giovedì 21 maggio 2009

Sulla funzione del Parlamento, Gianfranco Fini la pensa così


A proposito di un discorsetto fatto con l'amico Rino, ho trovato una notiziola per lui:

Eccola. Basta cliccare
'''''''V'''''
http://www.repubblica.it/2009/03/sezioni/politica/fini-parla/fini-parlamento/fini-parlamento.html

5 commenti:

rino ha detto...

"L'Assemblea di Montecitorio può essere giudicata, con i suoi 630 membri, pletorica ma certo non può essere definita nè inutile nè controproducente" così Fini ha risposto al Signor B..
A dire il vero se riportiamo il discorso nelle sue giuste proporzioni non credo che vi sia o si registri con onestà intellettuale una gran distanza tra quello che ha detto il Signor B. (così lo chiama il Prof. Cordero per ricordarci, con tutto il carico di pregiudizi, il male assoluto B ... enito) e quello che ha dichiarato Fini.
La verità, mi sembra quella più visibile e tangibile, è che ogni occasione è buona per parlare male degli altri ed a maggior ragione di chi sta al potere (si badi bene non chi ci governa, per cui ha assunto una responsabilità, ma di “cu’ cumanda”: perché per noi sudditi e non cittadini questo rappresenta un bella differenza).
Ed allora proviamo ad usare un pò la logica, sulla scorta del principio di non-contraddizione: non dicevamo tutti che per gli stipendi dei politici-parlamentari si spendeva troppo ? Non lo pensavamo tutti che le assemblee parlamentari dovevano assumere competenze distinte e non replicare procedure di approvazione delle leggi che fin troppo stancamente non seguivano i tempi molto più rapidi della società ? non lo pensavamo tutti che ci voleva (compresi Sartori, Prodi e D'Alema) una democrazia governante, capace cioè di prendere decisioni e di compiere scelte ? non lo pensavamo tutti o, comunque, molti che l'assemblearismo (ovvero il discutere a vuoto almeno dopo gli effetti del ‘68) rischiava di diventare la causa primaria della diffusa sfiducia tra i cittadini nei confronti delle istituzioni ? ed allora per non incorrere nei soliti e triti luoghi comuni non sarebbe meglio guardarci allo specchio e fare l'esame di coscienza e prima di parlare degli altri guardare coerentemente ai propri vizi, alle proprie ubbie senza indulgenza. Partendo da noi potremmo fare un buon servizio, innanzitutto a noi stessi, ossia cercare di rimediare con il buon esempio a fare bene i cittadini e non i sudditi (che non significa solo esercitare il diritto di critica) ..., senza fare, per forza, le pulci agli altri ... bensì partendo da noi. La rivoluzione in corso, come dice Brunetta, deve iniziare dal nostro quotidiano senza perdonarci le nostre nequizie e, rimproverando agli altri il nostro malanimo. Non sarebbe bello declinare il senso comune come senso della responsabilità e dello stato ?!!

barcellonablog ha detto...

E' ovvio quello che dice Rino, per quanto concerne la critica agli altri, perchè a volte capita che chi ha la trave nel proprio occhio si meraviglia del fuscello che è nell'occhio altrui. Ma può anche darsi che nel tuo ( o mio) occhio ci sia soltanto un fuscellino, mentre nell'occhio dell'altro c'è una trave. Come la mettiamo in questo caso? Cercheremmo di toglierci intanto il nostro fuscellino e attenderemmo che ci fosse Giustizia a togliere la trave dell'altro. Putroppo in questa nostra situazione, dove chi ha la trave nell'occhio è in vetta e non vuole che Giustzia glielo tolga, la regola di cui sopra non vale. E allora come la mettiamo? Caro Rino vorresti forse eguagliare il fuscello nell'occhio di Fini con la trave - noi lo chiamiamo bastasi, guarda un po'- nell'occhio di mister P? Se è così,allora, mi tocca sospettare che non sei quel "Rino" che io credevo tu fossi! Ciao. Francesco

daniela ha detto...

Caro Rino, mi associo a te quando evidenzi, da parte del Blog, una critica ottusa nei confronti del Premier, d'altronde l’ho ribadito più volte.
Che si tratti di vicende personali, economiche, politiche, sociali…, lui, rappresenta sempre il male assoluto, l’Anticristo.
La regola è “sempre e comunque contro Berlusconi “ .
Lo stile trasbordante non è dei miei preferiti , ma lui, ricordiamolo, ha l’anima di un bambino monello che, però, in questa occasione si fa interprete del comune sentire: "ama pagari a troppi parassiti, prima che na leggi passi i banani si ficiru fracidi…” Negli Stati Uniti d’America a fronte di centinaia di milioni di abitanti, il numero dei parlamentari è di poche centinaia di persone, in Inghilterra le camere hanno ruoli diversificati, sono forse paesi antidemocratici?
Fini , visto la sua carica, ha dovuto necessariamente bacchettare il Birichino ma allo stesso tempo già invita l’opposizione ad un tavolo di confronto.

franzsidoti ha detto...

Franco Cordero ,luminare del diritto e profondo conoscitore della storia patria è pieno di pregiudizi nei confronti del signor B?Non mi sembra affatto.Il senso comune come senso della responsabilità e dello stato?Spesso il senso comune è inadeguado a giudicare del bene comune.Se il risultato è questo governo anzi "'stu cumandanti",stiamo freschi.Sono con Fini che ha il senso dello Stato mentre quell'altro non ce l'ha.In merito ho scritto il 22/5 ore 18:12.

franzsidoti ha detto...

Dimenticavo di precisare che il senso comune non è il buon senso esperienziale ragionevole del buon padre di famiglia,capace di risolvere tanti conflitti.Come sapete la differenza è notevole e rimarcarla può essere utile al dialogo,specie se difficile quando sarebbe necessario definire ogni concetto insito in ogni parola.

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