venerdì 14 maggio 2010
GIANFRANCO MICCICHE' RACCONTA NEL SUO BLOG L'INCONTRO CON BERLUSCONI
Qui si riporta la parte essenziale, che contrasta nettamente con quanto vorrebbero fare i suoi rivali lealisti
"Berlusconi mi ha chiesto di assumermi la responsabilità della riunificazione del partito in Sicilia, sottolineando come ritenga di fondamentale importanza il fatto di mantenere unito il partito. Io ho dato la mia disponibilità, ma sono rimasto irremovibile nel difendere il patto elettorale, da noi stretto con i siciliani attorno alla figura di Raffaele Lombardo, che il Pdl, più d’ogni altro partito della coalizione, ha contribuito a far eleggere governatore della Sicilia. Il maggior partito della coalizione di governo non può rendersi responsabile di ribaltoni, non può, cioè, determinare il sovvertimento di quella volontà popolare, che esso stesso ha indirizzato verso una scelta ben precisa".
"Cosa avrebbe fatto Lei – gli ho chiesto – se si fosse trovato nella stessa situazione, se un suo alleato avesse votato contro il Suo governo? Non lo avrebbe, forse, tacciato di ribaltonismo?" Pertanto, ho ribadito a Berlusconi la ferma volontà di non arretrare di fronte al dovere di rispettare e preservare la volontà dei siciliani, che non può, non deve essere il prezzo della, sia pur auspicata, riunificazione.
"Quanto al Partito del Sud, ho illustrato, ancora una volta, le ragioni politiche a supporto del progetto, che ancora sento fortemente mio, insistendo sulla necessità che quest’idea continui a maturare nelle sensibilità e nelle coscienze politiche di chi opera al Sud. Tuttavia, gli ho detto che per il momemto ritengo opportuno, non abbandonare il progetto, ma dare priorità alla situazione siciliana, su cui intendo concentrare tutti i miei sforzi".
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3 commenti:
Fa bene Miccichè a tenere duro su
Lombardo,un suo arretramento sarebbe interpetrato come sintomo di debolezza e rafforzerebbe l'ala reazionaria e conservatrice che vorrebbe mantenere lo status quo in Sicilia.
Alla Sicilia servono riforme vere,e fra tutte la più importante è la riforma della elefantiaca macchina burocratica regionale che dissipa buona parte delle risorse regionali.
Le ASI sono in attesa di riforma;
Gli IACP sono in attesa di riforma,
e farebbero bene a scioglerle affidando le competenze ai comuni;
E poi c'è l'ESA ,l'ente Porto , gli enti parco,la formazione professionale,la legge urbanistica etcc.
O saremo in grado di fare le riforme che servono a drenare risorse da destinare ad investimenti produttivi oppure sprofonderemo in modo irreversibile
in una economia terzomondista e saranno cazzi amari.
Altro che unità d'italia ,la lega avrà buon gioco a proclamare l'indipendenza della "Padania" da annettere ai paesi della nuova mitteleuropa.
Concordo con Vanni.In Sicilia forse avremo un momento di vera autonomia,perchè a Roma ci sarà la liquefazione di quel governo centrato sul federalismo leghista.Per attuarlo ci vorrebbero 133 miliardi di euro più 30 miliardi di manovra già annunciati per tenere i conti a freno e non fare la fine della Grecia.Tutti sappiamo che non ci sono i soldi e la Lega non sa come dirlo ai suoi padani.Il progetto di Bossi è fallito e il governo è in bilico anche per la cricca di Anemone.Alle elezioni anticipate non è possibile andarci perchè la situazione nell'ue e il capo dello Stato lo impediscono.Quindi è obbligatorio continuare con un governo istituzionale fino alla fine della legislatura per tenere insieme i conti e l'Italia.In questa situazione la sicilia stranamente si salva, sempre se la magistratura non ha niente da dire su Lombardo.Il governo Berlusconi implode perchè costruito sulla bugia e sull'immoralità,come quello dell'urss di una volta.
Franz
gapito, l'uomo apolitico ha detto...
Che in un momento così delicato, qual è quello attuale, si stia cercando a tutti i costi di spezzare le reni alla Sicilia, con una manovra affidata alle mani di pseudocoordinatori d'un partito con spezzoni indiziati, sarebbe assurdo e masochistico.Che certi pseudosoloni sostenitori di nuove elezioni, regionali o nazionali, abbiano ancora campo sarebbe altrettanto assurdo ed esiziale.
AGAPITO, l'uomo apolitico che non s'impiccia di comizi ed elezioni.
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