
PER  I COMUNI E LE PROVINCE INADEMPIENTI SAREBBE STATO LO STRANGOLAMENTO: PER QUESTO CON DECRETO MINISTERIALE SONO STATE ATTENUATE LE PENALITA'
Cambiano le sanzioni per i comuni e le province che non hanno  rispettato il patto di stabilità interno nell’anno 2010 (le precedenti  sanzioni erano nel frattempo entrate in vigore il 1° gennaio 2011!).
 L’ottavo decreto attuativo del federalismo fiscale,  il decreto legislativo in materia di meccanismi sanzionatori e premiali  relativi a Regioni, Province e Comuni, approvato definitivamente dal  Consiglio dei ministri giovedì 28 luglio scorso,  modifica le penalità per gli enti inadempienti ai vincoli di finanza  pubblica, a partire dagli sforamenti realizzati nel 2010.
 La novità principale riguarda la sanzione più pesante e discussa, relativa al taglio dei trasferimenti in misura pari all’importo dello sforamento effettivo rispetto all’obiettivo patto.
 Era stata introdotta dalla manovra correttiva 2010 e  aveva il pregio di responsabilizzare gli enti inadempimenti, ma nello  stesso tempo era molto più pesante rispetto alla misura precedente che  prevedeva il taglio del 5% dei trasferimenti, e in molti casi difficile  da applicare.
 Così, nel suo primo anno di applicazione la sanzione viene confermata, ma perde la sua forza, grazie ad una clausola di salvaguardia per  cui l’importo del taglio non può superare comunque il 5% delle  entrate correnti (titolo 1 tributarie più, titolo 2 trasferimenti più,  titolo 3 extratributarie) dell’ultimo consuntivo.
 Dopo la soppressione dei trasferimenti statali operata con il  federalismo fiscale, la sanzione si riferisce anche alle “nuove” entrate  del fondo sperimentale di riequilibrio; in caso di incapienza gli enti  locali sono tenuti a versare la differenza allo Stato. Al termine  del periodo transitorio, cioè dal 2014 i tagli saranno operati sul fondo  perequativo.
 La sanzione non si applica nel caso in cui il superamento degli  obiettivi del patto di stabilità interno sia determinato dalla maggiore  spesa per interventi realizzati con la quota di finanziamento nazionale e  correlati ai finanziamenti dell’Unione Europea rispetto alla  media della corrispondente spesa del triennio precedente.
 Altra modifica di minor rilievo riguarda  l’aggiornamento della base su cui si calcola la riduzione delle  indennità degli amministratori, che fa riferimento alle indennità  risultanti al 30 giugno dell’anno 2010, anziché del 2008.
 Possono esultare i 46 comuni (su 2.265), che nel  2010 non erano riusciti a centrare gli obiettivi di finanza pubblica;  essi sono concentrati in Lombardia (15 comuni) e Veneto (8 comuni),  seguiti dalle regioni Campania e Sicilia. Una sola provincia ha sforato  il patto di stabilità.
 Questo, in cinque punti, il quadro sanzionatorio per il mancato rispetto del patto di stabilità dopo le modifiche del decreto premi e sanzioni.
 1) Taglio del fondo sperimentale di riequilibrio o del fondo  perequativo pari alla differenza tra il risultato registrato e  l’obiettivo programmatico e comunque per un importo non superiore al 5 %  delle entrate correnti registrate nell’ultimo consuntivo.
 2) Gli enti che hanno sforato il Patto sono assoggettati al limite  alle spese correnti, che non potranno superare il valore minimo dei  corrispondenti impegni assunti nell’ultimo triennio.
 3) Il divieto di assunzioni abbraccia il personale di ruolo e a tempo  determinato, i co.co.co. e i contratti di somministrazione di lavoro  temporaneo. Sono inoltre vietati i contratti di servizio con soggetti  privati che si configurino come elusivi del blocco.
 4) Divieto di ricorrere a mutui e prestiti per il finanziamento degli investimenti.
 5) Taglio del 30%, rispetto al valore risultante alla data del 30  giugno 2010, delle indennità di funzione di sindaci (o presidenti di  provincia) e assessori e dei gettoni di presenza dei consiglieri  comunali (o provinciali).
 Occorre solo attendere la pubblicazione del decreto premi e sanzioni  in Gazzetta Ufficiale, per poter applicare al bilancio di previsione  2011 lo “sconto” della sanzione.
BARI, 4 AGO - Il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, ha scritto ai governatori delle Regioni del Mezzogiorno per chiedere, tutti insieme, al governo di modificare le regole del patto di stabilita' perche' si possano usare le risorse sbloccate con l'approvazione del Piano per il Sud. ''Noi abbiamo tanti soldi - ha detto oggi parlando ai giornalisti della lettera inviata ai presidenti delle Regioni del Sud - e non li possiamo spendere: questo e' veramente paradossale, dobbiamo rompere il salvadanaio''. (ANSA).
.