

E ADESSO DICE:"LO TEMEVAMO" ADDOSSANDO LA COLPA ALLA REGIONE CALABRA, CHE GUARDA CASO E' DI CENTROSINISTRA: NON TUTTI I GOVERNANTI POSSONO AVERE PERO' LA STOFFA DI OBAMA CHE IN QUANTO CAPO SA ASSUMERSI LE PROPRIE RESPONSABILITA'
"Dopo due giorni di vera guerriglia urbana e “caccia al nero”, da venerdì sono stati avviati i trasferimenti di centinaia diraccoglitori di arance. Molti altri hanno lasciato la città e i terreni circostanti di propria iniziativa. Diversi pullman ne hanno trasportati circa 350 al Centro accoglienza richiedenti asilo di Bari, alcuni sono stati accolti in centri tra la Calabria (Crotone) e la Puglia, altri ancora hanno avviato una diaspora verso il centro-nord o anche verso la Sicilia, salendo sui treni in partenza da Lamezia Terme. In totale 1.300 immigrati sono stati spostati dalla zona. Pochi, si dice, sono rimasti per portare a termine la stagione di raccolta di arance e mandarini, alcuni nascosti nelle campagne e forse dai datori di lavoro.
Nonostante il Vaticano abbia condannato le gravi condizioni di lavoro cui sono sottoposti gli immigrati e Papa Benedetto XVI abbia ricordato nell’Angelus domenicale che «un immigrato è un essere umano da rispettare» richiamando le istituzioni a «non venire meno alle proprie responsabilità», per il governoil problema resta unicamente l’immigrazione clandestina. Ribadendo che gli immigrati irregolari trasferiti nei centri di accoglienza, come previsto dalla legge, verranno espulsi, il ministro dell’Interno Roberto Maroni ha spiegato che «purtroppo a Rosarno è avvenuto quello che temevamo». La colpa è delle «autorità locali e territoriali», che attraverso dieci anni di tolleranza e lassismo hanno consentito la nascita di comunità di extracomunitari che erano delle vere e proprie «bombe innescate». Ci sono «responsabilità diffuse che non intendiamo più tollerare», perciò il titolare del Viminale ha lanciato il suo messaggio: «In Calabria lo Stato c'è: interverremo nel Sud per supplire alle mancanze locali».
In Internet: il 1 marzo sciopero degli immigrati
Intanto si muove anche la società civile. Sabato a Roma associazioni antirazziste e immigrati si sono ritrovati in piazza dell'Esquilino, nei pressi del Viminale, per un presidio «contro l'intolleranza e i lager dei migranti» che ha vissuto anche momenti di tensione quando alcuni manifestanti hanno tentato di sfondare il cordone di polizia per portare la loro protesta sotto il ministero. E in rete cresce il dibattito attorno allo «Sciopero degli stranieri», un’iniziativa nata attraverso il blog “1 marzo 2010”: «Cosa succederebbe se i quattro milioni e mezzo di immigrati che vivono in Italia decidessero di incrociare le braccia per un giorno? E se a sostenere la loro azione ci fossero anche i milioni di italiani stanchi del razzismo?», si chiedono i promotori della manifestazione ispirata e collegata all’analoga iniziativa francese «La journée sans immigrés: 24h sans nou».
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Rosarno: il video della guerriglia
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