venerdì 10 agosto 2007

VELINE O VALLETTI: BOH!!!


Quello della città trascurata e quindi non "trattata a misura d'uomo", lo sappiamo bene, non è un problema che tormenta soltanto Barcellona Pozzo di Gotto.
Ma non è neppure una questione che non deve turbare il sonno dei nostri amministratori, perché tanto, essi, hanno fatto e stanno facendo di tutto per rendere vivibile la nostra città. Giustamente va considerato un passo in avanti, sulla strada verso il miglioramento delle condizioni di vita di chi ha più bisogno d'aiuto, l'avere concordato con altri undici Comuni la decisione di cofinanziare il cosiddetto "buono socio-sanitario" mensile di 450 euro - limitatamente a cinque o quattro mesi - a favore di famiglie con a carico un disabile al cento per cento.
Giustamente va considerato un altro passo, l'avere procurato il finanziamento per dare un nuovo look al centro urbano, o l'avere procurato i soldi per completare un teatro che manca alla città, per aggiustare 152 strade, per aumentare il numero dei vigili e quanto altro ancora lo sa bene il Sindaco della città.
Ma, quando tutto ciò viene fatto senza una linea programmatica, senza un po' di attenzione all'ordine, alla disciplina, all'igiene nell'ambito cittadino, o peggio si deve assistere ad inconvenienti, come quelli recentemente annunciati,di ricorsi e controricorsi, di inchieste giudiziarie e di visite non certo gradite in qualche ufficio responsabile del Comune, non è facile capire quanto possano incidere sulla qualità della vita urbana quei passi, ancorché positivi, sopra accennati.
Bene che si sappia, nessuno qui minimizza o, peggio ancora, denigra le cose positive fatte dai nostri amministratori. Né c'è nessuna voglia o interesse di autoincensamento, caro dottore, quando si sospetta che quello che modestamente abbiamo rilevato ha colto nel segno, tanto da sollecitare risposte a tamburo battente.
Se poi si tratta di "veline" o di "valletti", mica l'abbiamo detto noi?

giovedì 9 agosto 2007

A TAMBURO BATTENTE


Sarà un caso, sarà chissà che cosa, ma è certo una strana coincidenza che, il giorno dopo la pubblicazione di un nostro "post" sui disagi dei disabili, particolarmente in ordine alla viabilità cittadina, siano apparse a tamburo battente due notizie: una riguardane la generosità del Distretto socio-sanitario di Barcellona Pozzo di Gotto, che per alcuni mesi profonderà a circa 290 famiglie del comprensorio, con in casa disabili al cento per cento, un buono socio sanitario mensile di 450 euro cadauno, per una spesa complessiva di quasi mezzo milione di Euro; l'altra, ancora più confortante, secondo cui si fa sapere che sono già ben nove le offerte giunte in Comune per una prestigiosa gara, a pubblico incanto, relativa alla riqualificazione, appunto, di quel centro storico che, nel nostro "post", era stato descritto come "inqualificabile".
Per la progettazione e la riqualificazione del centro urbano, che interesserà il primo e il secondo tronco di via Roma, cioè da piazza Seme d'Arancia a piazza Duomo, con riflesso su vie adiacenti, è prevista una spesa di 2.500.000 euro, in massima parte destinate al miglioramento e ampliamento delle superfici pedonali, tanto da trasformare - se s'è capito bene - la via Roma nel salotto del pedone barcellonese, il quale ovviamente avrà come ciliegiona sulla torta la possibilità di fruire di ampi spazi coperti, con portali prefabbricati, e di una nuova vasca in grado di sostituire l'attuale indecoroso beviere antistante la basilica di San Sebastiano Martire, Patrono della città.
Quindi, risposta a tamburo battente alla lamentela di Fra' Galdino?
Se così fosse, perché dovremmo essere così pessimisti da credere che sono vane le nostre segnalazioni?

mercoledì 8 agosto 2007

LO STORICO SCIVOLONE


Anni or sono, particolarmente sollecitata dal Codi, l'Amministrazione Comunale di allora - che sicuramente non era retta da un sindaco aennino - provò a mettersi in regola con la legge e fece "tagliare" nei traballanti marciapiedi del centro storico un bel po' di "scivoli", necessari per il passaggio delle carrozzelle dei disabili: erano chiamati così, a quei tempi, i "diversamente abili".
Per quanto rozzi e improvvisati, quei piccoli passi carrabili, potevano essere utilizzati, e sulle prime riuscirono, bene o male, a svolgere la loro preziosa funzione. Tanto che è stato possibile scorgere qualche carrozzella in giro, salire e scendere dai marciapiedi.
Un evento storico che sembrava un buon indizio per il reale abbattimento delle ancestrali barriere architettoniche, dannose ed umilianti per i meno fortunati.
In effetti, però, la comparsa fu di breve durata, e non perché non esistevano più, in città, diversamente abili dotati di mezzi locomotori idonei alle loro particolari esigenze, ma perché gli scivoli erano diventati utili soltanto per fare sdrucciolare qualche pedone un po' sbadato.
Occlusi da auto in sosta, afferenti a marciapiedi spesso ingombri oltre che traballanti, quegli scivoli avevano perso presto la loro funzione di accesso. E la storia finisce qui.
Fra' Galdino

martedì 7 agosto 2007

CHISSA' QUANDO


"Verrà, non verrà" ripete un antico ritornello. Ed è lo stesso ritornello che si potrebbe cantare di fronte alla sorte del nuovo teatro, che dovrebbe sostituire il vecchio "Mandanici" (foto piccola), distrutto la notte del 31 maggio 1967, da un fuoco appiccato chissà da chi.
Un "giallo" fu la sua fine e un mistero sarà forse la sua "resurrezione".
Non si sa, quindi, se il nuovo teatro, la cui costruzione è stata avviata decine d'anni fa nel parco di via delle Rimembranze (guarda che coincidenza di nomi), verrà o non verrà ultimato, almeno in tempo per consentirne l'apertura quando i nostri nipoti saranno già anziani.
C'è chi dice che, quando sarà ultimato, il nuovo "Mandanici"(foto grande), in onore di quel Placido che gli darà il nome, sarà inaugurato con la messa in scena del "Bontempone di Porta Ticinese", la già applauditissima opera buffa del Nostro amato e dimenticato musicista, Placido Mandanici ( foto in basso).
E se questo si spera, forse i pronipoti dei nostri nipoti saranno in grado di far vivere l'altrettanto "buffa" speranza.
Dite:-Ma perché, tanto pessimismo, se i lavori di ricostruzione sono già stati finanziati e appaltati?"
Un momento: finanziati sì, gareggiati e appaltati "nì", perché è fresca la notizia, secondo cui il Consiglio di Giustizia Amministrativa regionale ha accolto un ricorso avverso alla gara d'appalto integrato, avanzato da due imprese concorrenti che, ovviamente, non avevano vinto. Infatti i lavori di progettazione esecutiva e di completamento dell'edificio erano stati affidati ad altre due ditte, ovviamente risultate legalmente vincitrici della gara.
A questo punto, è logico chiedersi in che modo reagiranno i vincitori ostacolati. Sicuramente non resteranno a guardare. Il che significa che s'instaurerà un "iter" che, con questo chiaro di luna, non sarà facile vedere come e quando andrà a finire.

domenica 5 agosto 2007

E I SOLDI DOVE LI PRENDO?


Ogni volta che dobbiamo affrontare una spesa, conoscendo la magrezza delle nostre risorse, è ovvio che ci convenga fare prima un piccolo calcolo sul disponibile e su ciò che conviene acquistare, in base alle esigenze familiari. Ciò generalmente fa una famiglia di sani principi.
Poiché la comunità cittadina, praticamente, dovrebbe essere una grande famiglia, da amministrare con saggezza, è logico che il buon padre di famiglia, cioè il sindaco e la sua Giunta, se vuole garantire tale sano principio, deve sapere discernere nelle spese da fare, anche in quelle che possono sembrare piccole. Orbene, recentemente il sindaco Nania e l'assessore ai servizi sociali, Calderone, hanno fatto un'interessante promessa di spesa, firmando con l'autorità ecclesiastica un minuscolo "patto lateranense", che toglierà alle casse della "famiglia comune" un buon gruzzoletto ( 350.000 Euro ), per fini ovviamente benefici a favore della gioventù, soprattutto quella a rischio.
A questo punto, uno dei rarissimi lettori di questo blog - il suo nome è Lucio - ci ha fatto giustamente notare che quegli euro potrebbero essere stati detratti da un capitolo piuttosto stitico, comprendente voci abbastanza importanti, biblioteca compresa. E allora, si chiede implicitamente Lucio, la cultura si va a fare benedire?
E la cultura non potrebbe fare bene alla gioventù, come si crede che lo possano fare i contributi gestiti dai colleghi preti, aggiunge Fra' Galdino?


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