sabato 28 luglio 2007

INDIETRO TUTTA


Che il nuovo "Cutroni-Zodda", per quanto grande e bene attrezzato, sia nato sotto una cattiva stella, non è una novità.
Molte cose, a Barcellona, sembrano essere nate e vissute con una pesante coltre addosso, come si suol dire.
Sarà destino infame, sarà strafottenza o incapacità nostra, fatto sta che, da parecchio tempo, sembra esserci nella nostra città il marchio dell'inefficienza e della rassegnazione.
Ci siamo spesso rassegnati, per esempio, tutte le volte che, per decisione dall'alto, abbiamo visto spegnere le luci di divisioni efficienti nell'ospedale, per improvviso trasferimento delle competenze o dei competenti in altro nosocomio; come d'altronde abbiamo fatto le spallucce, nel momento in cui ci siamo accorti che da anni esiste un costruendo teatro su terreno argilloso, lasciato in abbandono forse per questo motivo, e continuiamo a fregarcene allorché sentiamo proclamare che quanto prima saranno spesi milioni di euro per completare quel monumento a Placido Mandanici : un musicista che la città non ha mai saputo illustrare come merita.
Stando così le cose, non possiamo né dobbiamo meravigliarci se capita che un cittadino infortunato - mettiamo che si tratti di un malcapitato che, adoperando un "cotonfiocco made in China" si ottura un orecchio perché la bambagia s'è staccata dal bastoncino - si presenta al pronto soccorso del "Cutroni-Zodda" e si sente dire che là non c'è niente da fare
e bisogna ricorrere al prontosoccorso di Milazzo, perchè il servizio richiesto il nostro ospedale non è in grado d'espletarlo. O perché il responsabile è in ferie o perchè addirittura quel reparto a Barcellona non esiste più.
Questa è la vita, per Barcellona, e chi dovrebbe migliorarla non se ne cura.
Fra' Galdino

venerdì 27 luglio 2007

IL COORDINATORE CHIOFALO PARLA CHIARO




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Il coordinatore provinciale di "Sinistra Democratica per il socialismo europeo", Salvatore Chiofalo, in merito alle recenti situazioni createsi in Sicilia con il malfunzionamento degli ATO, ha rilasciato un comunicato in cui si legge che: "L’On.le Cuffaro se la prende comoda", perchè il presidente della Regione Sicilia avrebbe "creato, con il suo piano regionale e con tante altre ordinanze Presidenziali, riguardanti la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, contro la volontà di tantissimi consigli comunali che in sede deliberante si erano espressi contro, dei giocattoli mangia soldi dei cittadini, ispirati, tra l’altro, allo sperpero, con la marcata impronta clientelare."
Salvatore Chiofalo sostiene, in particolare, che "Grazie alla formidabile azione del governo regionale dell’On.le Cuffaro e dei suoi sostenitori sparsi su tutta l’Isola, oggi a distanza di poco più di due anni dall’avvio degli Ambiti territoriali Ottimali, i Siciliani vivono in Città e Comuni più sporchi e costi, a carico dei cittadini di tantissime comunità, triplicati." Il coordinatore di "Sinistra democratica" sostiene che , intanto, la Sicilia vanti un primato, purtroppo in negativo: essere tra le regioni di tutta l'Unione Europea "quella con la percentuale più bassa di raccolta differenziata, appena il 3%." A giudizio di Chiofalo, "sicuramente nel panorama siciliano non si può sostenere che esistono ATO buone e ATO meno buone, certo è che l’Ambito territoriale Ottimale ME-2 è il peggiore ed anche il più indebitato."
"Stupisce - prosegue il comunicato - ciò che succede in queste ore. I Sindaci , di centrodestra, dei Comuni più grandi, come quelli di Barcellona P.G. e Milazzo, i quali unitamente alla Provincia Regionale di Messina detengono la maggioranza assoluta della Società d’Ambito, anziché preoccuparsi per cercare di risolvere i tanti problemi del servizio che non funziona e la grave problematica dei debiti che superano abbondantemente i dieci milioni di € che gravano sulle tasche di tutti i cittadini dei Comuni compresi tra Brolo e Villafranca Tirrena, essi sono impegnati alla vigilia dell’assemblea Societaria a spartirsi i posti nel costosissimo CDA."
Il coordinatore di S.D. suggerisce all'on. Cuffaro di procedere "subito a commissariare tutti gli ATO della Sicilia nelle more che venga attuata la riduzione degli stessi da 27 a 14, come previsto dalla Legge e venga restituita ai Consigli Comunali la prerogativa di determinare per i loro cittadini amministrati la pianificazione della tariffa secondo le fasce sociali e il periodo di utilizzo dell’immobile"


giovedì 26 luglio 2007

FREGATO E MAZZIATO


Sentite che succede: un gruppo di tecnici - architetti ed ingegneri - viene incaricato dal Comune di Barcellona Pozzo di Gotto a rielaborare il piano regolatore generale della città, scaduto da alcuni anni.
Siamo all'epoca della conduzione santalchiana e l'allora signore dell'attività politica amministrativa della città confida che il lavoro affidato ad un pool di professionisti, garantito dalla guida dell'insigne professore Giuseppe Gangemi, possa risolvere una problematica che, rimasta trascurata, aveva consentito il boom dell'abusivismo nel territorio comunale.
Da allora sono trascorsi un paio di decenni e, dopo una contorta serie di peripezie e di controversie, finalmente il tanto atteso piano regolatore giunge, finalmente "ristrutturato", in consiglio comunale.
Non si sta qui a rivangare il penoso iter con le sue lungaggini ed inadempienze suggellate da commissariamenti regionali, essendo ormai acqua passata.
Tuttavia si farebbe grave omissione se non si facesse notare che la "montagna" anziché il classico "topolino" ha partorito un mostruoso "ratto"e l'ha scodellato in un'aula consiliare, dove è stato chiamato ad approvarlo uno stanco consiglio comunale, che probabilmente non s'è avveduto della baraonda creata dai nuovi vincoli urbanistici, sconvolgenti intere situazioni per l' indiscriminata ricerca di nuove aree da destinare a servizi pubblici.
Adesso fioccano il malumore ed i rimbrotti. Un'ottantina di ricorsi sono stati presentati al Tar di Catania, da privati,singoli ed associati, che si considerano lesi dall'attuazione del "rinnovato" strumento urbanistico e sono pronti a dare filo da torcere all'amministrazione comunale. Il cui capo, sindaco Candeloro Nania, cerca di parare i prevedibili colpi attrezzando il Comune di uno staff legale, composto di otto avvocati.
Che non si sa se siano stati scelti secondo il criterio "democratico" recentemente suggerito dalla consigliera comunale di Alleanza Siciliana, Lidia Pirri.
Comunque, questo pool legale, quando sarà pagato, con quali soldi sarà saldato?
Sicuramente coi soldi del contribuente, e peggio ancora di quello stesso cittadino che intenta causa al Comune perché si sente fregato dal nuovo piano regolatore.
Come dire: fregato e mazziato, per non dire cornuto e bastonato.
Fra' Galdino

mercoledì 25 luglio 2007

MESSI DI LATO I PROBLEMI DELL'ATO

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Il "carrozzone" cigola, ma nessuno cerca di aggiustarlo.
I sindaci dei comuni del territorio compreso tra Villafranca Tirrena e Brolo, che dell'ATO ME 2
sono i soci fondatori, si sono riuniti a "Palazzo Longano", sede municipale di Barcellona Pozzo di Gotto, per affrontare almeno i problemi più urgenti dell'istituto societario incaricato all'igiene ambientale e al ritiro dei rsu nell'ambito territoriale.
Dopo una lunga, ma sterile discussione, che non ha neppure sfiorato la trattazione del bilancio consuntivo 2006, sicuramente in rosso, ed il piano di spesa annuale, i soci Ato hanno alla fine stabilito, con salomonica decisione, di rinviare la seduta ad altra data, per potere approfondire lo studio sugli accennati argomenti e dare tempo alle trattative per il rinnovo del consiglio di amministrazione, che, stando alle nuove disposizioni di legge - restrizioni della finanziaria 2007 - dovrebbe essere ridotto parecchio nel numero dei suoi componenti.
Chi pensava che, proprio nella riunione di ieri, si sarebbe proceduto a tale rinnovo, evidentemente non aveva idea su quanto difficili possano essere le trattative per raggiungere tale soluzione e, soprattutto, per stabilire la collocazione dei pochi rappresentanti in un carrozzone politico.
Da tempo si attende che la Regione crei le premesse di legge opportune per il dimezzamento del numero degli ATO siciliani, ma anche su questo piano sembra che si debba ancora aspettare un po'. Intanto le associazioni dei consumatori fremono e protestano per l'esosità delle bollette che non tutti i cittadini sono in grado o vogliono pagare. Con notevole disagio per tutti e discapito per la stessa tenuta dell'ATO.
Fra' Galdino

domenica 22 luglio 2007

VENT'ANNI DOPO


Sono trascorsi vent'anni da quel tragico momento, in cui una mano pietosa raccolse ciò che, inanimato, era rimasto dell'onorevole, medico, scienziato, poeta, giornalista, critico saggista: di radici anarchiche e azione di sinistra, pluripremiato per la sua eccelsa cultura; ma anche guardato con timoroso rispetto, spesso con sospetto e invidia, per il suo temperamento tetragono, che non faceva intendere dove finiva l'uomo d'azione per dare spazio al sensibile umanitario.
E' passato un ventennio da quando, solo e senza alcun aiuto nel momento di maggior crisi, fu stroncato nella camera da letto di quella casa di via Operai, dove era nato, aveva fatto vedere i sorci verdi alla sua imponente madre - la maestra Balotta - e nell'età più matura aveva condiviso momenti più sereni con l'indimenticata compagna della sua vita.
Sono passati vent'anni dalla scomparsa di Nino Pino Balotta, che tante tracce ha lasciato nella sua Barcellona, da quelle che ci hanno raccontato i nostri genitori (quando ancora "branzinotto" resisteva con atti eclatanti alla polizia fascista) alle controverse gesta movimentiste che lo coinvolsero in fatti di piazza altrettanto eclatanti, quando la democrazia era ancora in fasce.
Pur non essendo vicino alle sue idee "rivoluzionarie", pure io ho avuto modo di conoscerlo da vicino e di apprezzare il suo "genio", anche se lui - non capii mai se per modestia o per strategia politica - cercò sempre di mimetizzarlo, vestendolo con abiti trasandati. Un po' alla Jean Valjean, il romantico personaggio di Victor Hugo. Un giorno però questo sospetto, che non era il mio soltanto, sembrò dissolversi. E fu quando, essendo lui deputato al Parlamento - era, credo, il 1961 - io, mentre camminavo per le vie del centro di Roma, assieme al cappuccino padre Carlo da Roma, lo incontrai per caso, anche là vestito con il consueto abito dimesso, il solito cappello in testa e l'immancabile "toscano" alle labbra.
"Ciao collega - mi disse - so che insegni qui. Ma con il giornale sei ancora in contatto?"
Allora ero un pivellino che aveva avuto la fortuna di scrivere per il "Corriere della Sera", primo e ultimo corrispondente da Barcellona Pozzo di Gotto.
Lui, appellandomi in quel modo, mi portava a livello di "suo collega", e ciò mi pareva un'iperbole che mi faceva sentire un po' preso in giro.
Lo presentai al frate, e non mi sembrò affatto che in quell'istante si potesse parlare di "diavolo e acqua santa".
"E' davvero un onorevole? - mi chiese poi il cappuccino- A me sembra piuttosto, per la sua modestia, uno dei nostri frati".
E a modo suo, Nino Pino Balotta, era davvero un frate...missionario. Tanto fu vicino all'umanità che reclama ciò che il Cristo ha predicato: giustizia sociale.
"Quella notte a Barcellona era caldo... Nino Pino Balotta a 20 anni dalla scomparsa. I libri, i ricordi, le testimonianze, la voce".
Con questo tema, presso la libreria Gutenberg di via Roma, da giovedì 25 a sabato 28 luglio, sarà ricordata la figura del grande barcellonese.
Fra' Galdino

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