

L’associazione culturale “Genius Loci” ha presentato il “Quaderno di Ajello”, nella sua recentissima ed inedita traduzione italiana. Si tratta di una collezione di sculture antiche custodite nel Museo del Prado di Madrid, illustrate in un manoscritto con disegni, redatto

Dopo le note dall’Aria sulla quarta corda di Bach, eseguite al pianoforte da Maria Laura Gisella Corica, ha relazionato l’architetto Marcello Crinò (presidente dell’associazione Genius Loci), che ha "scovato" il catalogo pubblicato dieci anni fa dal Prado, ma praticamente sconosciuto nella città che diede i natali ad Ajello, o che comunque l'ebbe presente e attivo nel locale monastero basiliano, prima a Gala, e poi al centro.. La relazione,sul "manoscritto ritrovato”, è stata un excursus su: la presenza dell’abate in Spagna, la sua attività di organizzatore della galleria di sculture di San Ildefonso e la realizzazione del manoscritto con disegni: ante litteram dei moderni cataloghi dei musei.
L’insigne basiliano, durante il soggiorno in Spagna alla corte di Filippo V, tra il 1743 e il 1752, organizzò per Isabella Farnese (moglie di Filippo V) la galleria di sculture antiche nel palazzo (progrettato da Filippo Juvara) di San Ildefonso en La Granja, cittadina a nord di Madrid.
Nell’organizzare la galleria di sculture antiche, provenienti in gran parte dall’Italia, Ajello preparò il quaderno, contenente delucidazioni sulle sculture, corredate da disegni di Juan Bernabè Palomino. in vista della pubblicazione a stampa. La redazione del manoscritto ad un certo punto venne interrotta, e così pure i disegni. Tutta la collezione confluì successivamente al Museo del Prado, assieme al manoscritto, ritrovato nel 1861 dallo studioso Benito Vicens che ne pubblicò un’ampia sintesi su una rivista madrilena.
Dal 19 ottobre 1998 al 3 gennaio 1999 i disegni e le opere di scultura della collezione di San Ildefonso sono stati esposti nel Museo del Prado e nel contempo è stato pubblicato il catalogo della mostra, col titolo “El Cuaderno de Ajello”. Nella mostra sono stati esposti solo i disegni perché il manoscritto non era rintracciabile. Molti autori, fino al 2006, hanno lavorato solo sulla descrizione del manoscritto fatta da Benito Vicens.
Successivamente lo storico dell’arte Andrea Italiano ha relazionato su “Il collezionismo d’arte in Sicilia”, collegandosi con l’attività di Ajello in Spagna, visto che la collezione di San Ildefonso, oggi al Prado, è frutto di una fusione di precedenti collezioni italiane. Si è soffermato sul collezionismo in Sicilia dal seicento al novecento, arrivando ai musei cittadini “Cassata”, “Jalari” ed “Epicentro” di Gala, che in un certo qual modo chiude il cerchio iniziato proprio da Gala con Ajello.
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