sabato 7 luglio 2007

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venerdì 6 luglio 2007

COMINCIANO A RESPIRARE

Finalmente gli alberi di via Roma sono stati sfrondati alla base.
Sarebbe l'inizio di un intevento, più volte sollecitato da questo blog e che dovrebbe avere il suo seguito con la pulitura delle basi dei tigli che costeggiano le centrali vie Operai, Papa Giovanni, Marconi, Kennedy, che lungo la città sostituiscono un tratto della SS113.
La pulizia degli alberi, oltre a costituire un fatto estetico, è anzitutto una liberazione dalla massa di ricettacoli per insetti molesti, quali zanzare e pappataci, che in questo inizio d'estate hanno cominciato a tormentare grandi e piccini.
La disinfestazione, che secondo gli avvisi fatti affiggere dal Comune è stata effettuata nell'ultima settimana di giugno, potrebbe essere stata parzialmente invalidata dalla eccessiva massa di fogliame persistente alla base dei numerosi tigli, già fin troppo sviluppati nelle raificazioni per mancanza della potatura nel periodo opportuno.
Non se la prendano gli amministratori se si insiste nel fare notare che Barcellona ha bisogno di essere trattata in maniera più accurata, soprattutto con la cura del verde e non soltanto incatramando le strade.
Eliminare il dissesto del manto stradale non può che risultare utile e gradito, ma non lo è di meno il trovare pulito e ordinato tutto l'arredo urbano.
Basterebbe andare non molto lontano da qui, in cittadine più piccole della nostra - come Gioiosa Marea o Capo d'Orlando - per rendersi conto dell'abisso esistente, sul piano dell'ordine e della pulizia, fra il nostro e l'altrui ambiente.
Ma cos'ha di meno, rispetto agli altri, la nostra gente per non dover pretendere di vivere in maniera più confortevole e dignitosa?
Può darsi che parte della colpa sia di tutti noi, che, male abituati, contribuiamo a disordinare la città. Ma spesso, anzi sempre, le cattive abitudini nascono dal disordine e dalla trascuratezza ambientale. Ed allora è "il cane che si morde la coda".
Vogliamo provare a spezzare questo circolo vizioso? Proviamo a farlo mettendo la gente di fronte ad un ambiente controllato e ordinato. E, se necessario, ricorriamo alla femminile persuasiva gentilezza delle numerose nuove vigilesse.
E' d'accordo il signor sindaco?

giovedì 5 luglio 2007

ATTENTI A QUEI DUE



Bruno Bagnato e Francesco Pino, i due forzisti lasciati fuori dalla Giunta di Palazzo Longano, non desistono e per fare valere quelli che essi reputano loro diritto si rivolgono al Tar di Catania.
Per riuscire nel loro intento, si richiamano alla legge elettorale regionale per i Comuni, secondo la quale andrebbe rispettata, all'atto della scelta degli assessori comunali, da parte del sindaco eletto, la composizione nominativa della squadra da lui proposta mentre era candidato a primo cittadino. Rispettata ovviamente nei limiti del possibile.
Orbene sia Bagnato sia Pino, entrambi indicati dal coordinatore provinciale, on. D'Aquino, erano inclusi nella corona assessoriale proposta dal candidato a sindaco Candeloro Nania.
All'atto della formazione della Giunta effettiva, il sindaco eletto - ovviamente Nania - avrebbe cambiato le carte in tavola, mettendo da parte non solo i due forzisti, ma addirittura altri tre prescelti. E cioè: Angelo Sottile, Domenico Calabrò e l'on. Angelo Paffumi, figure che durante la campagna elettorale avevano appoggiato la candidatura di Nania.
A giudizio di Bagnato e Pino, il cui ricorso è stato notificato oltre che al sindaco anche agli assessori che hanno preso il posto dei cinque nominativi scartati, il Tar dovrebbe intervenire per sospendere e/o annullare la delibera sindacale del 12 giugno scorso, con la quale Nania ha nominato i dieci componenti la Giunta municipale, perchè sarebbe in netto contrasto con la suddetta legge regionale. Intanto gli assessorati, delegati dal dott. Candeloro Nania continuano ad essere validi, anche se, diciamolo sinceramente, poco o nulla pare stiano facendo di concreto per dare una raddrizzata a questa città rimasta nell'assoluta trascuratezza di sempre.
Post scriptum: A proposito, piacerebbe sapere come hanno reagito in questa occasione gli altri tre "non prediletti".
Fra' Galdino

mercoledì 4 luglio 2007

DIMISSIONI?....NO!

L'ultimatum lanciato dal coordinatore provinciale non sembra scalfire la volontà del trio forzista barcellonese (Domenico Scolaro, Paolo Genovese e Francesco Crinò) di rimanere al loro posto: di assessori i primi due e di presidente del Consiglio il terzo.
Gli animi dei rappresentanti di Berlusconi a Palazzo Longano si sono compattati e, per bocca del capogruppo consiliare azzurro, Salvatore Coppolino, hanno manifestato all'unisono la tenace volontà di rimanere al governo della città del Longano.
Secondo il loro fermo parere, sia i consiglieri sia gli assessori sia il presidente dell'assemblea consiliare sono il frutto della volontà dell'elettorato azzurro barcellonese, e non è giusto che s'intervenga dall'alto per stabilire chi bisognava responsabilizzare nei compiti amministrativi presso il Comune di Barcellona Pozzo di Gotto.
A quanto pare, spunta quella punta d'orgoglio locale che non tollera che si operi più dirigisticamente da Messina, un po' come si era soliti fare anni or sono.
Quindi, nè gli assessori Scolaro e Russo, nè il presidente del consiglio Crinò si dimetteranno, almeno fino a quando non sarà chiarito, alla presenza del coordinatore regionale di Forza Italia, Angelino Alfano, chi effettivamente rappresenta a Barcellona il partito di Berlusconi. La maggior parte degli azzurri del Longano sono convinti comunque che sono i cinque consiglieri eletti a rappresentare l'elettorato azzurro e che quindi deve democraticamente potere contare la loro parola.
Intanto il coordinatore provinciale di Forza Italia, on. D'Aquino, reagisce alla presa di posizione dei ribelli barcellonesi, annunciando che Forza Italia, se perdura l'attuale situazione, non fa più parte dell'assemblea consiliare di Palazzo Longano. Come dire: piena rottura con l'alleato Nania.

martedì 3 luglio 2007

RISCHIANO LA SCOMUNICA POLITICA




Il consiglio comunale di Barcellona deve avere fatto una scelta sbagliata se, su perentoria imposizione di uno degli alleati della maggioranza - leggi Forza Italia -, tre figure di primo piano da esso chiamati ad importanti cariche dovranno immediatamente dimettersi.
Il fatto è questo: i neo assessori Domenico Scolaro e Paolo Genovese (entrati in giunta su sollecitazione dei consiglieri forzisti Salvatore Coppolino, Santi Giunta, Salvatore Imbesi, Angelo Pino) e l'eletto a larga maggioranza presidente del consiglio comunale Francesco Crinò, anche lui di Forza Italia, devono subito mollare gli incarichi affidatigli, se non vogliono essere "banditi" dal partito di Berlusconi.
Il duro monito è stato lanciato dal coordinamento azzurro di Messina, con un comunicato emesso a conclusione di un'animata riunione, tenuta dai parlamentari azzurri della nostra provincia D'Aquino, Beninati, Germanà, Stagno D'alcontres, con la presenza dei forzisti barcellonesi Giuseppe Cannata e Giovanni Pino. Tutti, in definitiva, sono stati concordi sulla opportunità di fare valere una precedente intesa tra Forza Italia e il sindaco Candeloro Nania, sulla scelta di nominativi (Francesco Pino e Bruno Bagnato), sponsorizzati direttamente dal coordinatore provinciale, in occasione della composizione della Giunta comunale.
Nania tuttavia si sarebbe lasciato influenzare da altre proposte, avanzate da quattro dei cinque consiglieri comunali eletti nelle liste di Forza Italia, che, come detto, hanno preferito Scolaro e Genovese, lasciando a bocca asciutta i beniamini del top provinciale. Con ovvio disappunto e deplorazione di D'Aquino e Beninati e conseguente polemica, sfociata alfine nell'adunata della deputazione forzista, dalla quale è uscita la minaccia di estromissione degli eventuali resistenti.

domenica 1 luglio 2007

COSI' .................... E NON COLI'






La selva cresce ai margini delle strade alberate, perchè l'amministrazione comunale continua ad essere cieca e sorda.
Cieca perchè neppure s'accorge che i tigli sono stracarichi di fronde dalla cima alla base; sorda perchè non sente le lamentele che questa noncuranza provoca.
Ma allora continuiamo a bussare, sullo stesso argomento , finchè finalmente qualcuno si deciderà ad aprire occhi ed orecchie.
Stavamo per dire orecchi, ma ci siamo subito frenati e non l'abbiamo detto perchè sappiamo che gli orecchi sono quelli dell'asino.
Ed è nostro costume non offendere nessuno.
Ma allora, cari amici di Palazzo Longano, aprite bene le orecchie, per sentire almeno come la città vorrebbe essere curata. Noi crediamo che vorrebbe essere trattata come si tratta un fiore, perchè la nostra gente lo merita. E non tanto perchè vi ha dato un mare di voti.
Speriamo, però, che non la curiate come state curando gli alberi dei nostri viali.
Fra' Galdino

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