lunedì 15 ottobre 2007

ROBERTO MOLINO CE L'HA FATTA

FOTO// L'aula consiliare in una seduta del 1993
In primo piano di spalle riconoscibile il dott. Bauro







Era la sera di Santa Lucia, lunedì 13 dicembre 1993, la seduta straordinaria, convocata d’urgenza dal commissario regionale Onofrio Zaccone, presentava l’aula consiliare affollatissima. Un pubblico straordinario aveva occupato sin dal pomeriggio tutti i posti disponibili, e molta gente era rimasta nell’antisala e nel corridoio , con la speranza di potere seguire il dibattito almeno attraverso il “sonoro” dei diffusori esterni.
All’inizio l’attenzione fu polarizzata dall’atteso intervento del senatore Carmelo Santalco, dimessosi da sindaco con l’intenzione di indurre il Consiglio Comunale ad autosciogliersi, per potere adire ad elezioni amministrative anticipate.
Fu una vera e propria “filippica”: e non risparmiò nessuno dei 15 consiglieri "che - disse - con comportamento astioso nei suoi confronti, pur di fargli un torto, si erano buttati in un’assurda ammucchiata". Usò per tutti parole aspre, definendoli: cani sciolti, canne al vento, iscariota, fratelli d’Abele. Per Roberto Molino, sindaco in pectore, 31 anni, proveniente dall’Azione Cattolica, rispolverò
la qualifica di giovane “rampante” e di rappresentante in loco dell’assessore agli Enti Locali , per avergli procurato voti in campagna elettorale.
Santalco, nella foga dell’intervento, ebbe espressioni dure anche per l’ex sindaco Enzo Amato, considerato “inaffidabile per le sue intese sottobanco coi rappresentanti del cartello a lui avverso e per talune sue dichiarazioni alla commissione antimafia di allora (23 gennaio 1993 a Barcellona), secondo cui i parlamentari barcellonesi si sarebbero accorti troppo tardi della gravità della situazione locale”.
Il senatore trovò pure il modo di “punzecchiare” l’ex capogruppo dc Sebastiano Bauro e tacciare di tradimento ed ipocrisia taluni consiglieri, che per lui avevano sempre profuso espressioni d'elogio e la massima stima. Carmelo Santalco, che in quel periodo aveva la carica di segretario della DC, nel chiudere la sua arringa, invocò un atto di resipiscenza di quanti ancora non avessero capito l’utilità dell’autoscioglimento del consiglio comunale, anche perché aveva appreso che il massimo consesso cittadino era nuovamente nel mirino del ministro dell’interno, pronto a riesaminare l’ipotesi d’infiltrazioni malavitose nell’ambito consiliare.
Seguirono altri interventi, tutti di breve durata. Quindi si procedette alla votazione per appello nominale per l’elezione del sindaco e della Giunta. Il risultato fu favorevole per Molino e per la compagine da lui capitanata. I voti a favore furono 22, quelli contrari 15.
L’insediamento, comunque, non fu immediato, perché i voti della maggioranza non avevano raggiunto quota 25.
Questi i nomi dei componenti la nuova Giunta: Giuseppe Accetta, Giuseppe Alizzi, Antonino Cutugno, Carmelo Gitto, Giovanni Mazzù, Giovanni Munafò, Domenico Piccolo, Filippo Sottile. Una settimana dopo, giunse notizia che il Tar di Catania aveva respinto il ricorso che, prima della riunione del Consiglio, era stato avanzato dai fedelissimi di Santalco, avverso alle decisioni del Coreco e dell’assessore regionale agli Enti Locali. Ciò, finalmente, sembrava mettere in una botte di ferro la nuova amministrazione di Palazzo Longano. Il via libera, da parte del Coreco, non tardò a venire. La vigilia dell’Epifania, l’organo di controllo confermò la validità della delibera del 13 dicembre che aveva sancito l’elezione di Molino e della “sua” Giunta, e la nuova "squadra" potè così insediarsi, pronta a rimettere in moto la macchina amministrativa.
FOTO al centro: il dott. Bauro e l'ex sindaco Amato
Francesco Cilona

4 commenti:

Anonimo ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
Anonimo ha detto...

Caro professore, mi complimento con il suo blog, unica agenzia giornalistica che, dopo 13 anni, ritorna ad affrontare con il metodo della croni-storia, la rivisitazione dei fatti del 1993 che, hanno determinato una svolta storica per la nostra città.
La circostanza che, sino ad ora, nessuno abbia ritenuto di tornare su quel periodo, con seminari e convegni a carattere storico-scientifico, la dice lunga sulla libertà di espressione dell'associazionismo culturale barcellonese.
Tornerò sull'argomento per fornire elementi di valutazione utili per una migliore comprensione dei meccanismi decisionali che da anni, sotto il controllo di lobby, intervengono in maniera invasiva a delegittimare il confronto democratico.

Anonimo ha detto...

Caro Roberto,certamente avrai capito qual'è il motivo che mi ha spinto ad utilizzare quel patrimonio di notizie che sono riuscito a incamerare con la raccolta dei miei più importanti articoli. C'è da fare un lavoro non solo rilevante, ma anche abbastanza impegnativo, visto che si tratta di cogliere il materiale necessario per la ricostruzione dei fatti, scartabellando in migliaia di articoli, che fortunatamente ho conservato e, solo in parte, catalogato. Auguratemi che possa avere la salute ed il tempo necesari per procedere serenamente nel mio lavoro, che come hai potuto avvertire, sto svolgendo piano piano, approfittando di questo blog. Grazie per i complimenti,che spero di non demeritare.

Anonimo ha detto...

Ho trovato un errore, dovevo scrivere qual è e non qual'è. Scusa la pignoleria.

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