giovedì 13 maggio 2010

RAFFAELE LOMBARDO ED IL SUO GOVERNO TRA L'INCUDINE ED IL MARTELLO

::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::Procuratore V. D'AGATA

Il solito anonimo, commentando la smentita del Procuratore di Catania alla notizia data da "La Repubblica" su una richiesta d'arresto per Lombardo, scrive;"quando i giornali invece di fare informazione fanno politica...".
Che "La Repubblica" sia un giornale politicamente orientato non è una novità, solo che non sempre le notizie date da un quotidiano del genere devono essere considerate politicamente strumentalizzate.
Sul caso di ieri, per quanto smentito dal procuratore della Repubblica di Catania, io credo che si debba parlare piuttosto d'inchiesta non superficiale su avvenimenti che potrebbero proiettarsi negativamente sulla politica regionale; cosa completamente diversa dalla mera strumentalizzazione politica. A confermare quanto sto dicendo, soccorre il fatto che, pur riportando la dichiarazione del Procuratore D'Agata, l' edizione odierna dello stesso quotidiano , sempre nelle pagine di Palermo, con le firme di Francesco Viviano e Alessandra Ziniti, così scrive: "Il procuratore smentisce di averla firmata, ma la richiesta di custodia cautelare per il presidente della Regione Raffaele Lombardo, per suo fratello Angelo e per gli altri tre politici coinvolti nell'inchiesta più scottante della Dda di Catania è sul suo tavolo. Il pool di magistrati coordinati dall'aggiunto Giuseppe Gennaro, ovviamente dopo lungo ed elaborato confronto con il capo dell'ufficio, ha concluso il suo lavoro e redatto il provvedimento a carico dei politici, così come già fatto qualche giorno fa con l'altra richiesta di custodia cautelare, quella a carico di buona parte dei 70 indagati, già protocollata e sul tavolo del gip Luigi Baroni"... E l'articolo continua facendo riferimento a differenze di valutazione, in Procura, sulle posizioni dei due fratelli Lombardo e ad altri particolari che, chi vuole, può andare a leggerseli su "Repubblica".
Ieri, il procuratore della Repubblica di Catania, Vincenzo D'Agata, nel corso di una lunga intervista rilasciata al collega Rino Piccione su "Tirreno Sat", nel confermare la smentita dell'avvenuta firma nella richiesta di custodia cautelare a carico di Raffaele Lombardo, ha assicurato l'esistenza di un ottimo rapporto coi suoi collaboratori, anticipando - forse inavvertitamente - un ulteriore diniego, stavolta nei confronti di una presunta "spaccatura nella procura di Catania", fatta balenare nell'inchiesta odierna di "Repubblica".
Tra annunci e smentite, fioccano ovviamente i commenti, qualcuno dei quali abbastanza drastico, come quello di Claudio Fava, secondo cui "su un'inchiesta così lunga servono parole chiare non rituali smentite".
Insomma si chiede chiarezza e al più presto, come d'altronde sostiene Giuseppe Lupo, segretario regionale del Pd, partito che ha tutto l'interesse di sapere se si può continuare a collaborare tranquillamente, sia pure dall'esterno, con il Governo regionale in carica.
Di tutt'altro tenore è invece la reazione dei lealisti Pdl, che ribadiscono la loro contrarietà a Raffaele Lombardo e lo invitano a dimettersi subito, ancor prima di qualsiasi chiarimento.

fra' Galdino

1 commento:

Unknown ha detto...

Mi sembra tutto collegato alle inchieste di Roma su Anemone e la cricca. Berlusconi freme,e il lodo costituzionale non è ancora legge.Berlusconi Miccichè Lombardo stanno legati insieme.Se B. barcolla ,Lombardo-Miccichè si rinforzano.Con questa classe politica inquinata e inquinante,la partita è in mano alla magistratura indipendente e autonoma,nell'interesse di tutti.
Come finirà? Boh mah chi lo sa?
Franz

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