La Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo, in seguito ad un ricorso presentato da una cittadina italiana di origini finlandesi, ha stabilito che la presenza del Crocifisso nelle aule scolastiche costituisce "
una violazione dei genitori ad educare i figli secondo le loro convinzioni" e una violazione alla "libertà di religione degli alunni".
La ricorrente, che invano s'era opposta alla presenza del simulacro nella classe del figlio, dovrà avere dal Governo del nostro Paese un risarcimento di cinquemila euro.
L'inattesa decisione della Corte europea ha scatenato una serie di reazioni.
Intanto il giudice Nicola Lettieri, che difende l'Italia davanti alla Corte di Strasburgo, ha annunciato l'immediato ricorso.
La
Cei giudica "ideologica" la decisione, ed il segretario di Stato del Vaticano,
Cardinale Bertone, nell'apprezzare il ricorso del Governo italiano, osserva che
"questa Europa del terzo millennio ci lascia solo le zucche delle feste e ci toglie i simboli piu' cari. Questa è veramente una perdita e dobbiamo cercare di conservare i segni della nostra fede per chi crede e per chi non crede.
Sbalordita si dice
il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini, secondo cui.
"la presenza del crocifisso in classe non significa adesione al cattolicesimo ma rappresenta un simbolo della nostra tradizione".Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, auspica "
che la sentenza non venga salutata come giusta affermazione della laicità delle istituzioni", che è valore da non confondersi "
con la negazione, propria del laicismo più deteriore, del ruolo del cristianesimo nella società e nell'identità italiana".
Per il
Partito democratico, il neo segretario Bersani parla di buonsenso, pensando
"che un'antica tradizione come il crocifisso non può essere offensiva per nessuno"La cattolicissima
Binetti spera "
che la sentenza sia semplicemente orientativa, che si collochi cioè nel rispetto delle credenze religiose", .Per
Debora Serracchiani, la decisione della Corte "
è formalmente corretta e condivisibile".
Parere non condiviso dall''Udc
Pierferdinando Casini, secondo cui la scelta "
di bocciare la presenza del crocifisso nelle scuole è la prima conseguenza della pavidità dei governanti europei, che si sono rifiutati di menzionare le radici cristiane nella Costituzione Europea".Per
l'Italia dei Valori ci sono simboli, come quello del crocifisso, che si identificano con la storia del Paese.
"Per questo riteniamo - afferma il capogruppo alla Camera, Massimo Donadi -
che il divieto contenuto nella sentenza della Corte di Strasburgo non sia una buona risposta alla domanda di laicità dello Stato, che pure è legittima e condivisibile".
Secondo
la
Federazione dei Liberali, si tratta di
"una sentenza di grande importanza perché riafferma in modo argomentato il carattere laico e pluralista delle istituzioni europee e della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo sottoscritta anche dall'Italia". La Federazione giudica
"scomposte e fuori contesto giuridico le reazioni del centro destra, "afflitto da una insopprimibile vocazione ad una politica muscolare incapace di discutere ragionevolmente le idee politiche sulla convivenza e di rafforzare la laicità delle istituzioni, la sola che, in quanto tale, è in grado di consentire la libertà di ciascuno nel rispetto reciproco e del dettato costituzionale".Il segretario del Prc Paolo Ferrero si dice favorevole alla sentenza perchè
"uno stato laico deve rispettare le diverse religioni e non identificarsi con nessuna".Anche per il
Pdci, la sentenza è validissima in quanto riafferma
"il valore della laicità della scuola e dello Stato".