domenica 17 maggio 2009

UN BRUTTO EPISODIO CHE POTREBBE DIVENTARE PRELUDIO DI MANIFESTAZIONI PIU GRAVI.


"Gianni Rinaldini buttato giù dal palco, il leader della Uilm piemontese preso a cinghiate e il numero uno della Fim-Cisl costretto a interrompere il comizio per la contestazione dei Cobas".
Questa notizia è balzata ieri in Internet e oggi sui giornali, da Torino, dove aveva avuto un epilogo carico di tensione la manifestazione nazionale dei lavoratori del settore auto, organizzata dai sindacati confederali in forte allarme per il futuro degli stabilimenti italiani della Fiat, in vista d'un possibile accordo con la Opel.
Per tale increscioso evento, dal mondo politico e sindacale sono arrivate reazioni di condanna, mentre il governo ha fatto cadere la responsabilità su tutte le tute blu, la cui protesta sarebbe "sbagliata", avendo la Fiat già dato garanzie sull'occupazione
I tafferugli , come dirà a fine giornata lo stesso Rinaldini, hanno "reso un ottimo servizio alla Fiat, perfino gratuito, visto che erano presenti anche televisioni tedesche per le quali la notizia diventa quella degli incidenti".
Non c'è stata "nessuna aggressione", sostiene lo Slai Cobas, affidando ad una nota la propria versione secondo cui con i dirigenti confederali "era stato concordato che avrebbero potuto parlare anche lo Slai Cobas e gli operai di Nola". Ma qualcuno dei confederali, "che evidentemente non condivideva quell'accordo, ha innescato una violenta provocazione per impedirlo. Nel parapiglia che ne seguiva - spiega ancora la nota - Rinaldini cadeva e veniva aiutato a rialzarsi da lavoratori dello Slai Cobas. Quando, poi, un rappresentante dello Slai Cobas e uno degli operai di Nola stavano per parlare, come concordato con i dirigenti confederali, qualcuno tra di loro strappava violentemente i fili del microfono per impedirlo".
Ma per Massimo D'Alema l'assalto a Rinaldini "è stato un atto di teppismo che dimostra la rischiosità di una situazione in cui una grave tensione sociale, a cui non c'è nessuna seria risposta politica da parte del governo, può diventare terreno fertile anche per l'azione di gruppi di provocatori".

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