venerdì 29 gennaio 2010

CONTINUA LA TELENOVELA DELLE BARZELLETTE DEL CAVALIERE


In attesa dell'arrivo del presidente Napolitano all'inaugurazione dell'anno giudiziario, Silvio Berlusconi ha raccontato una barzelletta ai presenti, tra i quali i presidenti di Senato e Camera Renato Schifani e Gianfranco Fini, il vicepresidente del Csm Nicola Mancino, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta e alcuni esponenti della Magistratura.

«Dio vede che nel mondo c'è confusione e decide di inviare nuovamente Gesù - racconta Berlusconi - ma dopo 33 anni Gesù non torna in Paradiso. Passano 40, 50, 60 anni fin quando dopo 100 anni Dio sente bussare alla porta del Paradiso ed apre. Vede un uomo anziano con la barba che gli dice: "Papà sono Gesu".
Dio dice allora a Gesù: "Ma io ti aspettavo da tanti anni".
E Gesù risponde: "Sai sulla terra sono cambiate tante cose. C'è la democrazia, c'è internet, hanno abolito la pena di morte... e a me hanno dato l'ergastolo..."».

Ma ecco che arriva Napolitano, il crocchio rispettosamente si avvicina al Presidente della Repubblica ed il Premier tronca il discorso.
Per non lasciare in tronco la barzelletta, raccontiamo il seguito:

«Dio Padre, guardando teneramente il Figlio gli dice: "Ma scusa, laggiù non c'era Silvio che poteva aiutarti?"
"E come, Padre mio?" chiede Gesù.
" Bastava che ti facesse approvare in Parlamento una legge ad personam, e t'avrebbe liberato", dice saggiamente Dio Padre.
"Eh, no, Padre Eterno - sbotta Gesù - Le leggi ad personam non possono essere più di tre: e tutte e tre servono a lui"
».

1 commento:

Unknown ha detto...

Viene da esclamare,parafrasando Primo Levi,se questo è un presidente del consiglio (di una gloriosa civile colta nazione europea).Che orrore!Che pena!Povera Italia!

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