sabato 6 marzo 2010

GIORGIO NAPOLITANO SPIEGA PERCHE' HA FIRMATO IL DECRETO INTERPRETATIVO CHE TANTE POLEMICHE STA SUSCITANDO

Notizia pres repubblica


Il Presidente Napolitano risponde ai cittadini

Signor Presidente della Repubblica,
le chiedo di non firmare il decreto interpretativo proposto dal governo in quanto in un paese democratico le regole non possono essere cambiate in corso d'opera e a piacimento del governo, ma devono essere rispettate da tutte le componenti politiche e sociali per la loro importanza per la democrazia e la vita sociale dei cittadini italiani.
Confidando nella sua serenità e capacità di giudizio per il bene del Paese e nel suo alto rispetto per la nostra Costituzione.
Cordiali saluti
Alessandro Magni

Signor Presidente Napolitano,
sono a chiederle di fare tutto quello che lei può per lasciarci la possibilità di votare in Lombardia chi riteniamo che ci possa rappresentare. Se così non fosse, sarebbe un grave attentato al diritto di voto.
In fede
M. Cristina Varenna

Egregio signor Magni, gentile signora Varenna,
ho letto con attenzione le vostre lettere e desidero, vostro tramite, rispondere con sincera considerazione per tutte le opinioni dei tanti cittadini che in queste ore mi hanno scritto.
Il problema da risolvere era, da qualche giorno, quello di garantire che si andasse dovunque alle elezioni regionali con la piena partecipazione dei diversi schieramenti politici. Non era sostenibile che potessero non parteciparvi nella più grande regione italiana il candidato presidente e la lista del maggior partito politico di governo, per gli errori nella presentazione della lista contestati dall'ufficio competente costituito presso la corte d'appello di Milano. Erano in gioco due interessi o "beni" entrambi meritevoli di tutela: il rispetto delle norme e delle procedure previste dalla legge e il diritto dei cittadini di scegliere col voto tra programmi e schieramenti alternativi. Non si può negare che si tratti di "beni" egualmente preziosi nel nostro Stato di diritto e democratico.
Si era nei giorni scorsi espressa preoccupazione anche da parte dei maggiori esponenti dell'opposizione, che avevano dichiarato di non voler vincere - neppure in Lombardia - "per abbandono dell'avversario" o "a tavolino". E si era anche da più parti parlato della necessità di una "soluzione politica": senza peraltro chiarire in che senso ciò andasse inteso. Una soluzione che fosse cioè "frutto di un accordo", concordata tra maggioranza e opposizioni?
Ora sarebbe stato certamente opportuno ricercare un tale accordo, andandosi al di là delle polemiche su errori e responsabilità dei presentatori delle liste non ammesse e sui fondamenti delle decisioni prese dagli uffici elettorali pronunciatisi in materia. In realtà, sappiamo quanto risultino difficili accordi tra governo, maggioranza e opposizioni anche in casi particolarmente delicati come questo e ancor più in clima elettorale: difficili per tendenze all'autosufficienza e scelte unilaterali da una parte, e per diffidenze di fondo e indisponibilità dall'altra parte.
Ma in ogni caso - questo è il punto che mi preme sottolineare - la "soluzione politica", ovvero l'intesa tra gli schieramenti politici, avrebbe pur sempre dovuto tradursi in soluzione normativa, in un provvedimento legislativo che intervenisse tempestivamente per consentire lo svolgimento delle elezioni regionali con la piena partecipazione dei principali contendenti. E i tempi si erano a tal punto ristretti - dopo i già intervenuti pronunciamenti delle Corti di appello di Roma e Milano - che quel provvedimento non poteva che essere un decreto legge.
Diversamente dalla bozza di decreto prospettatami dal Governo in un teso incontro giovedì sera, il testo successivamente elaborato dal Ministero dell'interno e dalla Presidenza del consiglio dei ministri non ha presentato a mio avviso evidenti vizi di incostituzionalità. Né si è indicata da nessuna parte politica quale altra soluzione - comunque inevitabilmente legislativa - potesse essere ancora più esente da vizi e dubbi di quella natura.
La vicenda è stata molto spinosa, fonte di gravi contrasti e divisioni, e ha messo in evidenza l'acuirsi non solo di tensioni politiche, ma di serie tensioni istituzionali. E' bene che tutti se ne rendano conto. Io sono deciso a tenere ferma una linea di indipendente e imparziale svolgimento del ruolo, e di rigoroso esercizio delle prerogative, che la Costituzione attribuisce al Presidente della Repubblica, nei limiti segnati dalla stessa Carta e in spirito di leale cooperazione istituzionale. Un effettivo senso di responsabilità dovrebbe consigliare a tutti i soggetti politici e istituzionali di non rivolgersi al Capo dello Stato con aspettative e pretese improprie, e a chi governa di rispettarne costantemente le funzioni e i poteri.
Cordialmente

Giorgio Napolitano

11 commenti:

Anonimo ha detto...

la sinistra voleva votarsi da sola! io l'avrei lasciata fare, vincere per loro è assicurarsi una poltrona, all'atto di governare tasse per tutti ed imposizioni fiscali, questo hanno saputo fare! dimostrino il contrario e lasciano lavorare il popolo italiano garantendo loro un futuro alternativo e non di imposizioni.

Unknown ha detto...

Il commento di questo anonimo è tutto centrato su una questione :le imposizioni fiscali che la sinistra fa e la destra ,no.Quindi è bene lasciare governare la destra e lavorare il popolo italiano.Ma la questione non era questa ,era la legalità.Per questa destra la legalità coincide con il proprio interesse.Ma se avessero un pò di cultura politica istituzionale capirebbero che l'interesse di una parte al di sopra e al di là delle leggi si rivolge sempre in uno svantaggio per tutti,soprattuto per i nostri figli nipoti.
Franz

Unknown ha detto...

Dimenticavo di dire che sono con Napolitano,anche se quella decisione ,condizionata dalla forza delle circostanze e dalla furbizia interpretativa degli azzeccagarbugli di palazzo ghigi,mi ha lasciato sconcertato.
franz

Unknown ha detto...

Dimenticavo ancora di dire che ci troviamo sull'orlo di un baratro dove ci ha portato questa destra falsamente moralizzatrice(faremo una legge per combattere la corruzione-sì, sotto le elezioni fa questi bei propositi ma dimenticati subito dopo).Questa destra non può moralizzare nulla ,può solo peggiorare la nostra etica pubblica.
Franz

fabio ha detto...

la sinistra ci dimostri il contrario, caro amico! chi non ha peccato scagli la prima pietra.

Vanni ha detto...

L'acuirsi delle tensioni nel paese
è tutto legato alla divisione manichea tra "destra" e "sinistra","bianchi" contro "neri", "capuleti" contro "montecchi" , etc.,storicamente le divisioni nette tra "guelfi" e "ghibellini" ha sempre portato guerra e distruzione.
Per fortuna al colle c'è una persona di grande equilibrio come Giorgio Napolitano erede di quella corrente "migliorista" che purtroppo nel vecchio PCI era minoritaria,altrimenti il decorso della nostra storia politica sarebbe stato ben diverso.
Di Pietro dovrebbe vergognarsi ad attaccare un garante imparziale come Napolitano,ma quel che è peggio è la deriva Dipietrista che il PD di Bersani,contrariamente alle promesse congressuali,ha assunto.

Antonio ha detto...

La consueta firma di Ponzio Napolitano è anche peggio di quelle apposte su altre leggi vergogna come il Lodo Alfano, le norme razziali anti-immigrati e lo scudo fiscale.

Luigi ha detto...

L'unica strada che avrebbero dovuto percorrere i dirigenti del Pdl, (Partito dei...) a partire dal sultano, era quello di riconoscere pubblicamente gli errori commessi e di ricercare con tutti gli altri concorrenti una soluzione politica purchè fosse condivisa da tutti.

Neo-Machiavelli ha detto...

Cito questo post nel mio blog e invitto a rispondere ad un sondaggio: Nei blog mi sembrano quasi tutti contro Napolitano. Perché, secondo voi?
http://neo-machiavelli.ilcannocchiale.it/post/2451493.html

Unknown ha detto...

Non si può essere a favore o contro la decisione del presidente della repubblica.Il quesito è mal posto,e la superficialità è di casa.La domanda la farei così :poteva Napolitano non firmare quel decreto interpretativo della norma?Io a malincuore ,pensando al pus che ne sarebbe scaturito e infettato ancora diù la nostra vita civile,ho risposto di no,non poteva.Soltanto che le norme elettorali sono materia eclusiva delle regioni,e solo le regioni ne possono fare l'interpretazione autentica.Su questa base,forse Napolitano ha sbagliato.Non lo so , vedremo.Ci sarà un seguito.
franz

barcellonablog ha detto...

E' evidente che il diverbio avuto in precedenza con il minaccioso premiero avrà messo in allarme e condizionato il capo dello Stato nella sua decisione e non gli avrà fatto tenere vconto dell'altra possibilità: che ci sia l'altra parte messa in condizioni di ribellarsi, anche alla luce del fatto reale che la competenza in materia elettorale è stata demandata alle Regioni sin dal 1999 e che già da cinque anni a questa parte (2005) la Regione Lazio ha approvato la proprialegge elettorale.
Di questo, probabilmente, dovrebbe tenere conto oggi il Tar del Lazio, nello stabilire se accettare o respingere il ricorso della destra.

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