


L'ESPRESSIONE DEL SEGRETARIO NAZIONALE DEL PD E' STATA COMUNQUE BIASIMEVOLE
«Io sono per fare uscire da questa assemblea una  figura eroica, i veri eroi moderni, gli insegnanti che inseguono il  disagio sociale in periferia, lottano contro la dispersione mentre la  Gelmini gli rompe i c...».  l'ha detto il segretario del Pd  Pier Luigi Bersani, dal palco dell'assemblea del partito, presentando  l'impegno dei democratici per la scuola.  E ha aggiunto: «Ci sono insegnanti che vanno nei quartieri periferici  delle grandi città, nei piccoli comuni, nei luoghi in cui si annida il  degrado ed è più forte la dispersione scolastica. Si tratta di  insegnanti che seguono uno ad uno i ragazzi, facendo enormi sacrifici.  Questi, per noi, sono degli eroi dei tempi moderni».
Il vice capogruppo del Pdl alla Camera, Italo Bocchino, non appena ha appreso ciò, ha ribattuto: «Qualcuno spieghi a Bersani che lo scontro politico non esime dall'essere educati, soprattutto quando si critica un ministro donna come la Gelmini. Il nostro ministro dell'istruzione non 'rompe', ma cerca di riparare il disastro che dal '68 a oggi la sinistra ha procurato alla scuola italiana, facendone uno stipendificio e mortificando il merito e la qualità. Auspichiamo che Bersani chieda scusa alla Gelmini per il tono usato».
A parte il fatto che da Bersani non ci saremmo atteso un linguaggio scurrile, e male ha fatto il segretario del PD ad usarlo, anche se non mancano esempi di autorevoli personaggi politici sboccati.
Una considerazione tuttavia vale la pena di fare a margine, per far notare a Bocchino che il suo sdegno è un po' esagerato, se si pensa che ormai tutti chiamano solo pro forma "Gelmini" la legge paravento prodotta da Tremonti, che coi suoi colpi di scure sta facendo spezzatino della scuola pubblica.
A pensarci bene, il Ministro Maria Stella Gelmini avrà prestato a detta legge il proprio nome.
Sarebbe comunque difficile non ammettere che il provvedimento fortemente voluto dal Ministro dell'Economia abbia rotto davvero...e continui a rompere.
Il vice capogruppo del Pdl alla Camera, Italo Bocchino, non appena ha appreso ciò, ha ribattuto: «Qualcuno spieghi a Bersani che lo scontro politico non esime dall'essere educati, soprattutto quando si critica un ministro donna come la Gelmini. Il nostro ministro dell'istruzione non 'rompe', ma cerca di riparare il disastro che dal '68 a oggi la sinistra ha procurato alla scuola italiana, facendone uno stipendificio e mortificando il merito e la qualità. Auspichiamo che Bersani chieda scusa alla Gelmini per il tono usato».
A parte il fatto che da Bersani non ci saremmo atteso un linguaggio scurrile, e male ha fatto il segretario del PD ad usarlo, anche se non mancano esempi di autorevoli personaggi politici sboccati.
Una considerazione tuttavia vale la pena di fare a margine, per far notare a Bocchino che il suo sdegno è un po' esagerato, se si pensa che ormai tutti chiamano solo pro forma "Gelmini" la legge paravento prodotta da Tremonti, che coi suoi colpi di scure sta facendo spezzatino della scuola pubblica.
A pensarci bene, il Ministro Maria Stella Gelmini avrà prestato a detta legge il proprio nome.
Sarebbe comunque difficile non ammettere che il provvedimento fortemente voluto dal Ministro dell'Economia abbia rotto davvero...e continui a rompere.

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