
Dicevamo, nel post precedente, che da domani la Scuola aprirà i battenti per il rientro degli insegnanti.
Non saranno ovviamente tutti i docenti ad avere la possibilità di un ritorno, perchè parecchi saranno gli esclusi a causa della famigerata riforma gelmini.Sono infatti in gran numero i precari che, non essendo riusciti a ottenere un incarico, sembrano ormai destinati alla disoccupazione.
A perdere il posto sono, oltre a parecchi insegnanti di sostegno, molti altri cosiddetti curriculari, per la cui mancata assunzione hanno avuto un ruolo determinante le misure riguardanti il maestro unico, la riduzione delle cattedre d'italiano nelle scuole medie di primo grado e l'abolizione della deroga per casi di grave disabilità.
Interventi sindacali e proteste degli interessati, per quanto pressanti, non sono riusciti finora a commuovere il duo Tremonti-Gelmini, per cui - adesso che l'inizio del nuovo anno scolastico è alle porte- sembra che rimanga poco da sperare in un qualche loro atto di resipiscenza.
Per quanto sia scoraggiante la durezza del Governo, i precari - che non sono soltanto della categoria docenti, ma ce ne sono molti anche facenti parte del lavoro ATA - non intendono demordere e, appoggiati dai sindacati, nei vari capoluoghi, hanno cominciato a radunarsi davanti agli uffici provinciali scolastici per dimostrare che sono pronti alla mobilitazione generale, perchè sia loro garantito il diritto alla sopravvivenza.
A Napoli, a Palermo, a Catania, stamattina si sono raccolti davanti algli uffici degli ex provveditori centinaia di giovani e meno giovani, tutti con lo stesso problema della precarietà inascoltata.
Anche a Messina c'è stato un approccio tra "esasperati", per stabilire il da farsi. La segreta
2 commenti:
sono tantissimi !
Hai ragione: sono tantissimi e tutti bisognosi d'essere aiutati. Purtroppo i nostri governanti non hanno la giusta sensibilità per farlo. Experientia docet, di fronte a quanto stanno facendo contro i derelitti delle carrette del mare. E' semplicemente scandaloso che ancora esiste una moltitudine d'Italiani che non s'accorge di tanta vergogna.
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