
Il cappello d’alpino, la canottiera nera, la visita alle chiese. Umberto Bossi furoreggia in Cadore. Prima, a Domegge, si fa calzare da Giulio Tremonti (ospite d’onore di un comizio leghista) il copricapo con la penna nera, fa il saluto militare per la gioia dei fotografi, e proclama: «Siamo noi i veri guerrieri, i veri condottieri» (il giornale)
Umberto Bossi giudica come «parole con poco senso» quelle che i vescovi hanno usato per commentare l'ennesima tragedia del mare, che ha coinvolto un'ottantina di immigrati eritrei naufragati al largo di Lampedusa. «Che le porte le apra il Vaticano che ha il reato di immigrazione - rilancia Bossi dal Cadore he dia - clui il buon esempio».
Secondo Bossi con l'azione del governo gli immigrati «partono molto meno di prima». Il leader del Carroccio ha aggiunto quindi che «bisogna riuscire a fermarli alla partenza se no si prosegue con l'avere un sacco di morti». Per Bossi, infatti, c'è il rischio per troppa gente di mettere a repentaglio «la propria vita per niente perchè quando arrivano qui non trovano posti di lavoro».(Il sole 24ore)
1 commento:
Non capisco quale senso abbiano le esternazioni di Bossi.Per me è tutto un dramma assurdo,compresa l'ambiguità e la reticenza della Chiesa gerarchica,che parla e condanna in astratto,facendosi pescare ,peraltro,con le dita nella marmellata.In questo clima ipocrita tracotante di potere senza regole,il cittadino si sente autorizzato a fare tutto quello che vuole,e l'amalgama sociale si dissipa .Viene a mancare il motivo dello stare insieme.Franz
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