lunedì 20 luglio 2009

ALCOL NO! MA «VINO Sì»

NIENTE ALCOL, MA NEPPURE DROGA: SARA' POSSIBILE?


I gravi incidenti sulla strada, spesso provocati da guida insensata, inficiata soprattutto da stato di ebrezza alcolica del guidatore, hanno ormai imposto il problema della liceità o meno di porre un freno alla vendita di alcolici, al fine di salvaguardare la vita di molte persone, spesso vittime incolpevoli, quali quelle che, per loro sfortuna, si trovano nel posto "sbagliato" nel momento "sbagliato".
S'apprende, in questi giorni, che, nell'intento di fare qualcosa per limitare l'approccio all'alcol, i sindaci di due città - Milano e Caltagirone - hanno emesso ordinanze che proibiscono la vendita di sostanze alcoliche ai minori di sedici anni.
Praticamente entrambi i sindaci (Letizia Moratti e Francesco Pignataro) sono del parere che, impedendo ai giovanissimi di prendere gusto alle bevande alcoliche, si possa - almeno col tempo - far crescere una nuova generazione meno propensa al bere, anche perchè potrebbe essere possibile una maggiore consapevolezza responsabilzzante, una volta superata la fase più delicata dell'età teen.
Il sindaco di Caltagirone, spiega che, pur rendendosi conto che non basti una semplice ordinanza per risolvere il problema, spera che il provvedimento ( condiviso dalle forze dell'ordine, da associazioni civili e dalle famiglie) possa dare un proprio contributo alla difesa della integrità fisica dei giovani e della loro crescita.
Completamente opposto è invece il parere di un altro sindaco: quello di Salemi, che come si sa è l'ormai arcinoto critico d'arte prof.Vittorio Sgarbi, il quale con il suo consueto garbo critica il sindaco di Milano, Letizia Moratti, che nella sua indiscriminata proibizione alla vendita di prodotti alcolici ovviamente include il vino: fatto, questo, grave perchè, «se si proibisce il vino a 16 anni ci ritroveremo con adulti che berranno Coca Cola».
«Impediamo che l’Italia diventi musulmana – ha scritto Sgarbi in una nota – ed educhiamo i giovani a bere vino. Salemi, quale Città del Vino – aggiunge Sgarbi - si candida a diventare la città della libertà assoluta di bere. Faccio un appello: vengano tutti i giovani a Salemi dove si può bere liberamente».
E ancora:
«Chiedo una rivolta dei produttori di vino contro le insensatezze della Moratti – prosegue la nota -. L’economia agricola e la produzione di vino sono tra le cose più straordinarie che ha l’Italia. Ma pensate che Sarkozy possa mai vietare di bere il Bordeaux? Ma stanno impazzendo tutti? Al contrario di quel che fa la Moratti, occorre educare i giovani a bere il vino, i vini italiani. Se c’è qualcosa da vietare sono la Coca Cola, la Fanta e altri intrugli simili. Bere bene significa evitare i superalcolici. Limitare l’alcool indistintamente vuol dire invece limitare anche il vino. E limitare il vino è come limitare il pane alle persone. Soltanto una come la Moratti poteva dare il via ad una campagna così idiota, oltre che con risultati incerti. Chiedo ai produttori di vino di ribellarsi alla Moratti. Se si proibisce il vino a 16 anni ci ritroveremo con adulti che berranno Coca Cola. Questa idea di proibire il vino è una misura da paesi musulmani. A questo punto chiedo sostegno a Bossi che è un bevitore. Occorre una rivolta contro queste misure khomeiniste, di proibizionismo idiota e di cattiva educazione dei giovani».

8 commenti:

franzsidoti ha detto...

Sgarbi è un bravissimo critico d'arte ma un pessimo educatore.Eppoi ce l'ha a morte con la MOratti.Il problema dell'alcolismo giovanile c'è ma non si risolve con le ordinanze.I giovani sentono molto la mancanza di maestri la solitudine la noia.Lo spazio pubblico politico istituzionale è occupato da rappresentanze e rappresentazioni false e corrotte che creano disorientamento nelle coscienze di tutti,specie dei giovani.La realtà viene continuamente alterata dai media,e i cittadini i giovani diventano pubblico senza parola senza risposta alle sue istanze.Miglioriamo l'etica pubblica cambiando i rappresentanti istituzionali,e i giovani vivranno meglio.I genitori non li possiamo cambiare ma i maestri e i rappresentanti istituzionali sì.

rino ha detto...

Mi sembra che la soluzione prospettata sia di incerto esito e di incauta astrattezza ... se fosse così facile come medita il Gen. basterebbe fare "una presa della Bastiglia" ogni anno ... il suo, Gen., mi sembra un rivoluzionarismo un tanto al chilo ...
p.s.: prima di rispondermi si rilegga e non spari d'istinto.

Edua ha detto...

Il ricordo di una frase del Gattopardo del principe Giuseppe Tomasi di Lampedusa è la prima cosa che mi sovviene dopo aver letto il suo commento "Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi." questo era quanto affermava Tancredi allo Zio Don Fabrizio, tuttavia preceduta da un commento, "Se non ci siamo anche noi, quelli ti combinano la repubblica" tutte logiche come vedremo che poi soccomberanno alla vera logica della nuova classe emergente, quella di Don Calogero, un uomo che si rivelerà in alcuni tratti prezioso al principe in quanto tutto quello che la morale, l'onore, il senso di lealtà, l'onestà, gli vieta di fare, don calogero invece lo risolve immantinente in quanto privo di ogni sorta di scrupolo. Con l'indolenza che segna atavicamente lo scorrere del nostro tempo tutto questo si è trascinato fino a noi, per cui quanto descritto nel gattopardo altro non appare che una analisi dei prodromi dell'agognato risorgimento in Sicilia, Peraltro mai avvenuto... anzi ancora in fase di attesa! Se noi fossimo stati Ateniesi e avessimo avuto come nostro rappresentante un certo Pericle, allora da tempo avremmo risolto tutto, purtroppo però i luoghi di potere sono stati assediati da personaggi come Don Calogero ed ancora adesso retaggio di un passato non da rinnegare ma da considerare come parte che funga da esempio, si subisce questa cultura del feudalesimo alla quale i potenti di turno ci assoggettano con tutte le loro furberie, col sotterfugio istituzionalizzato, con quell'arroganza di chi ti sistema le cose "Me la vedo Io, non c'è problema" e invece No! I problemi poi nascono quando si sceglie chi dovrebbe rappresentarci e di solito questa gente che ha ben seminato ,poi raccoglie, allora questa terra arsa dal sole e provata dalla fame avrebbe dovuto onestamente rifiutare il compromesso se non altro per un fatto di cultura e di orgoglio, "meglio poveri ma onesti!" invece tutti a chiedere il favore, la raccomandazione, addirittura c'è stato un momento che nella nostra cittadina si era tutti invalidi, invalidità che ho rifiutato, come potevo infatti Io un ex ufficiale dichiararmi tale? La mia onestà non me lo permetteva. Eppure quanta gente che adesso bivacca nelle amministrazioni, nelle USL nelle corsie d'ospedale senza avere la minima passione per quello che fa o peggio senza i dovuti titoli. I giovani hanno bisogno di ideali di mete che vorrebbero essere raggiunte, "Ezra Pound" dice che "Se un uomo non è disposto a correre qualche rischio per le sue idee, o le sue idee non valgono nulla o non vale niente lui" fedele a questo insegnamento ho teso sempre alla luce, ma che dire, di chi invece non riconosce i valori fondanti e li ripudia o peggio di chi li disconosce proprio? Ecco! questo sì è Nichilismo, Su questo terreno fertile si innesta la risultante di quanto detto prima, è così che nasce la mafia! I nostri giovani necessitano di vere guide spirituali, di luoghi in cui la cultura non sia quella della mistificazione, di esempi di onestà e correttezza, di un messaggio dei mass-media che sia più nobile poichè spesso è miseramente da lì che si formano le coscienze, non dai libri, e tutta questa tecnologia male interpretata dovrebbe servire a ben altro che non a scatenare il torbido dell'interiore, "mi riferisco purtroppo alle immagini squallide di violenze gratuite su persone deboli, alle porcherie pornografiche che gente bavosa si ostina a divorare, alla visione della morte come atto quotidiano che non stupisce più, anzi la ricerca procede verso l'orrore! L'orrore metafisico! E dopo tutto quanto abbiamo somministrato a questi giovani, dopo aver assistito indifferenti al declino del messaggio del "68" o del "72" dopo essercene infischiati delle teorie di Gentile o di Marcuse abbiamo il coraggio di inveire contro una gioventù che noi abbiamo disintegrato con i messaggi che lanciavano le grandi democrazie dietro le quali si celavano "tuttora" le grandi lobbi ebraiche che nel fattore umano vedono solo economia e guadagno... Ma questo è un'altro discorso, troppo lungo e complesso!

Edua continuazione ha detto...

"Continuazione del discorso di cui sopra" Dopo la piaga della droga, nella nostra comunità appare quella dell'alcolismo giovanile, ed anche se mi sembra un problema un poco di minore entità da quelli summenzionati, certo è di una serietà estrema e non da sottovalutare, questi giovani hanno bisogno di quello che noi fortunatamente abbiamo avuto, da una o dall'altra parte delle barricate noi si era impegnati nel costruire un futuro un ideale che anche se perseguito ma mai raggiunto segnava uno scopo, la via. Questo manca ai giovani, diamogli il senso, la via, non lasciamoli soli davanti al televisore, educhiamoli noi, raccontiamogli la storia, parliamogli di Odisseo, risvegliamo in loro il gusto per l'avventura, non lasciamoli soli o si smarriranno! Ma adesso basta! Mi devo fermare! P.S. Ho conosciuto Sgarbi frequentandolo per due giorni interi, abbiamo visitato luoghi di culto e di cultura, abbiamo pranzato e brindato insieme, ma quello che mi resta più di tutto di lui è la sua insospettata umanità e timidezza, i miei agognati dialoghi con una persona di lodevole cultura e mai ho ravvisato in lui la propensione ad essere un pessimo educato
re, semmai un eccellente "provocatore," questo sì!

franzsidoti ha detto...

Mi sono riletto.Confermo il mio commento.Non c'è niente di rivoluzionario .Non c'è alcuna bastiglia da prendere.C'è solo il fatto che quello se ne deve andare il più presto possibile.Il suo governo arreca danno allo stato- apparato e allo stato-comunità.La societas i giovani soffrono per la cattiva rappresentazione che ne dà.Le istituzioni democratiche frutto di millenni di sacrifici d'ingegno e di lotte sono un valore da preservare.Non si possono affidare a uno che dimostra scarsa etica pubblica.Ha vinto le elezioni,sì.Ma è stato un errore.I cittadini,peraltro una minoranza rispetto al totale degli elettori hanno fatto una cattiva scelta sotto l'effetto illusionistico dei media e di falsi vantaggi fiscali e di libertà.Peraltro Edua ha commentato abbondantemente sul merito di certi meccanismi storico-socialie e sui loro effetti sull'attualità.La mia non è astrattezza ma ancoraggio agl'ideali e ai principi istituzionali.E' utopico quello che dico ?Sì,e perciò sempre attuale.Senza ancoraggio senza guida non andiamo da nessuna parte.

franzsidoti ha detto...

Volevo dire ...'principi costituzionali'.

rino ha detto...

Quando il Gen. si rilegge si corregge e fa buona opera, giacché evidenzia quello che più gli preme ossia che la democrazia rappresentativa con le sue regole è qualcosa di relativo ed il voto dei cittadini è un "errore", se viene manifestato il consenso a favore di un governo che non rispecchia i suoiconvincimenti. Non mi sembra questo un ragionamento che abbia un'ispirazione democratica. Sebbene il Gen. abbia la possibilità di esercitare un diritto di critica non può pensare che con tecnica demolitoria si possano cancellare le elezioni che hanno condotto all'insediamento di questo governo, la cui prerogativa è quella di amministrare la cosa pubblica.

daniela ha detto...

Il comportamento degli individui è il prodotto tra fattori ambientali e caratteristiche psicologiche proprie dell’individuo stesso(Bronffebronner). Lo sviluppo della personalità va così interpretato e inserito in quell’insieme complesso di microecositstemi( quali la famiglia, la scuola, l’ambiente di gioco, le istituzioni sociali e culturali) e il macrosistema(situazione storico-culturale) di riferimento .
La prego non mortifichi la sua intelligenza abbandonandosi a considerazioni dettate solo dall’odio e non incarni Satana in un uomo che è semplicemente un mortale e come tale nel vivere la sua intimità commette errori di cui deve dare conto solo a sua moglie e ai suoi figli.
Mi congedo lasciandole parole di speranza:- Sono perciò fiducioso che noi occidentali sapremo trovare un minimo d'ordine, di equilibrio e di armonia in mezzo al cambiamento materiale e spirituale.(N.Bobbio)

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