mercoledì 10 novembre 2010

QUANTO DETTO DAL MINISTRO MARONI SULLA VICENDA RUBY NON COLLIMEREBBE CON QUANTO REALMENTE SUCCESSO IN QUESTURA


IL PM FIORILLO CONTESTA LA VERSIONE MARONI


Il pm dei Minori Annamaria Fiorillo, che si occupò della vicenda la notte del 27 maggio quando Ruby fu portata in questura 1, non ci sta. E dichiara che si rivolgerà al Csm perché "le parole del ministro Maroni 2 che sembrano in accordo con quelle del procuratore Bruti Liberati non corrispondono a quella che è la mia diretta e personale conoscenza del caso".

Il pm dei minori Annamaria Fiorillo, che era di turno nel giorno del fermo di Ruby, aveva già chiarito di non aver mai dato "l'autorizzazione all'affido della ragazza" 3 alla consigliera regionale con incarico alla Presidenza del Consiglio Nicole Minetti, 25 anni, Pdl. E, a differenza di quanto sostenuto nelle varie "note" poliziesche, Fiorillo ha sempre sostenuto di non aver mai raggiunto alcun "accordo" (parola dalla quale si è sempre dissociata) per l'affido della giovane frequentatrice delle feste di Arcore alla consigliera regionale: "E non lo avrebbe raggiunto nemmeno nel caso fosse arrivata negli uffici di via Fatebenefratelli una copia dei documenti di identità" di Ruby, che - va sottolineato - non c'erano.
La sostituto procuratore Fiorillo ha invece sempre sostenuto di aver chiesto di accertare se la ragazza era "quello che dice di essere" (e Ruby non ha mai parlato di parentela né con un egiziano, né con un capo di Stato straniero). Di verificare la sua storia e le sue fughe dalla comunità, che c'erano. Il magistrato avrebbe scoperto solo settimane dopo che Ruby non era rimasta in questura, ma era stata lasciata alla Minetti, e poi, alla strada.
Estratto da Repubblica.it

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