venerdì 22 maggio 2009

GIANFRANCO FINI SPIEGA L'ARTICOLO TRE DELLA COSTITUZIONE AGLI STUDENTI ITALIANI


CIO' CHE CONTA PER IL COSTITUENTE E' LA DIGNITA' DEL CITTADINO


Chiudendo, nell'aula del Senato, il ciclo di "Lezioni sulla Costituzione" dedicate agli studenti italiani, Gianfranco Fini ha sostenuto l'opportunità di seguire l'esempio della Costituente per proocedere verso riforme condivise, riguardanti la seconda parte della Carta Costituzionale.
Durante l'ultima lezione il presidente della Camera dei Deputati si è soffemato particolarmente su un punto della Costituzione che sancisce il pincipio di dignità e uguaglianza del cittadino.

"Nella nostra Costituzione - ha sottolineato Gianfranco Fini - c'è un articolo, l'articolo 3, che è il pilatro tra i pilastri della nostra democrazia. Esso dice testualmente che "non esistono distinzioni di sesso, di razza, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali". "Non esistono distinzioni - ha spiegato Fini - perchè tutti i cittadini sono uguali di fronte alla legge. Che cosa significa? Significa che il costituente si è posto il problema di cosa vuol dire essere pienamente cittadini italiani".
"Essere pienamente cittadini italiani - ha detto ancora il presidente della Camera - significa eliminare a priori qualsiasi tipo di discriminazione nei confronti dell'altro. L'altro che può essere "altro" perché crede in un altro dio, perché ha un altro colore di pelle, perché anziché essere del Nord è del Sud, anziché essere ricco è povero, anziché essere donna è uomo. Questo principio, questo valore, è il pilastro su cui basare - nell'ambito di una cittadinanza consapevole - una cultura della Costituzione, una sua effettiva conoscenza".

4 commenti:

franzsidoti ha detto...

Fini dovrebbe fare un ciclo di conferenze per governanti e parlamentari.La terza carica dello stato ha preso a cuore il suo ruolo.Ne siamo compiaciuti.Il presidente del consiglio invece questo senso dello Stato non ce l'ha.Se ce l'avesse non confonderebbe il consenso ottenuto dal popolo con la sovranità del popolo,che però anch'esso la esercita secondo la legge.Neanche il popolo è sciolto dalla legge.La legge è il re :nòmos basilèus(la legge unico sovrano).La costituzione prevede la divisione dei poteri e la loro visibilità.La stampa che li controlla li rende visibili.E Berlusconi non può e non deve intimidirla.Il consenso carismatico non basta per governare democraticamente e secondo la legalità perchè questa implica il rispetto di tutti gli aspetti costituzionali che sono sintesi di millenni di civiltà democratica.Berlusconi non può essere legibus solutus,perchè tutti i veri cittadini sono tali in quanto sottoposti alla legge.Non c'è carisma che tenga.Berlusconi non rispettando la legge e anzi facendo leggi ad personam ha i piedi d'argilla. Perciò crollerà su se stesso più prima che dopo.Di colpo ,come l'URSS.

En ha detto...

io non capisco come fini si lasci andare ad analisi così acute e democratiche, che sono assolutamente da' applaudire, con quello che siamo abituati a conoscere, ovvero un ex fiammista di cui le origini sono chiare a tutti.

Io credo solo che si tratti di una persona altamente qualificata ma "furba". Perché, nonostante la grande coerenza con la sua carica istituzionale, é ben attento ad essere entrato nel partitone da circo chiamato PDL.

Io non stimo Fini, per i precedenti, per il bacino d'utenza che ha e per tante altre piccolezze che non mi sono chiare sulla sua figura. Nonostante questo, devo ammettere che é l'unico individuo con cui avere un dibattito politico probabilmente nell'intera maggioranza. I pidiellini non rispondono alle domande con risposte sensate (ormai papino ha contagiato tutti), i leghisti sono una cosa di cui non mi viene neanche di parlare seriamente (ed é triste visto che sono il terzo partito) ed anche molti esponenti di AN non mi danno una grandissima fiducia dal punto di vista proprio cerebrale.

Francesco ha detto...

X EN__La tua analisi può essere condivisibile, e tuttavia aggiungo una postilla: si può anche sperare nella resipiscenza, quando un personaggio politico -senza dubbio intelligente - è giunto al punto d'accorgersi della necessità di reagire, per non farsi travolgere dalla spirale anomala berlusconiana, che tra l'altro aveva cominciato a coinvolgerlo con un tentativo di mobing. Il premier credeva che, ponendolo alla presidenza della Camera, l'avrebbe costretto in una specie di camicia di forza,istituzionale,
in grado di bloccarlo. E qui, i distinguo di Fini, superando la furbizia, sono diventati frutto d'intelligenza, spesa in questo caso anche per la sopravvivenza di un uomo politico che ha qualcosina in più dell'imprenditore prestatosi alla politica.

NE ha detto...

EN ritengo che l'inaffidabile sei tu preso oramai dall'onnipotenza di stare nel "giusto". ho letto in un precedente blog una tua espressione carica di astio propagandistico: "mi vergogno di essere italiano" (l'argomento era il razzismo), ma al momento di discutere affrontando l'argomento in maniera radicale non hai proferito un bel nulla (tu amico del dialogo) eppure ci sono stati tre interventi successivi molto interessanti da leggere e commentare.

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