sabato 27 dicembre 2008

MERITATI APPLAUSI PER EDOARDO BAVASTRELLI ESORDIENTE IN UN CONCERTO PIANISTICO ALL'OASI PER IL CENTENARIO DEL TERREMOTO DEL 1908



Stasera Edoardo Bavastrelli ha davvero convinto il suo pubblico che, presso l'auditorio dell'Oasi, per un'ora e mezza , l'ha ascoltato, desideroso di vedere come se la sarebbe cavata, nell'affrontare da pianista il suo primo concerto ufficiale, sponsorizzato dall'Associazione Culturale Genius Loci e presentato dal preside Francesco Speciale. L'occasione - il centenario del disastroso terremoto di Messina e di Reggio Calabria - era solenne e meritevole di una bella interpretazione del nudrito programma annunciato, spaziante da Vivaldi a Strauss, da Bellini, Verdi e Rossini a Mascagni, Bizet e Puccini; da Rossini e Chopin a De Lisle e Bizet; dalla "Palumbella" di Pergolesi alla "Pastorella napolitana" di Sant'Alfonso de' Liguori. E l'avvocato Edoardo non ha tradito le aspettative, avendo dimostrato grande dimestichezza con lo strumento e i numerosi brani musicali eseguiti: tutti applauditi con sincero entusiasmo.
Edoardo ha fatto precedere l'esecuzione musicale da una breve "prolusione" sulla storia dei più importanti teatri di Sicilia e Calabria, che nella sua semplicità e chiarezza non è pesata sull'economia del concerto, svoltosi in maniera scorrevole e gradita. Edoardo Bavastreklli, nato a Barcellona 57 anni fa, è laureato in giurisprudenza, ha avuto, sin dall'adolescenza, la disposizione a scrivere e a suonare: si è pertanto cimentato nel giornalismo, nella poesia e nella musica. Ha scritto il suo primo articolo a quattordici anni, e studiato pianoforte a lungo sotto la guida di diversi maestri di buon livello, acquisendo il titolo del compimento inferiore di pianoforte e il diploma in armonia principale.

NUOVO INCREMENTO DEMOGRAFICO IN AFGHANISTAN, GRAZIE ALL'AIUTO AMERICANO



Potrebbe essere una strategia efficace oppure una nuova "americanata" l'iniziativa che , in Afghanistan, gli agenti Usa stanno prendendo per ottenere la collaborazione dei capivillaggio, schierati finora a favore dei Talebani. Secondo quanto rivela Washington post online, la nuova arma segreta degli Usa nella difficile lotta contro i Talebani sarebbe addirittura il Viagra, la pillola azzurra capace di fare rinverdire la "verga" ai comuni mortali maschi in età matura e anche a molti uomini di mezz'età se non addirittura giovani. Visti i tempi che corrono.
L'esperimento sarebbe stato fatto con risultato altamente positivo da uno degli 007 americani che, avendo contattato un capotribù afghano, notoriamente amico dei talebani, è riuscito a convincerlo a collaborare facendogli gustare l'ebrezza concessa dall'uso della pillola verde. E' bastato che gliene avesse regalato un flaconcino - pare che fosse addirittura un campione medico - per renderlo talmente euforico da passare dalla parte degli americani. L'agente - ovviamente innominato - ha raccontato al giornale d'avere avuto l'opportunità d'incontrare in un villaggio il capo tribale - uomo sulla sessantina con quattro mogli, tutte giovani - il quale durante una conversazione non riuscì a nascondere - ancorchè celiando, come si suol fare tra noi uomini - quanto fosse oneroso soddisfare le quattro bellezze.
Fu quella semiconfessione a fare scattare la molla dell'ispirazione all'agente americano che, uscita dalla tasca una scatolina con quattro pillole, la porse all'anziano capotribale, come si faceva una volta offrendo la tabacchiera per il naso, e l'esortò di usarne, perchè gli sarebbe bastata una sola prova per restarne entusiasta. La prova fu fatta ed anche ripetuta, dopo di che - soddisfatto lui, soddisfatte le mogli - l'agente segreto entrò talmente nelle grazie di quella famiglia che riuscì ad ottenere tutte le informazioni che desiderava. E così, gli Americani senza colpo ferire avrebbero cominciato ad allargare la loro influenza in Afghanistan, senza dovere più ricorrere al prestesto della democratizzazione. Semmai, se demos ci sarà, entrerà a far parte del fattore demografico anzicché di quello democratico.

venerdì 26 dicembre 2008

ANCHE LA NOSTRA CITTA' EBBE I SUOI DANNI, A CAUSA DEL GRANDE TERREMOTO DEL 1908

Foto:Il sindaco del terremoto Francesco Cambria

I danni subiti dalla nostra città, per effetto del terremoto che nel 1908 distrusse Messina furono rilevanti, anche se per nulla rapportabili con quelli disastrosi del capoluogo.
I morti "dentro le mura" della nostra città si poterono contare sulle dita di una mano, mentre parecchi furono i Barcellonesi che persero la vita sotto le macerie di Messina, essendosi trovati colà per assistere all'opera lirica di Giuseppe Verdi, Aida, al "Vittorio Emanuele", il massimo teatro messinese, andato quasi completamente distrutto.
A Barcellona crollarono gli edifici meno solidi, mentre quelli di più recente costruzione rimasero in piedi, ma in buona parte fortemente lesionati, tanto che si dovette provvedere allo sgombero di numerose abitazioni, che durò per parecchio tempo, fino a quando non si rimediò con interventi di rafforzamento e concatenamento dei muri.
Notevoli danni subirono diverse chiese, tra cui la Matrice(foto accanto) l'artistica chiesa di San Giovanni Battista (interno, nella foto in alto), quelle di San Paolino e di Santa Rosalia. A Pozzo di Gotto, subirono lesioni, oltre a numerosi edifici privati, le due chiese di San Vito e Santa Maria Assunta.
La tranvia che collegava Barcellona a Messina, in molti punti tra Barcellona e Merì, saltò e si dovette intervenire per riassestarla, assieme alla strada sulla quale si estendeva. Poichè molte case furono dichiarate inagibili, a causa delle lesioni, si dovette provvedere alla costruzione di baracche, anche perchè bisognava dare ospitalità ai profughi che avevano dovuto abbandonare Messina. Sorsero baracche nella via Regina Margherita, dove solo dopo diverse decine d'anni vennnero costruite case per gli aventi diritto, altre nella via Roma, nella via Ugo di Sant'Onofrio e in periferia. Nonostante i danni fossero stati ingenti, il Comune di Barcellona - allora era sindaco Francesco Cambria - non riuscì ad ottenere che briciole per il risarcimento: come sempre, per la tiepidezza degli amministratori locali, che cincischiarono più di cinque mesi prima di nominare una commissione che redigesse un consuntivo dei danni subiti dalla città per il terremoto, documento necessario per fare includere Barcellona Pozzo di Gotto nell'elenco dei Comuni da aiutare finanziariamente per la riparazione dei danni subiti.

::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: 28 dicembre 1908 :::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: ancora poche ore ed è stato il finimondo

Domenica prossima sarà il centesimo anniversario della fatidica data . Siccome prrevedo che sabato e domenica saremo inondati di servizi commemorativi, ho preferito fare un anteprima per gli amici di barcellonablog, sperando che la mia "prescia" non sia inaccettabile.


























































M
olte nazioni nel mondo, l'Italia compresa, appresero del terremoto del 28 dicembre 1908
dalla strumentazione scientifica allora disponibile, senza però sapere subito nè l'ubicazione nè la portata degli effetti.. Furono infatti i sismografi a mettere in evidenza la grande intensità del fenomeno, senza tuttavia consentire agli specialisti d'individuare con altrettanta certezza la specifica localizzazione.
La prima notizia ufficiale del disastro fu trasmessa dal comandante della torpediniera Spica, che dal porto di Messina, in cui la nave si trovava ancorata durante il terremoto, dovette raggiungere Marina di Nicotera, in Calabria, per potere fruire di un ufficio telegrafico funzionante da dove trasmettere, alle ore 17,25 - quindi dodici ore dopo il terremoto - un dispaccio in cui s'informava che la città di Messina era stata distrutta.
Era di lunedì, quel 28 dicembre del 1908, quando alle ore 5,21, mentre la città era immersa nel sonno, un violentissimo terremoto, che raggiunse il decimo grado della scala Mercalli, seguito da uno spaventoso maremoto, non solo rase al suolo la città d Messina, ma sconvolse molti centri delle coste siciliana e calabrese. In parallelo a Messina, l'altra città dello Stretto - Reggio Calabria - riportò anch'essa danni incalcolabili. Il sisma e lo tsunami, a Messina, furono seguiti da diversi incendi devastanti, causati e alimentati dalla rottura delle condutture del gas. I danni, come è stato ricordato in un precedente post, furono immensi, sia per la distruzione di edifici e altre strutture, sia per la perdta di vite umane. Grandisimo inoltre fu il numero dei feriti ed enormi le difficoltà nella molteplice opera di soccorso.
Questo il sommario bilancio delle vittime: a Messina persero la vita circa ottantamila dei centotrentamila abitanti, mentre i morti di Reggio, che contava una popolazione di 80.000 abitanti, furono circa 15.000.
I primi soccorsi, a Messina, furono portati dai marinai delle navi militari che si trovavano alla fonda nel porto peloritano. Successivamente, nella mattinata del 29, giunsero altre navi, russe ed inglesi, ancorate in porti non distanti. Alcuni equipaggi furono immediatamente impiegati nel difficile penoso compito di estrarre dalle macerie i feriti e di raccogliere i superstiti per allontanarli dalla disastrata città. Nei primi momenti d'emergenza i soccorritori dovettero assumersi anche compito di polizia, per impedire atti di sciacalaggio. Intanto, in seguito alle informazioni sull'accaduto, il Comando di Stato Maggiore dell'Esercito ordinò il dirottamento verso la rada di Messina delle navi in navigazione nel mare di Sardegna, mentre i vari ministeri si muovevano per fare raggiumgere la zona disastrata da propri rappresentanti. Le navi italiane, giunte nello stretto di Messina, trovarono il porto siciliano già ingombro, per il precedente afflusso di altri natanti, giunti tra i primi in soccorso, e ciò le costrinse a sistemarsi in terza fila: e non mancarono, in seguito, le critiche per i ritardi e per supposte discrasie nel coordinamento dei soccorsi.Venute a conoscenza della gravità del disastroso evento, molti paesi fecero a gara per organizzare raccolte di beneficienza e mandare aiuti, per un primo sollievo tra gli sventurati profughi siciliani e calabresi. Si racconta che soltanto l'Austria si sia tenuta indietro, avendo il dente avvelenato con l'Italia per i vecchi dissidi collegati all'unificazione del popolo italiano. Addirittura ci fu un giornale che, riportando la notizia del disastro, ebbe lo spudorato coraggio di sollecitare il Governo austriaco a scatenare una guerra preventiva contro l'Italia, approfittando dell'occasione propizia, determinata dalle difficoltà causate dal terremoto. Gli interventi, nei giorni seguenti, s'incrementarono, col sopraggiungere di altri soccorritori, man mano sempre meglio organizzati. Il personale impiegato dall'esercito ebbe il difficile compito di spegnere incendi, cercare superstiti, distribuire viveri, recuperare valori e documenti sepolti, trasportare materiale per la costruzione di tendopoli, baracche, ospedali da campo, riattare strade, acquedotti, linee elettriche e ferroviarie, cercare di mettere ordine nel marasma creato dai profughi in fuga, soprattutto nelle stazioni ferroviarie prese d'assalto. Numerosissimi i centri, grandi e piccoli, raggiunti da squadre di soccorso, nelle fasce costiere e collinari delle due province di Messina e Reggio Calabria, molti dei quali colpiti duramente dal sisma. Nella nostra zona, tra gli altri paesi bisognosi d'aiuto, ci furono Milazzo, Barcellona, Castroreale.
A Messina, per affrontare la necessità di ricovero della popolazione disastrata si provvide alla erezione di baraccopoli, veri e propri quartieri provvisori cui furono dati i nomi di Stati o Regioni che avevano contribuito col loro tangibile aiuto alla costruzione. Uno di essi fu denominato "Regina Elena", in segno di riconoscenza verso la moglie di Vittorio Emanuele terzo, che sin da subito scese tra i terremotati concorrendo nell'opera d'assistenza. Cosa che in maniera encomiabile fece con l'aiuto delle crocerossine, istituendo un efficiente ospedale a bordo di una nave.
"Non mancarono comunque polemiche. Alcune testate giornalistiche, criticando i provvedimenti finanziari adottati ed in particolare l’inasprimento delle tasse, accusarono il governo di aver speso molto e destinato male i fondi raccolti in occasione dei terremoti degli anni precedenti senza peraltro portare benefici alle popolazioni danneggiate.
Altri giornali, tra cui il “Tempo”, attribuirono poi ai Comandi militari gravi colpe: parziale incapacità nella gestione degli interventi di soccorso, confusione burocratica e ritardi nella distribuzione locale delle risorse, inefficienza e ritardi anche nelle azioni di recupero e riconoscimento delle salme. Ulteriori attacchi furono portati contro la Marina italiana in quanto giudicata meno sollecita e pronta ad affrontare gli eventi rispetto alla capacità ed alla funzionalità dimostrata dalle squadre navali straniere, facendo in ciò esplicito riferimento a quelle russa, inglese, francese e tedesca. Il “Giornale di Sicilia” lamentò anche manchevolezze nella distribuzione di viveri e di generi di conforto, nonché difficoltà procedurali nell’erogazione degli aiuti."
Furono polemiche che , a poco a poco, si affievolirono, come sempre accade quando il tempo è trascorso sugli eventi del mondo, anche su quelli più dolorosi e spettacolari. Adesso che sono trascorsi cent'anni da quel terribile sconquasso, non dimentichiamo che nel decorso secolo Messina, ricostruita secondo nuovi criteri antisismici, ha rischiato di soccomberre una seconda volta, durante l'ultima guerra mondiale, ferocemente bombardata dagli alleati angloamericani. Ma anche allora è risorta, senza tuttavia riuscire a liberarsi di una brutta afflizione, per l'esistenza delle baracche, dopo un secolo dalla loro costruzione: triste ricordo di quel lontano 28 dicembre e vergognoso segno dell'incuria in cui è lasciata la parte più povera della popolazione messinese.

Parzialmente attinto in: www.cronologia.virgilio.it


giovedì 25 dicembre 2008

INTERNET in fuga verso il sorpasso: il grande abbraccio coi più giovani


..............................BUON NATALE=>

Per la prima volta internet, nell'anno che ci stiamo per lasciare alle spalle, ha superato i giornali cartacei come fonte di informazione privilegiata per le notizie nazionali e internazionali degli americani. La Tv resta il mezzo di comunicazione più seguito, ma tra i più giovani è ormai alla pari del web.
La tv resta il mezzo che il 70 per cento degli americani indicano ai sondaggisti come fonte di informazione. Ma la percentuale è in calo (era l'82 per cento nel 2002). Essa, in particolare, soffre la concorrenza di internet tra i giovani: nella fascia fra i 18 e i 29 anni, tv e Internet sono praticamente alla pari, mentre poco più di un giovane su quattro afferma di leggere i quotidiani, il 18 per cento dice di ascoltare la radio e appena il 4 per cento si dedica a periodici cartacei.

mercoledì 24 dicembre 2008

LUCA (NON) ERA GAY............:::::::::.......:::::::::...........BarcellonaPG


Premetto che, di gay, non me ne intendo, per cui credo che potrei essere il meno qualificato a trattare un qualsiasi argomento del genere.
Sennonché, m’è capitato di leggere, su più di un giornale, qualcosa che m’ha fatto un po’ meditare, fino a farmi decidere di fare un piccolo commento, anche se da semplice incompetente. Nell’imminenza della ennesima edizione dell’ormai vetusto Festival di San Remo, per l’occasione affidata alla conduzione di Bonolis, probabilmente per aprire una sonora campagna mediatica, diversi giornalisti si son messi a scrivere, più che di tutte le canzoni aspiranti alla corona sanremese, di una in particolare: quella presentata da Giuseppe Povia, il cantautore che – lo ricorderete meglio di me – dopo anni di digiuno, ha cominciato ad assaporare il successo con il brano “I bambini fanno oh” e a gustarlo meglio con la vittoria riportata a San Remo cantando “Il piccione”. Adesso Povia sembra essere entrato nell’occhio del ciclone mediatico, mentre si accinge a fare esordire una sua nuova canzone che parla di un certo Luca che, guarda un po’, ERA gay.
E’ capitato che l’imperfetto di quell’ausiliare ha fatto arrabbiare talmente i “gay in atto”, da suscitare un vero e proprio trauma psicologico con un conseguente intreccio di commenti, talmente schierati da provocare una spaccatura ideologica, a dir poco speciosa. Che ovviamente Povia, sebbene non se l’aspettasse, avrà accolto a braccia aperte per la sua impagabile efficacia pubblicitaria.
A sollevare il polverone propagandistico è bastato l’intervento reattivo dell’Arcigay, che ha lanciato su Facebook un gruppo con lo slogan “Non lasciamo che Povia canti, a San Remo, di ex gay”. Per la semplice ragione che gay si è...e basta: non si può essere ex, come vorrebbe far credere la canzone di Povia.
Poiché pare che ancora nessuno conosca il testo di “Luca era gay”, si potrebbe però supporre che Povia voglia cantare di un Luca che c’era una volta e adesso non c'è più, essendo morto. Una supposizione che viene, però, scartata dall’Arcigay, secondo cui il vero significato del brano lo ha anticipato lo stesso cantautore quando ha dichiarato di essere un ex gay, guarito grazie alle teorie "riparative" di Joseph Nicolosi, un cattolico integralista americano, secondo cui l’omosessualità sarebbe una malattia curabile: tesi ampiamente confutata dalla comunità scientifica mondiale. “Se Bonolis e il suo direttore musicale intendono mandare in scena uno spottone clerical-reazionario contro la dignità delle persone omosessuali, sappiano fin d'ora che la nostra reazione sarà durissima, rumorosa e organizzata». E’ la minaccia definitiva dell’Arcigay, che così intende difendere la “naturalità” dell’omosessualità contro una forma di “omofobia subdola e clericale”. Tale difesa ad oltranza potrebbe però avere un effetto “rebound” a tutto vantaggio del soggetto combattuto: un po' come sta accadendo con Berlusconi, nei cui confronti più si parla male e più si fa pubblicità a favore.

martedì 23 dicembre 2008

barcellonapozzodigotto ::::::::::::::::::::::::::::::::: .. n a t a l e 2 0 0 8

SINCERI AUGURI A TUTTI GLI AMICI CHE HANNO LA PAZIENZA DI VISITARE

BARCELLONABLOG E IL GUSTO DI ESPRIMERE COMMENTI SOBRI E SINCERI

LA ZANZARA DETECTIVE..........::::::::::::::::::::::::::::::..........BarcellonaPG



Conoscevamo l'esistenza della zanzara comune (culex), della zanzara tigre - e ogni estate ci accorgiamo quanto è cattiva -, dell'anofele, una zanzara che trasmette la malaria, e addirittura avevamo sentito parlare pure della zanzara lupanara - di giorno donna e di notte mannara- ma mai c'era capitato di sapere che potesse esserci una zanzara detective.
Di tale esistenza ci hanno edotto i giornali, che oggi hanno riportato la curiosa notizia di una zanzara che, in Finlandia, ha incastrato un ladro d'auto.
Si riferisce che, grazie alla sua collaborazione (piuttosto inerte), la polizia ha potuto identificare la persona (un pregiudicato) che, in un momento di distrazione del proprietario, aveva rubato un'auto per utilizzarla in un'operazione piratesca e, compiuto il lavoro, l'aveva abbandonata in una strada di campagna, dove successivamente la polizia l'avrebbe rinvenuta.
Cosa abbia fatto, una zanzara, per consentire alla polizia di arrivare al ladro, l'ha successivamente spiegato la "scientifica" che ha avuto i contatti diretti con una zanzara ben nudrita di sangue umano, trovata morta, durante l'ispezione dell'auto, effettuata da una pattuglia.
In laboratorio veniva verificato che il sangue apparteneva ad un uomo già presente negli schedari della polizia, per cui non è stato difficile risalire al presunto autore del furto. Il quale, naturalmente ha negato tutto, tranne che d'essere stato punto da una zanzara, ma che lui era però riuscito, con grande piacere, a ucciderla con una manata.
Il dispiacere per quel zanazaricidio sarebbe sopraggiunto inaspettatamente dopo.

SENZA COMMENTO.................:::::::::::::::::::::::::::.................BarcellonaPG



GENIALE. L' aggettivo è un po' abusato ma così. su due piedi, non se ne trovano altri per definire la scelta del ministro Bondi di sostituire il premio Oscar Ennio Morricone, dimissionario dal consiglio d'amministrazione dell'Opera di Roma, con Bruno Vespa. Nientemeno. Al confronto sfigura anche la trovata, che pure sembrava insuperAbile, di nominare Sandro Bondi ministro della Cultura.

CURZIO MALTESE

lunedì 22 dicembre 2008

NON FA NE' CALDO NE' FREDDO A CHI DI DOVERE



Questo è un argomento che forse non dovrei trattare, per non inimicarmi qualche "animalista". Ma siccome mi sembra equo parlarne, poiché la "cosa" interessa molta gente, già uscita dai gangheri, fortemente infastidita da detta "cosa", ho deciso di trattarlo.
Senza tuttavia alcun intendimento di offendere nessuno.
Dopo questo necessario preambolo, dirò che qui si sta parlando dell'esistenza, all'interno della cosiddetta "area intercinta" dell'OPG, di un grosso canile in cui vengono ricoverati numerosi cani, tolti dalle strade con il generoso intento di rifocillarli e di attenuare, nello stesso tempo, il fenomeno del randagismo, che grava sulla città.

Che l'intento di chi si dedica a tale opera cinofila sia lodevole, qui nessuno lo contesta, tuttavia bisogna convenire che tale generosa iniziativa non può essere attuata senza tener conto di eventuali risvolti negativi. Cioè ignorando che il ricovero di tanti cani, abbaianti, latranti, ululanti, ringhianti non dovrebbe essere ubicato in un posto così delicato, qual è un ospedale psichiatrico, e a ridosso di un nucleo di case intensamente abitato, qual è quello di via Bruschetto.
Se, per legge, non è neppure consentito che si suoni il clacson in prossimità degli ospedali, è mai possibile che si permetta la costante "turbativa" dei latrati canini?
A me dispiace doverlo dire, ma a chi ha permesso tale pandemonio dovrebbe di più dispiacere non essersi accorto della superficialità del permesso dato. La gente, che ormai ha proprio le orecchie gonfie da tanti latrati, si chiede se sia mai possibile che a nessuno dei nostri amministratori - e neppure ai loro oppositori - sia venuto in mente la necessità di trovare qualche altro posto meno inadatto per ospitare quelle povere bestie.
E pure noi, veramente, ce lo chiediamo, anche se sappiamo che - per questioni di principio - ciò che ci chiediamo non fa nè caldo e nè freddo a chi di dovere.


fra' Galdino

DUE NOTIZIE COI FIOCCHI




Due notizie, a mio modo di vedere, veramente sfiziose.

LA PRIMA (speriamo che sia una bufala)

Il Ministro della Difesa avv. Ignazio La Russa ha esternato una sua genialissima idea-progetto, nata dalla constatazione che lo Stato possiede un vero e proprio "patrimonio" di armi, residuo di guerra e degli anni successivi. Molte di queste "vecchie" armi sono state in dotazione dell'esercito (moschetti, mitra, mitraglie, ecc.) altre in dotazione delle forze dell'ordine ( pistole, fucili, ecc.).
Si tratta di materiale "bellico" o "di difesa" - non so che dire - ormai inutilizzato e inutilizzabile dalle forze armate e dell'ordine puntualmente modernizzate, ma che tuttavia è un peccato vedere che ingombrano i depositi-santabarbara, con la prospettiva di ulteriore deterioramento.
E allora che fare?
Si accende la lampada del genio - non quello militare - e brilla improvvisa l'idea di sfruttare tutto quell'ingombro facendolo fruttare: cioè vendendo i milioni di pezzi agli appassionati collezionisti, ovviamente dopo opportuna preventiva eliminazione di qualche pezzo, al fine di togliere alla singola arma il proprio potenziale offensivo: basterebbe privare per esempio il moschetto dell'otturatore, e il gioco sarebbe fatto.
Se la notizia non è una bufala - l'abbiamo sentito stamattina alla radio - metterebbe in risalto la notevole apertura mentale di uno dei nostri più attivi governanti e corregionali.
Perchè, sì, La Russa è come noi siciliano, è un avvocato di Catania, e forse come noi avrà letto su un giornale regionale che, a Palermo, è stato individuato un giovane talmente appassionato di armi che è riuscito a fabbricarsene in casa di diverse specie: originalissime e funzionanti. Chissà se unn tipo come lui non cercherebbe di comprane qualcuna di quelle immesse nel commercio dell'usato dal Ministro, ancorchè priva di un pezzo, per rielaborarla?
Oppure, chissà se, qualche altro balordo, anche lui patito d'armi - aduso a presentarsi nelle banche travisato - non ne acquisterebbe una ( mettiamo: un fucile a pompa, ancorchè senza pompa) per fare spaventare il cassiere di turno?
Buona l'idea, fornita da questa sfiziosa notizia.

LA SECONDA (speriamo che sia vera)


Questa notizia, riferita dal corrispondente dagli Stati Uniti di "la Repubblica", Vittorio Zucconi, informa che il prestigioso "magazine" Newsweek, come in ogni altro fine-anno, ha stilato anche per il 2008 una classifica delle persone più influenti del mondo .
Nella casta che "comanda" in campo planetario, fortunatamente, non figura nessun Italiano.
A meno che non si consideri nostrano il Papa Ratzinger, la cui italianità, oltre che dal fatto ch'Egli vive in Vaticano, è tradita dal Suo nome e dal Suo accento.
Comunque S.S.Benedetto XVI, anche se classificato sopra bin Laden di alcuni punti, è posto al 37° posto della curiosa graduatoria.
Al primo posto svetta intanto l'abbronzato Barack Obama. Segue il giallo Hu- Hintao (made in China), mentre tra gli altri politici figurano Nicolas Sarkozy, la signora Angela Merkel, Vladimir Putin, Gordon Brown, e in loro prossimità un gruppo di finanzieri e petrolieri.
Le donne scarseggiano, perchè coprono il 20% della graduatoria. Comunque tra le dieci, prese in considerazione, non manca Hilary Clinton.
Ah, fra i maschi, figura persino Osama bin-Laden.
"Ma - sottolinea Zucconi - è la politica, intesa come potere di governo, quella che continua a dominare l'olimpiade di quelli che contano nel mondo, perché la politica sarà anche in crisi, ma nelle fasi di terrore economico e finanziario globale è a essa che il mondo guarda per trovare un lumicino in fondo al tunnel."
Orbene - direbbe Piccioni - se la politica è quella che conta, allora in Italia nessuno fa politica, neppure il Meglio del Mondo? Il quale non figura affatto in questa prestigiosa graduatoria e, nonostante il suo perenne ottimismo, non si sa cosa farà per non rammaricarsi degli amici americani e di quel Newsweek, che, dopo i primi cento giorni del suo Governo, gli sperticò elogi inauditi.

Ecco parte dell'articolo che il settimanale Newsweek ha dedicato al "miracolo in 100 giorni" di Silvio Berlusconi che "ha riportato l'ordine nella caotica Italia".

"Nei suoi primi 100 giorni al potere potrebbe essere riuscito nell'impossibile: prendere il controllo, a livelli mai visti nella storia italiana moderna, di questo paese apparentemente ingovernabile". Il settimanale sottolinea come l'impresa sia "sorprendente" a causa della corruzione e di "un sistema che da un peso politico sproporzionato ai piccoli partiti".
Secondo Newsweek, Berlusconi "ha sprecato poco tempo a imporre la sua autorità" e sta ottenendo risultati "con il pugno d'acciaio nel guanto di velluto" come nel caso dell'emergenza rifiuti di Napoli. "Con la stessa determinazione ha affrontato la percezione diffusa che i crimini violenti siano in aumento e che la causa siano gli immigrati". "Un approccio così duro", continua l'articolo, "potrebbe dare a Berlusconi l'opportunità di affrontare i problemi profondi del paese":

domenica 21 dicembre 2008

L'ITALIA DISASTRATA DAI TERREMOTI: UN QUADRO SINTETICO DEI MAGGIORI CATALISMI CHE HANNO MESSO IN GINOCCHIO L'ITALIA

DUE FOTO DI MESSINA PRETERREMOTO(ulisse) E UNA DEL CASTELLO ORSINI DI AVEZZANO PRIMA DI QUEL SISMA


Nonostante sia trascorso un secolo, rimane ancora viva l’impressione per l’immane disastro provocato dal terremoto che distrusse le città di Messina e Reggio Calabria e arrecò danni ingenti in gran parte del territorio prossimo allo Stretto.

Con l’approssimarsi della fatidica data del 28 dicembre, giorno in cui cent’anni fa si verificò la catastrofe, un excursus nel tempo per rilevare quanti e quali fenomeni sismici hanno finora ferito l’Italia, potrebbe risultare interessante.

Abbiamo pertanto fatto una piccola ricerca che ci ha consentito di tracciare un quadro, abbastanza chiaro, dei più impressionanti eventi registrati.

Intanto ci siamo potuti renderre conto che il nostro Paese è soggetto ai terremoti con frequenza relativamente elevata, e parecchi di essi si sono finora rivelati catastrofici.

Il primo terremoto in Italia storicamente ricordato risale al 63 dopo Cristo, quando un violento sisma colpì la Campania e in manirera forte Pompei ed Ercolano, le stesse due città che 16 anni dopo sarebbero state sepolte dalla catastrofica eruzione del Vesuvio.

Nel millennio successivo , una buona parte dell’Italia settentrionale fu interessata da due teremoti che colpirono in maniera grave il Veronese. (1117, 1183: trentamila morti).Danni ingenti ad Avezzano.

Nel 1659 un sisma con 10 mila vittime colpì principalmente la Calabria. Il terremoto ebbe luogo alle 6 del mattino del 6 novembre, e l'epicentro dovette essere nel fondale compreso tra i golfi di Sant’Eufemia e di Squillace.

Ma il più triste e memorabile degli anni disastrati dal terremoto , prima dello sfortunatissimo 1908, può essere considerato il 1783 "per i lutti e le rovine seminati dalle convulsioni del suolo che si prolungarono poi per oltre tre anni, nella Calabria e in minor misura nel Messinese. I paesi distrutti in territorio calabrese furono più di 200; i morti quasi 30.000. Nella sola Piana di Calabria, tra monte Poro e l’Aspromonte, Rosarno, Oppido Mamertino, Polistena, Cinquefrondi, Casalnuovo, Terranova, Radicena, Bagnara e varie altre località vennero rase al suolo fin dalla prima scossa, avvenuta avanti le 13 del 5 febbraio e poi seguita da moltissime altre (140 in 24 ore). Una di esse, verso l’una di notte, fu disastrosa per Messina, già rovinata, per Reggio e per Scilla, dove gran parte di una montagna precipitò in mare, provocando la morte per naufragio di una folla di scampati dalla terraferma: (ferma per modo di dire n.d.r.)”.

Nel secolo scorso i terremoti di maggiore intensità sono stati diversi.

Dopo il catastrofico terre-maremoto di Messina, del 28 dicembre 1908 – di cui abbiamo detto nel post di sabato 20 dicembre – di notevole gravità si sono rivelati:

1) Il terremoto del Belice,violento evento sismico di magnitudo 6,4° della scala Richter, che nella notte tra il 14 e il 15 gennaio 1968 colpì una vasta area della Sicilia occidentale compresa tra la Provincia di Agrigento, quella di Trapani e quella di Palermo.

2) Il terremoto del Friuli, che scosse, alle ore 21.06 del 6 maggio 1976, la zona a nord di Udine, con epicentro tra i comuni di Trasaghis e Bordano, nelle vicinanze di Osoppo e Gemona del Friuli, e con intensità 6,4 della scala Richter, pari al decimo grado della scala Mercalli.. Provocò, solo in Italia, 989 morti e oltre 45.000 senza tetto.

Nonostante una lunga serie di scosse di assestamento, che continuò per diversi mesi, la ricostruzione fu rapida e completa, grazie alla fiducia riposta dal Governo nelle Amministrazioni locali per la gestione dei finanziamenti straordinari decretati per la riparazione dei danni.

3) Il terremoto dell'Irpinia che, il 23 novembre 1980, colpì la Campania centrale e la Basilicata. Caratterizzato da una magnitudo 6,9 della scala Richter, con epicentro nel comune di Conza della Campania (AV), causò circa 280.000 sfollati, 8.848 feriti e 2.735 morti.

4) Il forte terremoto di Umbria e Marche del settembre 1997., che ebbe una magnitudo di 5,8 gradi Richter e un'intensità massima del IX-X grado Mercalli.

La notte del 26 settembre 1997, alle ore 2:34, si verificò la prima violenta scossa, che raggiunse il VII-VIII grado Mercalli. Seguirono altri movimenti tellurici minori. Nel mattino, alle 11:42, intervenne un'altra forte scossa (IX grado), e infine un'altra il 3 ottobre (VII grado) alle 10:55. Lo sciame sismico di assestamento si protrasse fino al 20 ottobre. Le scosse furono avvertite anche a notevoli distanze. I comuni maggiormente interessati dal sisma furono Foligno (sia le frazioni montane che il capoluogo), Nocera Umbra, Preci, Sellano, Assisi in Umbria, Serravalle di Chienti e Camerino nelle Marche. La scossa notturna lesionò gravemente le abitazioni dei piccoli centri appenninici. Quella del mattino determinò il crollo di alcuni edifici o parti di essi, già lesionati dalle scosse precedenti, fra cui la volta giottesca della Basilica Superiore della chiesa di San Francesco ad Assisi. Nel crollo di Assisi restarono uccise quattro persone, tecnici e frati, che stavano verificando i danni. Le immagini di questo crollo furono riprese casualmente da un tecnico televisivo e suscitarono notevole emozione.

5) Il terremoto del Molise , verificatosi tra il 31 ottobre e il 2 novembre 2002, con epicentro situato tra i comuni di San Giuliano di Puglia, Bonefro, Castellino del Biferno e Provvidenti (CB)

A San Giuliano di Puglia, comune vicino all'epicentro (localizzato tra Campobasso, Larino e l'Appennino Dauno, in provincia di Foggia), la forte scossa causò il crollo del solaio di copertura dell'edificio scolastico "Francesco Iovine" che comprendeva le scuole materna, elementare e media: sotto le macerie rimasero intrappolati 57 bambini, 8 insegnanti e 2 bidelli. Fu l'unico edificio a crollare completamente a causa di quest'unica scossa.

Francesco Cilona

INAUGURATO UN CENTRO IPPOTERAPEUTICO NELL'AREA DELL'OPG "V.MADIA" DI BARCELLONAA




S'è svolta, stamani, presso l'area intercinta dell'Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Barcellona, la cerimonia inaugurale del nuovo "Centro di ippoterapia ed attività equestre", promosso e organizzato dal Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria OPG, d'intesa con il Distretto di Salute Mentale dell'ASL5 di Messina, l'Associazione Cre Anire del Longano Onlus, il Comune di Barcellona P:G:, la Casa di Solidarietà ed Accoglienza, il Codi, l'Ass."Crescere Insieme", l'Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici e l'Oratorio Salesiano. La manifestazione s'è aperta con il saluto delle Autorità civili e militari, seguito dalla celebrazione della Santa Messa, officiata da don Agostino Irlandese, e dalla presentazione del nuovo centro e delle sue funzioni, da parte del medico respondabile del Cre Anire di Barcellona, dott. Enzo Raffa e del direttore dell'Opg, dott. Nunziante Rosania.
Ha tagliato il nastro d'apertura del campo d'addestramento il sindaco Candeloro Nania, che si è congratulato con i promotori dell'inziativa senza fine di lucro, con cui s'intende contribuire al miglioramento delle condizioni psicofisiche di quanti cercheranno di avvalersi della rieducazione equestre.
Sulla base dei parametri dell'ANIRE, il programma di ippoterapia, che si svolgerà nel nuovo centro situato a ridosso dell'OPG, prevede una serie di attività collaterali utili ad un recupero fisico, sociale e lavorativo dei partecipanti, e quindi ad una sempre maggiore loro integrazione con soggetti normodotati. D'altra parte il Centro sarà aperto pure a quanti altri intendono apprendere ed esercitare l'equitazione, tanto che si è avviato un accordo con gli istituti scolastici e coi Salesiani, per incrementare la passione equestre, mediante iniziative concordate con il Centro. La cura dei cavalli e la manutenzione della struttura saranno affidate ad elementi interni dell'opg, che già hanno conseguito un diploma, partecipando ad un apposito corso d'addestramento..

MESSINA E REGGIO CALABRIA PRIMA DELLA SCIAGURA DEL 1908

FOTO: (in alto): SCILLA - FORTINO DI REGGIO - REGGIO CALABRIA
FOTO (in basso): [MESSINA] = PALAZZATA - DUOMO - CAPPELLA DELLA PIETA'- - FONTE ORIONE -GRAN CAMPOSANTO - PALAZZO MUNICIPALE- CAMERA DEL COMMERCIO -FONTE NETTUNO.TEATRO VITTORIO EMANUELE


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Strett
o di Messina: ore cinque del mattino, a Messina e Reggio Calabria una lieve scossa di terremoto fa tremare i vetri delle case, ma ai pochissimi che l'hanno avvertito non fa presagire nulla di preoccupante.
Trascorrono una ventina di minuti, ed ecco il finimondo.
Un impressionante boato sorge dal mare e la terra comincia a scuotersi per un improvviso moto sussultorio, seguito da una scossa ondulatoria che commista alla sussultoria si trasforma in un parossistico moto vorticoso, lungo e devastante, che rade al suolo edifici, monumenti, pali del telegrafo, insomma tutto ciò che finora s'ergeva dal suolo.
Qualche edificio rimasto in piedi, verrà poi trovato spostato dalla sua originale posizione di alcuni gradi.
Le due città dello Stretto in pochi minuti sono ridotte in sterminati cumuli di macerie con seppellite decine e decine di migliaia di persone. Quasi tutte colte nel sonno, dall'improvvisa furia del sisma.
Ma la tragedia non finisce qui, perchè in conseguenza del violentissimo moto tellurico, ad aggravare il fenomeno sopraggiunge un irrefrenabile maremoto - l'ormai famigerato tsunami - che provocato dallo sconvolgimento dei fondali dello stretto per una gigantesca frana sottomarina, finisce col devastare completamente le coste dell'Isola e della Calabria.
"Il corpo della frana - spiega Daniele Ingemi in una sua nota - scivolando a grandissima velocità lungo gli abissi dello Ionio avrebbe favorito l’attivazione dell’onda di maremoto che una volta formata si è diretta con grande impeto verso le coste calabresi e siciliane."
In attesa di potere disporre delle immagini documentarie del disastro, diamo spazio in questo post a quelle relative a Messina e a Reggio Calabria, precedenti al terribile cataclisma.
Eccole, sono tratte da due opere pubblicate nel 1891 (L'Italia Geografica Illustrata) e nel 1902 (Guida storico-artistica di Messina e dintorni).
Se c'è qualche nostro lettore che ha la disponibilità di qualche immagine originale del terremoto di 100 anni fa, anche riguardanti altri centri colpiti, e intende farle conoscere, barcellonablog è lieto di pubblicarle.Basta inviarle a:barcellonablog@Gmail.com.





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