
Oggi, 25 aprile, a Barcellona, è stato festeggiato San Francesco da Paola.Chi si attendeva che dicessi "la resistenza", si ricreda.Il Santo, al quale è dedicata l'omonima parrocchia, è stato portato in processione lungo le strade del quartiere, fino a raggiungere - come avviene da qualche anno - quel luogo di dolore che si chiama Ospedale Psichiatrico Giudiziario di via Madia, un tempo detto più crudamente manicomio giudiziario. Qui il fercolo del santo tumaturgo è sostato diversi minuti, accompagnato da numerosi fedeli al suono d'una banda musicale.San Francesco da Paola, che nella vicina  Milazzo è considerato coprotettore , essendo stato in quella città, per la costruzione di un suo convento, è un Santo molto amato pure a Barcellona, per antica tradizione.Di questo grande taumaturgo, nato e cresciuto a Paola, nella vicina Calabria,  si narrano molti  eventi miracolosi.Tratti da internet , ne riferiamo  "alcuni che ormai sono patrimonio consegnato alla storia". "San  Francesco era, prima di tutto, un mistico. Sono numerose le  testimonianze di coloro che lo hanno visto in estasi, sollevato da terra  in perfetta comunione con DioUn mistico che non soffriva i  morsi del freddo e del fuoco: più volte lo si descrive nell’atto di  prendere con le mani carboni ardenti. Celebre, la sua introduzione nella  fornace di calce rovente che rischia di crollare.A Paterno (Cs), dove il copista di libri ecclesiastici  Roberto Borgo aveva il braccio destro immobilizzato per un male, i Santo gli prescrive una  lavanda; in capo ad un giorno il braccio guarisce completamente.
Racconta un discepolo anonimo, suo  contemporaneo, autore della “Vita di San Francesco”: “Una volta il  principe di Bisognano (chiamato pure conte di Chiaromonte), del seguito  del Re di Francia, aveva il figlio che aveva contratto una malattia,  comunemente indicata “morbo di S. Giovanni” (cioè epilessia). Il malato  sembra come invasato dal demonio. Il giovanetto, raccomandato al buon  Padre, ne fu in breve guarito”.
Ancora a Paterno, guarisce il figlio deforme di una coppia che era nato senza  occhi, bocca, naso e orecchie. Il Santo dopo una preghiera modella sul  viso del bambino occhi, naso bocca e orecchie e lo consegna ai genitori  riconoscenti.
A  Milazzo San Francesco resuscita un impiccato morto da tre giorni e  rimasto appeso.
Per il Re di Francia fa un grande miracolo:  chiamato al suo capezzale non lo salva dalla morte terrena ma,  esortandolo alla preghiera ed alla espiazione, lo fa morire sereno ed in  pace con Dio.
Ancora a Paterno, un grande amico di Francesco si  recò dal frate per riceverne l’ultima benedizione. San Francesco trasse  di tasca un piccolo pane bianco tra lo stupore di tutti che sapevano che  non portava mai cibo con sé, consegnandolo. L’amico conservò il pane  per cinque anni. Durante una terribile carestia lo riprese e lo trovò  fresco e fragrante e poté sfamare ben sette persone.
Per le  necessità degli operai che lavoravano alla costruzione del Convento di  Paola, con un semplice colpo sulla terra fece sorgere l’acqua della  Fonte della “Cucchiarella”, da molti considerata miracolosa.
Durante  la costruzione del Convento di Paola, una grossa pietra ingombrava la  strada. Il Santo si mise in preghiera e questa si spostò da sola.
Sempre durante i lavori per il convento di Paola, alcuni  grossi macigni si staccarono dalla montagna pronti a travolgere gli  operai. Francesco subito ordinò ai massi di fermarsi e la loro caduta si  arrestò. Le enormi pietre si possono vedere ancora oggi nei pressi del  Santuario.
Ove è ancora la grotta di Martinello, un agnellino cui  il Santo era particolarmente affezionato, venne un giorno ucciso per  essere mangiato dagli operai. Dopo averlo cotto e consumato, le sue  ossa e i resti furono buttati nella fornace. Il Santo, non vedendo il  piccolo animale, cominciò a cercarlo e chiese se l'avessero visto agli uomini che lavoravano  al convento di Paola. Questi negarono, ma quando cominciò a chiamarlo,  l’agnellino uscì dalle fiamme completamente sano e in vita.
A Napoli davanti al Re che  vuole offrirgli  un grosso gruzzolo di monete dìoro per la  costruzione di un convento, San Francesco rifiuta, prende una moneta, la  spezza e ne fa uscire sangue. "Quel denaro, dice, è sangue dei sudditi,  del popolo che subisce i potenti".
Il miracolo più famoso è  certamente l’attraversamento dello Stretto di Messina sul suo mantello.  La storia è nota: San Francesco doveva recarsi a Milazzo, in Sicilia,  per costruire un altro suo convento. Giunto a Reggio si avvicinò ad una  barca carica di legname chiedendo al proprietario un passaggio per sé e i  suoi fratelli. Il barcaiolo rispose che li avrebbe portati solo se lo  avessero pagato. San Francesco non si scompose: si inginocchiò in  preghiera sulla riva, quindi distese il mantello sull’acqua, e tendendolo col suo bastone, vi sali assieme agli altri frati, benedisse il mare, e con quella improvviata imbarcazione si avviò  sullo Stretto. Il  barcaiolo di nome Coloso, vedendo il prodigio, si mise a gridare  implorando il Santo di consentirgli di traghettarli. Ma San Francesco  non gli badò e raggiunse senza difficoltà l’altra riva. Il miracolo fu compiuto  il 4 aprile del 1464.