

Si dice che fosse una moto di grossa cilindrata, che nel cuore della notte in un tratto di strada in lieve salita all'improvviso abbia preso la mano al suo guidatore e come una palla impazzita sul panno verde abbia carambolato per cozzare in fine contro un palo elettrico di cemento.
Nessun testimone oculare, oltre al giovane accompagnatore che ovviamente non è in grado di riferire, costretto com'è in un letto del reparto di rianimazione del Policlinico Universitario, in prognosi riservata.
Ci sarebbero le immagini della telecamera, che i Carabinieri di Barcellona devono avere controllato attentamente e ripetutamente. Ma non è chiaro fino a che punto possano essere decisive per una minuziosa ricostruzione dell'incidente. Comunque gli accertamenti sono in corso e avanzare ipotesi di qualsiasi genere sarebbe prematuro, se non addirittura avventato.
Una cosa però bisognerebbe dirla, soprattutto ai ragazzi e alle ragazze che in città si vedono scorazzare su scooters, macchinine, auto mormali, guidando con la disinvoltura di un campione sulla pista di un circuito. Ed è questa: "Giovani, non lasciate che tali gravissime notizie, che gettano nel lutto più sconsolato intere famiglie, scivolino come l'olio sulla vostra attenzione, distratta dalla convinzione che sono tragedie che possono succedere soltanto agli altri o, peggio, offuscata dalla noncuranza verso il valore della vita e dall'incapacità di temere l'insostenibilità di eventuali conseguenze invalidanti."
Questo bisognerebbe fare entrare in testa ai nostri giovani, come bisognerebbe far capire a chi ci controlla che non si deve mai allentare la vigilanza sul comportamento di chi ha la responsabilità di condurre un mezzo sulle strade interne ed esterne alla città.
Fra Galdino