

Ieri, mentre mi trovavo dal barbiere, ho incontrato una persona rispettibilissima, che stava facendosi radere e dare un'aggiustatina ai capelli.
Parlando del più e del meno, e quindi anche di ciò che sta accadendo in Italia - c'è chi dice che anche la Nazione come la squadra è allo sfascio - quel signore che era sotto i ferri del barbiere, ha colto l'occasione per difendere il governo e fare i più sperticati elogi nei confronti di chi lo guida.
Niente da ribattere contro tanta esultanza, e ciò per la sua indiscutibile naturalezza: chi stava effondendosi in tanti elogi appartiene ad una casta cui i soldi escono dalle orecchie e svolge un'attività talmente proficua da permettergli la perennità di tale efflusso.
Domandarsi quindi perché mai sia difficile smontare Berlusconi, diventa un "pleonasmo", perché son tante le caste, le castine e le castucce che nell'affarismo ci guazzano che diventa davvero superfluo l'interrogarsi sull'onda lunga del cavaliere.
Caste a volte poco caste, e cricche che persino son capaci di estrarre energia alternativa dalle rape: o meglio dalle teste di rapa.
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