domenica 25 aprile 2010

OGGI E' STATO FESTEGGIATO, CON LA TRADIZIONALE PROCESSIONE, IL TAUMATURGO SANTO FRANCESCO DA PAOLA




Oggi, 25 aprile, a Barcellona, è stato festeggiato San Francesco da Paola.
Chi si attendeva che dicessi "la resistenza", si ricreda.
Il Santo, al quale è dedicata l'omonima parrocchia, è stato portato in processione lungo le strade del quartiere, fino a raggiungere - come avviene da qualche anno - quel luogo di dolore che si chiama Ospedale Psichiatrico Giudiziario di via Madia, un tempo detto più crudamente manicomio giudiziario. Qui il fercolo del santo tumaturgo è sostato diversi minuti, accompagnato da numerosi fedeli al suono d'una banda musicale.
San Francesco da Paola, che nella vicina Milazzo è considerato coprotettore , essendo stato in quella città, per la costruzione di un suo convento, è un Santo molto amato pure a Barcellona, per antica tradizione.
Di questo grande taumaturgo, nato e cresciuto a Paola, nella vicina Calabria, si narrano molti eventi miracolosi.

Tratti da internet , ne riferiamo "alcuni che ormai sono patrimonio consegnato alla storia". "San Francesco era, prima di tutto, un mistico. Sono numerose le testimonianze di coloro che lo hanno visto in estasi, sollevato da terra in perfetta comunione con Dio
Un mistico che non soffriva i morsi del freddo e del fuoco: più volte lo si descrive nell’atto di prendere con le mani carboni ardenti. Celebre, la sua introduzione nella fornace di calce rovente che rischia di crollare.

A Paterno (Cs), dove il copista di libri ecclesiastici Roberto Borgo aveva il braccio destro immobilizzato per un male, i Santo gli prescrive una lavanda; in capo ad un giorno il braccio guarisce completamente.

Racconta un discepolo anonimo, suo contemporaneo, autore della “Vita di San Francesco”: “Una volta il principe di Bisognano (chiamato pure conte di Chiaromonte), del seguito del Re di Francia, aveva il figlio che aveva contratto una malattia, comunemente indicata “morbo di S. Giovanni” (cioè epilessia). Il malato sembra come invasato dal demonio. Il giovanetto, raccomandato al buon Padre, ne fu in breve guarito”.

Ancora a Paterno, guarisce il figlio deforme di una coppia che era nato senza occhi, bocca, naso e orecchie. Il Santo dopo una preghiera modella sul viso del bambino occhi, naso bocca e orecchie e lo consegna ai genitori riconoscenti.

A Milazzo San Francesco resuscita un impiccato morto da tre giorni e rimasto appeso.

Per il Re di Francia fa un grande miracolo: chiamato al suo capezzale non lo salva dalla morte terrena ma, esortandolo alla preghiera ed alla espiazione, lo fa morire sereno ed in pace con Dio.

Ancora a Paterno, un grande amico di Francesco si recò dal frate per riceverne l’ultima benedizione. San Francesco trasse di tasca un piccolo pane bianco tra lo stupore di tutti che sapevano che non portava mai cibo con sé, consegnandolo. L’amico conservò il pane per cinque anni. Durante una terribile carestia lo riprese e lo trovò fresco e fragrante e poté sfamare ben sette persone.

Per le necessità degli operai che lavoravano alla costruzione del Convento di Paola, con un semplice colpo sulla terra fece sorgere l’acqua della Fonte della “Cucchiarella”, da molti considerata miracolosa.

Durante la costruzione del Convento di Paola, una grossa pietra ingombrava la strada. Il Santo si mise in preghiera e questa si spostò da sola.

Sempre durante i lavori per il convento di Paola, alcuni grossi macigni si staccarono dalla montagna pronti a travolgere gli operai. Francesco subito ordinò ai massi di fermarsi e la loro caduta si arrestò. Le enormi pietre si possono vedere ancora oggi nei pressi del Santuario.

Ove è ancora la grotta di Martinello, un agnellino cui il Santo era particolarmente affezionato, venne un giorno ucciso per essere mangiato dagli operai. Dopo averlo cotto e consumato, le sue ossa e i resti furono buttati nella fornace. Il Santo, non vedendo il piccolo animale, cominciò a cercarlo e chiese se l'avessero visto agli uomini che lavoravano al convento di Paola. Questi negarono, ma quando cominciò a chiamarlo, l’agnellino uscì dalle fiamme completamente sano e in vita.

A Napoli davanti al Re che vuole offrirgli un grosso gruzzolo di monete dìoro per la costruzione di un convento, San Francesco rifiuta, prende una moneta, la spezza e ne fa uscire sangue. "Quel denaro, dice, è sangue dei sudditi, del popolo che subisce i potenti".

Il miracolo più famoso è certamente l’attraversamento dello Stretto di Messina sul suo mantello. La storia è nota: San Francesco doveva recarsi a Milazzo, in Sicilia, per costruire un altro suo convento. Giunto a Reggio si avvicinò ad una barca carica di legname chiedendo al proprietario un passaggio per sé e i suoi fratelli. Il barcaiolo rispose che li avrebbe portati solo se lo avessero pagato. San Francesco non si scompose: si inginocchiò in preghiera sulla riva, quindi distese il mantello sull’acqua, e tendendolo col suo bastone, vi sali assieme agli altri frati, benedisse il mare, e con quella improvviata imbarcazione si avviò sullo Stretto. Il barcaiolo di nome Coloso, vedendo il prodigio, si mise a gridare implorando il Santo di consentirgli di traghettarli. Ma San Francesco non gli badò e raggiunse senza difficoltà l’altra riva. Il miracolo fu compiuto il 4 aprile del 1464.

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