriscono la portata devastante del provvedimento soprattutto per i nuovi assunti, costretti ad accettare un arbitrato per qualunque controversia di lavoro eccetto, pare, il licenziamento.
Se a tutto ciò si aggiunge il dramma dei morti sul lavoro e il ricordo d'un altro Primo Maggio ( Portella della Ginestra), ci sarà proprio da "stare" allegri...

FINALMENTE RIAPRE LA "CIAPPAZZI" COI SUOI TRADIZIONALI PRODOTTI: TRA CUI L'OLIGOMINERALE ROCCABIANCA E LA CIAPPAZZI CON LE BOLLICINE




TORNANO IN FUNZIONE "LE FONTANELLE" FREQUENTATISSIME IN TUTTE LE STAGIONI

Riapre i battenti, la "Ciappazzi" di Terme Vigliatore, l'azienda d'imbottigliamento di acque minreali e bibite gassate chiusa nel 2004 dopo il crac Parmalat. Torneranno in produzione 14 dei 47 ex dipendenti (si sono costituiti parte civile nel processo a Parma contro Calisto Tanzi), rimasti esclusi dalla cassa integrazione e che non hanno ancora maturato i requisiti per la pensione. La "Ciappazzi" riparte grazie alla società "La Commerciale srl" di Barcellona Pozzo di Gotto che l'aveva rilevata dalla fallita "Cosal srl" del gruppo Parmalat. Ottenuta la consessione dell'Ente Minerario Siciliano e l'autorizzazione sanitaria, riapriranno anche le "Fontanelle", l'impianto 'a spine' che consentira' per i primi 15 giorni a tutti di attingere l'acqua potabile che proviene dalle fonti di contrada Pirgo nel Comune di Novara di Sicilia. Torneranno cosi' a poco a poco sul mercato i marchi storici dell'acqua oligominerale "Roccabianca", della frizzante "Ciappazzi", le "Fontanelle" (che consentono di comprare l'acqua sfusa attingendola ai rubinetti di via Nazionale) e la gassosa "Artemisia", nota sul mercato siciliano fino agli anni '80. La cerimonia d'inaugurazione si svolgera' domenica alle 10. Lo stabilimento fu fondato nel 1960, insieme alle Terme di Castroreale, dal cavaliere del lavoro Umberto Perroni, morto nel '92. Qualche anno prima la "Ciappazzi" era stata acquistata dalla "Sam" del gruppo "Italfin '80" di Ciarrapico e poi rivenduta a Tanzi nel maggio 2002 a un prezzo ritenuto esorbitante. Con quell'operazione la Parmalat avrebbe ottenuto un prestito da Capitalia per rimpinguare le casse della "Parmatour" (azienda turistica del Gruppo) poi utilizzate per speculazioni finanziarie.

MICCIBIFRONTE

PROSEGUE LA POLITICA "AMBIVALENTE" DEL SOTTOSEGRETARIO GIANFRANCO MICCICHE'

E’ raccapricciante che in un Paese civile quale dovrebbe essere l’Italia certi organi di informazione operano solo per aggredire, denigrare e mettere in discussione la buona fede e l’onorabilita’ di chi concretamente, ma da posizioni politiche diverse, lavora per il bene del Paese. Al ministro Scajola va tutta la nostra solidarieta’ e vicinanza”

Questa l’agenzia di stampa delle 21:05 di ieri sera, con cui Gianfranco Miccichè è intervenuto sull’inchiesta G8, che ha coinvolto anche il Ministro Scajola.


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Quest'intervento, che vorrebbe avere tutto il sapore d'una indelebile fedeltà a Berlusconi e ai suoi ministri, condita di garantismo, la dice lunga sulla "strategia" ambigua di Gianfranco Miccichè che, a modo suo, grazie alla conferma della duplice sua permanenza nel Governo nazionale e in quello regionale, vuol fare intendere che sia possibile stare con un piede in due staffe.

giovedì 29 aprile 2010

INCONTRO CON PIPPO LABISI AL PALACULTURA DI BARCELLONA POZZO DI GOTTO

Sabato, 8 maggio, con inizio alle ore 18, si terrà, al Palacultura "Bartolo Cattafi" di Barcellona Pozzo di Gotto, un incontro culturale dedicato allo scrittore-poeta siciliano - nostro concittadino d'elezione - Pippo Labisi.
Per l'occasione saranno presentate alcune sue monografie, a cura dei professori Lucia e Salvatore Di Fazio.
In contemporanea saranno esposte alcune opere pittoriche dell'avv. Biagio Catania. Seguirà la serata culturale l'emittente televisiva Onda TV.
Su Pippo Labisi hanno scritto molti critici e studiosi, in maniera sicuramente più azzeccata di quanto io sappia fare.
Tuttavia, qualche parola cercherò di spenderla anch'io per l'occasione, chiedendo scusa all'amico fraterno per le eventuali lacune.
Pippo Labisi è nato a Catania nel 1929, classe che lui definisce di ferro, anche se sa che il ferro è un metallo soggetto a ruggine. Ma quel che più conta è l'altra classe: quella dello scrittore e poeta inossidabile. O meglio: di studioso puntuale e scrupoloso dall'animo poeta.
Di Labisi si conoscono gli studi di dialettologia e geo-linguistica con particolare interesse per il dialetto Gallo-Italico, che ha saputo sviscerare fino a estrapolare la creazione di un robusto dizionario specifico.
Di notevole valore è l'ultima sua ricerca sulla città di Noto , il cui risultato, movendo da un intreccio coinvolgente suoi antichi parenti - ingegneri, architetti e studiosi - che decisamente collaborarono alla ricostruzione di quella città, illustra con serietà storico-scientifica l'origine e limportanza del barocco di Noto
Ma perchè mi metto a sottolineare i suoi meriti, quando so che per poterlo fare pienamente non mi basterebbe un intero blog?
E allora mi limito ad invitarvi all'incontro dell'8 maggio, che sarà sicuramente più esauriente di quanto potrei essere io, se mi cimentassi.

EPURAZIONE E RIVERBERI D'UN PARTITO PADRONALE

Il perché delle mie dimissioni irrevocabili

di Italo Bocchino

Stamattina alle 9 ho rassegnato le mie dimissioni. Irrevocabili. È stato un atto dovuto, dopo le polemiche degli ultimi giorni. Il mio desiderio più grande è quello di sgombrare il campo da ogni possibile equivoco. Se ero io il problema del Pdl, oggi il problema non c’è più. Faccio un passo indietro. Farò il Vice Presidente “semplice” del Pdl, sarò uno degli 11 vice e continuerò a lavorare per un Pdl diverso da quello attuale.

Non è accettabile che il Presidente del Consiglio chieda la mia testa solo perché ho avuto l’ardire di partecipare a una trasmissione televisiva (Ballarò). Con l’aggravante che avrei rappresentato la “minoranza” del Pdl davanti a milioni di telespettatori. Obama, Merkel, Sarkozy non avrebbero mai nemmeno lontanamente immaginato di fare una cosa del genere.

Non è accettabile che chi ponga in discussione un sistema fondato su un centralismo carismatico che non ha eguali in Occidente, debba essere cacciato o costretto ad andare via. Non è questo il Pdl che sognavamo. Non è questo il Pdl che volevamo e che vogliamo. Un partito che deve essere necessariamente la sintesi delle varie sensibilità e differenze che compongono quel popolo della Libertà che va ben oltre il 38% dei voti che abbiamo preso alle ultime politiche.

Il problema di Silvio Berlusconi è che non riesce a comprendere le dinamiche connaturate a un partito democratico. Un partito liberale di massa deve essere innanzitutto plurale e liberale al proprio interno. Senza liste di proscrizione.

Per difendere la democrazia interna, per difendere l’idea di partito plurale e liberale fui costretto a dire “no” al Presidente Berlusconi quando mi chiese (per usare un eufemismo) di non andare a Ballarò.

Silvio Berlusconi deve capire che chi viene da una storia politica antica, non ha paura delle epurazioni. Non ha paura di esporre in… leggi tutto

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BARCELLONA POZZO DI GOTTO:SPAZZINI E CASSONETTI RSU DI NUOVO IN FUNZIONE


Ho visto stamattina, in una delle vie cittadine, un paio di netturbini - di quelli che avevo evocato con nostalgia quando saltuariamente funzionava a Barcellona la macchina-spazzina - che con le tradizionali pala e ramazza pulivano e raccoglievano come si faceva una volta.
Ho chiesto ad uno di loro se si faceva fotografare - visto che si trattava d'un evento "storico" - ma non sono riuscito ad averne il permesso.
"Pazienza - ho pensato - è importante che si riesca finalmente ad avere la sensazione - e spero anche la certezza - che ci si avvii alla normalizzazione, cioè si cominci a restituire alla città quel volto pulito che ormai sembrava dimenticato".
Che si voglia operare con un certo giudizio, sembra che si possa notare grazie a qualche altro indizio, come quello offerto dalla sistemazione dei cassonetti : tre in fila, uguali, ma con finalità diverse:spazzatura comune, carte e cartoni, plastica.
Si tratta comunque - almeno così sembra - di attrezzature provvisoriamente adattate, in sostituzione di quelle che, essendo di proprietà della precedente azienda, sono state ritirate.
E' auspicabile che, quanto prima, si riesca a dotare la città di mezzi e operatori specifici del tutto adeguati alle reali esigenze per l'avvio e l'incremento della raccolta differenziata dei rifiuti e lo smaltimento meno traumatico di quello finora vissuto in tutto il territorio di ATO ME 2.

NEL SUO BLOG MICCICHE' TROVA CHI RICONOSCE I VERI FARISEI

RIBELLI E LEALISTI, SCRIBI E FARISEI

27 aprile 2010

Lettera aperta dell’onorevole Dore Misuraca (Pdl Sicilia)

Nelle ultime settimane Gianfranco Miccichè ha più volte ribadito una posizione condivisibile: non intende lasciare il Pdl e continuerà a sostenere il governo Lombardo. Alla vigilia dell’incontro tra Berlusconi e lo stesso Miccichè è bene chiarire che, in Sicilia, all’insegna dell’ipocrisia, c’è chi intanto lavora per accompagnare Miccichè fuori dal Pdl e per fare cadere il governo regionale democraticamente eletto dai siciliani.
In questa delicata fase della vita politica siciliana dovremmo, invece, lavorare tutti per l’unità del centrodestra e per il rispetto della volontà popolare, evitando frazionismi e, soprattutto, atteggiamenti tipici di Scribi e Farisei.
Ricordo che San Matteo, rivolgendosi agli Scribi e ai Farisei, li definisce sepolcri imbiancati, perché al di fuori appaiono belli, ma dentro sono pieni di ipocrisia e di iniquità.
E’ il caso di qualche autorevole esponente del Pdl che, lungi dal lavorare per l’unità del partito in Sicilia, si prodiga in contorcimenti glottologico-politici invitando ingenerosamente Miccichè a uscire fuori dal Pdl e a fondare il Partito del Sud, con buona pace dell’unità dello stesso Pdl.
E che differenza c’è tra quei parlamentari nazionali del Pdl e i sepolcri imbiancati descritti da San Matteo? Come possono questi parlamentari affermare soltanto oggi che i conti economici della Regione sono falsi, invocando, addirittura, con un’interpellanza barocca, l’intervento del ministro dell’Economia, Tremonti?
Invece di continuare a demolire, sarebbe preferibile, come alcuni di noi stanno facendo, chiedere un’azione di rigore al governo regionale, contenendo le spese improduttive, liberando risorse per lo sviluppo, lavorando per la semplificazione amministrativa e per tutte quelle altre riforme che cambino veramente il volto della Regione siciliana.
Tra i Farisei, però, non inseriamo il coordinatore regionale del Pdl, che almeno ha il dono della verità negativa. Lui, infatti, il partito lo vuole spaccare alla luce del sole con i suoi aut aut. Con il suo oltranzismo, cerca soltanto di approfondire le ragioni delle divisioni e dello scontro. Con il risultato o di spingere l’attuale governo tra le braccia del centrosinistra, o, peggio ancora, di far tornare i siciliani alle urne. Era preferibile lo stesso co-cordinatore del Pdl siciliano di qualche settimana fa, che parlava di unità del partito, sollecitando tutto il Pdl ad entrare a far parte della giunta Lombardo.
Il mio auspicio è che gli amici del Pdl non si comportino come quegli Scribi e Farisei che, come ci ricorda sempre San Matteo, “dicono e non fanno”. A questo punto è più che mai opportuno guardare senza ipocrisia alla verità. E la verità è che l’unità del nostro partito è la vera soluzione politica per la Sicilia. Lo è per il Pdl dell’Isola e, a maggior ragione, per la maggioranza di centrodestra che ha dato vita al governo Lombardo. Per raggiungere questo obiettivo dobbiamo essere tutti disposti a fare un passo indietro.

CENTORRINO: NON E' CARNEADE, PERCHE' DI LUI S'E' GIA' DETTO DURANTE LA SUA ENTRATA NEL GOVERNO LOMBARDO TER

"tutti i guai di Barcellona (Ospedale,Stazione FS, Agenzia delle entrate,Serit , OPG )sono del neo assessore del PD Centorrino". (Scolaro?)

DARE PERO' A LUI, da pochi mesi al Governo regionale, LA RESPONSABILITA' DI EFFETTI BERLUSCONIANI E' DAVVERO UNA BUFALA

ECCO UN ARTICOLO DELLO SCORSO GENNAIO SU CENTORRINO
"L'assessore Centorrino è iscritto al Pd": nuovo caso fra i democratici siciliani
di Emanuele Lauria
A sollevare il caso è stato l'ultimo segretario regionale dei Ds nonché ex vicesegretario del Pd. E' Tonino Russo, oggi deputano nazionale dei democratici, a rivelare che Mario Centorrino, assessore del nuovo governo di Raffaele Lombardo composto da Mpa e Pdl Sicilia, è iscritto al Pd. "Il professore Centorrino - attacca Russo - è intellettuale valido e stimabile ed è iscritto al Partito democratico di Messina, circolo di Zanca".

Il neo-assessore non smentisce: "Onestamente non posso escludere che qualche amico mi abbia tesserato negli anni scorsi - dice Centorrino - Non ritengo ciò né una vergogna né un fatto di cui pentirmi. Di sicuro, alle ultime primarie del Pd non ho votato». Una "rivelazione" che finisce per alimentare l´infuocato dibattito sulla presunta neutralità del partito rispetto al governo di minoranza formato dal presidente dell´Mpa.

A difesa del professore di Politica economica dell'Università di Messina, appena entrato nella squadra di governo di Palazzo d'Orleans, si schiera Sergio D'Antoni che cita Nicolas Sarkozy: "Il presidente della Repubblica francese, indubbiamente un uomo di destra, ha chiamato a lavorare con lui esponenti socialisti ma nessuno si è scandalizzato".

Nel Pd, invece, la nomina di Centorrino è diventata un caso che ancora una volta sta dividendo il partito. L'assessore era alla cena di Messina alla quale ha preso parte il presidente della Regione Lombardo assieme ad alcuni dirigenti del Pd (c'erano tra gli altri Francantonio Genovese, Salvatore Cardinale e Antonello Cracolici). Gli altri dirigenti democratici, quelli che sono stati tenuti all'oscuro di tutto, contestano l'incontro sospettando che sia servito a decidere i nomi dei componenti esterni degli staff dei nuovi assessori. Di qui il monito del segretario del Pd Giuseppe Lupo ai suoi ("non segnalate nomi") e l'invito rivolto a Lombardo a rinunciare appunto agli esterni e a servirsi del personale già dipendente della Regione.

mercoledì 28 aprile 2010

IL GIORNALE TENTA D'INFANGARE FINI, BERLUSCONI SE NE RAMMARICA


«Esprimo la più convinta solidarietà a Gianfranco Fini per gli attacchi personali che quest'oggi il Giornale gli ha mosso. La critica politica, anche più severa, non può trascendere in aggressioni ai familiari e su vicende che nulla hanno a che fare con la politica. Tali metodi, che assai spesso ho dovuto subire personalmente, non vorrei mai vederli applicati, specie su giornali schierati con la nostra parte politica».
Questa è l'ultima boutade di Berlusconi, "rammaricato" perchè il suo "amico" Gianfranco Fini continua ad essere bersaglio di un direttore di giornale, che è il "Giornale" della famiglia Berlusconi. Ufficialmente del fratello del premier, Paolo.
Ma per quale offesa subita da Fini Berlusconi si atteggia ad "amareggiato" e, anzicché chiedere caso mai scusa , compiange il suo nuovo avversario, come se stesse parlando d'un giornale a lui lontanissimo, quanto lo è almeno La Repubblica, a lui invisa?
Perchè "Il Giornale", nell'ultimo attacca sferrato contro Fini, mette in campo nientepopodimeno che la madre di Elisabetta Tulliani, attuale compagna del presidente della Camera dei Deputati.
La donna - chiamiamola suocera di Fini - sarebbe a capo di una società che produce programmi televisivi: di cui uno, «Festa Italiana» (trasmissione «di scarso share», secondo il Giornale), sarebbe stato pagato dalla Rai 1,5 milioni di euro. Di qui il titolo di apertura del quotidiano: «Un milione alla "suocera" di Fini, paga mamma Rai», rafforzato dal titolo di pagina 7 «La "suocera" di Fini fa i milioni con gli appalti Rai».
L'intervento mieloso di Berlusconi potrebbe apparire come un semplice tentativo di abbassare i toni, in sintonia con quello già messo in atto dal suo rivale, dopo la sfuriata di entrambi i protagonisti durante la Direzione del Pdl.
E ciò potrebbe pure ritenersi verosimile, se non si sapesse che il loquacissimo Giornale diretto da Feltri è, sostanzialmente, di Silvio, cui , proprio pochi giorni fa, è sfuggito di dire che l'avrebbe venduto volentieri ....

LA REPLICA DI FINI

"C'é un giornalismo che sguazza nel fango, per non citare quella materia organica che rese famoso Cambronne e che va oltre il livello della decenza". E' la replica di Gianfranco Fini all'attacco di Vittorio Feltri sul Giornale di oggi. "La libertà di stampa - aggiunge Fini - è un valore assoluto, ma non ha nulla a che vedere con questo".
Quanto alla solidarietà di Berlusconi, osserva: "Oggi ho ricevuto anche la solidarietà del fratello dell'editore del giornale. Si dà il caso però che non sia stato un incidente. O non legge i giornali o non si sa perché soltanto oggi la solidarietà...".
vukicblog

BARCELLONA POZZO DI GOTTO: IL DIFENSORE CIVICO FINALMENTE HA PARLATO, RELAZIONANDO SULLA SECONDA META' DEL 2008




Adesso ci siamo resi conto che anche a Barcellona Pozzo di Gotto abbiamo un difensore civico.
E ciò avviene quando si sa che si tratta d'un istituto ormai bocciato dallo stesso legislatore.
A renderci edotti è stato l'eccezionale evento registrato a Palazzo Longano, durante l'ultima seduta del Consiglio Comunale, in coda alla quale è apparsa la figura istituzionale che, due anni fa, venne scelta per assicurare, con imparzialità, il rispetto dei diritti del cittadino barcellonese nei confronti della pubblica amministrazione.
Ad incuriosirci, per la presenza del nostro difensore, è stata la sua relazione che anzitutto ci ha schiarito le idee spiegando la natura e i limiti del servizio affidato ad un istituto, appunto quello del difensore civico, che d'altra parte, in Italia, è stato soppresso dall'art 2 comma 186 lettera a) della Legge 191/2009, dal Decreto Legge 2 del 2010, convertito in Legge 42 del 2010.
Dopo di che
ci ha fatto stropicciare occhi e orecchie col prosieguo. Cioè il nocciolo dell'intervento.
Dedicato al resoconto dell'attività svolta dal guardiano dei diritti civici nell'ambito del Comune, era tutto riferito ad un periodo ormai da considerarsi "obsoleto": scusate il temine, ma mi sembra più opportuno di "scaduto".

Si riferiva, infatti, ai rilievi operati durante il secondo semestre di due anni fa, nei confronti di fatti e diritti che sono , come possiamo dire?, ormai "passati in cavalleria".
Forse il legislatore deve avere azzeccato giusto quando ha deciso di abolire in Italia il Difensore Civico.



martedì 27 aprile 2010

INCONTRO DEI GIOVANI MAGISTRATI TIROCINANTI COL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

298 GIOVANI LEVE HANNO SUPERATO BRILLANTEMENTE IL CONCORSO SELETTIVO

CRESCE LA COMPONENTE FEMMINILE E IN PERCENTUALE SUPERA IL NUMERO DEI MASCHI -

QUALCUNO DI LORO POTREBBE ESSERE DESTINATO ALLA SEDE DEL NOSTRO TRIBUNALE


A MICCICHE', I LEALISTI FANNO LE "SCATTUSARIE" E LUI ASPETTA ANCORA IL CONSENSO DI BERLUSCONI PER DECIDERSI


"La notizia che alcuni parlamentari siciliani, cosiddetti “lealisti”, hanno presentato al Ministro Tremonti un’interpellanza urgente (dai contenuti volutamente allarmistici e tendenziosi), tecnicamente per sapere se la Regione Siciliana abbia rispettato nel 2009 il patto di stabilità, praticamente per tentare ancora una volta di mettere il bastone tra le ruote al governo regionale, mi ha colto un pò di sorpresa, rispetto agli appelli degli ultimi giorni, invocanti il dialogo e l’unità".

Lo afferma, nel suo blog, Gianfranco Miccichè, che così prosegue:

"Se queste sono le premesse del dialogo e dell’unità, credo proprio che non si vada da nessuna parte! Su che cosa dovrebbe vertere il dialogo? Sul modo in cui far cadere l’inviso governatore catanese? Sulla strategia da mettere in atto per sovvertire la volontà dei siciliani e portarli di nuovo alle urne o, peggio ancora, costringerli a un governo di Sinistra? Su che cosa vogliono costruire l’unità? Su azioni pseudo politiche, come quest’ultima, volte non ad indirizzare e determinare la politica regionale (come dovrebbe convenirsi al maggior partito della coalizione), bensì a sopprimere il nemico? Su una cruenta guerra di potere, che rischia di lasciare sul campo milioni di vittime siciliane?

Invocare strumentalmente l’intervento del Ministro Tremonti mi pare l’azione meno costruttiva e meno elegante che questi deputati potessero compiere: meno costruttiva per la nostra terra, che ha bisogno, oggi, di un bilancio che rimanga fuori dall’agone di una sterile politica litigiosa e consenta concretamente alla Regione di proseguire nell’opera di risanamento delle finanze, dopo sessant’anni di sprechi e scelte scriteriate; meno elegante, perchè equivale all’ennesimo tentativo di consegnare a squallide logiche ascariste l’immagine e il destino della Sicilia.

E’ una storia che si ripete! Vendersi agli altri, per svendere la propria gente, al prezzo modico di una presidenza o di un ministero o di chissà che cosa. Un film già visto altre volte, un remake proiettato in tutte le sale dell’Isola; e i siciliani qui, a fare, malgrado loro, da spettatori e a pagare il biglietto … altro che se lo pagano!"

Ma cosa aspetta allora Miccichè per tagliare la testa al toro?

Sentiamolo:
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D: Onorevole Miccichè, ma lei cosa farà: torna nel Pdl ufficiale o fonda il suo partito?
R: Aspetto Berlusconi. E’ con lui che devo parlare e con nessun altro.

LA FEDERAZIONE DEI LIBERALI REAGISCE ALLE MOINE DI BERLUSCONI VERSO IL "LIBERALE" PUTIN





«Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha annunciato che Vladimir Putin sarà il primo docente dell'Università del pensiero Liberale che sarà aperta a Villa Gernetto, la villa settecentesca [
foto] acquistata dal premier dove oggi si è tenuto il vertice Italia-Russia.
«Questa villa - ha detto Berlusconi concludendo la conferenza stampa - sarà la sede dell'Università del pensiero liberale dove verranno personalità da tutto il mondo che nei loro paesi hanno ricoperto ruoli di prestigio. Ho detto a Putin di mandare anche giovani russi e l'ho invitato ad essere il primo professore a tenere una lezione in questa università. Da come ha accolto questa mia proposta ho capito che sarebbe contento di farlo».(Il Sole 24 Ore)

Le prime reazioni:

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO


Federazione dei Liberali

COMUNICATO STAMPA
" L'idea di far tenere a Vladimir Putin lezioni di pensiero liberale, susciterebbe un moto di incredula tenerezza per la confessata ignoranza abissale, se Silvio Berlusconi non fosse il più importante uomo di stato italiano. Siccome lo è, la sua idea di far tenere a Putin lezioni di pensiero liberale suscita solo un rigetto sdegnato per l'evidente tentativo di raggirare gli italiani spacciando come liberale il vissuto di un dirigente del KGB russo, prima comunista e da anni rigido autocrate".
" Ancora una volta, il Presidente del Consiglio continua a non capire che il pensiero liberale non può essere un optional con cui farsi bello".
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Lapsus di Berlusconi: chiama la Russia Unione Sovietica.
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lunedì 26 aprile 2010

TRASFERIMENTO DI UFFICI AL VECCHIO CUTRONI ZODDA: SIGNOR NO, TROPPO DISTACCATI



SI POTREBBE OVVIARE CON UNO SCAMBIO: MANDARE AL VECCHIO CUTRONI-ZODDA (vedi foto) IL SERVIZIO D'IGIENE MENTALE E NELLA SEDE LASCIATA DA QUESTO TRASFERIRE GLI UFFICI CONTABILI DEL DISTRETTO SANITARIO


I rappresentanti del Distretto Sanitario che fa capo all'Ospedale "Cutroni Zodda" di Barcellona, hanno accolto con viva preoccupazione il progetto di trasferimento degli uffici burocratici e di alcuni servizi sanitari, dall'ala
di via San Vito, del nosocomio barcellonese, dove sono attualmente ubicati, alla sede del vecchio ospedale di via Risorgimento, recentemente ristrutturato e destinato ad accogliere - per espressa volontà degli eredi del fondatore - che fu il signor Cutroni-Zodda - soltanto servizi attenenti alla sanità.
Giustamente - come abbiamo già fatto notare in questo blog - esiste un motivo che fa ritenere sbagliata la scelta della nuova sede: ed è la distanza tra il nuovo ospedale - sito in zona S.Andrea - e quello vecchio in prossimità di Pizzo Castello.
Si tratterebbe di un distaccamento, in verità troppo distaccato, che metterebbe in difficoltà ed in confusione, soprattutto quanti , dovendo provvedere agli adempimenti preliminari (per esempio pagamento del ticket, anche per una semplice medicazione) per accedere al nuovo ospedale, sarebbero costretti a fare la trafila, passando prima per i distanti uffici burocratici del vecchio nosocomio. Se quest'andirivieni è tale da infastidire i residenti di Barcellona, bisogna capire quanto maggiore potrebbe risultare il disagio per i provenienti da altri centri del Distretto, che non hanno la stessa dimestichezza dei locali con le vie e viuzze di Pozzo di Gotto antica, dove appunto dovrebbero recarsi per i cosiddetti preliminari.
Di un pasticcio del genere si sta occupando - nella speranza di ovviarlo - il presidente del Distretto Sanitario, Carmelo Navarra, sindaco di Mazzarrà Sant'Andrea, il quale ha espresso l'intenzione di convocare i sindaci dei restanti 13 comuni del territorio per esporre assieme a loro le ragioni della negatività di tale progetto al direttore generale dell'ASP Messina.
Il dott. Salvatore Giuffrida, da parte sua, pare che abbia fatto sapere che l'idea di tale trasferimento non è stata dell'Asp, che soltanto l'avrebbe accolta perchè suggerita dall'anmministrazione Comunale di Barcellona che, sentendosi legata ad obbligo contrattuale con la fondazione, avrebbe ritenuto opportuno utilizzare quei locali - opportunamente ristrutturati - anche per ciò che della sanità avesse carattere burocratico.
Oltre naturalmente ad altri servizi sanitari autonomi, attualmente ubicati nell'ala "laica" del nuovo ospedale.
A questo punto resta da chiedersi se, dovendosi sgombrare quest'ala perché serve all'ospedale, perchè si dovrebbero trasferire gli uffici contabili al vecchio ospedale , e non in altra sede più vicina'
Mettiamo, per esempio, potrebbe andare bene la palazzina attualmente occupata dal Servizio di Igiene Mentale, che è nella via San Vito, proprio di rimpetto al nuovo Cutroni-Zodda. Tale importante servizio sanitario non verrebbe sfrattato, ma anzi favorito, perché potrebbe essere trasferito nei locali ben più ampi e nuovi del ristrutturato ospedale di Pozzo di Gotto.
Sarebbe questa una proposta peregrina?
Perché mai?
Possiamo essere certi che non avremo nessuna risposta!

Regione Lazio, fatta la giunta Polverini ...................................... CASINI INCASINATO DALLA GOVERNATRICE



l'Udc resta fuori, Armeni vice presidente La delega alla sanità resta al governatore-commissario Gli assessori sono 13, restano vuote per i centristi 2 poltrone
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«Dalla formazione della giunta, annunciata da Renata Polverini, emerge un dato incontestabile: quando l'Udc si allea con la Pdl e vince con quell'alleanza, viene umiliata ed esclusa».(Così in una nota Bruno Astorre, presidente del consiglio regionale Lazio uscente).



Per completare il nuovo governo, manca qualche piccolo tocco, proibabilmente in attesa di risolvere una specie di contenzioso nato con l'Udc, che al momento resta fuori giunta. Comunque appare confermato l’appoggio esterno dell’Udc che chiedeva tre assessorati e la vice presidenza della giunta. Renata Polverini, dopo tante promesse, ha proposto due assessori ponendo il veto su Teresa Formisano (ex assessore della giunta Storace per cinque anni) accogliendo invece Luciano Ciocchetti che con l'attuale leader della Destra ha governato il Lazio per 9 mesi.
Il veto su Teresa Formisano ha bloccato la trattativa sulla quale si è impegnato molto proprio Francesco Storace nelle vesti di sarto: la ricucitura però per il momento non c’è.

La nuova giunta regionale è formata da 13 assessori: 6 ex Forza Italia, 4 ex Alleanza nazionale, 2 della Lista Polverini, 1 della Destra. La delega alla sanità resta al presidente Polverini mentre restano due deleghe nel cassetto, a disposizione dell'Udc in caso di ripensamento.
La giunta è per ora formata da 11 uomini e 3 donne (compresa il presidente) quindi mancano all'appello due donne per rispondere ai dettami dello Statuto. La giunta è composta da due assessori in meno rispetto a quella di Piero Marrazzo.
Subito polemica nel Pdl. «Purtroppo la formazione della giunta Polverini è in controtendenza con le indicazioni del presidente Berlusconi in campagna elettorale. Questo perché le indicazioni fornite dai vertici locali del Pdl fanno pensare più ad una scelta tesa a difendere rendite di posizione di taluni potentati che una scelta basata sul lavoro, sull'esperienza e sull'affidabilità. Speravamo in una gestione più collegiale e rappresentativa di tutte le forze che hanno contribuito alla fantastica vittoria del presidente Polverini al momento della formazione della giunta». Lo dichiara in una nota Luca Gramazio, consigliere comunale di Roma del Pdl. Freddo Cesa. «Auguri e buon lavoro»: è questo il laconico commento di Lorenzo Cesa, segretario dell'Udc, all'annuncio della composizione della Giunta di Renata Polverini. Un commento stringato con il quale, secondo quanto si apprende, si conferma l'intenzione del partito di Pier Ferdinando Casini, di dare un appoggio esterno alla Giunta della Polverini, dalla quale risultano esclusi i centristi.

LA CITTA' AVREBBE TANTE COSE BELLE DA CURARE, MA CHI SE NE CURA?



Abbiamo il "paradiso in terra" e non lo sappiamo apprezzare.
Me lo diceva mia moglie, guardando assieme a me, stamattina, dal nostro balcone, la distesa di verde che - come un mare odorante - s'allarga fino alle case della "sponda" opposta.
A rendere piacevole, distensiva questa visione, contribuivano lo splendore d'un cielo sereno e il canto armonioso di uccelli d'ogni genere e, fortunatamente, diverso dal petulante lamento delle tortorelle che, fin dal primo mattino , pareva volessero dominare il campo.
Attraeva soprattutto quel cinguettare armonioso, complesso, echeggiante di trilli vicini e distanti, come tante botte e risposte, da sembrare un continuo lancio di messaggi, grati all'udito e del Tutto incomprensibili.

E' già mezzogiorno e le campane della vicina Chiesa suonano a distesa: coprono quel concerto, mentre a quell'improvviso frastuono, prendono a guaire in maniera straziante alcuni cani , che sonnolenti stavano accucciati nel giardino: le loro orecchie dall'udito troppo fine non sopportano quell'improvvisa ondata dei bronzei suoni . Anche per loro esiste il guaio dell'inquinamento acustico....ma c'é qualcuno che ne tiene conto?

domenica 25 aprile 2010

OGGI E' STATO FESTEGGIATO, CON LA TRADIZIONALE PROCESSIONE, IL TAUMATURGO SANTO FRANCESCO DA PAOLA




Oggi, 25 aprile, a Barcellona, è stato festeggiato San Francesco da Paola.
Chi si attendeva che dicessi "la resistenza", si ricreda.
Il Santo, al quale è dedicata l'omonima parrocchia, è stato portato in processione lungo le strade del quartiere, fino a raggiungere - come avviene da qualche anno - quel luogo di dolore che si chiama Ospedale Psichiatrico Giudiziario di via Madia, un tempo detto più crudamente manicomio giudiziario. Qui il fercolo del santo tumaturgo è sostato diversi minuti, accompagnato da numerosi fedeli al suono d'una banda musicale.
San Francesco da Paola, che nella vicina Milazzo è considerato coprotettore , essendo stato in quella città, per la costruzione di un suo convento, è un Santo molto amato pure a Barcellona, per antica tradizione.
Di questo grande taumaturgo, nato e cresciuto a Paola, nella vicina Calabria, si narrano molti eventi miracolosi.

Tratti da internet , ne riferiamo "alcuni che ormai sono patrimonio consegnato alla storia". "San Francesco era, prima di tutto, un mistico. Sono numerose le testimonianze di coloro che lo hanno visto in estasi, sollevato da terra in perfetta comunione con Dio
Un mistico che non soffriva i morsi del freddo e del fuoco: più volte lo si descrive nell’atto di prendere con le mani carboni ardenti. Celebre, la sua introduzione nella fornace di calce rovente che rischia di crollare.

A Paterno (Cs), dove il copista di libri ecclesiastici Roberto Borgo aveva il braccio destro immobilizzato per un male, i Santo gli prescrive una lavanda; in capo ad un giorno il braccio guarisce completamente.

Racconta un discepolo anonimo, suo contemporaneo, autore della “Vita di San Francesco”: “Una volta il principe di Bisognano (chiamato pure conte di Chiaromonte), del seguito del Re di Francia, aveva il figlio che aveva contratto una malattia, comunemente indicata “morbo di S. Giovanni” (cioè epilessia). Il malato sembra come invasato dal demonio. Il giovanetto, raccomandato al buon Padre, ne fu in breve guarito”.

Ancora a Paterno, guarisce il figlio deforme di una coppia che era nato senza occhi, bocca, naso e orecchie. Il Santo dopo una preghiera modella sul viso del bambino occhi, naso bocca e orecchie e lo consegna ai genitori riconoscenti.

A Milazzo San Francesco resuscita un impiccato morto da tre giorni e rimasto appeso.

Per il Re di Francia fa un grande miracolo: chiamato al suo capezzale non lo salva dalla morte terrena ma, esortandolo alla preghiera ed alla espiazione, lo fa morire sereno ed in pace con Dio.

Ancora a Paterno, un grande amico di Francesco si recò dal frate per riceverne l’ultima benedizione. San Francesco trasse di tasca un piccolo pane bianco tra lo stupore di tutti che sapevano che non portava mai cibo con sé, consegnandolo. L’amico conservò il pane per cinque anni. Durante una terribile carestia lo riprese e lo trovò fresco e fragrante e poté sfamare ben sette persone.

Per le necessità degli operai che lavoravano alla costruzione del Convento di Paola, con un semplice colpo sulla terra fece sorgere l’acqua della Fonte della “Cucchiarella”, da molti considerata miracolosa.

Durante la costruzione del Convento di Paola, una grossa pietra ingombrava la strada. Il Santo si mise in preghiera e questa si spostò da sola.

Sempre durante i lavori per il convento di Paola, alcuni grossi macigni si staccarono dalla montagna pronti a travolgere gli operai. Francesco subito ordinò ai massi di fermarsi e la loro caduta si arrestò. Le enormi pietre si possono vedere ancora oggi nei pressi del Santuario.

Ove è ancora la grotta di Martinello, un agnellino cui il Santo era particolarmente affezionato, venne un giorno ucciso per essere mangiato dagli operai. Dopo averlo cotto e consumato, le sue ossa e i resti furono buttati nella fornace. Il Santo, non vedendo il piccolo animale, cominciò a cercarlo e chiese se l'avessero visto agli uomini che lavoravano al convento di Paola. Questi negarono, ma quando cominciò a chiamarlo, l’agnellino uscì dalle fiamme completamente sano e in vita.

A Napoli davanti al Re che vuole offrirgli un grosso gruzzolo di monete dìoro per la costruzione di un convento, San Francesco rifiuta, prende una moneta, la spezza e ne fa uscire sangue. "Quel denaro, dice, è sangue dei sudditi, del popolo che subisce i potenti".

Il miracolo più famoso è certamente l’attraversamento dello Stretto di Messina sul suo mantello. La storia è nota: San Francesco doveva recarsi a Milazzo, in Sicilia, per costruire un altro suo convento. Giunto a Reggio si avvicinò ad una barca carica di legname chiedendo al proprietario un passaggio per sé e i suoi fratelli. Il barcaiolo rispose che li avrebbe portati solo se lo avessero pagato. San Francesco non si scompose: si inginocchiò in preghiera sulla riva, quindi distese il mantello sull’acqua, e tendendolo col suo bastone, vi sali assieme agli altri frati, benedisse il mare, e con quella improvviata imbarcazione si avviò sullo Stretto. Il barcaiolo di nome Coloso, vedendo il prodigio, si mise a gridare implorando il Santo di consentirgli di traghettarli. Ma San Francesco non gli badò e raggiunse senza difficoltà l’altra riva. Il miracolo fu compiuto il 4 aprile del 1464.

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