

Fra Galdino
Intende promuovere la conoscenza dei problemi cittadini e invitare gli amministratori ad affrontarli.
Si legge sui giornali di oggi che nell'ospedale cittadino c'è una grave carenza d'organico, tanto che esistono notevoli difficoltà soprattutto nella espletazione dei servizi quali ecografie ed ecodoppler.
Diciamo però che si tratta di un allarme un po' vecchiotto e che praticamente i miei colleghi della stampa hanno scoperto l'acqua calda, accorgendosi che esistono, al Cutroni Zodda, tempi lunghi per quanti devono essere sottoposti agli accertamenti sprecialistici di cui sopra.
A conferma di ciò che sto dicendo, c'è la testimonianza di un "post" di Barcellonablog, pubblicato l'11 giugno del 2007, quando, avuta la notizia da fonte interna all'ospedale, abbiamo evidenziato che purtroppo, per carenza di personale, s'era deciso di non effettuare più, dapprima per gli esterni, il servizio d'ecoppler, e si sottolineava la gravità della situazione. Riportiamo il post, non per vantare precedenze, ma per ricordare che i problemi della città vanno sempre e assiduamente evidenziati e non occasionalmente o, peggio ancora, quando non si hanno altre notizie da dare. La stampa ha un ruolo molto importante e altrettanto influente e se non la si gestisce con la stessa passione e fermezza con cui si curano i propri interessi vitali diventa soltanto una presa per i fondelli. Possiamo dire, a nostra difesa, che in redazione non c'è il corrispondente a curare la pagina, ma spesso qualcuno che ci guarda dall'alto, forse anche con sussieguo, ma resta sempre una difesa che non tutti ritengono valida, a meno che non si venga a sapere che il corrispondente, per difendere i suoi "pezzi", ha il fegato di mandare a fan... il redattore che lo disarma. ECCO IL POST:
Francesco Cilona
Secondo fondate indiscrezioni, con la fine di giugno cesserà, nell'ospedale "Cutroni-Zodda" di Barcellona, il servizio per gli esami di "Ecocolordoppler", finora egregiamente espletato da un dei medici del reparto di medicina, il dottor Antonio Bonvegna.
I motivi che indurrebbero l'Azienda Usl a decurtare quel prezioso ausilio, nel già impoverito nosocomio barcellonese, vanno cercati in una serie di fattori, che fanno capo alla necessità di risparmiare la spesa sanitaria.
Al primo posto la carenza di personale: basti pensare che il bravo medico impiegato in tale importante servizio, ogni giorno finora s'è dovuto dividere fra questo impegnativo lavoro e l'assistenza in corsia, appunto perchè manca il giusto personale medico. Inoltre, come c'è stato ventilato, avrebbe contribuito al disarmo l'inadeguata pregestione del servizio tramite il numero verde, che spesso avrebbe creato accavallamenti nell'assegnazione dei turni agli utenti richiedenti detti esami. Non meno influente sarebbe stato il comportamento di taluni medici di base, che avrebbero avanzato richiesta di accertamenti doppler, anche per casi poi risultati superflui. Il previsto disarmo fa il paio con altre preoccupanti "chiari di luna ", riguardanti il personale paramedico, la cui riduzione ormai all'osso potrebbe essere ulteriormente accentuata dal ritardo se non addirittura dalla mancanza del ricambio numerico, reso necessario dall'uscita in quiescenza di infermieri , per raggiunti limiti d'età.
Finalmente si comincia a fare qualcosa di concreto per rimediare ai danni che, alla fine del secolo scorso, le mareggiate apportarono al litorale barcellonese, soprattutto nella fascia compresa tra l’abitato di Cantoni e il torrente Patrì, sulla cui foce è andato distrutto il ponte che congiunge il barcellonese con Marchesana di Terme Vigliatore.
Un nostro antico conterraneo, uomo di grande ingegno, Archimede, disse un giorno:”Datemi un punto di appoggio e vi solleverò il mondo". Ma nessuno riuscì a dargli quel punto che lui chiedeva, ed il mondo purtroppo rimase l’à dove sempre era stato.
Adesso, fuori da ogni antifona, per risollevare la nostra città ci vorrebbe oltre al novello Archimede, un solido punto d’appoggio, che coi tempi che corrono, anche stavolta, sembra difficile a trovarsi.
Ma, allora, dobbiamo vedere davvero il bicchiere mezzo vuoto, piuttosto che mezzo pieno?
Intanto diciamo che, per Barcellona, nelle vesti del novello Archimede, per legge, ci dovrebbe stare la massima autorità amministrativa della Città. Cioè il sindaco Candeloro Nania, il quale tra l’altro, nel campo amministrativo municipale dovrebbe essersi fatto – come si suol dire – le ossa.
A questo punto, bisognerebbe sapere quale leva intende adoperare e in quale punto potrà appoggiarla per risollevare questo nostro Comune.
Genericamente sappiamo, perché Nania l’ha accennato più di una volta, che si mira a fare di Barcellona un “centro di servizi” che non tralasci però l’impegno in un “discorso” turistico con ruolo di primo piano nel distretto intercomunale” .
Ma come potrebbe avvenire ciò, se la città non possiede, per tradizione, una forte vocazione turistica? La risposta è pronta: “Si tratta di favorire quei percorsi virtuosi che integrando le risorse del litorale con quelle dell’entroterra consentono di offrire una proposta turistica adeguata”.
Questa sarebbe la leva del presunto novello Archimede. E il punto d’appoggio dove sarebbe?
Anche qui, non manca la risposta: “Un ruolo importante dovranno averlo gli operatori economici che debbono acquisire quella managerialità turistica che passa attraverso la corretta valorizzazione del territorio”.
Ora però si rischia d’incontrare il classico cane che si morde la coda.
Eh, no! Non si dovrebbe correre questo pericolo, visto che il discorso non è fatto ai vecchi commercianti, ma “va aperto soprattutto ai giovani”.
Se il punto d’appoggio dovranno essere le giovani leve, allora non resta da fare altro che sollecitarne la potenzialità . C’è un programma in tal senso?
Il sindaco, anche se di programma vero e proprio non può parlare, ribadisce però che qualcosa in tal senso “si sta facendo, essendo stati stanziati aiuti economici per chi aprirà attività nel centro storico, meglio se rivalutando attività tradizionali, Diecimila Euro tanto per cominciare. Ed è l’attuazione di quanto era stato programmato nella passata legislatura”.
Grazie, signor Sindaco, per il lavoro che state facendo, speriamo che la leva trovi davvero il suo esatto punto d’appoggio, perché altrimenti la vedremo nera.
Fra’ Galdino
L’onda lunga del centrodestra aveva raggiunto Palazzo Longano.
Nel consiglio comunale di Barcellona Pozzo di Gotto, dopo 37 anni di dominio, non ci sarebbe stata più con Franco Speciale, il candidato che teneva a definirsi indipendente e che, nel primo turno, aveva fruito del sostegno del raggruppamento di centrosinistra.
Intanto i due “ballottanti”, dopo un attento esame delle possibilità di agganciamento nella parte d'elettorato che non aveva votato per i due schieramenti, cercando di dosare gli elementi da presentare per rendere più accattivanti le rispettive squadre, riuscivano a comporre le due compagini, una delle quali avrebbe affiancato il vincitore del ballottaggio, nell’impegnativa attività amministrativa del prossimo quinquennio.
Il 18 giugno, i due concorrenti alla poltrona di sindaco, in vista del nuovo incontro con gli elettori, presentarono ufficialmente i loro possibili compagni di viaggio.
Sarebbero stati, al fianco di Anna
Francesco Speciale avrebbe avuto al suo fianco il medico Filippo Bonansinga, l’agronomo Vito D’Amico, il funzionario Salvatore Gravina, l’insegnante Rocco Marazzita, il commercialista Matteo Milioti, l’avvocato Antonio Pirri, l’ingegnere Carmelo Recupero, l’avvocato Giusi Turrisi.
Da notare, nella squadra del centrodestra, la presenza di Roberto Molino, il quale, candidatosi a sindaco e non avendo raggiunto il numero di voti necessario per entrare in ballottaggio, allettato dalla prospettiva di fare il vice sindaco in caso di vittoria di Anna
Anna
E fu appunto Franco Speciale che superò il ballottaggio, riportando 11.855 voti, contro i 9.904 della diretta antagonista, con uno scarto quindi 1.951 voti.
Anna
Il nuovo sindaco, preside nella Scuola Media “Ferdinando D’Alcontres”, era nato a Torino il 9 settembre 1942, da genitori siciliani. Il padre, Giuseppe, era di San Filippo del Mela, la madre, Teresa De Francesco, pozzogottese d’antica origine.
Il sindaco Speciale, pur essendo stato appoggiato fortemente da un’aggregazione di centro sinistra, sin dal primo momento preferì dichiararsi “Sindaco dei cittadini”, nel senso che intendeva andare oltre gli schemi di parte ed operare in armonia con tutti. C’era però un particolare che doveva fare riflettere: pur avendo vinto la battaglia del ballottaggio, Speciale non aveva ancora vinto la guerra, visto che sui banchi dell’aula consiliare la “maggioranza” era di centrodestra. Ma, questo, era il neo della nuova legge elettorale.