venerdì 17 aprile 2009
DOPO-TERREMOTO: MENTRE SI PROCURANO I FONDI PER RISOLLEVARE LA POPOLAZIONE DISASTRATA, LA MAGISTRATURA INDAGA SU RESPONSABILITA' PER CROLLI ANOMALI
Adesso che si sono contati i morti del terremoto in Abruzzo e si continuano a calcolare i danni materiali da esso prodotti, la Magistratura mostra di essere al lavoro per accertare se esistono responsabilità umane che abbiano eventualmente aggravato gli effetti del fenomeno tellurico.
A tale scopo, la procura dell'Aquila ha disposto una serie di perizie per chiarire se nella costruzione di alcuni edifici di recente fattura, crollati durante la scossa del 6 aprile, siano stati impiegati materiali impropri.
Si tratta di una prima fase, durante la quale, come ha dichiarato il procuratore capo Alfredo Rossigni, sono stati raccolti elementi comprovanti l'ipotesi che talune costruzioni in cemento armato siano crollati per difetto di materiale. Si tratta comunque di elementi da approfondire, attraverso accurati esami dei reperti raccolti e delle parti dirute, poste sotto sequestro, e attraverso lo studio anche di immagini, sia fotografiche sia video che si stanno raccogliendo.
Si tratterà di lavoro abbastanza impegnativo e meticoloso, attraverso il quale si vorrà chiarire quali e quanti siano i responsabili dell'aggravarsi del disastro.
Intanto, da parte del Governo, si va alla ricerca dei fondi necessari al primo impatto di spesa, mentre dall'Europa si spera che possano giungere aiuti consistenti - si parla di 500 milioni di euro - da aggiungere alle somme preventivate dal Ministero dell'Economia.
Il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi, in visita oggi all'Aquila, ha detto che il governo garantirà un'indennità di 800 euro al mese per i lavoratori autonomi delle zone abruzzesi colpite dal terremoto e stanzierà per l'emergenza 55 milioni in deroga agli ammortizzatori sociali.
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1 commento:
Le morti e le distruzioni sono seguite dalle macerie spirituali dei sopravvissuti,che fanno i conti con se stessi dopo che i riflettori si sono spenti e che gli aiuti promessi ritardano a inverarsi.LO sfacelo della loro anima sarà difficile da ricostruire e ci vorrà molto tempo.Se però la magistratura riuscirà ad evidenziare le responsabilità umane e a punirle in tempi ragionevoli allora per loro sarà più facile uscire dal non senso della fatalità.Capiranno che la loro tragedia non è frutto della natura matrigna ma della colpa degli umani che avendo le conoscenze tecniche e i mezzi non operarono per impedire quelle rovinose conseguenze del terremoto.Nelle società complesse e tecnologicamente avanzate la bioetica si applica a tutti gli aspetti del vivere e morire non solo all'inizio e fine vita.L'impegno morale e la responsabilità deve essere norma di vita diffusa e quotidiana.Altrimenti non parliamo più di dignità umana.Quello che fa il governo per loro è buona cosa ma chi li risarcirà del danno spirituale della perdita degli affetti degli incubi della depressione dell'insonnia del senso di vuoto?Imparare la la lezione del terremoto è necessario soprattutto per noi di quest'area a rischio.
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