domenica 30 dicembre 2007

SPECIALE SUPERA IL BALLOTTAGGIO: E' IL NUOVO SINDACO DI BARCELLONA

FOTO://IL NUOVO SINDACO FRANCO SPECIALE

L’onda lunga del centrodestra aveva raggiunto Palazzo Longano.
Nel consiglio comunale di Barcellona Pozzo di Gotto, dopo 37 anni di dominio, non ci sarebbe stata più la Dc a possedere la maggioranza, ma il polo delle libertà di Fini e Berlusconi, che nelle amministrative del 12 giugno era riuscito a conquistare la maggioranza assoluta. Restava però da verificare se gli apparentamenti, che avevano consentito ad An e a Fi di fruire di 6 seggi, sarebbero bastati a garantire ad Anna La Malfa i voti per il superamento del ballottaggio con Franco Speciale, il candidato che teneva a definirsi indipendente e che, nel primo turno, aveva fruito del sostegno del raggruppamento di centrosinistra.
Intanto i due ballottanti”, dopo un attento esame delle possibilità di agganciamento nella parte d'elettorato che non aveva votato per i due schieramenti, cercando di dosare gli elementi da presentare per rendere più accattivanti le rispettive squadre, riuscivano a comporre le due compagini, una delle quali avrebbe affiancato il vincitore del ballottaggio, nell’impegnativa attività amministrativa del prossimo quinquennio.
Il 18 giugno, i due concorrenti alla poltrona di sindaco, in vista del nuovo incontro con gli elettori, presentarono ufficialmente i loro possibili compagni di viaggio.
Sarebbero stati, al fianco di Anna La Malfa, il medico Cosimo Crinò, l’avvocato Francesco Cutroni, l’ingegnere Luciano Genovese, l’insegnante Rosa Anna Imopalà, il medico Filippo Marte, il commercialista Giuseppe Marzullo, il funzionario Roberto Molino, il commercialista Filippo Sottile.
Francesco Speciale avrebbe avuto al suo fianco il medico Filippo Bonansinga, l’agronomo Vito D’Amico, il funzionario Salvatore Gravina, l’insegnante Rocco Marazzita, il commercialista Matteo Milioti, l’avvocato Antonio Pirri, l’ingegnere Carmelo Recupero, l’avvocato Giusi Turrisi.
Da notare, nella squadra del centrodestra, la presenza di Roberto Molino, il quale, candidatosi a sindaco e non avendo raggiunto il numero di voti necessario per entrare in ballottaggio, allettato dalla prospettiva di fare il vice sindaco in caso di vittoria di Anna La Malfa, decise di appoggiare il centrodestra, credendo di potere manovrare i 4171 voti che aveva ottenuto nel primo turno.
Anna La Malfa contava, quindi, in quest’apporto e ciò faceva salire la febbre del ballottaggio, finchè giunse la domenica e il ballottaggio, per la prima volta, decise le sorti amministrative di Barcellona Pozzo di Gotto. Era il 26 giugno 1994.
La Malfa e, da dietro le quinte, l’on. Mimmo Nania avevano contato sui voti di Molino, ma s’erano dimenticati di contare sulla reazione dell’elettorato, in seno al quale molti che, al primo turno, avevano votato per l’ex sindaco “dei cento giorni”, ritennero sbagliato il passo fatto da Molino e preferirono votare per Franco Speciale.
E fu appunto Franco Speciale che superò il ballottaggio, riportando 11.855 voti, contro i 9.904 della diretta antagonista, con uno scarto quindi 1.951 voti.
Anna La Malfa che, al primo turno, aveva sorpassato Speciale con uno scarto di quasi 200 voti, nel confronto di ballottaggio ebbe un avanzamento di circa 2500 punti, che ovviamente non furono sufficienti per fare le scarpe a Franco Speciale.
Il nuovo sindaco, preside nella Scuola Media “Ferdinando D’Alcontres”, era nato a Torino il 9 settembre 1942, da genitori siciliani. Il padre, Giuseppe, era di San Filippo del Mela, la madre, Teresa De Francesco, pozzogottese d’antica origine. La famiglia Speciale, s’era trapiantata a Barcellona alla fine degli anni quaranta, quando Francesco aveva sette anni.
Il sindaco Speciale, pur essendo stato appoggiato fortemente da un’aggregazione di centro sinistra, sin dal primo momento preferì dichiararsi “Sindaco dei cittadini”, nel senso che intendeva andare oltre gli schemi di parte ed operare in armonia con tutti. C’era però un particolare che doveva fare riflettere: pur avendo vinto la battaglia del ballottaggio, Speciale non aveva ancora vinto la guerra, visto che sui banchi dell’aula consiliare la “maggioranza” era di centrodestra. Ma, questo, era il neo della nuova legge elettorale.

Francesco Cilona

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