domenica 21 dicembre 2008

L'ITALIA DISASTRATA DAI TERREMOTI: UN QUADRO SINTETICO DEI MAGGIORI CATALISMI CHE HANNO MESSO IN GINOCCHIO L'ITALIA

DUE FOTO DI MESSINA PRETERREMOTO(ulisse) E UNA DEL CASTELLO ORSINI DI AVEZZANO PRIMA DI QUEL SISMA


Nonostante sia trascorso un secolo, rimane ancora viva l’impressione per l’immane disastro provocato dal terremoto che distrusse le città di Messina e Reggio Calabria e arrecò danni ingenti in gran parte del territorio prossimo allo Stretto.

Con l’approssimarsi della fatidica data del 28 dicembre, giorno in cui cent’anni fa si verificò la catastrofe, un excursus nel tempo per rilevare quanti e quali fenomeni sismici hanno finora ferito l’Italia, potrebbe risultare interessante.

Abbiamo pertanto fatto una piccola ricerca che ci ha consentito di tracciare un quadro, abbastanza chiaro, dei più impressionanti eventi registrati.

Intanto ci siamo potuti renderre conto che il nostro Paese è soggetto ai terremoti con frequenza relativamente elevata, e parecchi di essi si sono finora rivelati catastrofici.

Il primo terremoto in Italia storicamente ricordato risale al 63 dopo Cristo, quando un violento sisma colpì la Campania e in manirera forte Pompei ed Ercolano, le stesse due città che 16 anni dopo sarebbero state sepolte dalla catastrofica eruzione del Vesuvio.

Nel millennio successivo , una buona parte dell’Italia settentrionale fu interessata da due teremoti che colpirono in maniera grave il Veronese. (1117, 1183: trentamila morti).Danni ingenti ad Avezzano.

Nel 1659 un sisma con 10 mila vittime colpì principalmente la Calabria. Il terremoto ebbe luogo alle 6 del mattino del 6 novembre, e l'epicentro dovette essere nel fondale compreso tra i golfi di Sant’Eufemia e di Squillace.

Ma il più triste e memorabile degli anni disastrati dal terremoto , prima dello sfortunatissimo 1908, può essere considerato il 1783 "per i lutti e le rovine seminati dalle convulsioni del suolo che si prolungarono poi per oltre tre anni, nella Calabria e in minor misura nel Messinese. I paesi distrutti in territorio calabrese furono più di 200; i morti quasi 30.000. Nella sola Piana di Calabria, tra monte Poro e l’Aspromonte, Rosarno, Oppido Mamertino, Polistena, Cinquefrondi, Casalnuovo, Terranova, Radicena, Bagnara e varie altre località vennero rase al suolo fin dalla prima scossa, avvenuta avanti le 13 del 5 febbraio e poi seguita da moltissime altre (140 in 24 ore). Una di esse, verso l’una di notte, fu disastrosa per Messina, già rovinata, per Reggio e per Scilla, dove gran parte di una montagna precipitò in mare, provocando la morte per naufragio di una folla di scampati dalla terraferma: (ferma per modo di dire n.d.r.)”.

Nel secolo scorso i terremoti di maggiore intensità sono stati diversi.

Dopo il catastrofico terre-maremoto di Messina, del 28 dicembre 1908 – di cui abbiamo detto nel post di sabato 20 dicembre – di notevole gravità si sono rivelati:

1) Il terremoto del Belice,violento evento sismico di magnitudo 6,4° della scala Richter, che nella notte tra il 14 e il 15 gennaio 1968 colpì una vasta area della Sicilia occidentale compresa tra la Provincia di Agrigento, quella di Trapani e quella di Palermo.

2) Il terremoto del Friuli, che scosse, alle ore 21.06 del 6 maggio 1976, la zona a nord di Udine, con epicentro tra i comuni di Trasaghis e Bordano, nelle vicinanze di Osoppo e Gemona del Friuli, e con intensità 6,4 della scala Richter, pari al decimo grado della scala Mercalli.. Provocò, solo in Italia, 989 morti e oltre 45.000 senza tetto.

Nonostante una lunga serie di scosse di assestamento, che continuò per diversi mesi, la ricostruzione fu rapida e completa, grazie alla fiducia riposta dal Governo nelle Amministrazioni locali per la gestione dei finanziamenti straordinari decretati per la riparazione dei danni.

3) Il terremoto dell'Irpinia che, il 23 novembre 1980, colpì la Campania centrale e la Basilicata. Caratterizzato da una magnitudo 6,9 della scala Richter, con epicentro nel comune di Conza della Campania (AV), causò circa 280.000 sfollati, 8.848 feriti e 2.735 morti.

4) Il forte terremoto di Umbria e Marche del settembre 1997., che ebbe una magnitudo di 5,8 gradi Richter e un'intensità massima del IX-X grado Mercalli.

La notte del 26 settembre 1997, alle ore 2:34, si verificò la prima violenta scossa, che raggiunse il VII-VIII grado Mercalli. Seguirono altri movimenti tellurici minori. Nel mattino, alle 11:42, intervenne un'altra forte scossa (IX grado), e infine un'altra il 3 ottobre (VII grado) alle 10:55. Lo sciame sismico di assestamento si protrasse fino al 20 ottobre. Le scosse furono avvertite anche a notevoli distanze. I comuni maggiormente interessati dal sisma furono Foligno (sia le frazioni montane che il capoluogo), Nocera Umbra, Preci, Sellano, Assisi in Umbria, Serravalle di Chienti e Camerino nelle Marche. La scossa notturna lesionò gravemente le abitazioni dei piccoli centri appenninici. Quella del mattino determinò il crollo di alcuni edifici o parti di essi, già lesionati dalle scosse precedenti, fra cui la volta giottesca della Basilica Superiore della chiesa di San Francesco ad Assisi. Nel crollo di Assisi restarono uccise quattro persone, tecnici e frati, che stavano verificando i danni. Le immagini di questo crollo furono riprese casualmente da un tecnico televisivo e suscitarono notevole emozione.

5) Il terremoto del Molise , verificatosi tra il 31 ottobre e il 2 novembre 2002, con epicentro situato tra i comuni di San Giuliano di Puglia, Bonefro, Castellino del Biferno e Provvidenti (CB)

A San Giuliano di Puglia, comune vicino all'epicentro (localizzato tra Campobasso, Larino e l'Appennino Dauno, in provincia di Foggia), la forte scossa causò il crollo del solaio di copertura dell'edificio scolastico "Francesco Iovine" che comprendeva le scuole materna, elementare e media: sotto le macerie rimasero intrappolati 57 bambini, 8 insegnanti e 2 bidelli. Fu l'unico edificio a crollare completamente a causa di quest'unica scossa.

Francesco Cilona

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