sabato 7 febbraio 2009

GIORNATA DI PROTESTA AL LICEO SCIENTIFICO "MEDI" DI BARCELLONA


Avevo parlato di disagio giovanile, ovviamente in senso generale.
Ma ecco che oggi, proprio nella nostra città, si registra qualcosa che mi dà spunto a riparlarne. Solo che si tratta di una delle cause che mettono a disagio buona parte della nostra gioventù. E' lo stato di fatiscenza e d'inadeguatezza in cui vengono lasciate le scuole, in modo particolare gli edifici che ospitano le scuole suoperiori.
Ed ancora più particolarmente quelli - tutti privati e pagati a suon di dispendiosi affitti - destinati al liceo scientifico "Medi" di Barcellona, uno degli istituti maggiormente affollati del comprensorio.

Stamattina, in seguito ad incidenti subiti da due alunni nell'ambito di tale scuola - che praticamente è sparpagliata in cinque diverse ubicazioni per mancanza dell'indispensabile plesso unico - gli studenti hanno deciso di protestare, sostenendo che non ce la fanno più a continuare la loro attività scolastica in posti divenuti poco affidabili. I due ragazzi incidentati- un maschio ed una femmina - hanno dovuto ricorrere alle cure del pronto soccorso: il primo per essere scivolato nel cortile, in cui si ripiega per l'ora di ginnastica in mancanza di una palestra; l'altra per avere subito una storta nel percorrere la scala d'emergenza per raggiungere il piano terra.
Gli studenti, che lamentano l'esistenza di aule soggette a infiltrazioni d'acqua in edifici disponibili per natura inadeguati, stamani si sono fermati davanti all'edificio centrale del Liceo "Medi", quello che per intenderci ospita la presidenza, e in maniera silenziosa hanno fatto capire al preside che la loro protesta sarebbe continuata se non si fosse provvedutoo ad agitare con fermezza il problema presso la Provincia, che ha competenza nel gestione delle scuole siperiori.

Il preside ha ricevuto una delegazione e, consapevole della gravità della situazione, avrebbe condiviso con gli studenti l'opportunità di organizzare una manifestazione presso la sede provinciale, in maniera da contattare il presidente Ricevuto e ricordargli la responsabilità dell'Ente Provincia in ordine a questa insostenibile situazione.
Ormai da anni, il liceo scientifico di Barcellona viene buggerato con promesse di soluzioni radicali, mediante progettazione e costruzione di un plesso ad hoc. S'è addirittura giunti, ai tempi della Presidenza Leonardi, a formulare una bozza di bando di concorso per tale costruzione, che legato ad un leasing bancario avrebbe dovuto affrontare e risolvere il problema. Solo che la richiesta leasing era talmente campata in aria da non riuscire ad avere seguito. E così, per la costruzione del plesso, siamo a punto e a capo.

COME SI POLITICIZZA UN CASO PIETOSO, PER UN TORNACONTO PERICOLOSAMENTE AMBIZIOSO

Talebani di governo contro il Colle

C.R., 06 febbraio 2009, 19:05

Talebani di governo contro il Colle Sul caso di Eluana Englaro si consuma uno scontro istituzionale gravissimo tra esecutivo e Quirinale. Il Consiglio dei Ministri prima approva in extremis un decreto per fermare i medici nonostante il no del Colle, poi in serata si riunisce per presentare una legge da portare alle Camere. Il premier minaccia: "Se necessario cambio la Costituzione". Il Capo dello Stato incassa il sostegno da Fini e da tutto il centro sinistra dentro e fuori dal Parlamento. "Deluso", al contrario, il Vaticano. In piazza per la vigilanza democratica

Lo Stato, non quello di diritto ma quello proprietario val bene qualche compromesso sottobanco con la Lega e con il Vaticano e poco importa se per restare in sella si deve calpestare la Costituzione. È quello che nel suo intimo, pensa Silvio Berlusconi che, per mettere in salvo il suo esecutivo dalle fibrillazioni interne ha accontentato la Lega nord nella sua smania giustizialista contro gli immigrati facendo approvare dal Senato in quattro e quattr'otto un disegno di legge xenofobo e repressivo. E, in cambio dell'accondiscendenza dell'oltre Tevere ha barattato lo Stato di diritto con l'accanimento terapeutico mascherato da "difesa della vita" di un corpo costretto a vegetare.
Perché di questo scambio si tratta e perché per mantenere questo simulacro di democrazia eterodiretta tra Casa Arcore e Via della Conciliazione il premier in carica non ha esitato ad aprire un conflitto senza eguali dalla nascita della Repubblica Italiana tra potere Esecutivo, Capo dello Stato, Magistratura e Parlamento.
L'antefatto lo conosciamo tutti: il corpo di Eluana giace su un lettino a Udine, nella clinica la Quiete e oggi i medici si apprestano a iniziare quella lenta procedura che porterà a staccare la spina fra circa una settimana. Ci sono voluti anni di battaglie condotte dalla famiglia Englaro per veder rispettate le volontà di quella giovane donna; tre gradi di giudizio da parte della magistratura; mentre imperversava la polemica nel paese e il parlamento si arenava non riuscendo a partorire un testo di legge condiviso.
Poi, la boutade del decreto legge governativo. Una firma sotto tre righe di testo che vietano di sospendere l'alimentazione e l'idratazione. E la minaccia che se il decreto non passa allora si "forzerà" il Parlamento e financo la Costituzione.
Eppure, il presidente Napolitano aveva speso tute le sue parole per chiedere una legge condivisa su un tema, quello del testamento biologico, che attiene alle sensibilità di ogni singolo individuo, perché tratta di vita e di morte, di libertà e di dignità della persona, di fede e di scienza. Si era spinto fino all'estremo gesto di scrivere nero su bianco una lunga lettera che spiegava al Consiglio dei ministri il perché e il percome delle fondamenta della Carta costituzionale italiana, dello spirito democratico e del principio ineludibile della divisione dei poteri. Tutto per evitare un confronto - scontro la governo e Quirinale, soprattutto quando il paese si trova ad affrontare una crisi economica e sociale senza precedenti. Tutto vano.
Napolitano si è visto strattonare, sbattere la porta in faccia, richiamare all'obbedienza dal "manager" Silvio che non sopporta di non essere accontentato. Ma il Quirinale non risponde all'uomo politico né tantomeno al manager. Risponde alla Costituzione e alla democrazia. E quel decreto, il presidente della Repubblica non lo può firmare perché mancano i requisiti della necessità e urgenza e perché la giustizia si è già espressa al riguardo con il suo massimo organo.
Ma Berlusconi insiste: "Se non ci fosse la possibilità di ricorrere ai decreti legge tornerei dal popolo e chiederei il cambiamento della Costituzione". Perché "la decisione sui requisiti di necessità ed urgenza di un decreto legge spetta al governo, non ad un altro organo". Tradotto, il Parlamento è troppo lento ed è dunque un inutile orpello. Come fastidioso è il controllo da parte del presidente della Repubblica. Se il governo decide - o meglio se lui decide che il governo decida - nessun'altro potere dello stato può sbarrargli la strada.
Un colpo di mano che preoccupa anche Gianfranco Fini, presidente della Camera e numero due del Pdl, il quale non esita a schierarsi con il presidente della Repubblica contro la sua stessa maggioranza. "Desta forte preoccupazione che il Consiglio dei ministri non abbia accolto l'invito del Capo dello Stato, ampiamente motivato sotto il profilo costituzionale e giuridico, ad evitare - sottolinea Fini - un contrasto formale in materia di decretazione d'urgenza".
L'intento del governo è golpista. Un golpe confessionale, sostenuto dal Vaticano. Tant'è che dall'oltre -Tevere giungono le dichiarazioni di "profonda delusione" all'indirizzo del Quirinale. L'allarme è alto: dalla Cgil alle organizzazioni della società civile, dai partiti della sinistra fino al Pd si invita alla "vigilanza democratica". Anche di Pietro dimentica i dissapori col Colle per esprimere la sua piena solidarietà al capo dello Stato. D'altra parte quelle intercorse tra l'ex pm e Giorgio Napolitano sono solo piccole scaramucce rispetto a quanto accaduto oggi per volontà del presidente del Consiglio.
Il 'no' del presidente della Repubblica alla decretazione d'urgenza costringe ora l'esecutivo a cercare una strada alternativa. Il premier Berlusconi ha già espresso l'intenzione di invitare il Parlamento "a riunirsi ad horas" per approvare in due o tre giorni una legge che "anticipi la legge, già all'esame della commissione Igiene e Sanità del Senato che contiene questa norma". Ma i tempi si allungherebbero.
Probabile dunque che già stasera si opti per un disegno di legge governativo (che potrebbe ricalcare il decreto legge di questa mattina), al quale il presidente del Senato Schifani ha promesso una "corsia preferenziale" e sul quale verrà posta la fiducia. Una "promessa" che calpesta le Camere nella loro autonomia.
Se oggi è fallito il pressing sul Colle, domani sarà pressing sul Parlamento e il ddl governativo corredato dall'ormai immancabile fiducia, vanificherà gli ultimi anni di dibattito che ha coinvolto parlamentari, medici, religiosi e giuristi.

Tratto da:AprileOnLine.info




venerdì 6 febbraio 2009

DISAGIO GIOVANILE O DISAGIO GENERAZIONALE?


Ho avviato questo Blog, spinto dall'interesse di continuare ad esprimermi su quanto, degli accadimenti della nostra città, maggiormente mi potesse colpire per sollecitare interventi e chiarimenti ad opera di chi s'è assunto il compito di governare Barcellona e la sua gente.
Di problemi validi su cui poter destare l'attenzione ne ho incontrati parecchi, ma non su tutti sono riuscito ad attirare il consenso di chi, a mio modesto parere, avrebbe dovuto e potuto affrontarli e risolverli. Purtroppo esistono problematiche che, per quanto vitale possa esserne la soluzione, non riescono facilmente a farsi captare, anche perchè probabilmente chi ha tutta l'intenzione di evidenziarle non riesce ad avere la grinta e lo spirito per lucidamente enunciarle. Se poi, a ciò si aggiunge la carenza di disponibilità e di spirito di chi dovrebbe recepirle, si può essere certi che, pur con tutte le buone intenzioni, non s'è fatto altro che perdere tempo.
E ciò, a mio modesto parere, non vale solo per i problemi spiccioli d'ogni giorno, ma anche e soprattutto per le grosse valenze che, anche nel nostro piccolo mondo di provincia, non mancano, soprattutto oggi che non c'è foglia che non tremi al vento della globalizzazione.
Barcellona, pur nella sua modestia provinciale, è anch'essa soggetta agli influssi della globalizzazione ed assiste, come ogni altro centro del mondo, all'ormai straripante avanzare di comportamenti generazionali preoccupanti, con fenomeni di disagio e devianza, che maggiormente colpiscono la fascia più debole: quella giovanile.
Le molteplici sconcertanti notizie di orribili atti di violenza, commessi quasi con incoscienza da giovanissimi, appresi in tempo reale attraverso i media, oggi sembrano scivolare come olio sulla coscienza di questa età adolescenziale, come se a doversene preoccupare spettasse caso mai soltanto agli anziani, i soli deputati ad essere ansiosi. O tutt'al più ai loro genitori, che, a mio modesto parere, fanno parte di quella generazione che - per un motivo o per un altro - stanno allargando troppo la mano sulla loro prole. Concedendo un eccesso di fiducia a giovincelli di 13/14 anni : seguendo una linea morbida, concedendo smisurata larghezza, difendendo a spada tratta il proprio pupillo per male interpretato senso d'appartenenza.
E' ovvio che non tutti i genitori sono così superficiali, verso i propri figli, ma molti lo sono. E questo capita soprattutto in famiglie benestanti.
Di contro, non minore abbandono - anche se d'altro genere e tipo - si registra laddove non si ha il tempo di pensare ai propri figli, tanto dura è la battaglia da combattere per potergli procurare il pane.
E qua può accadere che, al contrario di quelli che stanno bene, questi ragazzi, anche loro lasciati a ruota libera - si sentono in diritto di disprezzare la proprietà altrui: tanto da volergliela togliere con la forza, con conseguenti atti di microcriminalità.
Se però tu, ad uno di questi giovanissimi - senza far conto del rango - volessi chiedere di rivelare il proprio pensiero sul disagio adolescenziale, cosa credi che ti risponderebbe? .
Direbbe - come ho avuto occasione di sentire da più di uno - che il disagio giovanile non è altro che invenzione degli adulti, i quali hanno dimenticato che si tratta soltanto di disagio generazionale, non differente da quello provato da loro in gioventù. Certamente adesso esistono stimoli e rischii diversi, che forse genitori e insegnanti non tengono in debito conto, ma le reazioni dei ragazzi hanno sempre un fondamento, che gli adulti fanno fatica ad individuare.
Certe insofferenze giovanili non sono capite.
"Noi giovani siamo degli incompresi?- si chiede un ragazzo invitato a parlare dei suoi dubbi - Ma lo siamo realmente o lo siamo diventati a furia di sentirci dire da tutti, genitori, parenti, amici più grandi, insegnanti, educatori, che lo siamo?"
"Secondo me - aggiunge l'intervistato - il disagio giovanile non consiste tanto nel bisogno di un ragazzo di appartenere o inserirsi in un gruppo, o di voler seguire la moda, quanto, a mio avviso, nel cominciare a vedere il mondo con occhi completamente diversi. Senza andare tanto in giro, possiamo partire dalla figura del genitore. Fino ai dieci, massimo dodici anni, il genitore è visto come una specie di persona con un potere illimitato. Tutto ciò che dice è vero. Non ci sogneremmo mai di contraddire ciò che è stato detto. Sto parlando, ovviamente, in generale. Ecco che però, intorno ai tredici anni, il genitore comincia a "rimpicciolirsi", il suo potere non è poi così immenso e il ragazzo comincia a contrastare questo potere. Ecco che nascono i primi litigi; le piccole o grandi incomprensioni."
Bisognerebbe partire da qui, per avviare quel dialogo che ridia al ragazzo quella fiducia che sta cominciando a perdere su chi ancora dovrebbe essere il suo maggiore amico. Ma questa è la parte più difficile nel rapporto generazionale.

Francesco Cilona

SARA' RIPARATA ENTRO L'ANNO LA SCUOLA MATERNA GIRASOLE RIMASTA A LUNGO IN BALIA DEI VANDALI.:Il Comune stanzia circa 68.000 euro per i relativi lavori


Finalmente qualcosa si muove per togliere il plesso della scuola materna Girasole dallo stato di abbandono in cui è stato lasciato per anni, a causa d'infiltrazioni di pioggia, che l'avevano reso inagibile.
Sgombrato, il bell'edificio era intanto finito nelle mani d'un vandalismo che l'ha ridotto nelle condizioni pietose, più di una volta denunciate da Barcellonablog.
Adesso, nel sito del Comune, finalmente viene annunciata l'apertura di un bando di gara a pubblico incanto, per l'esecuzione di lavori di manutenzione straordinaria: appunto nella scuola materna "Girasole".
Si tratta, ovviamente, di lavori edili, da appaltare per un importo complessivo di € 67.611,86, iva esclusa, compresi gli oneri di sicurezza non soggetti a ribasso, pari a € 2.028,36. Finanziati direttamente dal Comune.
Il termine di ricezione delle offerte proposte dai partecipanti alla gara, scade inderogabilmente il 9 marzo 2009. Il giorno successivo, alle ore 10, in prima seduta pubblica presso la sede dell'Ufficio Lavori Pubblici, a Palazzo Longano, ci sarà l'appuntamento per l'apertura delle offerte, alla presenza dei legali rappresentanti dei concorrenti ammessi al bando.
Intanto è auspicabile che nell'iter burocratico non si presentino intoppi che possano ritardare l'avvio dei lavori, per la cui esecuzione il bando concede 120 giorni dalla data di consegna. Se tutto andrà liscio, potrebbe essere possibile che per il nuovo anno scolastico, quella che è stata la più bella scuola materna cittadina torni ad essere in grado di ripigliare la sua utilissima attività in favore dell'infanzia cittadina, che tanto ha bisogno di essere assistita ed educata.

giovedì 5 febbraio 2009

LA LEGA NORD, DOPO LA BATTUTA D'ARRESTO DI IERI, SI RIFA' NELLA SEDUTA ODIERNA A PALAZZO MADAMA SUL DECRETO- SICUREZZA



il Senato ha approvato, oggi, un emendamento della Lega Nord che blinda la normativa sulla sicurezza, per cui i medici possono denunciare all’autorità giudiziaria gli immigrati clandestini; le persone senza fissa dimora vanno schedate e viene stabilita da 80 a 200 euro la tassa di soggiorno agli immigrati; sono inoltre autorizzate le ronde istituite dallaLega, purchè non armate.
E' stata, questa, praticamente la rivincita che i leghisti si sono presi, dopo l'onta subita ieri , quando il governo è stato battuto tre volte sui centri di permanenza e sui ricongiungimenti familiari.
Oggi il Senato è andato avanti senza intoppi nelle votazioni dei restanti articoli del ddl sicurezza.E non è stato difficile approvare l'indirizzo duro voluto dalla Lega, che ha toccato persino i barboni, in circolazione in Italia: i quali dovranno essere iscritti in un registro nazionale che verrà istituito presso il ministero dell’Interno.

Secondo la norma, che entrerà in vigore se sarà approvata dalla Camera dei Deputati, gli enti locali saranno legittimati ad avvalersi della collaborazione di associazioni tra cittadini - ronde- al fine di segnalare agli organi di polizia locale eventi che possano arrecare danno alla sicurezza urbana o situazioni di disagio ambientale.Tuttavia, grazie a un emendamento del Pd, primo firmatario Felice Casson, le ronde non potranno girare armate e non potranno cooperare nello svolgimento dell’attività di presidio del territorio, così come era stato previsto invece nel testo licenziato dalla commissione Giustizia del Senato.
Nella stessa tornata odierna, il Senato nella trattazione del decreto sulla sicurezza, ha approvato un emendamento proposto dal capogruppo Udc Gianpiero D’Alia, riformulato e quindi accolto dal governo, che vieta l’apologia o l’incitamento - via Internet o telematica in genere - dell’attività della criminalità organizzata, delle associazioni eversive, nonchè gli incitamenti alla violenza sessuale, all’odio etnico, razziale e religioso.
Infine, però, la mano leghista è diventata di velluto per chi imbratta i muri e i monumenti , avendo tolto il rischio del carcere per i writers, sostituito da semplici multe, ridotte rispetto a quelle esistenti.
Sanzioni amministrative sono previste pure per chi vende a minorenni bombolette di vernice non biodegradabili.
Anche questo è frutto d'un emendamento leghista.

Forse si muove qualcosa per il ripristino di validi collegamenti tra Barcellona e Terme-Vigliatore

FOTO: Il ponte sulla litoranea ed il ponte Termini

Se verranno mantenuti i propositi e le promesse, che sembra stiano andando di pari passo per una soluzione dei collegamenti tra i due Comuni di Barcellona e Terme Vigliatore, sarà possibile sperare sulla validità dell'apporto finanziario dello Stato per la ricostruzione del ponte Termini e il ripristino della litoranea che, ormai da quasi una decina d'anni, è diventata inservibile nel tratto compreso tra Cantoni e Maceo-Marchesana.
Perchè queste promesse avvenissero, è dovuto succedere il cataclisma che, nei mesi di dicembre e di gennaio, martirizzando il territorio dei due Comuni limitrofi, ha reso più che manifesto lo sconcio di una situazione disastrosa, avallata dall'insensibilità di uno Stato pronto a proporre progetti megalomani e a trascurare le impellenti esigenze quotidiane d'una popolazione che, tanto, quando si presenta alle urne, rimane sempre fedele ad una politica infedele.
Torno all'argomento.
Soprattutto per il caparbio interessamento del Sindaco di Terme, coadiuvato in questo dal collega di Barcellona, pare che si sia finalmente riusciti a cogliere l'occasione dall'evento catastrofico per fare intendere finalmente a chi di dovere che dovrebbe finalmente essere giunta l'ora per mettere mano al portafoglio e finanziare i lavori necessari a garantire ai due Comuni infrastruttiìure stabili per il loro collegamento viario, che ha intanto come maggiore ostacolo la pericolosità del Torrente Patrì, assieme alla corrosione del litorale e all'inconsistenza del vecchio ponte Termini.
Nel recente incontro dei sindaci Cipriano e Nania con i vertici regionali dell'Anas, per fare il punto sui lavori di rifacimento del Ponte Termini, il responsabile per la Sicilia orientale, ing. Giovanni Iozza, e l'ing. Marcello Sansone dell'Anas di Catania. nel riconfermare la disponibilità finanziaria di due milioni di euro per la ricostruzione del ponte, hanno chiesto una settimana di tempo per stilare un programma degli interventi da realizzare.
Il sindaco di Terme Vigliatore, al fine di reperire ulteriori fondi per la messa in sicurezza del torrente Patrì, ha espresso l'intenzione di presentarsi a Roma ai vertici nazionali dell' Anas e sollecitarli a non sottovalutare una situazione così minacciosa qual è quella prospettatasi recentemente con la piena del corso d'acqua.
Per quanto riguarda il ripristino della litoranea, a caldo, è stato promesso dal Ministero dell'Ambiente un finanziamento di un milione di euro, che però dovrebbe servire per lavori propedeutici di sbarramentoo e ripascimento. Cioè, un primo intervento che, proteggendo la fascia litoranea, consentirebbe l'avvio alla ricostruzione dell'arteria, mediante la progettazione di un tratto variante all'asse esistente, in parte distrutto dall'erosione marina, in prossimtà dells foce del torrente.
Per quest'ulteriore fase pare che sia previsto un finanziamento di 5 milioni d'euro: Diciamo pare...

mercoledì 4 febbraio 2009

LE ZEBRE IN ESTINZIONE: ORMAI LA SEGNALETICA ORIZONTALE PRATICAMENTE NON ESISTE PIU' E PER TROVARE LE STRISCE PEDONALI NON BASTA IL LANTERNINO.


Camminare a piedi è diventato un rischio. Ce n'eravamo accorti da molto tempo, notando gli impedimenti che spesso costringono il pedone a procedere su marciapiedi insicuri e spesso ingombri. Ne avevamo pure parlato riportando le giuste lamentele di non pochi concittadini, nella speranza che qualcuno del Palazzo si rendesse conto della necessità d'intervenire. Ed era stato un parlare e scrivere "ammatola".
Stasera, però, ci voglio ritornare, su questo ormai trito argomento, perchè m'è capitato di assistere ad un paio d'episodi, entrambi a discapito del povero pedone.
Premetto che si tratta di "aneddoti" tanto reali quanto significativi, che mi sembra giusto riferire in quanto sono la lampante dimostrazione dell' incuria che sta lacerando la nostra città, e non soltanto a danno dei marciapiedi.
Qui, i due fatti riguardano le zebre, ormai giunte al limite dell'estinzione. Parlo delle "zebre della segnaletica orizzontale", in termini semplici delle strisce pedonali, che ormai sembrano sparite... dalla circolazione. Non c'è più un incrocio stradale in cui sia possibile individuare segni che diano la parvenza delle tanto necessarie strisce pedonali, la cui importante funzione dovrebbe consentire al pedone di attraversare una strada, convinto d'essere, almeno legalmente, protetto da eventuali rischii. Stasera, dicevo, ho avuto modo di assistere a due incidenti, mancati per un pelo, proprio dove le strisce, che c'erano state, adesso sono quasi completamente scomparse.
Un signore stava cercando di passare dal marcipaiede antistante il bar Saint Honore' allo spazio pedonale di piazza Duomo, quando un frettoloso automobilista con pizzetto borioso ed arrogante, passando a bordo d'un'utilitaria , non solo se lo stava mettendo sotto le ruote, ma persino poverino l'ha sgridato... perchè quel pedone aveva avuto l'impudenza di passare ... senza tener conto che ormai in quel posto le strisce non c'erano più. Un caso quasi analogo è accaduto poco dopo ad una signora che, all'incrocio della via Roma con via Garibaldi, s'è azzardata di attraversare la strada, attenta a mettere i piedi su strisce obsolete, ma tanto obsolete da non essere state prese in considerazione da un altro automobilista di passaggio, anch'egli con la fregola di correre. Lo stridio d'una frenata e un inevitabile attacco di tachicardia, un'imprecazione della poveretta e un vaff... del bastase di turno. E tutto è finito lì. Senza che una guardia si vedesse nei paraggi.

SCIOPERO IN VISTA PER LE MAESTRANZE PART-TIME DELLA COOPERATIVA CHE GESTISCE I CENTRI SOCIALIZZAZIONE DI BARCELLONA E MONTALBANO ELICONA

Quattro mensilità più la tredicesima, sono le retribuzioni non ancora erogate ai dipendenti dalla Soc. Cooperativa Sociale “UTOPIA”, la quale gestisce, per conto del distretto Socio-Sanitario con capo fila il Comune di Barcellona P.G., i centri di socializzazione di Montalbano Elicona e del medesimo Comune di Barcellona P.G.
Tanto ritardo viene considerato - dalla Camera del Lavoro - assolutamente ingiustificatoo, dato che le risorse finanziarie previste giacciono nelle casse di Palazzo Longano, già da anni.
In un documento, emesso oggi, la CGIL fa presente che "i lavoratori interessati complessivamente sono tredici, con contratto di lavoro part-time, di cui cinque operanti presso il centro di Montalbano El. e otto presso il centro di Barcellona P.G."
Nonostante l'esiguità del numero delle maestranze, "a nulla sono giovate le sollecitazioni presso la Direzione Aziendale della Cooperativa Sociale, la quale sostiene che il ritardo nell’elargizione dei modesti salari mensili è riconducibile al mancato incasso da parte del Comune di Barcellona P.G." Mentre dagli "Uffici del Comune, presso cui è intervenuta la scrivente Organizzazione Sindacale, non s'è riuscito a comprendere la ver a ragiomne dei ritardi, è ovvio che l'unica cosa comprensibile è l’assoluto menefreghismo consumato a danno dell’anello più debole della catena, le Maestranze." Salvatore Chiofalo responsabile CGIL di Barcellona e Angela Passari della Fp/CGIL Messina, firmatari del comunicato, si domandano come mai "la Cooperativa, non interviene presso gli Organi Comunali, a tutela dei propri diritti contemplati dalle norme contrattuali sottoscritti con l’Ente appaltante per fare rispettare le scadenze." In considerazione di quanto accertato e detto, "in data odierna l'Organizzazione Sindacale ha notificato lo stato di agitazione, di tutto il personale, alla direzione Aziendale della Cooperativa Sociale Utopia con espresso avviso che qualora, in tempi celeri, i lavoratori interessati non dovessero percepire le mensilità arretrate e i ratei di 13° si procederà allo sciopero con astensione dal lavoro".

martedì 3 febbraio 2009

AMICI, SIAMO ALLO SBANDO: E' GIUNTA L'ORA DI DARCI UNA REGISTRATA

FOTO: DON BOSCO E I SUOI RAGAZZI

Carissimi ragazzi, sento il bisogno ed il dovere di parlarvi a quattrocchi.
E comincio, questo mio dire, appunto dandovi l'appellativo di "carissimi", perchè sempre tali vi ho considerato nei numerosi anni di scuola in cui quelli della vostra età sono stati affidati alla mia missione di maestro.
Voi, come me, avrete letto o sentito parlare di ciò che sta accadendo in questa nostra Italia, che per carenza di ideali sembra essere rimasta senza più punti di riferimento.
Un po' come una nave in gran tempesta che, abbandonata ai flutti impetuosi, debba procedere a vista senza più una bussola, senza all'orizzonte la luce d'un faro liberatorio. O peggio ancora, come una nave tra i marosi, sulla quale i marinai che dovrebbero reggerne la furia e condurla in porto ballano, cantano, sotto l'effetto di droghe ed alcol, e per divertirsi persino si stuprano.
E' questa l'immagine che si deve dare a questa nostra Patria, resa dal lassismo peggiore della stessa terra che un giorno il grande illustre suo figliolo definì: serva Italia, di dolore ostello, nave senza nocchiero in gran tempesta, non donna di provincia ma bordello?
A questo punto siamo giunti, cari ragazzi, ora che ci sentiamo esortati dal Ministro ad essere cattivi con gli immigrati clandestini, perchè essere buoni con loro è nocivo per noi ?
Siamo già al capolinea, o ci sarà ancora di peggio, dopo che un branco di giovani, spinti dall'effetto di sostanze stupefacenti ed esilaranti, ma anche crucciati dalla noia inculcatasi nel loro animo, vuoto di valori umani, hanno dato fuoco ad un povero ragazzo che, non avendo neppure un letto su cui giacere, dormiva all'addiaccio su una panchina?
Un'aggressione insensata che diventa mostruosamente inumana quando viene festosamente raccontata attraverso gli sms dei cellulari, come atto glorioso.
Ma sì, queste sono teste veramente gloriose! Ora che si vantano della loro insulsa inumanità.
Come voremmo che non succedessero cose terribili, come quella dello stupro collettivo a danno della fidanzata di un ragazzo, che dopo essere malmenato viene chiuso nel bagagliaio della sua macchina!
Come vorremmo che giovani della vostra età, spesso anche benvoluti e coccolati dai genitori, non aggredissero i loro coetani più deboli e isolati per rapinarli di oggetti, che poi in fondo non sono il vero obiettivo di quell'aggresione!
Ma perché avviene tutto questo?
Si sono spesi fiumi di parole, mari d'inchiostro, si sono sentite sentenze di GURU che hanno fatto credere di sviscerare un'intera problematica, si sono rivolte accuse terribili alla Scuola, alla Famiglia, allo Stato, alla televisione, alle discoteche, alla droga, alla malavita.
Tutto s'è detto. E si può dire che tutti questi soggetti abbiano la propria parte di responsabilità.
Si sono insomma individuate le cause, ma non s'è riuscito mai a far alcunché per rimuoverle. Fra tutti, in frangenti del genere, ci si aspetterebbe che la Pietas Evangelica ingranasse per prima la propria marcia e sentisse il bisogno di svolgere la propria Missione in mezzo a questa società alla deriva e che lo facesse con lo stesso spirito dei missionari che partono per il terzo mondo, con lo stesso spirito di carità di quel don Bosco, cui piangeva il cuore alla vista di giovanissimi abbandonati in mezzo alla strada, in una società opulenta e indifferente.
E ch'è? E' finita la carità che spingeva il buon don Giovannino a riscaldare la pancia dei suoi poveri con la castagne bollite?
"Adesso, ci vuole ben altro che le ballotte, diranno i nostri preti attuali, il mondo corre verso il baratro, e noi siamo rimasti in pochi."
Ed è quindi, secondo lor signori, sufficiente chiudersi nelle sacrestie per mettere a posto la propria coscienza impartendo lezioni di catechismo.
La catechesi va bene, ma prima bisogna scendere nella strada e raccogliere, come faceva il padrone della vigna, quanti hanno bisogno dell'Amore del Padre, accogliendo anche gli ultimi arrivati, tutti con la stessa premurosa cura.
Le lunghe prediche in Chiesa, che spesso addormentano fisicamente e spiritualmente, sono più o meno paragonabili ai vistosi parati e agli altri orpelli che sicuramente nulla dicono della povertà del Cristo e della povertà di molte anime, che del Cristo hanno bisogno.

Francesco

lunedì 2 febbraio 2009

SI COMINCIA A TOGLIERE LA SPAZZATURA PUTRIDA / SI PROVVEDERA' ALLA DISINFEZIONE DEI MARCIAPIEDI IMMONDEZZAI ?


Stamattina, verso le 10,30, un autocompattatore della Gesenu ha provveduto a liberare dal cumulo di rifiuti il marciapiede di via Madia che fronteggia il portone dell'Ospedale Psichiatrico Giudiziario.
In quel momento, poichè si stata svolgendo una manifestazione di protesta per affari interni al nosocomio, c'erano diverse persone ferme in quei paraggi, ma allorchè gli operatori ecologici hanno cominciato a prelevare quel pattume, fradicio di pioggia, il fetore esalato è stato tale da fare sparpagliare i presenti. E' stato così immediato quel rivoltante impatto che m'è subito sembrato un deterrente, talmente efficace da potere essere utilizzato per sedare disordini. Un'idea, questa, che m'è tornata in mente quando, più tardi, ho visto in TV i tafferugli tra universitari e polizia. "Invece dei lacrimogeni - ho pensato- basterebbe smuovere un po' dell'abbondante pattume che da Napoli in giù ormai siamo abituati ad accumulare".
A parte questa amara ironia, mi stanno a cuore piuttosto un paio di domande, sicuramente più importanti: "Quali insidie nascondono queste lordure accumulate per tanto tempo?"
"E intanto che si andrà sgombrando il territorio delle masse putrescenti, si provvederà a lavare e disinfettare cassonetti, marciapiedi e piano stradale che per tanto tempo avranno sostenuto tanta sporcizia?"
Per chiudere, la domanda di rito: "Vuoi vedere che, come al solito, calerà il più gelido e squallido silenzio, su questi preoccupati interrogativi?"

PROTESTA DEL PERSONALE PENITENZIARIO DELL'OPG




Bandiere e striscioni stamani, davanti al portone principale dell'Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Barcellona, hanno annunciato una manifestazione di protesta messa in atto dal personale penitenziario col sostegno dei sindacati SAPPE, OSAPP, UILPA,CGIL PP, USPPUGL, CNPP, per una serie disservizi nell'ambito dell'istituto.
Da domani la protesta continuerà ad oltranza, con l'astensione dalla mensa di servizio.
In ordine a tale manifestazione, le OO.SS., pur tenendo conto che la contrazione numerica del personale di polizia penitenziaria attanaglia tutte le aree penitenziarie della Nazione, ribadiscono la necessità di un confronto propositivo e costruttivo col Superiore Ufficio Regionale, nella persona del provveditore Orazio Faramo, al fine di illustrare le ragioni del disagio che spingono la categoria a protestare.
In un documento introduttivo, i sindacati intanto anticipano tali motivazioni, che vanno: dalla pianta organica sorpassata, risalente al 2001 e quindi non rispondente alla realtà lavorativa dell'Istituto, all'assenza del 40% sull'intera pianta organica; dall'aggravio eccessivo sul nucleo traduzioni e piantonamenti, alla programmazione su tre quadranti dei servizi d'Istituto, anzicchè su quattro come previsto dall'accordo quadro nazionale; dall'impossibilità di recupero dello straordinario, al congedo ordinario ancora da smaltire per parte del 2007 e per tutto il 2008; dai pensionamenti effettuati - una trentina - e non compensati, al numero della popolazione detenuta al di sopra delle capacità recettive del nosocomio; ed altre carenze , tra cui l' invivibilità in alcune sezioni.
Di tutto ciò i rappresentanti sindacali intendono parlare con chi di competenza, per un sano e proficuo confronto finalizzato a salvaguardare il mandato istituzionale a garanzia dell'ordine e della sicurezza in Barcellona Pozzo di Gotto.

domenica 1 febbraio 2009

TREMONTI IL TEMPOREGGIATORE SALVERA' L'ITALIA DALLA CRISI ELEFANTIACA?



"Caliti juncu chi passa la china"("piegati giunco perchè passa la piena"). Tu, giungo, che sei flessibile, potrai così uscire indenne dalla furia delle acque.
Sembra che sia questa la filosofia che sta animando il duetto Berlusconi-Tremonti di fronte alla crescente crisi, che ogni giorno che passa diventa sempre più intrattabile.
Mentre in tutto il mondo, a partire dall'America e dagli altri Stati a noi più vicini, si sta cercando di affrontare questa specie di tsumani economico con gli strumenti possibilmente più adeguati, la bella Italia affascinata dall'accattivante sorriso a 32 denti del suo premier, è invitata dal maghetto dell'economia Tremonti a chinarsi come il giunco e attendere che la buriana passi. Si alzerà dopo più fresca e più bella di prima. Solo che questa nostra bella Patria non ha la stessa flessibilità di un giunco, anzi è piuttosto fragile e ingessata, fragilissima per una serie di fattori, non ultime l'ingordiga insensibiltà dei padroni della barca (industrialoni e banchieri) e l'insipiente ingordigia dei nostri uomini politici.
Come scrive Eugenio Scalfari nel suo lungo pezzo domenicale, apparso oggi su "La Repubblica" : "Il governo - di questo bisogna esser consapevoli - la bacchetta magica non ce l'ha. Ma qualche cosa potrebbe e dovrebbe pur fare. L'ha fatto? Lo sta facendo? Lo farà? Quanto, come, quando?
Questa ormai imperiosa domanda gli viene posta ogni giorno dalle categorie interessate, dai sindacati, dall'opposizione, dagli enti locali. Ma una risposta vera e completa non è ancora venuta. Il governo naviga a vista in un mare tempestoso e irto di scogli. Perciò la paura aumenta e con essa cresce la fragilità delle aspettative."

Insomma, altro che giunco che si piega di fronte alla furia delle acque, l'Italia, e con essa il suo Governo, è tutt'al più un fuscello in mezzo alla tempestosa crisi. Un fuscello che chissà dove sarà finito, una volta calmatesi le acque.
Eppure, ancora si è forse in tempo per fare qualcosa di consistente per metterci al riparo. Ecco perchè, incalzando, osserva lo stesso petulante Scalfari, rivolgendosi direttamente al Ministro dell'Economia: "Caro Tremonti, la realtà è questa.... La verità è che lei spera che la nottata passi e che il sistema Italia ne esca vivo. A quel punto lei potrà rivendicare il merito di non aver fatto niente. Un temporeggiatore lungimirante come lo fu il console Fabio Massimo che sfiancò Annibale. Ma la tempesta perfetta che si è abbattuta sul mondo intero non ha niente a che vedere con gli elefanti cartaginesi. Qui il temporeggiatore non serve, ci vorrebbe piuttosto uno Scipione al quale però - mi scusi - lei non somiglia né tanto né poco."

RINCARA LA BOLLETTA DEL TLEFONO: UN BEL MODO PER AFFRONTARE LA CRISI


(ASCA) - Roma, 31 gen - Scatta domani l'aumento del canone Telecom per la telefonia fissa, che ha avuto il via libera dell'Autorita' per le Garanzie nelle Comunicazioni lo scorso 11 dicembre. Il canone mensile ai clienti residenziali, ovvero alle utenze fisse domestiche, passera' da 12,14 euro a 13,40 euro, ferma restando la riduzione del 50% del canone per le categorie agevolate. Il rincaro non sara' applicato ai clienti con i requisiti per ricevere la 'social card'. Il Codacons ha annuncia un ricorso al Tar del Lazio contro il provvedimento. ''L'aumento tariffario - spiega l'associazione - e' a nostro avviso ingiustificato, poiche' a tale incremento non corrisponde un miglioramento qualitativo o quantitativo del servizio offerto all'utenza. Non solo. I costi di produzione per l'azienda non sono cresciuti, semmai sono diminuiti, di conseguenza l'aumento del canone favorira' Telecom e la sua posizione dominante rispetto agli altri gestori, a danno della concorrenza e quindi dei consumatori. Per tali motivi il Codacons proporra' ricorso al Tar, chiedendo la sospensione di qualsiasi incremento tariffario in favore di Telecom Italia''.

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