sabato 14 novembre 2009

NON BASTERA' IL PONTE SULLO STRETTO PER ACCENDERE LA FIAMMA DELLA SICILIANITA' NEL CUORE DEI NOSTRI RAPPRESENTANTI AL PARLAMENTO E AL GOVERNO


Messina non è Sicilia, Sicilia non è Italia: per la transitiva Messina non è Italia.

Un'ulteriore dimostrazione di questo teorema ce l'hanno offerto i signori senatori che, ieri, hanno respinto un emendamento alla Finanziaria - proposto da Giampiero D'Alia (Udc) e sottoscritto da rappresentanti del Pd ( Finocchiaro, Garaffa) e dell'Mpa (Pistorio) - che inseriva uno stanziamento di 100 milioni di euro, per un primo intervento riparatorio nelle zone del Messinese colpite dall'alluvione di ottobre.

Nonostante le giuste motivazioni espresse nell'appello ad un voto favorevole, lanciato dal senatore D'Alia, e nonostante una buona rappresentanza isolana nella maggioranza governativa, è stata appunto la maggioranza a bocciare la richiesta, facendo ancora una volta intendere - ma non era neppure necessario - che la Sicilia, con in prima linea la provincia di Messina, non è mai stata nel cuore di questo Governo e, peggio di peggio, nella coscienza della maggior parte dei suoi rappresentanti al Parlamento e al Governo.
Per cui, lo sconcerto manifestato dai firmatari dell'emendamento, se da un punto di vista è sacrosanto, diventa semplicemente retorico se si tiene conto dell'insipienza e dello scarso peso politico di questo genere di "nostri" deputati, ministri e sottosegretari.

Clicca qui:
Il balletto del tartufo

venerdì 13 novembre 2009

SILVIO BERLUSCONI ENTRA NELL'ANTOLOGIA LATINA PER INIZIATIVA DI UN'INSEGNANTE PUGLIESE


IL CAVALIERE E' DIVENUTO PROTAGONISTA IN UN TESTO LATINO DA TRADURRE IN CLASSE

È l'esercizio che una professoressa del liceo scientifico 'V. Vecchi' di Trani, in Puglia, ha proposto agli alunni della sua 3a C. L'evento è stato messo in luce dal "Giornale" diretto da Feltri. Il quotidiano scrive che si tratta di un testo da tradurre, riferito all'attualità e dal titolo 'Silvius Berlusconi apud iudices vocabitur', cioè 'Silvio Berlusconi sarà chiamato davanti ai giudicì. Il Giornale riporta alcuni passaggi del testo, dove si parla del Lodo Alfano («Legem nomine ministri Alfano appellatam») e della sua incongruenza con la Costituzione italiana («Legi supremae incongruam esse»). C'è, inoltre, un riferimento alla richiesta per Berlusconi di comparire davanti ai giudici per i reati di cui è accusato («In ius vocabitur....)
Il Giornale di Feltri, che in realtà è del fratello di Berlusconi, cioè di Berlusconi, non si ferma però qui, ma ci ricama sopra e monta una filippica contro quella avventata docente che, avendo trovato in Internet un inverosimile brano in latino perfettamente aggiornato e sintatticamente corretto, l'ha proposto in classe per un esercizio di versione latina.
Poichè l'invettiva tra l'ironico e lo sprezzante è abbastanza lunga, per non ingombrare questo post, preferiamo indicare il link, che consente a chi ne avesse voglia di leggerla comodamente.

La versione per insultare Silvius

IL MINISTRO LA RUSSA NON SI SENTE PIU' SICILIANO


MA PROPRIO ORA S'E' DIMESSO? QUI SI PENSAVA CHE ....NON LO FOSSE PIU' DA TEMPO

'Non mi occupo attualmente di questo problema, mi sto occupando di altre cose. Per il momento mi sono dimesso da siciliano. Non li sopporto più. Comunque gli hanno dato una bella legnata al presidente Lombardo''.
Lo afferma il ministro della Difesa Ignazio La Russa intervistato dal quotidiano 'La Sicilia' in merito agli sviluppi della crisi che ha colpito la Regione siciliana.

COME LA PENSA GIANFRANCO MICCICHE' ORA CHE E' REALE IL RISCHIO CHE CADA IL GOVERNO REGIONALE



PER UNA VOLTA BARCELLONABLOG ATTINGE IN MICCICHE' BLOG PER SAPERNE DI PIU'


Le parole di Miccichè

13 novembre 2009

micci1

Ieri, nel riferire il risultato dell'incontro all'ARS per l'approvazione del bilancio, negativo al Governo Lombardo, abbiamo scritto in chiusura:

"Al presidente della Regione ora restano due possibilità: cercare di comporre una nuova maggioranza oppure dimettersi per andare a nuove elezioni. In tal caso si ripeterebbe la chiusura traumatica della legislatura, a due anni dalle forzate dimissioni di Cuffaro, che determinarono la necessità del ritorno alle urne, per scioglimento dell'Assemblea Regionale."

Stamattina, volendo capire cosa ne pensa Gianfranco Miccichè, che in tutta questa faccenda è uno dei maggiori protagonisti, abbiamo cercato il blog del sottosegretario alla presidenza del consiglio e abbiamo trovato questa sua intervista, riguardante appunto la complicata questione politica di cui sopra.

"Post di redazione
Dall’intervista rilasciata a LiveSicilia.it

La bocciatura del Dpef era facilmente prevedibile, contribuisce a fare ulteriore chiarezza. Vogliamo ricapitolare i fatti? Bene, per il dopo-Cuffaro chiedo a Berlusconi di poter andare a fare il Presidente della Regione. In alternativa propongo Stefania Prestigiacomo. Si preferisce puntare su Lombardo, io e il mio gruppo appoggiamo fedelmente questa candidatura e due mesi dopo l’elezione di Raffaele, ripeto due mesi dopo, quelli che lo hanno voluto al mio posto iniziano una campagna di delegittimazione e di attacco senza precedenti. La stessa nomina di Castiglione a coordinatore regionale del partito nasce per rompere le scatole a Lombardo. I fatti sono questi, come la schizofrenia di chi adesso inventa altre scuse per mandare a casa il governo.

Ma non è solo questione di schizofrenia, c’è dell’altro. C’è che vogliono farmi fuori politicamente. Pensavano di isolarmi e invece alle Europee, con un solo candidato, ho preso il 7 per cento dei voti. Pensavano che Lombardo si piegasse ai loro interessi e invece ha scelto me come “socio” di riferimento, perché sono uno che non lo condiziona. A differenza degli altri. Ma non possiamo andare avanti così. La maggioranza non ce l’abbiamo. Siamo in difficoltà per i fondi strutturali perché tra la caduta del governo Cuffaro e i primi passi di quello Lombardo abbiamo perso oltre un anno, le categorie produttive chiedono risposte che in queste condizioni non riusciamo a dare.

Egoisticamente, se dovesse cadere Lombardo, il primo a guadagnarne sarei io. Questa volta manco passerei da Arcore. Tra un mese vedete i manifesti in tutta la Sicilia. E invece dico che il voto sarebbe una disgrazia. Per la Sicilia, per il partito, per quanti aspettano risposte. E non capisco veramente come si faccia a trascurare questo aspetto: passare sopra i bisogni della Regione per garantirsi un privilegio personale. E’ incomprensibile! Tanto più che non si capisce cosa vogliono: hanno due assessori in giunta, potrebbero condividere un progetto di sviluppo, cambiare veramente volto alla Sicilia, e invece da mesi fanno la guerra. Ma nessuno può trascurare l’ipotesi di tornare alle urne, così almeno ci contiamo e ci facciamo quattro belle risate. Oppure, ce ne usciamo con una maggioranza diversa.

Ad ogni modo, spero sempre che Berlusconi faccia sentire la sua voce. Serve una sua presa di posizione chiara, non si può far finta di nulla"

Ora il carissimo Gianfranco ci può dire se crede davvero nella possibilità d'un intervento dirimente del cavaliere, in un momento fin troppo ingrabugliato per sue questioni personali?

Non s'è ancora accorto, il carisssimo Miccichè, che non basta sentirsi figlioccio del leader per sentirsi sicuro della simpatia di Berlusconi per la Sicilia e i Siciliani?

Queste domande mi verrebbe voglia di trasferirle in un commento nel suo blog.

giovedì 12 novembre 2009

CURIOSITA': QUEST'AUTO E' STATA DISEGNATA DA GHEDDAFI



Si chiama "The Rocket", è una berlina sportiva lunga 5 metri e mezzo e ha un motore di 230 cavalli.
Stavo per dire "cammelli", per associazione d'idee, visto che c'è stato assicurato che la vettura dalla linea ultrasportiva e dagli interni in pelle è stata disegnata nientemeno dal "signore della Libia, Muhammar Gheddafi, e finanziata con capitali libici. E' stata però fabbricata dalla società torineseTesco TS, nota nel settore automotive, dagli autocarri alle autovetture.
A parte la linea e la portata dell'auto, il cui primo tipo è posto in mostra sul lungomare di Tripoli, quel che appare sorprendente è l'avere appreso che, nella sua maestosa tenda, il leader libico non solo accoglie il fior fiore degli statisti stranieri, ma anche trova il tempo e l'estro per disegnare
fenomenali berline.

BARCELLONA MILAZZO VILLAFRANCA TEATRO DI UNA MAXIRETATA


Un'operazione di polizia coordinata tra Carabinieri e Guardia di Finanza, scattata all'alba di stamani, ha portato all'arresto di 21 persone residenti nei comuni di Barcellona, Milazzo e Villafranca Tirrena.

Le ordinanze di custodia cautelare sono state emesse dal Gip Walter Ignazzitto del Tribunale di Barcellona, con l'accusa di associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti.

Parecchi degli arrestati hanno precedenti penali specifici e sono già stati coinvolti in indagini precedenti.

L'inchiesta, che si è avvalsa di intercettazioni telefoniche e pare anche delle confessioni di un pentito , ha consentito di individuare anche alcuni incensurati che avrebbero fatto parte dell'organizzazione.


NIENTE PIU' LEGGI AD PERSONAM: BASTERA' VEDERE QUANTE MIGLIAIA DI PROCESSI ESTRANEI AL CAVALIERE RISOLVERSI SUBITO CON LA LEGGE SUI "PROCESSI BREVI"


Chi sostiene che Berlusconi si crea leggi "ad personam" sbaglia, quando non è addirittura in malafede.
A dimostrazione di ciò è sufficente il disegno di legge sui processi brevi, depositato stamattina al Senato.
Prevede l'estinzione dei processi, di ogni grado, allo scadere di due anni.
Se approvata in questi termini, la legge favorirebbe, sì, il presidente Berlusconi in due processi ( Mills e Mondadori) "ma pure migliaia di processi dei maggiori scandali italiani - come sostiene l'ex Pm Tonino Di Pietro - che andranno tutti dichiarati estinti. E avremmo la piu' grossa amnistia mascherata della storia.."

"Legge ad personam? No, è una legge che riguarda tutti", assicura Gaetano Pecorella.
Concorda il portavoce del Pdl, Daniele Capezzone: "Le norme sul processo breve valgono per tutti i cittadini ed erano attese da anni".
Parabola significa: che la legge sui processi brevi è la lampante prova che Berlusconi non crea ad arte leggi ad personam.
Se poi, accidentalmente, gli dovesse capitare che qualche suo processino possa fruire del suo dettato, beh si tratterebbe soltanto di casualità....

Tutti i reati destinati ad andare in prescrizione
:
"abuso d'ufficio, corruzione semplice e in atti giudiziari, rivelazione di segreti d'ufficio, truffa semplice o aggravata, frodi comunitarie, frodi fiscali, falsi in bilancio, bancarotta preferenziale, intercettazioni illecite, reati informatici, ricettazione, vendita di prodotti con marchi contraffatti; traffico di rifiuti, vendita di prodotti in violazione del diritto d'autore, sfruttamento della prostituzione, violenza privata, falsificazione di documenti pubblici, calunnia e falsa testimonianza, lesioni personali, omicidio colposo per colpa medica, maltrattamenti in famiglia, incendio, aborto clandestino".

NON PASSA IL D.P.E. ALL' ASSEMBLEA REGIONALE SICILIANA E RISCHIA DI CADERE IL SECONDO GOVERNO LOMBARDO



HAMNNO VOTATO CONTRO UDC, PD E PDL(lealisti), A FAVORE PMA E SICILIA(Miccichè)

Il Documento di programmazione economica e finanziaria 2010-2013 della giunta regionale, presentato ieri in Assemblea, non è passato.
I voti del Pd, dell’Udc e dei lealisti del Pdl gliel'hanno impedito, avendo superato quelli a favore dei gruppi Mpa e degi amici di Miccichè.
Lo spettro della crisi, alla Regione, è quindi entrato all'Ars e mette in evidenza il rischio immediato della caduta del Governo Lombardo.
Mentre i novelli avversari pidiellini invitano il presidente a prendere atto dell'evento e chiedono una immediata verifica della maggioranza, non diversa appare la convizione del Pd, il cui capogruppo, Antonello Gracolici, che non era mai apparso pregiudizialmente ostile al governo, ribadisce che, a questo punto "c'è la conclusione del governo Lombardo. E' bene, pertanto, che Lombardo dichiari la fine di questa maggioranza". Deciso pure il parere di Rudy Maira, dell'Udc, secondo cui "il governo Lombardo cade alla prima prova d'Aula non avendo di fatto una maggioranza e facendo emergere che la Sicilia non merita di avere un esecutivo virtuale e lontano dagli interessi di una terra che merita sviluppo e buona amministrazione".
Ragionamento, questo, che don Raffaele respinge con energia, imprecando soprattutto contro il Pdl, il cui gruppo residuo egli ormai considera traditore.
L'assessore al bilancio Di Mauro, ovviamente amareggiato, commenta così l'accaduto:"Desta viva meraviglia e sconcerto il voto espresso da gruppi e parlamentari della maggioranza che, pur di bloccare le iniziative del governo, hanno deciso di fare da ruota di scorta al Pd. Il Pdl dei cosiddetti lealisti, pur presente in giunta con due assessori, si è manifestato con un voto che non ha nulla a che vedere con l’identità e gli orientamenti del partito a cui appartiene. Oggi scriviamo una pagina di reazione agli sforzi che il governo sta facendo per cambiare le regole dei governi precedenti, per cambiare marcia rispetto al passato".
Ciò che sarà, in conseguenza di ciò, cercherà di farlo capire oggi, dopo una notte di riflessione il Governatore...tradito.
Al presidente della Regione ora restano due possibilità: cercare di comporre una nuova maggioranza oppure dimettersi per andare a nuove elezioni. In tal caso si ripeterebbe la chiusura traumatica della legislatura, a due anni dalle forzate dimissioni di Cuffaro, che determinarono la necessità del ritorno alle urne, per scioglimento dell'Assemblea Regionale.

mercoledì 11 novembre 2009

SUSCITA UN VESPAIO DI CRITICHE UN SATIRICO FUMETTO DI ALESSIO SPATARO


OBIETTIVO IL MINISTRO PER LE POLITICHE GIOVANILI GIORGIA MELONI, NEL MIRINO D'UNA SATIRA RUDE E IMPIETOSA




La satira finisce ancora al centro della polemica politica, sollevando le ire del centro destra e la solidarietà del centrosinistra. Stavolta tutto nasce da un libro di fumetti sul ministro della Gioventù Giorgia Meloni, a cura del disegnatore Alessio Spataro intitolato La ministronza, che da una serie di vignette sul blog dell'autore, da novembre sarà in libreria a cura della casa editrice Grrretic.
Forte l'indignazione di Gianfranco Fini e di diversi rappresentanti del centrodestra. La Gelmini, la Prestigiacomo, pronte ad indignarsi, hanno parlato di bieco maschilismo . Da parte del centrosinistra si stigmatizza e s'esprime solidarietà. A tutti risponde la stessa Meloni che parla di "allucinante vicenda" e ringrazia per la solidarietà.

“Mi ero ripromessa di non fare alcun commento su questa allucinante vicenda - ha detto la ministra - ma di fronte alla enorme mole di messaggi di solidarietà che mi ha raggiunto in queste ore, non posso esimermi dal ringraziare tutti. In particolare mi rivolgo alle donne e a tutti coloro che pur non condividendo la mia posizione politica, hanno comunque sentito il bisogno di esprimermi stima ed affetto. Grazie davvero".


L'ACCORDO SUL PROCESSO BREVE RISCHIA DI NON ARRIVARE IN PARLAMENTO


Resta alta la tensione nella maggioranza sul fronte della giustizia. Per tutto il giorno si è atteso che venisse depositato il provvedimento, annunciato dalla maggioranza dopo l'intesa tra Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini per rendere più veloci i processi. Ma fino alla tarda serata di questo testo, negli uffici di Palazzo Madama, ancora non c'era traccia. Margherita Boniver (Pdl) ha invece intanto presentato un ddl costituzionale per reintrodurre l'immunità parlamentare.

Fini: l'intesa regge se si gioca a carte scoperte. L'accordo sul processo breve è destinato a reggere?, è stato chiesto a Fini «Sono convinto di sì, a meno che il testo che verrà presentato non sia diverso nei principi su cui ieri abbiamo concordato, vedremo...», ha risposto il presidente della Camera a Otto e mezzo su La 7. «Se è in contraddizione lo dirò con la stessa schiettezza con cui l'ho detto ieri», ha aggiunto Fini. Si deve giocare a «carte scoperte. Che non si possa dar corso ad una amnistia di fatto è pacifico. Da parte mia non c'è nessuna minaccia... mi è capitato più di essere minacciato che di minacciare», ha continuato il presidente della Camera. «La prescrizione breve, che comporterebbe la prescrizione non tanto dei processi quanto dei reati, sarebbe una sorta di amnistia mascherata».

fonte: IL MESSAGGERO.IT

RUTELLI HA PRESENTATO LA SUA NUOVA "AVVENTURA POLITICA": L'HA CHIAMATA "ALLEANZA X L'ITALIA"


Stamani, Francesco Rutelli, "evaso" dal PD, di cui era stato cofondatore, ha presentato il "suo" nuovo movimento, che ha denominato "Alleanza x lItalia", annunciando che s'inizia «oggi, con tante forze nuove e di esperienza e di convinzione un cammino per aggregare coloro che pensano ad un'Italia democratica, liberale, popolare e riformatrice».
La sede della presentazione di ''Alleanza per l'Italia'' e' stata scelta nel seicentesco edificio nobiliare di 'Palazzo Ruspoli' nella centralissima Via della Fontanella Borghese.
Nonostante la stringata dichiarazione, il fondatore del nuovo movimento si aspetta un allargamento del movimento in tempi abbastanza brevi e una diffusione un po' in tutta Italia.
Tabacci, che del nuovo movimento ha assunto il ruolo di portavoce, ha spiegato:«Vogliamo essere un'alternativa al populsmo che viene seminato a piene mani dal premier e dal suo principale alleato, la Lega. Ma siamo critici anche verso l'opposizione : il Pd è diventato un prolungamento dei Ds, e la corrente giustizialista non ci piace». , «Alleanza per l'Italia , aggiunge l'ex Udc Tabacci, giudica "indifendibile" l'attuale bipolarismo, ed è alla ricerca di nuove strade, perchè siamo convinti che qualcosa si sta muovendo nel paese».
Ad Alleanza X l'Italia, che stranamente ricorda una denominazione accarezzata da Fini in occasione della nascita del pdl, hanno dato già la propia adesione il presidente della provincia di Trento Lorenzo Dellai, il teodem Marco Calgaro, Donato Mosella, Franco Bruno, Carlo Gustavino, Pino Pisicchio, l'imprenditore Massimo Calearo e Linda Lanzillotta, che ha annunciato oggi il suo abbandono del Pd. Gli stanno facendo le fusa altri personaggi, come l'ex senatore del Pdl Paolo Guzzanti e il repubblicano Gorgio La Malfa.
Secondo Lanzillotta, la crisi è iniziata «quando Veltroni ha gettato la spugna. Bersani è stato il punto d’approdo della crisi, che credo irreversibile». Alle primarie, sostiene, si doveva scegliere tra due strade, «se continuare il progetto originario o riesumare vecchie identità, più rassicuranti ma inadeguate. Si è scelta la seconda strada».

S'incatena un esercente davanti a palazzo longano


Da oltre due mesi, attendo che il Comune faccia riparare quel famigerato marciapiedi che, all'angolo tra via Madia e via Gianani, è diventato un trabocchetto per i pedoni che lo percorrono.
Oggi ho appreso che un imprenditore della nostra città, tale Domenico Mirabile ( titolare dell'attività Mail Boxes, servizio spedizione e imballaggio, via Giovanni XXIII ), per potere avere una risposta ad una sua richiesta di autorizzazione per carico e scarico davanti al proprio esercizio, dopo avere atteso inutilmente riscontro per due anni , ha deciso di manifestare la propria protesta incatenandosi davanti a Palazzo Longano. E sembra - dico sembra - che tale plateale esternazione sia servita a qualcosa: l'argomento suscitato da Domenico Mirabile avrebbe trovato posto nell'ordine del giorno della prossima riunione del Consiglio Comunale.
Anch'io avevo pensato di "incatenarmi" e addirittura sdraiarmi sulla scalinata dell'ingresso del Palazzo, ma poi avendo constatato che, prima d'essere ascoltato, avrei dovuto attendere per due anni - tanti quanti ne sono trascorsi per l'esercente - mi sono sbarruato e ci ho rinuncoiato.
Come d'altronde ho rinunciato a credere alle promesse d'intervento fattemi dall'assessore Domenico Scolaro, più volte avvertito della necesità d'i riparare il marciapiede e tutte le volte "garante" che avrebbe provveduto.

SAN MARTINO SARA' FESTEGGIATO A BARCELLONA




In occasione della festività di San Martino, l'associazione Logos organizza la prima degustazione di vini locali, accompagnata dalla salsicciata di carne di cinghiale.
L'evento, il primo del genere per Barcellona Pozzo di Gotto, si svolgerà la sera del 13 novembre nel piazzale Falcone e Borsellino, in prossimità del PalAlberti e del Tribunale.
E' prevista la partecipazione del gruppo folkloristico di Santa Lucia del Mela "Coppola nera".
Durante la serata verrà effettuato un sorteggio di beneficenza.

martedì 10 novembre 2009

A RISOLVERE IL PROBLEMA DELLA PRESCRIZIONE NON BASTEREBBE NEPPURE IL DOTTOR AZZECCAGARBUGLI

Due ore di discussione a Montecitorio questa mattina, al centro del vertice tra Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini sulla riforma della giustizia. Nonostante il lavoro tra Niccolò Ghedini e Giulia Bongiorno per porre in essere un testo condiviso, le distanze tra il premier e il presidente della Camera continuano ad essere notevoli

I maggiori contrasti sono quelli relativi alla prescrizione e la durata dei processi. Soprattutto Fini non accetta che si realizzi una soluzione che vada incontro alle esigenze giudiziarie del presidente del Consiglio il quale però non intende cedere e pretende un un impegno scritto dai parlamentari del Pdl, una carta che il presidente dei deputati non vuole firmare.

I punti sui quali Fini conviene con Berlusconi riguardano al massimo solo la durata massima, sei anni, per i processi. Per il resto la proposta messa a punto dai collaboratori di Berlusconi e Fini si incentrano su questi elementi: in caso di processi per reati con pene non superiori a dieci anni, esclusi reati di mafia, terrorismo o grave allarme sociale come rapina o omicidio, ciascuna fase del processo non potrebbe durare più di due anni in caso contrario interverrà la prescrizione. La norma sarebbe introdotta tramite un disegno di legge d'iniziativa parlamentare.

Altro provvedimento taglierebbe di un quarto dei termini di prescrizione per i procedimenti pendenti relativi a reati di non grave entità commessi prima dell'entrata in vigore dell'indulto. Altri due punti della bozza invece sono relativi alla possibilità per agli uffici giudiziari di svolgere i processi in tempi più brevi. Proprio questo è il nodo maggiore della discordia visto che Fini ha ricordato già come 600 mila i processi cadrebbero in prescrizione con queste nuove norme.

Fonte:(ami) Agenzia Multimediale Italiana -


"Se vogliono migliorare il servizio giustizia siamo qua a dire sì, se vogliono cancellare i processi in corso siamo qua a dire no". Così Pier Luigi Bersani, segretario Pd, ha risposto ai giornalisti a Montecitorio.

Per Bersani "ogni cittadino lamenta la lunghezza dei processi, siamo d'accordo a una riforma che modifichi i meccanismi organizzativi perchè si arrivi a sentenze rapide nel rispetto dei diritti delle vittime, altrimenti non possiamo essere d'accordo. Tutto questo serenamente, perchè è un problema obiettivo. Non possiamo insultare le vittime dei reati per risolvere qualche problema".

Quanto alla dialettica Berlusconi-Fini e alle garanzie chieste dal presidente della Camera, Bersani ha affermato: "Non so come si siano svolti i colloqui. Fin qui ho percepito anche nelle affermazioni del presidente della Camera che c'è l'intenzione di affrontare la riforma della giustizia senza subordinarle alle convenienze".

Fonte:
La Repubblica.it

VENERDI' 13 INCONTRO ALLARGATO AI 108 SINDACI DELLA PROVINCIA A PALAZZO DEI LEONI


ASSIEME AL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA I PRIMI CITTADINI DOVRANNO CONFRONTARSI PER LA FORMULAZIONE DI UN DISEGNO STRATEGICO SUL TERRITORIO PROVINCIALE
IL PO FESR: COS'E' MAI
?

Il presidente della Provincia regionale, Nanni Ricevuto, ha convocato per venerdì 13 novembre , alle ore 10, nella Sala consiliare di Palazzo dei Leoni i sindaci dei 108 Comuni del nostro territorio. All'ordine del giorno:Il disegno strategico di sviluppo del territorio provinciale nel contesto dell'Asse VI del PO Fesr 2007/2013
All'appuntamento parteciperanno l'assessore provinciale all'Attuazione del Programma, Michele Bisignano ed il dirigente alla Pianificazione strategica e mobilità, Franco Alibrandi, che coadiuveranno il presidente sulle iniziative da assumere, coi sindaci, per un piano di sviluppo sinergico.

IL PO FESR 2007-2013 E LE LINEE GUIDA DELL’ASSE 6 APPROVATE DALLA GIUNTA REGIONALE

PO - FESR è l'acrostico di Programma Operativo - Fondo Europeo Sviluppo Regionale.
Al fine di avviare l’attuazione territoriale del Po Fesr Sicilia 2007-2013, che permette di sbloccare fondi per un miliardo di euro destinati alle città siciliane, la Giunta regionale ha approvato le ‘Linee guida dell’Asse 6 Sviluppo urbano sostenibile’ predisposte dal Dipartimento Programmazione.
“Si tratta - ha chiarito il presidente Lombardo - di una parte fondamentale del Programma che consente di accelerare l’attuazione operativa del Po Fesr che interessa le città e i territori dell’intera Sicilia”.
L’obiettivo strategico dell’Asse 6 è quello di promuovere lo sviluppo economico e la capacità attrattiva e innovativa delle città, in un’ottica di sviluppo sostenibile e di integrazione sociale.
Le Linee guida propongono un percorso di attuazione che mette in relazione lo sviluppo urbano con il contesto territoriale, attraverso la costruzione di Piani integrati che possono diventare un punto di riferimento anche per l’attuazione di altri assi del Programma operativo Fesr (Fondo europeo sviluppo regionale) e di altri Programmi regionali che vedono gli enti locali come beneficiari."
“Rispetto al precedente periodo di programmazione 2000-2006 - aggiunge il presidente della Regione - sono molte le novità di rilievo introdotte dalla Giunta. Il nuovo Programma è infatti incardinato sulle politiche europee di sviluppo urbano invece che su quelle di sviluppo locale, cui faceva riferimento Agenda 2000. Adesso, in sintesi, sono le città a essere individuate come i motori dello sviluppo dei processi di rafforzamento della competitività, dell’innovazione e della capacità di attrazione dell’intero sistema Sicilia. Il governo intende impegnare le risorse comunitarie in stretta collaborazione con gli enti locali”.

GRANDE PREOCCUPAZIONE TRA I LAVORATORI ESA PER LA PROSPETTIVA DELL'ELIMINAZIONE DELL'ENTE

UN VOLANTINAGGIO DEI PRECARI E UNA MOZIONE ALLA PROVINCIA RIUSCIRANNO A MUOVERE LE ACQUE A FAVORE DEI LAVORATORI?


...ROBERTO MATERIA

L'Ente di Sviluppo Agricolo, che da tempo è sull'orlo del burrone, rischia di precipitare nel nulla, travolto dalla prossima manovra correttiva per l'esercizio finanziario 2009 della Regione.
Fuor di metafora, per l'ESA sembra giunta l'ora della soppressione, come ente non più confacente alle esigenze dell'Isola, e ciò turba la massa di lavoratori che, a tempo indeterminato e determinato, sono stati finora da esso impiegati.
Di ciò ne abbiamo parlato in altro post, ricordando che a Barcellona esiste da sempre un importante Centro di Meccanizzazione Agricola, con sede a S.Andrea, nell'ex stabilimento Electromobil, dove operano una cinquantina di lavoratori stagionali, oltre alcuni dipendenti fissi.
Sabato scorso, la preoccupazione determinata dalla prospettiva di chiusura, ha indotto tale personale a effettuare un volantinaggio, approfittando della presenza di molti avventori nella vicina piazza dove si stava svolgendo il mercato settimanale.
Ma basta una tale azione dimostrativa per convincere i politici della Regione che si tratta di pane quotidiano strappato a centinaia di famiglie?
I soli precari ESA in tutta l'Isola ammontano a oltre 500 e nessuno sa cosa avverrà di loro.
Mossi da questa stessa preoccupazione, due consiglieri provinciali del gruppo Gioventù della Libertà- Massimiliano Branca e Pino Galluzzo - hanno presentato al presidente Nanni Ricevuto una mozione per un sollecito intervento presso la Presidenza della Regione, inteso a significare la gravità della situazione in cui verrebbero a trovarsi centinaia di lavoratori in seguito alla soppressione dell'ESA.
Facendo riferimento ai dati offerti nel corso di una dichiarazione dal presidente dell'Ente, Roberto Materia, i due firmatari sottolineano"che la chiusura dell’Esa non comporterà alcun risparmio per le casse regionali, poiché come ha fatto presente il Presidente i 23 milioni di euro assegnati dalla Regione insieme agli 11,6 milioni di euro per la campagna di meccanizzazione agricola, vengono utilizzati esclusivamente per il pagamento delle spese correnti dell’Ente (stipendi, contributi, tfr, tasse, utenze, funzionamento), pertanto, la soppressione non porterà a minori spese per il bilancio regionale; che tra l’altro, lo stesso Ente che si vuol sopprimere ha avuto approvato dalla Giunta Regionale di Governo il bilancio previsionale 2008 con un sostanziale pareggio di bilancio".
"Pertanto i consiglieri chiedono al Presidente della Provincia di attivarsi al più presto al fine di tutelare la situazione occupazionale dei cittadini della nostra Provincia; oltre a rendersi portavoce, presso l'Assemblea Regionale, degli interessi legati alla sopravvivenza dell'Ente, poiché, nei territori della provincia, i benefici apportati dall'ESA, agli imprenditori agricoli ed ai piccoli coltivatori messinesi, risultano di fondamentale importanza ai fini di un maggiore sviluppo agricolo locale, attraverso l'aumento della produzione, qualità e cura del territorio".

lunedì 9 novembre 2009

forse abbiamo capito sotto quale tappeto e' finita la monnezza di napoli


Amici di Barcellonablog, non so se vi siete mai chiesto dove sono andati a finire le migliaia di tonnellate di rifiuti che il presidente Berlusconi e Bertolaso hanno fatto togliere dalle strade di Napoli. Io me lo sono chiesto qualche volta senza riuscire a capacitarmi come sia stato effettuato il grande smaltimento di cui il premier s'è sempre vantato. L'aveva messo sotto qualche tappeto. Ma quanto grande sarebbe dovuto essere quel tappeto, per potere nascondere tanto pattume?
Non essendo riuscito a rendermi conto, stavo rinunciando a scervellarmi sugli effetti della bacchetta magica del cavaliere, quando il caso m'è venuto incontro, facendomi incontrare un sito napoletano, gestito da un Francesco - che non sono io - che, grazie ad un'accurata inchiesta, finalmente m'ha risolto il quesito. Meraviglia delle meraviglie, la soluzione, davvero insospettabile, è questa: quella mondezza è finita e continua a finire nei nostri piatti. O per lo meno rischiamo di ritrovarci il succo di quel pattume nei prodotti orticoli che giungono nelle nostre cucine e finiscono sulle nostre mense. Se la cosa vi sembra strana, per sincerarvene cliccate qui: troverete tanto da leggere e tanto da vedere: ovviamente fotografato.

CLICCA:

Dove sono finiti i rifiuti tossici della Campania? Nei cibi che ...

BRUNO TABACCI LASCIA L'UDC E CONVERGE SUL MOVIMENTO DI RUTELLI


ROMA (9 novembre) - Bruno Tabacci, deputato dell'Udc, annuncia il suo addio al partito e l'iscrizione al gruppo misto della Camera. Un passo che lo avvicina al progetto neocenrista di Francesco Rutelli, appena uscito dal Pd.

«Non ho alcun intento polemico verso Casini». Al Corriere della Sera Tabacci spiega la sua scelta parlando di un futuro centro «distante e alternativo al populismo di Berlusconi e della Lega». «Non ho alcun intento polemico verso Casini - aggiunge -: credo che il suo riavvicinamento a Berlusconi sia tattico, non strategico, ma ovviamente non è questa la mia posizione. Mi auguro che con Pier Ferdinando Casini ci si possa ritrovare più avanti; prima o poi, pure lui dovrà ricollocarsi al centro nell'orizzonte di un partito comune; anche perché immagino che ad Arcore non caverà un ragno dal buco. Io comunque con Arcore e dintorni non intendo avere nulla a che fare».

Tabacci parla di «un'alleanza dinamica, aperta al dialogo tra laici e cattolici, distinta ma attenta all'evoluzione della sinistra politica e del Pd», definendo «coerente» l'evoluzione del Partito democratico che ha eletto Pier Luigi Bersani segretario collocandosi «nell'alveo del socialismo europeo». Ma osserva: «In questo senso l'iniziativa di Rutelli è motivata e ineccepibile. Bersani fa il suo mestiere, ma noi dobbiamo fare il nostro».

«Credo sia giusto rafforzare Rutelli», è stato il commento del leader dell'Udc ai cronisti che gli chiedevano un commento sull'addio di Tabacci.

Brano tratto da: Il Messaggero.it

GIUSEPPE LUPO E' IL NUOVO SEGRETARIO REGIONALE DEL PD SICILIANO


LUPO A COLPI DI MATTARELLA SPEGNE LUMIA

Giuseppe Lupo è il nuovo segretario regionale del Pd in Sicilia. Ha ottenuto 122 voti su 123 votanti. L'altro candidato al ballottaggio, il senatore Giuseppe Lumia, che però aveva abbandonato per protesta i lavori assieme ai suoi sostenitori, ha avuto un solo voto.
Dei 180 delegati (71 della mozione Franceschini, 53 della Bersani e 53 di Lumia, candidato autonomo) erano inizialmente presenti in assemblea 175.
Lumia, pur essendosi presentato come autonomo alle primarie, s'era ugualmente espresso a favore di Bersani, che per l'occasione era però ufficiamente rappresentato da Bernardo Mattarella.
Sennonché i delegati della mozione Bersani, già all'indomani delle primarie, ebbero a dichiarare che, nel ballottaggio, avrebbero sostenutola Lupo. Per cui questi ha avuto assicurata la vittoria. La reazione del sen. Lumia di rinunciare al ballottaggio è stata ovviamente dettata dalla delusione provata di fronte al mancato sostegno di Mattarella, che aveva orientato i suoi sostenitori a favore di Giuseppe Lupo.
Questi, una volta eletto segretario, per prima cosa, attenendosi alle modalità espresse in sede nazionale, ha chiesto al capogruppo del Pd all'Assemblea regionale, Antonello Cracolici, di rimettere il mandato a disposizione del partito ," così come era stato fatto nel parlamento nazionale.
La resistenza a tale invito è stata immediata ed energica «Non facciamo gli ipocriti – ha detto Graclici - chiedermi di rimettere il mandato com’è avvenuto a Roma è un atto di furbizia che serve per nascondere la verità. Soro e Finocchiaro hanno rimesso il mandato perché questo è stato deciso un anno fa all’atto della loro riconferma nei rispettivi ruoli di Presidenti dei gruppi Pd di Camera e Senato, quando è stato deciso che la loro durata avrebbe avuto una verifica al congresso che si è appena celebrato. Io, invece, sono stato eletto senza nessun termine, anzi i deputati regionali sanno, a partire da Anna Finocchiaro che ha partecipato alla mia elezione nella qualità di componente del gruppo Pd all’Ars, che non volevo accettare la carica di capogruppo».

E'evidente che la sostituzione di Antonello Cracolici è stata concordata fra Giuseppe Lupo e Bernardo Mattarella, il quale avrebbe dato l'appoggio a patto di prendere il posto di Cracolici all’Assemblea regionale siciliana. Se così è stato veramente, l’abbandono da parte dei delegati della mozione Lumia sarebbe frutto di stizza e di sfiducia, tanto da fare apparire la rinuncia al ballottaggio di Lumia di "sapore" afgano. Mentre l'operazione tra Lupo e Mattarella sarebbe stata di pura marca....demo...cristiana. "Tu mi dai una cosa a me, io ti do una cosa a te".

CARICABATTERIE DIFETTOSI FABBRICATI IN CINA PER NOKIA SARANNO SOSTITUITI



HELSINKI, 9 novembre (Reuters) - Nokia, produttore di cellulari numero uno al mondo, ha annunciato oggi che sostituirà 14 milioni di caricabatterie fabbricate dall'azienda cinese Byd, spiegando che potrebbero andare in pezzi e rischiare di dare la scossa.

"Stiamo intraprendendo questo programma di scambio come misure preventiva e precauzionale. Non siamo a conoscenza di incidenti o casi di persone ferite in relazione a questi tre (modelli di) caricabatterie", ha detto il portavoce di Nokia Doug Dawson.

Nokia ha detto che Byd sosterrà tutti i costi della sostituzione. Il costo medio di vendita di un caricabatterie ai fabbricanti di cellulari è di circa un dollaro.

"La plastica che copre i caricabatterie in questione potrebbe allentarsi e staccarsi, scoprendo i componenti interni del caricatore e provocando un rischio potenziale di scossa elettrica se si toccassero certi componenti interni mentre il caricabatterie è inserito in una presa", ha spiegato l'azienda finlandese.

La portavoce di Byd Jasmine Huang ha detto che la società diffonderà nelle prossime ore un comunicato sulla sostituzione.

"Nel corso di test interni, abbiamo scoperto che i caricabatterie potrebbero avere qualche problema", ha detto a Reuters.

Nokia ha riferito che i caricabatterie BY AC-3E e AC-3U, fabbricati tra il 15 giugno e il 9 agosto, e AC- 4U, prodotti tra il 13 aprile e il 25 ottobre, saranno sostituiti.

Nokia raccomanda ai clienti in possesso dei caricatori in questione di non usarli più e di farseli sostituire gratuitamente.

domenica 8 novembre 2009

L'ALLARMISMO MEDIATICO COMPLICA LA SITUAZIONE NELL'ATTUALE PANDEMIA INFLUENZALE


MILANO (Reuters) - Per il presidente della Commissione vaccini della Società italiana pediatri l'influenza H1N1 è un virus mediatico e l'attenzione che gli dedicano i mezzi di informazione è del tutto ingiustificata.

"Questo è un virus mediatico", ha detto il dottor Alberto Ugazio intervistato alla radio Cnr media. "Non discuto il fatto che ci si trovi di fronte a una pandemia e che questa provochi vittime, ma l'esposizione sui mass-media è del tutto ingiustificata".

"Basti pensare che l'influenza stagionale causa un numero di morti dieci volte superiore -- sono le dichiarazioni del medico ai microfoni di Cnr media secondo quanto riportato sul sito dell'emittente -- E anche tra i bambini la normale influenza causa ogni anno decine di decessi che però non fanno notizia".

Ieri ha avuto ampio risalto la notizia del decesso di una bimba di 8 mesi, positiva al virus H1N1, all'ospedale Cardarelli di Napoli per una polmonite bilaterale. Sempre ieri il bollettino quotidiano emesso dal ministero della Salute, ha comunicato che i casi stimati in Italia sono 785.000, con 161 ricoveri e 29 decessi sinora, di cui 11 in Campania. La quasi totalità delle vittime aveva patologie gravi pregresse all'influenza: diverse delle vittime erano affette da tumori in fase terminale.

"Anche le ipotesi di una mutazione del virus sono scontate e creano solo allarmismo", dice il dottor Ugazio. "I pericoli qui sono altri: cominciamo a vedere medici che negli ospedali non riescono ad assistere malati gravi perché i servizi essenziali sono assaliti da presunti malati".

"Ai genitori ripeto: se il vostro bambino ha la febbre, tenetelo a casa", conclude il suo intervento alla radio il presidente della Commissione vaccini della Società italiana pediatri.

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BERLUSCONI OCCUPATISSIMO NELLA "CAMPAGNA ACQUISTI E CESSIONI" PER LE PROSSIME ELEZIONI REGIONALI


UMBERTO BOSSI AVANZA RICHIESTE CHE NON TUTTI NEL PDL RITENGONO OPPORTUNE

Ai non pochi problemi di natura strettamente personali, di cui Berlusconi non riesce a fare a meno di preccuparsi, attualmente si accavalla quell'altro in prospettiva della "campagna acquisti e cessioni" per la composizione di alleanze utili a fargli affrontare le elezioni regionali della prossima primavera.
E' di qualche giorno l'incontro del cavaliere con Casini, mirato ad un recupero dell'ex alleato politico, che stando alle dichiarazioni di Pierferdinando, in effetti, si sarebbe risolto con una semplice, anche se cordiale, "stretta di mano".
. «Abbiamo ribadito al premier che alle regionali andremo da soli: se ci saranno eccezioni le valuteremo con i nostri dirigenti locali», ha riferito il segretario nazionale Udc Lorenzo Cesa nella conferenza stampa tenuta assieme a Pier Ferdinando Casini, al termine dell'incontro con Silvio Berlusconi a Palazzo Chigi.
«In un'ora e mezzo di incontro con il premier - ha aggiunto Casini -. abbiamo parlato di regionali solo per 5 minuti con Berlusconi. L'incontro è stato cordiale, i problemi sono politici e in questo anno e mezzo le posizioni si sono divaricate ancora di più. Riconosco al premier di essere stato concreto perché non ci ha posto questioni che avrebbero avuto risposte ovvie».
Ad occupare il partito di Berlusconi intanto sono specificamente le candidature per le regionali. «La settimana prossima – assicura il coordinatore nazionale del Pdl, Denis Verdini – chiudiamo con la Lega e poi cominciamo il lavoro vero e proprio sulle singole regioni». Bossi ha avvertito però subito che "Veneto e Piemonte spettano alla Lega", lasciando a Berlusconi la possibilità di trovare un accordo con l'Udc.
Che, come visto, non ha prospettive rilevanti.
Sulla pretesa del senatur di avere garantiti due "governatorati" nelle regioni el Nord, Verdini spiega diplomaticamente che «non c'è nessuna pregiudiziale».
Più esplicito è invece il capogruppo a Palazzo Madama Maurizio Gasparri che definisce eccessiva la richiesta di Bossi e spiega che "Va bene il Veneto, ma in Piemonte l'esito non è scontato e quindi bisogna valutare se bisogna correre con un candidato della Lega oppure uno del Pdl».
Per l'altro ex An, ministro deIla difesa Ignazio La Russa , comunque, "su Veneto e Piemonte alla Lega Nord non c'é nessun accordo, ma soltanto dei legittimi desideri espressi da Umberto Bossi".

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