lunedì 12 aprile 2010

94° ANNIVERSARIO DELLA MORTE DEL GRANDE ETNOLOGO E FOLKLORISTA GIUSEPPE PITRÈ.



L’FNS NE RICORDA IL GRANDE IMPEGNO SCIENTIFICO E L’IMMENSO AMORE PER IL POPOLO SICILIANO.

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"Nella ricorrenza del 94° anniversario della morte del grande etnologo e folklorista Giuseppe PITRÈ, avvenuta a Palermo il 10 aprile del 1916, lu FRUNTI NAZZIUNALI SICILIANU ne ricorda l’eccezionale figura di studioso, di scienziato e ne ricorda soprattutto il grande amore per la Sicilia.

Gli Indipendentisti FNS gli sono grati per l’immensa mole di testimonianze raccolte; “memorie” di ogni tipo, compresi i proverbi, come espressione della saggezza popolare, della lingua, dei costumi.

Ricordiamo il contributo dato, anche a livello internazionale, agli studi sul FOLKLORE e alla neonata scienza della ETNOLOGIA, che allora si chiamava DEMO-PSICOLOGIA, teoria scientifica, questa, per la quale il PITRÈ nel 1911 ebbe la Cattedra presso l’Università di Palermo.

Al PITRÈ è dovuta la realizzazione del MUSEO ETNOGRAFICO SICILIANO.

L’FNS ricorda soprattutto la partecipazione, - coraggiosa, coerente ed anche molto contrastata, - del PITRÈ ai movimenti sicilianisti ed autonomisti che erano sorti e che lottavano in Sicilia fra la fine del secolo XIX e gli inizi del XX. Fra questi, sottolineiamo il Comitato PRO-SICILIA, il “PROGETTO SICILIA”, i Comitati PRO-NASI, il PARTITO SICILIANO ecc…

Il PITRÈ si batté altresì – e ne uscì vincitore – per il ripristino delle “manifestazioni” legate al FESTINO di Santa Rosalia e per la possibilità di celebrare le altre grandi feste religiose in Sicilia, vietate dal Governo italiano, dopo l’annessione della Sicilia e dopo la proclamazione del Regno d’Italia.

Divieto indegno, protrattosi per circa trentasei anni.

Insomma: il PITRÈ, che in gioventù era stato garibaldino, nella maturità era diventato un “garibaldino pentito” ed un grande animatore della RESISTENZA SICILIANA alla oppressione e ai tentativi di calpestare la dignità e l’identità stessa della Sicilia.

Rischiò moltissimo, in quanto il Sicilianismo era molto perseguitato. Ma fu salvato dal fatto che il suo nome ed il suo lavoro scientifico erano conosciuti ed apprezzati in tutta l’EUROPA dell’EPOCA.

Per questo motivo, nonostante le riserve, fu nominato Senatore del Regno d’Italia per “meriti culturali”.

Morì, come abbiamo detto, nel 1916 a Palermo, dove era nato, nel quartiere del Borgo nel 1841. La sua salma è ospitata nella Chiesa di SAN DOMENICO, PANTHEON dei Siciliani, a Palermo."


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