mercoledì 2 settembre 2009

SI CERCA DI REAGIRE AI DISAGI CREATI DALLA LEGGE GELMINI CON ADUNATE DAVANTI AGLI UFFICI SCOLASTICI PROVINCIALI




MONTA LA PROTESTA DEI PRECARI, PER LA PERDITA DI MIGLIAIA DI POSTI DI LAVORO
....S'ACUISCONO ANCHE GLI ALTRI PROBLEMI CHE RENDONO PRECARIE LE NOSTRE SCUOLE


I problemi della scuola, numerosi e complessi, sembrano acuirsi ad ogni inizio d'anno scolastico.

Per l'annunciato 2009/2010, non solo si acuiscono, ma addirittura si aggravano, per l'inopinata ondata d'urto contro l'impiego di decine di migliaia di precari, determinata dai tagli operati con la riforma Gelmini.

In questi giorni, a causa di questa nuova piaga, si sono registrate adunanze protestatarie in quasi tutte le province.
A Messina, dove gli esclusi dal lavoro si sono ieri radunati davanti alla sede dell'ex provveditore, la rabbia s'è sfogata in più di una direzione: contro l'ingiusto provvedimento ministeriale e persino contro la tiepidezza del comportamento di taluni sindacati in una questione così coinvolgente.

Per dimostrare che i 7000 posti tagliati in Sicilia sono stati e continuano ad essere l'assillo principale per il sindacato, i segretari regionali di Cisl e Cisl Scuola, Maurizio Bernava e Angelo Prizzi, hanno firmato una lettera indirizzata al presidente della Regione, con cui si sollecitano interventi decisivi atti a garantire ai lavoratori precari della scuola la tutela dei loro interessi, anche cercando - per il raggiungimento di tale giusto scopo - il consenso del presidente del Consiglio, Berlusconi.
Che lettere del genere possano bastare per sedare le preoccupazioni degli operatori scolastici gettati sul lastrico, comunque, nessuno può garantirlo.
Intanto, per cercare un po' di dipanare la matassa, da parte della Cgil si è inteso coinvolgere i precari della scuola all'appuntamento assembleare di stamani nella sede della Camera del Lavoro di Messina, per chiarimenti sull'accordo tra il Miur ed il Governo Lombardo, col quale si vorrebbe mettere qualche pezza allo strappo delle legge Gelmini.

Se questo problema è, tra gli emergenti, il più pressante, ciò non significa che si debba tacere sulla impellenza degli altri che, numerosi, affliggono la nostra scuola.
Intanto, parlando di Barcellona, esiste ed è visibilissima, la precarietà dell'edilizia scolastica che investe in modo particolare - ma non solo - gli edifici di pertinenza provinciale.
Basti pensare alla ormai ancestrale situazione di disagio in cui devono operare insegnanti e studenti del liceo scientifico Enrico Medi, sballottati in più edifici di proprietà privata, distanti tra di loro, che sicuramente non possono garantire la giusta serenità mentale, ad una categoria che con la mente deve lavorare.
Altro grosso problema, il costo dei libri, di anno in anno sempre più oneroso, come pesanti sono d'altronde gli zaini che i ragazzi si devono accollare, nella loro frequenza scolastica.
Troppi libri da portare giornalmente in classe, troppo carico su spalle a volte gracili, che un vezzo nato dall'insensibilità di non pochi docenti ha reso ormai di prammatica.

Francesco Cilona

3 commenti:

francesco ha detto...

Io credo che i sindacati dovevano occuparsi e preoccuparsi della vicenda lo scorso anno. Oramai i giochi son fatti. La Gelmini continua a dire che l'80% dei pecari è sì iscritto in graduatoria ma, non ha mai lavorato, quindi erano già disoccupati. Per gli altri ci sarà qualche anno ancora di sacrifici e poi, tutto dovrebbe appianarsi.
Il fatto che nelle graduatorie tantissima gente non ha mai lavorato è vero. Io mi chiedo chi ha permesso l'inserimento in graduatoria di tutte queste persone, alimentando in loro la speranza per una "sistemazione"? Chi ha permesso di ottenere le abilitazioni a pagamento?
Che cosa hanno fatto negli ultimi dieci anni i sindacati?
Se il risultato è questo, la risposta è : ben poco!!!!

barcellonablog ha detto...

Caro Sebastiano, come sempre, anche in questo caso la verità è espressa a metà.
Che i sindacati si siano mostrati impotenti e forse anche tiepidi è possibile, ma che esistono precari che, dopo avere fatto la trafila nelle scuole per decine di anni è assolutamente provato. Quindi non si tratta di gente che si trovava in graduatoria pro forma, ma di persone che - anche se con difficoltà - annualmente riuscivano a conquistarsi un pezzo di pane, grazie ad un posto ancorchè precario. Adesso si trovano tagliate fuori e non sanno a che Santo votarsi. Non trascuriamoli quesi casi, che non sono pochi.

francesco ha detto...

Assolutamente sì, i precari storici con 10 anni di insegnamento ci sono e vanno salvaguardati ma, vado oltre, anche chi ha 4 o 5 anni di servizio va salvaguardato e comunque chiunque si trovi in questa situazione.
Io mi riferivo proprio a questi, che hanno il diritto di non vedere svaniti i sacrifici fatti.
I tagli del governo colpisono maggiormente questi precari. Una delle province più clpite dai tagli è proprio la nostra ed in particolare la scuola primaria ma, anche gli altri gradi di scuola.
Riferendomi alla scuola primaria( quella più colpita) le faccio un esempio con i dati del CSA di Messina visionabili sul sito,i precari iscritti nella graduatoria sono 1544, di questi circa 150 sono i precari storici( circa 10 anni di servizio), da questa posizione e fino alla 500 circa sono collocati precari che hanno da pochi giorni ad un massimo di 5 anni(questi ultimi sono pochi),da questa posizione alla 1544 quasi nessuno ha servizio. Facendo due coni più di mille persone iscritte in questa graduatoria non hanno mai lavorato nella scuola. Mi chiedo se anche questi sono precari.
Allora, va bene salvaguardare chi ha dato un contributo elevato alla scuola( fino a qualche anno addietro i precari hanno sostenuto la scuola) ma, non mi sembra giusto inserire tutti nello stesso calderone

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