
La tragedia è così sconvolgente che il ministro stenta a crederci e ordina accertamenti: chissà, forse quei poveri migranti scheletriti se la saranno sognata.....

Qui, «si impone con prepotenza la tragica storia dei 5 migranti eritrei, il cui battello, che trasportava 80 persone, è stato in mare per più di 20 giorni. I cinque eritrei, tutti in precarie condizioni di salute, sono stati sottoposti a controlli medici: due di loro, un uomo e una donna, sono infatti stati trovati in gravi condizioni. Gli operatori umanitari che li hanno accolti sul molo del porto di Lampedusa, hanno parlato di corpi «ridotti a scheletri».
Alle persone che li assistevano, gli immigrati hanno raccontato di essere partiti una ventina di giorni fa dalla Libia in ottanta. Durante la traversata, e mentre il barcone andava alla deriva, 75 di loro sarebbero morti di stenti e i loro corpi abbandonati in mare. Diverse imbarcazioni hanno visto quello che stava succedendo; molti hanno anche udito le voci che imploravano aiuto. Secondo le prime ricostruzioni, un peschereccio si sarebbe adirittura avvicinando porgendo pane ed acqua ai superstiti. Nessuno ha però soccorso e nessuno ha avvisato le autorità.
Mentre le autorità di polizia fanno sapere che le «testimonianze vengono valutate con prudenza» dal comando aeronavale della Guardia di Finanza, che sta cercando riscontri al racconto dei superstiti, le organizzazioni umanitarie hanno protestato: «Inaccettabile il mancato soccorso» è intervenuta per prima l'associazione "Save the children", chiedendo «l'adozione di politiche efficaci e di responsabilità condivise a livello europeo».
«Se viene confermato quanto raccontato dai cinque immigrati eritrei salvati ieri in acque internazionali vuol dire che sono stati lesi i diritti umani» ha dichiarato il prefetto di Agrigento Umberto Postiglione, aggiungendo che, secondo quanto confermato dagli stessi eritrei, non sarebbero stati soccorsi «in acque libiche e internazionali». La Procura di Agrigento ha aperto un'inchiesta per accertare l'eventuale presenza di scafisti sull'imbarcazione. L'inchiesta, a carico di ignoti, ipotizza per ora il reato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.
«L'Occidente a occhi chiusi» non vuole vedere i barconi di clandestini, così come durante il nazismo nessuno vedeva i treni pieni di ebrei diretti ai campi di concentramento. A paragonare l'indifferenza verso gli immigrati irregolari dispersi in mare con quella delle popolazioni al tempo della Shoah è "Avvenire" con un editoriale in prima pagina. C'è, per il quotidiano dei vescovi, «almeno un equivoco in cui non è ammissibile cadere. Nessuna politica di controllo dell'immigrazione consente a una comunità internazionale di lasciare una barca carica di naufraghi al suo destino. E questa legge ordina: in mare si soccorre».
4 commenti:
Propongo una colletta affinchè il tratto di mare che divide la Sicilia dall'Africa, venga rinominato CANILE DI SICILIA!
ChaoLin (Lino Giusti)
A volte i cani hanno ricevuto maggior rispetto dei poveri migranti. C'è da rabbrividire di più, se poi si pensa che si è trattato di Eritrei, i cui padri e nonni furono tanto fedeli all'Italia in tempi non remoti: non si dimentichino gli Ascari che diedero la loro vita in combattimento accanto ai nostri soldati in Africa. - Francesco
PS E i ministri di exAN, questo dovrebbero averlo sulla coscienza...ma pare che solo Fini sia rimasto a ricordare.
Una politica senza etica ,cioè senza il dovere verso tutti,produce questi risultati malvaggi.Al potere c'è una massa di egocrati,che trovano fondamento solo in se stessi.La trascendenza non esiste ,e così pure la coscienza e l'anima.In questo contesto, rispunta la 'banalità del male ' dell'epoca della shoah, cui si è riferito qualche cardinale coscienzioso.Franz
Uno dei sopravvissuti del Canile di Sicilia: "Nessuno ci ha aiutato. Se non fosse stato per la generosità dei maltesi. Non dico che ci hanno dato una mano; però, col dito, ci hanno indicato Lampedusa ... ".
ChaoLin
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