venerdì 7 maggio 2010

I LAVORATORI PRECARI DI BARCELLONA POZZO DI GOTTO, STUFI D'ESSERE PRESI IN GIRO, RECLAMANO I LORO DIRITTI


Superano ormai il quarto di migliaio e parecchi di essi si possono definire storici, cioè veterani col diritto di priorità alla sistemazione definitiva, così come è stato concesso, ad altri loro pari, dalla Finanziaria, recentemente approvata dall'Assemblea Regionale Siciliana.
Qui si parla, ovviamente, dei 261 lavoratori precari che da anni vengono utilizzati dal Comune per i più svariati servizi cittadini, i quali in questi giorni sono in subbuglio per l'incertezza del loro avvenire, aggravata dalla crisi economica che stiamo attraversando.
Si sentono abbandonati e cercano di appigliarsi a qualcuno che credono possa sostenerli nel tentativo di protesta che, in questi giorni, stanno mettendo in atto.
Il primo appiglio non può che essere il Comune, diretto datore di lavoro, e pertanto hanno deciso di concentrare la loro manifestazione a Palazzo Longano, presidiandolo - come d'altronde è avvenuto altre volte - e reclamando l'intervento della civica amministrazione, dei sindacati e delle altre istituzioni che potrebbero avere voce in capitolo, arcivescovo compreso.

Ci sarà qualcuno che riuscirà a dare una mano a questo stuolo di lavoratori che, stanchi d'attendere una sistemazione stabile, reclamano un loro sacrosanto diritto?

12 commenti:

Anonimo ha detto...

Lancio una provocazione. Ho avuto a che fare con alcuni precari del comune di Barcellona P.G. Ho spiegato che questo stato di cose non è solo casuale ma voluto dalla politica che così li può sfruttare e, soprattutto, ricattare politicamente. Ho consigliato loro, quindi, di intraprendere delle azioni concrete e non limitarsi a proteste pressoché inutili. A questo punto hanno cominciato a dire che avevano paura di irritare i "padroni". Ho capito (se ce n'era ancora bisogno) che la gente non è capace di svincolarsi davvero dal ricatto politico perchè manca (senza ragione) di coraggio. Così facendo non riuscirà mai a cambiare la propria posizione e continuerà ad esserci una classe dirigente che si arricchisce sulle loro spalle. Se non si capirà questo non cambierà mai nulla. L'unica speranza è solo quella di arrivare veramente alla fame perchè solo allora si potrà avere una reazione veramente forte. Spero di non venire frainteso - ma se scrivo queste cose è proprio per la rabbia di vedere una classe dirigente che li fa soffrire. Do la massima solidarietà ai lavoratori precari, ma fino a quando non capiranno che devono pretendere rispetto per la loro intelligenza e dignità senza farsi ricattare dal politicante di turno che chiede il voto per (non) sistemarli, le cose non cambieranno mai. Se qualcuno ha ancora qualche dubbio, lo invito a riflettere sul fatto che la loro condizione di precari si trascina almeno da 15 anni, il che vuol dire che non vi è la volontà di stabilizzarli e che quello che scrivo è vero.
Danilo Salvato

barcellonablog ha detto...

Caro Danilo, mi sembra che tu stia dicendo bene e in maniera chiara quanto in un precedente post è stato da noi scritto.
"Mai rassegnarsi"?
Ma lo si afferma solo coi proclami, che per nulla incidono nelle facce di bronzo.
Come mai non ci accorgiamo d'essere divenuti voci clamantes in deserto, flatus vocis, parole inutili?
Era solito dire un vecchio amministratore: "Parlare è arte leggera..." ( Si tratta di Santalco..) Ed è proprio così: perchè quasi sempre alle parole non segue l'azione, ed esse lasciate in libertà volano via....
Anche se, a volte le parole sono pietre, anche le pietre non hanno efficacia se restano a terra".
Insomma devono essere scagliate e con buona mira: un po' come fece il ragazzo di Portoria, quel Gianbattista Perasso, detto Balilla, che a Genova fece fischiare il sasso accendendo la scintilla della rivolta popolare contro gl'invasori austro-piemontesi.
Quanto testè detto nulla vuole avere a che fare con la retorica del ventennio, che sfruttò la figura di Balilla per ben altri scopi...

daniela ha detto...

Caro Prof. quei precari hanno voluto cozzare con il sistema politico clientelare ed ora si ritrovano con la testa fasciata.
Credo che loro abbiano molto meno diritti di chi come me (e non sono l'unica) faticosamente si è fatta largo con le proprie forze peregrinando tra Treviso e Messina e ancora adesso malgrado sia di ruolo di fatto si sente una precaria di fatto. Noi non abbiamo la sicurezza della sede, del comune e se le cose continuano così nemmeno della provincia, forse un po' di mobilità farebbe bene anche agli articolisti, potrebbero ad esempio stabilizzarli nei comuni che necessitano di personale! Disquisendo sui Precari mi sovviene alla mente
una giovane donna che lavora come tale presso il comune di Tusa, la stessa con rammarico mi ha confessato di aver bruciato la sua Laurea in Economia e Commercio e soprattutto la dignità accettando quel sistema clientelare, lei che in terra Friulana avrebbe potuto entrare tra le fila dei dipendenti statali/comunali dalla porta principale.
Ma le sembra morale che questa moltitudine( non parliamo di dieci o 15 persone, stiamo parlando di ben 200 precari) chiuda le porte e le speranze a tanti giovani Laureati, anche con 110 e lode,per diverse generazioni?
Se oggi il Comune langue e soffre l'incompetenza dei suoi dipendenti è dovuto a quell'immorale politica clientelare ( e il suo Senatore ne era un Maestro) che non ha mai premiato le competenze ma il servilismo, e mentre i sindaci li possiamo mandare via al massimo dopo due mandati i dipendenti ce li dobbiamo tenere a vita!

daniela ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
Unknown ha detto...

Sono d'accordo in tutto con Danilo anche perchè quelle cose le avevamo dette anche noi.Anche con Daniela sono d'accordo e ammirato,tranne sulla citazione che ha fatto del senatore Santalco.Non perchè sia falsa ma perchè inopportuna da parte di una simpatizzante di una destra che non ha nulla da invidiare a quel senatore.
Franz

prof. ha detto...

Evidentemente Daniela parlava di un "mio" senatore, il cui possesso ovviamente è stato inventato dal lei. Mentre io non riesco ad appioppparle un "altro" senatore, dicendole che è "suo"....
Anch'io ho iniziato la carriera scolastica optando - in seguito a concorso, e sottolineo questo- per una sede lontana da casa - a Roma -, ma quando ho formato famiglia, per evidente necessità, ho dovuto chiedere trasferimento e, solo dopo anni di assegnazioni provvisorie, ho avuto la titolarietà a Barcellona.
Questa era la prassi e bisognava accettarla, senza per questo sentirsi precari: perchè la scelta era stata nostra, senza fruire di raccomandazioni ed altro. Ma dico io, perché non badiamo ciascuno ai fatti nostri? D'altronde gli attuali precari del Comune non potranno mica ottenere con facilità ciò che richiedono. E quindi a che pro' questo sfogo ?

Anonimo ha detto...

Ma diciamo anche che i 40enni e 30enni siciliani non potranno mai partecipare a bandi di assunzione degli ENTI LOCALI poiché chi a tempo determinato doveva svolgere attività in tali enti da 20 anni li occupano abusivamente. La verità è che si è scippato il futuro a due generazioni di siciliani oneste che non hanno mai bussato alla politica

daniela ha detto...

Concordo con il Generale quando evidenzia che la destra in fatto di clientelismo non ha nulla da invidiare alla sinistra o all'allora D.C. non a caso è stato proprio Briguglio, negli anni 90, ad allargare le maglie dei suddetti precari in un contesto ormai saturo.Il politico,
se vogliamo riscattarci da quest'atavico male d'epoca feudale per cui si rimane sempre legati ai favori del potente di turno, piuttosto che creare leggi e leggine per addomesticare il popolo deve creare i presupposti , le fondamenta per lo sviluppo economico della Nostra Terra.
Quest'anno ho avuto la fortuna di conoscere un territorio, quello tusano, che artisticamente e paesaggisticamente somiglia molto a Taormina, ma langue, vive quell'ottusità politico-culturale che non riesce a fare dell'antica via del grano(periodo romano) un centro di attrazione turistica( eccetto qualche mente illuminata come il signor Presti, o il Signor Tasca).Ha idea di quanti giovani potrebbero lavorare nel settore del turismo come guide e quanti esercizi commerciali dare respiro a un paesino che resta sempre più solo e "vecchio"?
E a Lei caro Prof. che ha molta più esperienza di me mi rivolgo:" Mi spiga come è riuscito il Nordest a riscattarsi dal fango e dagli acquitrini ?"

Unknown ha detto...

In un mio precedente commento,credo nella prima decade di marzo, riferivo della 'gratitudine sospesa' che i nostri politici siculi-sicani-mafiogeni applicano in sicilia, e nel meridione in generale ,avendo perfezionato e raffinato il sistema clientelare fino al precariato.Il cliente precario era(è) sistemato per quasi tutta la vita.Era condannato a votare per chi l'aveva reso precario ,perchè se no perdeva il posto a causa degli altri che spingevano da sotto.C'era (c'è) il controllo del voto e una minima possibilità dopo qualche decennio di entrare di ruolo,come è successo ora ai precari della regione che sono stati stabilizzati in gran numero. Questa è la storia dei precari.Mentre per quanto riguarda quella nord-sud,nord progredito sud arretrato,il meccanismo era un altro.Tu sud fai da bacino di voti e avrai aiuti in denaro(i vari tipi di casse del mezzogiorno) alimenti i consumi d'italia consumando quasi come noi e noi accresciamo le nostre industrie con i vostri consumi e il vostro lavoro trasferito al nord come pure con la vostra finanza sporca o pulita che sia.Così il nord si sviluppa e il sud rimane al palo precario e mafioso ,in mano a una classe politica di un sistema che ha tutto l'interesse a lasciarci nella gratitudine sospesa e nell'immondizia.Chi ci salverà ?Spero proprio che sia Lombardo col suo strano governo traballante appoggiato a un Pd incerto e incredulo,Perchè la cosa non può più durare a lungo.C'è la crisi continua globale e il rischio è il tumulto e la rivolta sociale.La responsabilità della classe politica è enorme ma i cittadini hanno la responsabilità del loro servaggio alla paura mafiosa e al bisogno.Non sono stati mai critici e dignitosi.Ora con la costituzione dell'antiracket hanno finalmente alzato la testa e cominciato a pensare.
Ho fiducia nel nostro futuro anche perchè credo nella provvidenza e nel modo di farsi della storia secondo la microstoria di Fernand Braudel.I veri protagonisti siamo noi umili cittadini consapevoli.
Franz

Vanni ha detto...

Danilo Salvato fa delle osservazioni del tutto condivisibili ed ovvie ma
non va al "cuore del problema": individuare un percorso che possa dare soluzione ai "loro" problemi.
Dal punto di vista umano la posizione dei "precari" è drammatica ,anche perchè dopo 15 anni di precariato non è certamente facile trovarsi un nuovo lavoro.
Il dramma della Sicilia è che purtroppo le "pubbliche amministrazioni" sono sempre state una sorta di cassa di compensazione
alla mancanza endemica di lavoro "produttivo" per il fragile tessuto economico sociale nel mezzogiorno d'Italia.
Il patto di stabilità degli enti locali ha purtroppo (o per fortuna perchè altrimenti avremmo già fatto la fine della Grecia) ingessato la finanza delle pubbliche amministrazioni.
Io non voglio difendere nessuno ma se, fino ad oggi, dopo 15 anni i "precari" non sono stati stabilizzati ,non è per mancanza di volontà politica di chicchessia ,ma per le finanze ingessate degli enti locali.
"U parrari è arti liggera " amava ripetere il "nostro" , e non è giusto fare una strumentalizzazione politica del dramma vissuto dai nostri "giovani" il cui destino non sarebbe cambiato se ci fossero state amministrazioni di colore diverso.
L'errore è stato compiuto a monte,e credo che l'ultima amministrazione di "centro sinistra " di Barcellona abbia delle grosse responsabilità,quando si illusero i nostri concittadini che prima o poi avrebbero trovato "sistemazione "
ed attraverso leggi regionali errate si sono precarizzati.
Credo che nel tempo un po' di persone si siano stabilizzate , ma è un processo lungo e che richiede tempo per assorbire l'esercito di precari che c'è in Sicilia ,anche perchè tutti vorrebbero avere il lavoro sotto casa.

Agapito ha detto...

Non dimentichiamo una cosa: che interpretando male e ad arte la teoria del giuslavorista Biagi,s'è approfittato per ridurre la mobilità in eterno precariato, che solo poi con artifici politici e raccomandazioni s'è stabilizzato, ma solo a macchie di leopardo, lasciando i meno politicamente tutelati eternamente con contratti a termine e senza altri diritti di stabilità.

vito ha detto...

Vito ha detto...
Sono simpatizzante di destra, a differenza del Sig. Salvo, posso dire che questa amministrazione è la peggiore di tutte le amministrazioni. Una città abbandonata, sporca, disordinata, ambulanti sparsi per la città, occupazione del suolo fuori regola, segnaletica inesistente e volantinaggio incontrollato. P.S. "Ho seguito un gruppo di operatori ecologici, il lavoro era questo, una carta veniva raccolta tre venivano lasciate" Sindaco li faccia controllare.

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