RIBELLI E LEALISTI, SCRIBI E FARISEI

Lettera aperta dell’onorevole Dore Misuraca (Pdl Sicilia)
Nelle ultime settimane Gianfranco Miccichè ha più volte ribadito  una posizione condivisibile: non intende lasciare il Pdl e  continuerà a sostenere il governo Lombardo. Alla vigilia  dell’incontro tra Berlusconi e lo stesso Miccichè è bene chiarire che,  in Sicilia, all’insegna dell’ipocrisia, c’è chi intanto lavora per  accompagnare Miccichè fuori dal Pdl e per fare cadere il governo  regionale democraticamente eletto dai siciliani.
In questa delicata fase della vita politica siciliana dovremmo,  invece, lavorare tutti per l’unità del centrodestra e per il  rispetto della volontà popolare, evitando frazionismi e,  soprattutto, atteggiamenti tipici di Scribi e Farisei.
Ricordo che San Matteo, rivolgendosi agli Scribi e ai Farisei,  li definisce sepolcri imbiancati, perché al di fuori  appaiono belli, ma dentro sono pieni di ipocrisia e di iniquità.
E’ il caso di qualche autorevole esponente del Pdl che, lungi  dal lavorare per l’unità del partito in Sicilia, si prodiga in  contorcimenti glottologico-politici invitando ingenerosamente Miccichè a  uscire fuori dal Pdl e a fondare il Partito del Sud, con buona pace  dell’unità dello stesso Pdl.
E che differenza c’è tra quei parlamentari nazionali del Pdl e i  sepolcri imbiancati descritti da San Matteo? Come possono questi  parlamentari affermare soltanto oggi che i conti economici della Regione  sono falsi, invocando, addirittura, con un’interpellanza barocca,  l’intervento del ministro dell’Economia, Tremonti?
Invece di continuare a demolire, sarebbe preferibile, come  alcuni di noi stanno facendo, chiedere un’azione di rigore al  governo regionale, contenendo le spese improduttive, liberando  risorse per lo sviluppo, lavorando per la semplificazione amministrativa  e per tutte quelle altre riforme che cambino veramente il volto della  Regione siciliana.
Tra i Farisei, però, non inseriamo il coordinatore regionale  del Pdl, che almeno ha il dono della verità negativa.  Lui, infatti, il partito lo vuole spaccare alla luce del sole con i suoi  aut aut. Con il suo oltranzismo, cerca soltanto di approfondire le  ragioni delle divisioni e dello scontro. Con il risultato o di spingere  l’attuale governo tra le braccia del centrosinistra, o, peggio ancora,  di far tornare i siciliani alle urne. Era preferibile lo stesso  co-cordinatore del Pdl siciliano di qualche settimana fa, che parlava di  unità del partito, sollecitando tutto il Pdl ad entrare a far parte  della giunta Lombardo.
Il mio auspicio è che gli amici del Pdl non si  comportino come quegli Scribi e Farisei che, come ci ricorda sempre San  Matteo, “dicono e non fanno”. A questo punto è più che mai  opportuno guardare senza ipocrisia alla verità. E la verità è che l’unità  del nostro partito è la vera soluzione politica per la Sicilia.  Lo è per il Pdl dell’Isola e, a maggior ragione, per la maggioranza di  centrodestra che ha dato vita al governo Lombardo. Per raggiungere  questo obiettivo dobbiamo essere tutti disposti a fare un passo  indietro.

2 commenti:
E' la mancanza di unità nel pdl il vero ostacolo alla soluzione dei nostri problemi? Neache se fossero compatti come una falange romana sarebbero capaci di risolverli.L'unità potrebbe solo portar loro la divisione pacifica della torta siciliana. La soluzione dei problemi nasce da una condizione dinamica di forze democraticamente contrapposte,comunque disponibili, e lealmente cooperanti nell'interesse generale .I discorsi di questi politici mancano di profondità di analisi e di conoscenze e di virtù proprie e di visione strategica,dove il tempo e lo spazio hanno ormai acquistato velocità e dimensioni globali.Non si risolvono i problemi moderni guardandosi l'ombelico.Per loro è sempre e solo una questione di potere personale o al massimo di gruppo. Se qualche luce potremo vedere essa verrà da questo strano governo Lombardo,legato alle sorti ,come sempre,romane.L'autonomia è stata un mito improduttivo.
Franz
E' la mancanza di unità nel pdl il vero ostacolo alla soluzione dei nostri problemi? Neache se fossero compatti come una falange romana sarebbero capaci di risolverli.L'unità potrebbe solo portar loro la divisione pacifica della torta siciliana. La soluzione dei problemi nasce da una condizione dinamica di forze democraticamente contrapposte,comunque disponibili, e lealmente cooperanti nell'interesse generale .I discorsi di questi politici mancano di profondità di analisi e di conoscenze e di virtù proprie e di visione strategica,dove il tempo e lo spazio hanno ormai acquistato velocità e dimensioni globali.Non si risolvono i problemi moderni guardandosi l'ombelico.Per loro è sempre e solo una questione di potere personale o al massimo di gruppo. Se qualche luce potremo vedere essa verrà da questo strano governo Lombardo,legato alle sorti ,come sempre,romane.L'autonomia è stata un mito improduttivo.
Franz
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