sabato 30 aprile 2011

L'EMERGENZA RIFIUTI IN UN INCONTRO-DIBATTITO TENUTO ALL'OASI DI BARCELLONA



S'è tenuto, stasera, nel Giardino dell'Oasi di piazza San Sebastiano, un interessante incontro-dibattito sull'Emergenza Rifiuti.
Trattare, in pubblico, un argomento del genere, in una città che ormai da anni è in balia della "monnezza", dovrebbe essere come parlare di corda in casa dell'impiccato, almeno per la coscienza di chi una certa responsabilità sul cattivo andamento del servizio ATO deve pure averla avuta.
Presentati dal moderatore Danilo Salvato, a prefazione dell'argomento clou affidato al relatore ufficiale, sono stati svolti tre interventi esplicativi riguardanti: "Il danno al territorio" a cura di Salvatore Granata di Legambiente Sicilia; "La salute in pericolo", affidato al dott. Pasquale Andaloro di Focal Point- OMS Sicilia; "Il bello che si allontana da noi", descritto dalla docente di filosofia prof.ssa Patria Zangla: la quale tra l'altro ha detto chiaramente di non trovarsi a suo agio in una città non bella, alludendo in maniera non troppo velata a quella in cui stava parlando.
E peli sulla lingua la professoressa non deve averne avuto, neppure quando ha fatto notare che - ancorché invitato - il sindaco della stessa città non era presente all'incontro.
I tre interventi-preludio - tutti di notevole levatura - sono stati coronati da quello del relatore prof. Beniamino Ginatempo, docente di Fisica all'Università degli Studi di Messina, il cui tema "Da rifiuto a risorsa" è stato esposto con tale chiarezza da far comprendere effettivammente quanto sconsiderati siamo stati finora nel trattamento e smaltimento dei rifiuti: del cui valore intrinseco non siamo stati capaci di tenere conto.
Dopo avere messo a fuoco il danno causato dal ricorso ai cosiddetti termovalorizzatori e alle discariche, il prof. Ginatempo ha illustrato - dati alla mano - l'utilità economica e occupazionale offerta dalla raccolta differenziata, che - poiché i rifiuti non si possono distruggere - costituisce l'unica alternativa possibile mirata alla trasformazione e/o al riutilizzo degli avanzi raccolti.
Alle relazioni hanno fatto seguito interventi del pubblico e la proiezione di un video presentato da Pasquale Rosania.

QUANTE NOVITA' IN QUESTA CITTA' A RISCHIO DI PRECIPIZIO



Oggi è sabato e - di sabato - se volessi comportarmi da fariseo non dovrei muovere un dito, neppure per scrivere una virgola.

Ma io sono con Gesù che, a quei "sepolcri imbiancati" disse:" Qual è tra voi quell'uomo che, avendo una sola pecora, se questa cade in un burrone di sabato, non l'afferra e la tira su?".

E pur non avendo pecore da salvare, qualcosa la voglio fare, visto che - di farisei - ancora in questa nostra società ce ne sono troppi.
Quindi scriverò, ancora una volta, di questa nostra città che, anche se figurativamente, sembra correre verso il precipizio.

E scriverò, non perchè sono così stupido da credere che lo faccia per "afferrarla e tirarla sù", ma un po' per tener presente che un po' tutti, se volessimo, insieme, qualcosa di utile potremmo farlo.

M'è giunto un comunicato - firmato da un consigliere comunale - e poiché ne condivido il contenuto lo riporto integralmente:
"Barcellona Pozzo di Gotto - scrive Orazio Calamuneri - vive un momento difficilissimo, sia sotto il profilo economico che sociale. La cronica mancanza di lavoro, la carenza di alloggi per le giovani coppie che si tramuta in forzata convivenza con i genitori, la qualità della vita che si è deteriorata, sta creando un clima nuovo dove si sviluppa l’arte di arrangiarsi pur di sopravvivere rasentando la legalità, mentre la classe politica al potere poco si preoccupa di questo stato di cose. Barcellona P.G. manca di un progetto di sviluppo ad ampio respiro che dia ossigeno ad una città allo stremo. È vero che c’è gente che sta bene, per vari motivi, ma la maggioranza della popolazione è in apnea, boccheggia, soffre, sta male. Manca una politica per le giovani coppie costrette ad affittarsi case salate di prezzo e malsane allo stesso tempo. Alcuni giorni fa un bambino nella culla ci stava restando secco per la caduta di intonaco che lo ha sfregiato. Eppure a S. Venera ci sono 64 alloggi finiti all’80% e sfitti. È uno spreco incredibile che offende chi ne ha bisogno. A Barcellona P.G. i problemi non finiscono mai, e a tutti i problemi esistenti se ne aggiunge un altro, quello che tutte le Assicurazioni stanno lasciando la nostra città, creando altra disoccupazione nel personale che lavora in quel settore e criminalizzando l’intera città. E non si muove foglia. A Barcellona P.G. tutto è ammesso, senza nessuna reazione della classe dominante. Molti cittadini barcellonesi hanno pure rinunciato a curarsi i denti, con quello che costa un dentista e l’ente pubblico quasi inesistente che da appuntamenti a tre mesi, mentre nel settore sportivo la carenza di strutture vedi C/Da Manno ormai è una favola. Mentre le cose non vanno meglio nel Palazzo dove a causa dello sforamento del Patto si Stabilità, la macchina amministrativa va a rotoli, cioè facciamo acqua da tutte le parti. Rimbocchiamoci le maniche e lavoriamo; c’è una città da salvare dallo sfascio totale. Questo nell’interesse superiore di Barcellona Pozzo di Gotto".

Ma nell'interesse di Barcellona, ci sono altre cose da riferire, tra l'altro pubblicate oggi sulla Gazzetta del Sud, a firma di Leonardo Orlando.

E , se avete tempo e pazienza, potrete leggerle: per cui vi consiglio di cliccare qui, e buona DOMENICA.

venerdì 29 aprile 2011

ROBERTO LA TORRE, BARCELLONESE DOC A CAPO DEL CORPO DEI VIGILI URBANI


Nuovo comandante dei Vigili Urbani e nuovo segretario comunale a Palazzo Longano. A coprire i due importanti incarichi è stato chiamato il vice segretario comunale Roberto La Torre, barcellonese puro sangue, il quale intanto al primo piano sostituisce l'uscente segretario generale Gaetano Russo, mentre al piano terra, andrà a raccogliere le fila dell'ormai sparuto esercito del Corpo di Polizia Urbana.
Si tratta di compiti ad interim talmente impegnativi che, per essere affrontati con diligente professionalità, si spera che basti la riconosciuta dedizione di un funzionario qualificato qual è sempre stato il dott. Roberto La Torre.
Pertanto porgiamo al nuovo responsabile dei due prestigiosi uffici l'augurio fervido di proficuo lavoro.

NETTEZZA URBANA ATO ME 2 = MANCANO I QUATTRINI PER PAGARE LE MAESTRANZE E I SINDACATI FP CGIL - FIT CISL - UILTRASPORTI LANCIANO L'ALLARME


FAX inviati a:

PRESIDENTE DELLA REGIONE SICILIANA, ASSESSORATO REGIONALE DELL’ENERGIA E DEI SERVIZI DI PUBBLICA UTILITA’ Dipartimento Regionale dell’Acqua e dei Rifiuti PALERMO , UFFICIO COMMISSARIO DELEGATO PER L’EMERGENZA RIFIUTI IN SICILIA PALERMO, PREFETTO MESSINA, PRESIDENTE PROVINCIA REGIONALE MESSINA , SINDACI ATO ME 2 S.p.A. Loro Sedi, COMMISSARIO LIQUIDATORE ATO ME2 S.p.A. BARCELLONA POZZO DI GOTTO (ME) , MULTIECOPLAST S.r.l. c.da Pietra di Roma 98070 TORRENOVA (ME), CARUTER SRL Via Trento 159 98063 BROLO , EDERA AMBIENTE SC Via Principe Umberto 98056 MAZZARA’ SANT’ANDREA, SICURCOOP SRL VIA C. Violato, 29 98040 ROMETTA ,PIPPO PIZZO Via Belvedere 98063 MONTAGNAREALE Oggetto: problematiche ATO ME2 ( spettanze dipendenti e continuazione dei servizi di igiene ambientale).

Le scriventi OO. SS., a seguito dell’incontro avuto in data odierna con il Commissario Liquidatore dell’ATO ME2, per discutere in merito al mancato pagamento del personale dipendente dell’ATO medesimo e degli sviluppi relativi ai servizi ambientali inerenti lo stesso ambito, visto l’approssimarsi dell’ 08 maggio data di scadenza della determina Commissariale n. 16309 del 07/04/2011, per scongiurare il licenziamento di circa 280 dipendenti e contemporaneamente il sorgere di problemi igienico – sanitario nei 38 Comuni dell’ambito territoriale ME2; rilevato che il Commissario Liquidatore dell’ATO ME2, ha dichiarato che è nell’impossibilità di procedere al pagamento dei circa 80 dipendenti e che per quanto riguarda l’ eventuale proroga, è nelle stesse condizioni, in quanto l’ATO non ha finanze proprie a causa del mancato pagamento delle bollette TARSU degli utenti; considerato che gli stessi dipendenti debbono ricevere le mensilità di gennaio, febbraio e marzo 2011, e che la situazione igienico dei 38 comuni solo da qualche settimana è migliorata a seguito dell’intervento del Commissario Straordinario; Tutto ciò premesso e rilevato, si chiede un’incontro urgente con gli spett.li Enti di cui in indirizzo, onde evitare il crearsi di nuove gravi situazione che potrebbero sfociare in azioni di lotta da parte delle maestranze impegnate nell’ambito territoriale dei 38 Comuni, nonché per evitare l’interruzione del servizio che avverrebbe a causa della scadenza dell’ordinanza dell’Ufficio del Commissario Delegato per l’Emergenza Rifiuti in Sicilia – Soggetto Attuatore – Ing. Domenico Michelon. Si chiede, altresì, il pagamento delle spettanze dovute ai circa 80 dipendenti della società d’ambito, cosi come anticipate per i dipendenti delle ditte che gestiscono il servizio. In attesa di sollecito riscontro, si coglie l’occasione per inviare Distinti Saluti. FP CGIL - FIT CISL - UILTRASPORTI

F.to C. Pino F.to E. Testa N. Musca

giovedì 28 aprile 2011

CARO CITTADINO, NON STARE MALE, ALTRIMENTI TI FREGO



Caro cittadino, dal 15 aprile 2011 per ritirare un farmaco equivalente dovrai pagare un importo corrispondente alla differenza tra il prezzo al pubblico del farmaco che ti viene consegnato ed il nuovo prezzo di rimborso stabilito dall'AIFA. Tale novità è prevista dalla legge 122/2010 che ha modificato il meccanismo del sistema del prezzo di riferimento dei medicinali equivalenti.

E' questa la prima parte della tabella sopra riportata, che è stata esposta in farmacia, per avvertire i cittadini che se vogliono risparmiare ricorrendo ad un medicinale "equivalente" devono pagare... di più.
Intanto, per chi non lo ricordasse, si definisce farmaco equivalente quel medicinale contenente uno o più principi attivi il cui brevetto sia scaduto, per cui è copia bioequivalente di una specialità medicinale regolarmente in commercio.
Può essere prodotto da industrie farmaceutiche che, non avendo affrontato il costo per la ricerca e per il brevetto, sono state finora in grado di prezzarlo in maniera più contenuta.
Questo particolare ha reso più conveniente l'acquisto.
Ma ecco che, recentemente, l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), ente deputato a controllare l’immissione in commercio dei farmaci, ha deciso di ridurre radicalmente i rimborsi dello Stato per tale tipo di farmaci ‘concessi dalla mutua’, ossia quelli prescritti dal medico di famiglia e pagati dal Sistema Sanitario.
A partire dal 15 Aprile 2011 è entrato in vigore un listino, pubblicato sul sito www.agenziafarmaco.gov.it, nel quale, per ciascuno dei 4.188 farmaci generici a prescrizione, si è stabilito il nuovo costo che lo Stato è disposto a pagare. Di conseguenza le aziende produttrici di farmaci generici sono state invitate ad abbassare i prezzi dei prodotti, adeguandoli ai rimborsi, con riduzioni che raggiungono il 40% del prezzo originale.
I tagli richiesti sono però apparsi sostanzialmente insostenibili, soprattutto per le aziende più piccole, che non possono contare su volumi di produzione ampi e che potrebbero essere costrette a ritirarsi dal mercato italiano. Tanto che Farmindustria, per voce del presidente Sergio Dompè, ha prospettato il rischio di perdita di migliaia di posti di lavoro, derivante dallo spostamento della produzione all’estero da parte di molte aziende farmaceutiche italiane.
Stando così le cose, se non si arriverà cioè ad un ridimensionamento dei tagli, il minimo che potrà accadere sarà un grave scotto per noi cittadini, che avendo necessità del farmaco, dovremo sobbarcarci l'onere della differenza imposta dallo Stato.
Evviva a Tremonti e a Berlusconi, che non hanno mai inteso mettere le mani nelle tasche dei citadini: a loro basta svuotarci il portafoglio, se per caso ne abbiamo uno.

MARSILI: CHI E' MAI COSTUI?


QUI SI PARLA DI UN GIGANTE MARINO - IL VULCANO MARSILI - SECONDO PROSPETTIVE CONTRASTANTI

Il susseguirsi di fenomeni sismici - spesso lievi - nella fascia tirrenica comprendente i golfi di Milazzo e di Patti - quella per intenderci al cui orizzonte stagliasi l'arcipelago eoliano - sembra avere toccato "il culo alla cicala" per dar voce a chi sembra compiacersi allarmare la gente.
Ed ecco che è tornato di moda rovistare nei fondali del Tirreno, al largo delle isole di Lipari, per fare emergere da quelle onde la minaccia di uno spaventoso gigante, finora in letargo, e forse già in dormiveglia se non addirittura talmente sveglio da costituire una minaccia imminente per le coste: non solo della Sicilia, ma anche della Calabria e della Campania.
E' Marsili, il più grande e il più insidioso dei vulcani europei che, invece di ergersi dalla terra ferma, s'innalza per ben tremila metri dal fondo marino fino ad arrivare in altezza a 450 metri sotto il livello del mare.
"La sua struttura è imponente, essendo alla base lunga 70 chilometri e larga 30.
Si tratta quindi di "un mostro nascosto di cui solo gli scandagli hanno rivelato il vero volto".
"Intorno si sono osservate diverse emissioni idrotermali con una frequenza ultimamente elevata e proprio queste, unite alla debole struttura delle pareti, potrebbero causare crolli più inquietanti della stessa possibile eruzione. Di recente sono stati registrati due eventi, per fortuna contenuti".
«La caduta rapida di una notevole massa di materiale — spiega il prof. Enzo Boschi, noto vulcanologo italiano — potrebbe scatenare un potente tsunami che investirebbe le coste della Campania, della Calabria e della Sicilia provocando disastri».

Mentre esperti sismologi e vulcanologi esprimono timori - senza tuttavia volere creare allarmismi - prospettando il pericolo, anche imminente di tsunami devastanti - c'è invece chi considera il Marsili un gigante che - con un approccio meno diffidente - potrebbe costituire una benefica fonte d'energia alternativa.

C'è infatti una società (la Eurobuilding SpA,), che grazie all'apporto di esperti nazionali e internazionali nel campo della geotermia e della geologia marina da 5 anni conduce una serie di ricerche per la definizione delle caratteristiche del campo geotermico del vulcano Marsili.
Dalle ricerche effettuate risulta che il vulcano mette in circolazione attorno a sè "enormi volumi di fluidi ad alta temperatura", che opportunamente captati potrebbero essere utilizzati per la produzoione di energia elettrica.
Per arrivare a ciò si starebbe progettando l'installazione di una grande piattaforma offshore, che diventerebbe un'imponente centrale termoelettrica in mezzo al mare, in grado di produrre energia alternativa quantitativamente pari a quella prodotta una centrale atomica media.

Com'è facile notare esistono, anche per il gigante Marsili, due tipi di approccio: quello di chi lo scruta con preoccupazione e quello di chi crede di poterselo fare amico.

mercoledì 27 aprile 2011

OBBLIGATORIA L'ESPOSIZIONE DELLE BANDIERE IN DETERMINATE RICORRENZE


Chiedo scusa agli amici di barcellonablog se confermo la mia meraviglia per la mancata esposizione a Palazzo Longano delle bandiere italiana ed europea durante il giorno della LIBERAZIONE.
Avendo consultato le norme riguardanti l'obbligo di tale esposizione, mi sono convinto che quanto è avvenuto nella nostra città, in occasione di quella Ricorrenza nazionale, è stato frutto d'una "dimenticanza" che non dovrebbe mai più ripetersi.
E non mi cimento in giudizi più pesanti, perché reputo opportuno credere alla buona fede di chi, in quell'occasione, è stato vittima di tale improvvisa amnesia.

Perché ci si renda conto che - finchè siamo in uno Stato democratico - è duopo rispettare le leggi della democrazia, viene qui riportato nella sua interezza quanto disposto dal Presidente della Repubblica sull'obbligo di cui sopra.

Intanto:
"La bandiera della Repubblica italiana è il Tricolore: verde, bianco e rosso a tre bande verticali di eguale dimensione"
Articolo 12 della Costituzione italiana

La bandiera italiana, al pari di quelle delle altre amministrazioni territoriali, è il simbolo dell'autorità pubblica e lo Stato si esprime in merito al suo utilizzo, oltre che con l'art. 12 Cost., attraverso altre emanazioni, quali la legge n.22 del 5 febbraio 1998, il D.P.R.M. 121 del 7 aprile 2000 ed il D.P.C.M. del 14 Aprile 2006.

Il cerimoniale delle bandiere
Le principali regole per l'esposizione delle bandiere negli enti pubblici

Dove vanno sempre esposte le bandiere ?
Le bandiere della Repubblica Italiana e dell’Unione Europea vanno esposte all’esterno degli
• Organi costituzionali e di rilievo costituzionale
• I ministeri
• I consigli regionali, provinciali e comunali, in occasione delle riunioni degli stessi
• Gli uffici giudiziari
• Le scuole e le università statali
La bandiera della Repubblica italiana e quella dell'Unione europea vengono altresì esposte all'esterno dei seggi elettorali durante le consultazioni e all'esterno delle sedi delle rappresentanze diplomatiche e consolari italiane all'estero


Quando è obbligatorio esporre la bandiera italiana e quella europea per tutti gli altri enti pubblici e istituzioni?
Nelle giornate del 7 gennaio (festa del tricolore), 11 febbraio (patti lateranensi), 25 aprile (liberazione), 1° maggio (festa del lavoro), 9 maggio (giornata d’Europa), 2 giugno (festa della Repubblica), 28 settembre (insurrezione popolare di Napoli), 4 ottobre (Santo Patrono d’Italia), 4 novembre (festa dell’unità nazionale)e nella giornata del 24 ottobre (giornata delle Nazioni Unite) unitamente alla bandiera delle Nazioni Unite.
Le bandiere inoltre vanno esposte in altre ricorrenze e solennità secondo le direttive emanate caso per caso dal Presidente del Consiglio dei Ministri o, in ambito locale, dal prefetto.

Quali sono, nello specifico, tutti gli altri enti pubblici e istituzioni che hanno l’obbligo di esporre la bandiera nei giorni determinati?
Tutte le sedi di Comuni, tutte le scuole pubbliche di ogni ordine e grado, le sedi universitarie e gli uffici giudiziari e di pubblico ministero.

TRA SCOSSE SISMICHE E SCOSSE POLITICHE NON C'E' PROPRIO DA SCEGLIERE

Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta, non donna di province, ma bordello! – Dante Alighieri – Purgatorio – Canto VI ..
MENTRE IL SISMA SCUOTE LA SEDIA IL CAVALIERE SCROLLA L'ITALIA

Credo che, ieri sera a tarda ora - poco dopo le 23 - parecchi di noi abbiamo avvertito la scossa di terremoto, la cui origine, localizzata tra i golfi di Patti e di Milazzo ad una profondità di 8,3 km, ha interessato il territorio di Barcellona Pozzo di Gotto e di parecchi centri compresi tra la costa tirrenica e la fascia collinare peloritana.
Tale movimento sismico, un'ora e mezza prima, era stato preceduto da un'altra scossa più lieve (2,8 di magnitudo), non avvertita dalla popolazione.
Comunque niente danni e pochissima paura.
Evidentemente a questa specie di sequenza sismica, giocoforza, ci stiamo abituando e mi pare che stia avvenendo un po' in troppe cose tale tendenza all'assuefazione: ci stiamo abituando alle montagne di rifiuti, alla trasandatezza dei comportamenti civici e persino alle molteplici disdicevoli esternazioni che Berlusconi, mescendole con lubriche barzellette, ora le spara e subito dopo le nega. L'ultima sua battuta, indicativa e pericolosa, egli l'ha sparata subito dopo il vertice con Sarkozy.
"Fukushima - ha detto il cavaliere - ha spaventato l'opinione pubblica, votare adesso avrebbe fermato i nostri programmi. Nel giro di un paio d'anni riprenderemo il discorso. I contatti fra Enel e Edf intanto vanno avanti".
Ma che cos'è questo Edf, se non l'Électricité de France? Il che è tutto dire: Berlusconi ha ritenuto opportuno tranquillizzare Sarkozy che resta immutato l'accordo per una joint venture paritetica tra Enel e i francesi di Edf, secondo cui è previsto un investimento complessivo tra i sedici e i venti miliardi, per l'attuazione del nuleare in Italia.
Una battuta, questa, che vale molto di più della solita barzelletta sconcia e che deve avere soddisfatto il premier de France.
Un episodio in aggiunta, che dovrebbe rendere maggiormente plausibile l'ira di Bossi, il quale, rendendosi conto della remissione di Berlusconi alla Francia con l'entrata nostra nella guerra in Libia, s'era talmente adirato da affermare che "Siamo diventati una colonia francese. E l'aver ceduto alle richieste di Parigi avrà "conseguenze gravissime" e: "Non è dicendo sempre sì che si acquisisce peso internazionale".
Ma, il cavaliere, che in Italia crede di essere un gigante, si sarà accorto che, in Europa e nel mondo, la sua statura non è affatto tale?
Probabilmente sì, visto che in ambito internazionale indossa la veste del giullare: l'ha fatto, ieri, con Gheddafi baciandogli la mano, lo fa oggi con Sarkosy, esternando ottuse voglie nucleari, e con Obama aderendo alla guerra mirata in Tripolitania.
.............................................................................................FRA GALDINO


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martedì 26 aprile 2011

GIUSEPPE MESSINA: QUARATACINQUE ANNI DI "VERA VITA"


Quarantacinque anni impegnati nell'arte, con la dedizione e la competenza innegabili di Giuseppe Messina, non possono e non devono passare inosservati.
Sarà per questo, quindi, che sabato prossimo - 30 aprile - il quasi mezzo secolo della sua proficua attività verrà festeggiato, con una manifestazione - sicuramente di stima e affetto - promossa e organizzata dal Modicu (Movimento per la divulgazione culturale, sua creatura) e dall'Assciazione Culturale "FilicusArte" di Milazzo, col patrocinio del Comune di Barcellona Pozzo di Gotto.
Luogo d'incontro: il salone dell'Oratorio "Don Peppino Cutropia", della Parrocchia Sacro Cuore di Milazzo.
Pippo Messina, che conosco da quando, ancora coi calzoni corti, cominciava a violentare le tele con un pennello intrigante, produttore di simboliche immagini tra grovigli policromi, in quarantacinqu'anni d'arte è talmente cresciuto, che non basta adesso la sua barba, divenuta ormai candida, a darcene la sua giusta dimensione.
E ciò perchè il Nostro artista galoto, in tutti questi anni della sua vitalissima attività, sorprendentemente è riuscito ad abbracciare il mondo dell'Arte con una complessità tale da destare meraviglia.
Egli, non solo pittore, ma anche scultore di vaglia e autore di poemi...inattesi, è davvero stupefacente.
Di Giuseppe Messina non dico altro, perché se mi mettessi ad elencare tutti i meriti acquisiti per quanto ha fatto e messo in mostra, probabilmente gli farei un torto, offuscando col troppo che stroppia la sua effettiva genuinità.

SALVIAMO LA DEMOCRAZIA "IN FIERI" E MANDIAMO ALLE ORTICHE LA DEMOCRAZIA "IN ATTO"




Anche l'Italia bombarderà.
La decisione è stata presa da Berlusconi, durante un colloquio telefonico con Obama.
Calderoli però asserisce : "Non con il mio voto".
E il Cavaliere ribatte: "Dirò a Umberto che non
potevamo più tirarci indietro".
La Russa ci assicura che non c'è "niente di diverso rispetto a prima".

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Ed anche questa operazione - che non è soltanto dimenticanza del famigerato baciamano a Gheddafi - va catalogata in veste diplomatica nella categoria degli interventi umanitari di questa nostra Nazione che, per dettato costituzionale, non può assumere iniziative belliche.

Sarà pertanto un intervento per salvare la gente dal massacro e darle modo di entrare nel mondo della democrazia.

Che Italia altruista!
Peccato che all'altruismo si stia accoppiando il masochismo interno, visto che strisciando strisciando stiamo mandando alle ortiche la nostra...DEMOCRAZIA.


BARCELLONA POZZO DI GOTTO: LA QUERELLE SULL'OPG "VITTORIO MADIA" NON FINISCE QUI

Opg: Lettera aperta al sen. Marino

Egregio Senatore Marino,

a proposito dell’ormai periodico “gran baccano” che sistematicamente si imbastisce sulla situazione delle carceri di questo Paese e, da ultimo, sui fin qui sempre dimenticatissimi ospedali psichiatrici giudiziari, sarebbe opportuno che finalmente fosse data la parola a chi queste realtà le conosce davvero e vi lavora da gran tempo in condizioni di assoluta carenza di risorse economiche e professionali. Ad essi (ed a quei pochi, ma grandemente benemeriti, gruppi di volontari che hanno costituito le coraggiose, quanto sparute, avanguardie di una società civile sostanzialmente assente e distante su questa come su tante altre questioni tragicamente irrisolte dell’Italia centocinquantenaria) bisognerebbe dire solo grazie!
Veda, Senatore Marino, queste persone sono quelle che da anni chiedono, con tutte le loro forze, che gli O.P.G. siano presi in considerazione per essere messi in condizioni di funzionare e, quindi, profondamente riformati. Sono decenni che tutti, direttori ed operatori, gridano nel deserto, invocando interlocuzioni a livello politico ed istituzionale. È così avvenuto che tutti i manicomi giudiziari (con l’esclusione di quello mantovano che è un vero ospedale e, quindi, tutt’altra cosa!) degenerassero come e più delle carceri. Perché gli O.P.G. erano, sono e rimarranno, nei termini delle normative vigenti, carceri, concepite ed organizzate come tali; carceri dalle quali si vorrebbe (nientemeno!) che facessero assistenza adeguata, cura avanzata, riabilitazione e reinserimento sociale di soggetti resi, nel frattempo, non più pericolosi. Cioè tutto quello che non riescono a fare gli stessi servizi psichiatrici territoriali, le cui disfunzioni e inadempienze sono, appunto, una delle maggiori cause di ciò che è avvenuto negli O.PG. negli ultimi anni!! Come già accennato dianzi gli “addetti ai lavori” hanno, invano, chiesto, pregato, progettato, protestato, cercato di sensibilizzare, aperto le porte dei vecchi manicomi criminali (ai quali, ipocritamente, fu, tempo addietro, cambiato solo il nome, senza sapere, o volere, incidere sulla sostanza) facendovi entrare i volontari, il mondo femminile, insomma la comunità esterna, coinvolgendola in attività prima mai realizzate dentro quelle tragiche mura e cercando alleanze per far sentire la voce dei “dimenticati da Dio e dagli uomini” (voci che nessuno, fuori da quelle mura, ha mai voluto ascoltare!).
Privi, alla lettera, di ogni risorsa, con un personale ridotto ai minimi termini e senza formazione specifica (e costituito, nella componente sanitaria, in larga parte da “avventizi” pagati ad ore o a prestazioni) questi istituti si sono viste assegnate, soprattutto negli ultimi anni, decine e decine di poveracci, indesiderati ed emarginati, provenienti dall’ambiente libero o dagli altri istituti penitenziari destinati ai cosiddetti “normali”. Sono così diventati alla fine (e come poteva essere altrimenti!) delle pattumiere, delle vere e proprie discariche sociali, perché questo si è voluto che diventassero nella assoluta indifferenza ed ipocrisia delle compagini politiche succedutesi al governo del Paese, nell’affaccendarsi vacuo ed inconcludente dei vertici dell’Amministrazione Penitenziaria (fra l’altro sempre tenacemente silenziosa rispetto all’ennesima campagna mediatica), nel pervicace rifiuto di comprendere il problema da parte del “consesso civile” che sempre volentieri rimuove dalla coscienza collettiva i luoghi di segregazione che esso stesso ha creato illudendosi di curare, così, le paranoie diffuse che lo affliggono in questa lunga fase crepuscolare che scandisce i passaggi della post-modernità salvo, poi, dare la stura agli eclatanti lavacri mediatici che rapidamente scorrono, tra una pubblicità e l’altra, in attesa del prossimo motivo di “scandalo” tanto lacrimevole quanto,a sua volta, fugace: quasi un rito collettivo ormai!
Orbene ,Senatore, ci consenta di chiederLe quando la classe politica di questo Paese ritroverà il coraggio di guardare in faccia la realtà, di assumesi le proprie responsabilità e di fare le scelte necessarie attuando quelle riforme che questo stesso Paese attende da troppo tempo? Nel caso di specie gli O.P.G. vanno certamente chiusi, perché assolutamente fuori dal tempo. Chiusi come da decenni grida proprio chi vi lavora, spesso per 8 ore di seguito al giorno in mezzo ai malati in un rapporto di 1 a 80, quando va bene. Malati deterioratissimi che spesso nessuno (ma proprio nessuno, a cominciare da quelli che ora si stracciano le vesti a tutti i livelli !) vuole prendersi in carico. Non può concepirsi l’ulteriore permanenza di istituti diventati assurdi contenitori di relitti umani, iperaffollati, senza possibilità di un minimo di manutenzione delle strutture, di pagare i ricoverati lavoranti (sono questi, tanto per essere chiari, a fare le pulizie, come i detenuti le fanno in carcere), di svolgere tutte quelle attività di cura ed assistenza che sarebbero assolutamente necessari, con pochissimi psichiatri, praticamente senza psicologi e nel sistematico rifiuto alla accoglienza da parte dei cosiddetti territori e delle istituzioni (si pensi alla Regione Sicilia).
Se nei “fatali” giorni pre-natalizi del 2010, in cui il Parlamento è rimasto chiuso per consentire al Presidente del Consiglio di questo ineffabile Paese di rinserrare le fila del suo impalpabile governo e dar vita alla vergognosa campagna acquisti cui, come cittadini, abbiamo assistito attoniti, si fosse dato luogo, per non andar lontano, ad uno sforzo di riforma di questi luoghi (stiamo parlando di circa 1500 persone senza nessun potere contrattuale, esattamente come gli operatori che vi lavorano) forse avremmo risolto la questione senza dare luogo a spettacoli televisivi i quali raccontano, come al solito, solo una parte della realtà (quella che si vuol far vedere) e finiscono invariabilmente per mettere in evidenza, una volta di più, la cronica insipienza di un potere legislativo che volentieri assolve se stesso e riversa, altrettanto volentieri, su chi, in prima linea, cerca disperatamente di tenere in piedi ciò che, nella falcidie di risorse e nel siderale ritardo dell’ammodernamento di strutture ed apparati normativi, non è più gestibile: uno scarico inqualificabile di responsabilità alla ricerca di capri espiatori da dare in pasto ai riti mediatici ossessivamente iconolatrici ed ovviamente assolutori per chi potendo scegliere non ha scelto e potendo fare non ha fatto (a proposito, questo Governo, forse troppo impegnato nella “epocale” riforma della giustizia, è il primo a non aver mai messo nell’agenda della Commissione Giustizia la riforma del codice penale, soprattutto nella parte che tratta delle misure di sicurezza detentive irrogate per motivi di ordine psichiatrico!).

Distinti saluti.

Partito della Rifondazione Comunista Messina

lunedì 25 aprile 2011

CHISSA' PERCHE', OGGI 25 APRILE, A PALAZZO LONGANO NON HA SVENTOLATO LA BANDIERA ITALIANA

Stamattina, passando davanti al Municipio, ho notato che nel prospetto di Palazzo Longano non figurava nessuna bandiera, nè quella tricolore, nè quella dell'Unione Europea.
Intanto, essendo oggi - 25 Aprile - ricorrrenza nazionale della Liberazione, questo insolito particolare m'ha incuriosito molto...

Sono tornato più tardi, per controllare se per caso l'obbligo per legge fosse stato rispettato, ancorché in ritardo, ma nemmeno allora - erano le 12,30 - c'erano le bandiere, assolutamente obbligatorie in edificio pubblico: evidentemente la voglia di Pasquetta deve avere avuto il sopravvento sulla memoria dei tanti sacrifici umani occorsi nella strenua lotta per la riconquista della Libertà.

CLICCA

25 APRILE IN ITALIA - CRONOLOGIA

domenica 24 aprile 2011

CARMELO FAMA', IL POETA DI MALOTO E LA SUA POESIA SU "PASQUA"




Carmelo Famà è il classico poeta nato che , sin da giovanetto, ha sentito vivo l'impulso di mettere in versi - spesso sciolti da orpelli metrici - ciò che gli ha sempre dettato il cuore.
A sostenerlo fino ad oggi nella sua ispirazione, è la sua costante voglia d'esprimersi esaltando la bellezza del Creato, a lode della grandezza del Creatore.

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