martedì 6 ottobre 2009

COSA SI FA PER PROTEGGERE BARCELLONA DA EVENTUALI PIOGGE ALLUVIONALI?

Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta, non donna di province, ma bordello! – Dante Alighieri – Purgatorio – Canto VI ...


foto: VIA AIA SCARPACI E IL TORRENTE LONGANO, DURANTE LE PIOGGE


Il disastroso diluvio che ha colpito la costa ionica della nostra provincia - passate le perplessità dei primi giorni, ma non ancora le polemiche, che anzi incalzano - dovrebbe far meditare anche quanti, in questo gravissimo frangente, non sono stati direttamente coinvolti.
Intendo dire che, anche se aprioristicamente si possono considerare incomparabili le condizioni idrogeologiche tra il territorio disastrato e, per esempio, quello della città in cui viviamo, non guasterebbe tuttavia un po' di preoccupazione su ciò che potrebbe accadere da noi, nell'eventualità del ripetersi di piogge torrenziali, pari a quelle già registrate lo scorso mese di dicembre., nella nostra zona.
Non dimentichiamo che - sempre prendendo come esempio la città di Barcellona Pozzo di Gotto - l'abitato di questo grosso Comune è attraversato da ben quattro torrenti e da una decina di saie, alcune delle quali in parte strutturalmente modificate, se non malamente reggimentate.
Dei torrenti - due agli opposti confini ( Mela e Patrì) e due attraversanti la città (Longano e Idria) - per quanto siano tutt'e quattro reggimentati e non sia mancata la manutenzione in quelli centrali, non c'è mai da fidarsi, anche perchè non bisogna dimenticare che, prima che fossero imbrigliati con bastioni, il loro corso si estendeva allargandosi là dove adesso ci sono edifici e strade.
Se poi si volesse tener conto del fatto che, oltre agli argini, si sono aggiunte le coperture, costruite in più riprese e in sezioni non del tutto omogenee, penso che non guasterebbe una briciola in più di riflessione...
Su questo riflettevo, pensando ai grossi guasti creati dal maltempo, qui in Sicilia, e non solo nei giorni scorsi, ma anche prima e persino dalle nostre parti.
E, pensando, mi sono ricordato di un lontano episodio, avvenuto quando, durante violento nubifragio, il sindaco di questa città, per proteggere la via Roma da un'esondazione del Longano, fece accatastare sul bastione sacchi di sabbia.
E fummo fortunati che fosse bastata l'altezza dell'argine a impedire la temuta tracimazione.

fra' Galdino

3 commenti:

Unknown ha detto...

Condivido le riflessionie e mi associo alle preoccupazioni e all'esortazione del professore.La prudenza non è mai troppa.In questo periodo dell'anno e in queste condizioni di surriscaldamento dei mari e della terra,i fenomeni meteorologici tendono a diventare sempre più estremi,con probabili gravi conseguenze su cittadini città campi.Ormai dovremmo aver imparato a predisporre piani di emergergenza di evacuazione e soccorso della popolazione e di difesa civile del patrimonio economico artistico ambientale.Testare ,ogni tanto, questi piani non sarebbe male.Almeno testare il sistema d'allerta e di comunicazione .

Dario ha detto...

Che almeno si provveda alla pulizia di tombini,di saie e al controllo delle spalliere franabili nelle zone collinari. Dopo è successo ildiluvio a Scaletta e a Giampilieri , adesso si è fissata la data per l’apertura delle offerte economiche relative alla gara dei lavori di consolidamento e ripristino del versante franoso a protezione del centro abitato tra la via S. Maria Maggiore ed il torrente Mandria nella frazione La Gala. Devono succedere cose gravissime perchè ci si muova? Non è meglio prima?

Giovanni ha detto...

Se basta si può solo Pregare.

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