
Il Fronte Nazionale Siciliano "Sicilia Indipendente", torna a ribadire il proprio "NO" alla costruzione del ponte sullo Stretto di Messina, adducendo le ragioni di sempre, che glielo fanno definire il "ponte della vergogna".
Tra le conseguenze negative derivanti da tale costruzione, il fronte annovera il sicuro mutamento geografico dello status della Sicilia e della Calabria, che farebbe perdere alla Sicilia la propria insularità e ridurrebbe la Calabria in territorio di transito. Per cui le due regioni sarebbero "smembrate", dovendo "cedere una parte del rispettivo territorio e delle rispettive dignità e identità alla istituenda regionicchia dello stretto. Una soluzione, quest’ultima, che penalizzerebbe soprattutto la nobile e gloriosa Città di Messina, compromettendone la stessa esistenza". Di fronte a prospettive così pesanti, Il Fronte Nazionale Siciliano puntualizza "che non può e non deve essere sottovalutata l’importanza di uno specifico referendum. Ipotesi, quest’ultima, che il Governo Italiano e la maggioranza trasversale “pontista” escludono aprioristicamente e apoditticamente, mentre in realtà "Niente è di più sbagliato. Anche perché il ponte-imbuto non sarebbe una qualunque opera pubblica di grossa entità" bensì "un unicum” che inciderebbe, se realizzato, come nessun’altra opera, nel contesto politico, economico, sociale, paesaggistico nel quale verrebbe realizzato."
Prescindendo da ogni altro impedimento e da ogni altra considerazione - afferma l'F.S.N, - la mancanza di una consultazione referendaria, ( necessariamente regolamentata da apposita legge), "renderebbe giuridicamente, moralmente, politicamente ancora più “illegittima” la costruzione del PONTE. .
1 commento:
Sarebbe giusto fare il referendum.Ci sono coinvolti moltissimi interessi contrastanti e potenti.SEntiamo il cittadino "medio" che può essere espresso solo da un referendum.Tutta l'Italia è interessata a quest'opera,quindi il referendum dovrebbe svolgersi a livello nazionale.Ma costa 400 milioni, e in questo momento di crisi...Forse è meglio rinviare.L'infrastruttura ponte non potrà avere effetti immediati e positivi sulla crisi in atto.
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