domenica 17 gennaio 2010

RIUSCIREMO AD AVERE UN CANILE COMUNALE DOVE RICOVERARE I CANI PROVVISORIAMENTE OSPITI DELL'OPG?

INCONTRO VOLANTE CON IL DOTT. NUNZIANTE ROSANIA, DIRETTORE DEL "MADIA"

Stamattina, mentre ero in via Roma, ho incontrato un signore molto alto, che procedeva sul marciapiede. Era il direttore dell'Opg di Barcellona e, vedendolo, mi sono ricordato che proprio accanto a quell'ospedale, in zona recintata appartenente all'Opg c'è da tre anni un canile, in cui sono ricoverati numerosi ex randagi benevolmente raccolti da brave persone e altrettanto benevolmente ospitate in quel posto, in attesa che il Comune si decida di attrezzare un canile pubblico idoneo in luogo idoneo, come promesso già dal sindaco al direttore dell'ospedale di via Madia.
"E allora, dottore Nunziante, come mai ancora quei latranti poveri cani rimangono a ridosso dell'Opg? Non danno fastidio ai ricoverati, così come lo danno alla gente che abita in Stretto Bruschetto?"
"Caro amico, più di una volta ho sollecitato il sindaco perchè togliesse quel fastidio, mi ha promesso che lo farà, assicurandomi che c'è il posto dove ospitarli, in collina verso Castroreale, ma ancora attendo che la promessa sia mantenuta. Fammi la cortesia, vuoi spendere tu una parola?"
Beh, una parola, ma io ne spendo cento, ne ho speso mille già, e così farò millecento.
Ma se poi il sindaco continua a fare orecchio da mercante, come la mettiamo? I cani rimarranno là dove sono adesso per altri tre anni?

Sotto, riporto un mucchio di parole spese già prima:

Questo è un argomento che forse non dovrei trattare, per non inimicarmi qualche "animalista". Ma siccome mi sembra equo parlarne, poiché la "cosa" interessa molta gente, già uscita dai gangheri, fortemente infastidita da detta "cosa", ho deciso di trattarlo.
Senza tuttav
ia alcun intendimento di offendere nessuno.
Dopo questo necessario preambolo, dirò che qui si sta parlando dell'esistenza, all'interno della cosiddetta "area intercinta" dell'OPG, di un grosso canile
in cui vengono ricoverati numerosi cani, tolti dalle strade con il generoso intento di rifocillarli e di attenuare, nello stesso tempo, il fenomeno del randagismo, che grava sulla città.
Che l'intento di chi si dedica a tale opera cinofila sia lodevole, qui nessun
o lo contesta, tuttavia bisogna convenire che tale generosa iniziativa non può essere attuata senza tener conto di eventuali risvolti negativi. Cioè ignorando che il ricovero di tanti cani, abbaianti, latranti, ululanti, ringhianti non dovrebbe essere ubicato in un posto così delicato, qual è un ospedale psichiatrico, e a ridosso di un nucleo di case intensamente abitato, qual è quello di via Bruschetto.
Se, per legge, non è neppure consentito che si suoni il clacson in prossimit
à degli ospedali, è mai possibile che si permetta la costante "turbativa" dei latrati canini?
A me dispiace doverlo dire, ma a chi ha permesso tale pandemonio dovrebbe di più dispiacere non essersi accorto della superficialità del permesso dato. La gente, che ormai h
a proprio le orecchie gonfie da tanti latrati, si chiede se sia mai possibile che a nessuno dei nostri amministratori - e neppure ai loro oppositori - sia venuto in mente la necessità di trovare qualche altro posto meno inadatto per ospitare quelle povere bestie.
E pure noi, veramente, ce lo chiediamo, anche se sappiamo che - per questioni di principio - c
iò che ci chiediamo non fa nè caldo e nè freddo a chi di dovere.
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6 commenti:

Raffaella ha detto...

Se i bravi cittadini di sicilia calabria e campania protestassero con chi di dovere per la mafia l endrangheta e la camorra come protestano per i randagi questi fenomeni non esisterebbero...vi danno fastidio i latrati ma non sento mai proteste contro la malapolitica..
sinceramente siete forti con i deboli e deboli con i forti...senza voler sottovalutare il problema ovviamente..magari gli ammalati psichiatrici potrebbero dedicarsi alla pet terapy... magari invece di protestare per i cani potreste protestare per le strutture schifose in cui al sud vengono letteralmente detenuti i malati di mente...potreste parlare di molte cose ma spesso i problemi delle vostre regioni...sono...I cani!!!!

Anonimo ha detto...

ringrazio il prof. per l'intelligente imbeccata ad un problema di grande civiltà.
Il comune di Barcegotto,presto o tardi dovrà farsi carico degli adempimenti che la legge gli affida per almeno due motivi:
- liberare la città da un
pericoloso randagismo;
- provvedere al ricovero ed alla
cura randagi,come prescrive la
legge.
A Raffaella dico che i problemi da lei sollevati sono sacrosanti,ma
non sono in conflitto con un problema di grande civiltà e soprattutto di sicurezza per i cittadini.
Tant'è il Barcegottese ,si è talmente disabituato a non vivere la propria città,che non si rende conto del pericolo, che i gruppi di cani randagi circolanti per la città,rappresentano per la sicurezza di chi vuole farsi una passeggiata per le vie della città,in special modo nelle ore tarde.
Gli strumenti legislativi per risolvere il problema ci sono,e mi pregio allegare una sintesi da girare agli addetti ai lavori.

Anonimo ha detto...

Animali di affezione

News
1. Legge regionale e regolamento di attuazione.
Con la legge regionale 3 luglio 2000, n.15, pubblicata sulla GURS n.32 del 7 luglio 2000, sono state emanate le norme di recepimento della Legge 14 agosto 1991, n.281 "Legge quadro in materia di animali da affezione e prevenzione del randagismo". pubblicata sulla GURI n. 203 del 30 agosto 1991.
La legge regionale 15/2000 promuove la protezione degli animali con particolare riguardo alle condizioni di vita degli animali domestici e di affezione, l’educazione al rispetto degli stessi e sostiene gli interventi finalizzati alla tutela della salute umana ed animale, alla salvaguardia del territorio, al riequilibrio ambientale e alla prevenzione del randagismo.
La legge regionale ha definito l’istituzione dell’anagrafe canina, alla quale devono essere iscritti tutti i cani presenti sul territorio, e dell’Albo regionale delle Associazioni.
Il Regolamento esecutivo dell’art.4 della legge regionale, pubblicato sulla GURS n. 15 del aprile 2007, individua le modalità di applicazione per i casi nei quali la legge regionale rimanda specificamente al regolamento di attuazione, definendo gli schemi di convenzione che possono essere adottati dai comuni per la custodia degli animali e le diarie giornaliere rimborsabili alle Associazioni, sono stati altresì individuati i requisiti per la costruzione dei rifugi pubblici e privati, è stato definito un protocollo di intervento per la sterilizzazione dei cani randagi e delle colonie feline, sono state infine aggiornate le sanzioni alle violazioni della legge regionale.
2. Anagrafe regionale canina
L’anagrafe canina regionale è una banca dati dei cani iscritti all’Anagrafe e identificati con il microchip, alimentata dalle singole anagrafi territoriali dei Servizi Veterinari delle Aziende USL della Sicilia e dagli Ambulatori Veterinari accreditati.
L’accesso alla ricerca cani permette di rintracciare il luogo di registrazione di un cane smarrito e il suo legittimo proprietario, nel rispetto della tutela della privacy del cittadino.
L’iscrizione del cane all’Anagrafe canina, oltre a rendere più facile la restituzione del cane al proprietario, rappresenta un efficace strumento di dissuasione degli abbandoni e favorisce studi e interventi per la prevenzione e cura delle malattie degli animali.
Il proprietario, l’allevatore o il detentore è tenuto ad effettuare la registrazione del cane presso il Servizio Veterinario della Azienda USL o presso gli Ambulatori Veterinari accreditati.
Al cane verrà applicato un microchip nel rispetto del benessere e della tutela della salute dello stesso.

Anonimo ha detto...

L’anagrafe nazionale, accessibile sul sito http://www.ministerosalute.it/caniGatti/caniGatti.jsp ,
è realizzata dal Ministero della Salute in stretta collaborazione con le Regioni che vi riversano i dati locali.
3 Linee guida randagismo Anno 2007
Le linee guida allegate hanno lo scopo di promuovere la salute pubblica, la tutela ed il benessere degli animali, favorendone la corretta convivenza con l’uomo e riconoscendo alle specie animali il diritto ad una esistenza compatibile con le proprie caratteristiche biologiche ed etologiche, nonché di presentare un primo approccio critico per il problema del randagismo.
4. Linee guida randagismo Anno 2008
5. Albo regionale delle Associazioni
L’Albo regionale delle Associazioni per la protezione degli animali è istituito presso questo Assessorato ai sensi dell’art.19 della Legge 3 luglio 2000, n.15 I requisiti e le modalità di iscrizione all’Albo sono stabiliti dal Decreto Presidenziale n. 15 del 27/06/2002 “ Regolamento concernente i requisiti e le modalità di iscrizione all’Albo delle associazioni per la protezione degli animali di cui all’art. 19 della L.R. 15/2000 “ pubblicato sulla GURS n. 47 del 11 ottobre 2002.
L’Albo è composto da due sezioni: la sezione “A” nella quale sono iscritte le associazioni che gestiscono da almeno due anni rifugi per animali e la sezione “ B “ per le restanti associazioni.
La consultazione dell’Albo è un utile strumento di consultazione per i Comuni, le Aziende USL , le Province, i cittadini ecc… quale punto di riferimento per la gestione dei problemi legati al randagismo.
Albo aggiornato al 31 gennaio 2008.

barcellonablog ha detto...

Per RAFFAELLA:
Ti sbagli amica, il problema non sono i cani, cioè i fidi amici dell'uomo, ma i cani-umani, che non solo si annidano nella criminalità organizzata,la quale esiste anche dove tu vivi anche se fingi d'ignorarlo, ma anche tra coloro che hanno responsabilità politiche e di governo, che promettono d'interessarsi ai problemi della gente, compresi quelli creati dall'abbandono degli animali, e in realtà fanno gli gnorri. Cioè, come si dice da noi, fanno "u sceccu nto linzolu". Sappi che, nell'ospedale psichiatrico giudiziario di Barcellona, esistono condizioni di vita completamente opposte a quelle da te denunciate, e la terapia di cui tu parli viene applicata, in maniera irreprensibile. Addirittura esiste, proprio nello spazio in cui da tre anni è provvisoriamente ospitato il canile, un centro per ippoterapia cogestito da volontari e ricoverati.
Il problema dei cani è determinato dal fatto che l'amministrazione comunale continua a tergiversare, nonostante abbia promesso d'interessarsi dei randagi provvisoriamente raccolti da generosi volontari e altrettanto provvisoriamente accolti nel posto meno adatto. Che si parli a vanvera, quindi, su quest'argomento non è proprio carino.

Mr.S ha detto...

Se Raffaella stesse in zona capirebbe che non c'è bisogno di strumentalizzare nessuno e tantomeno quelle povere bestioline per essere vittima di un assordante "suono" che non dovrebbe essere sito vicino alle abitazioni e tantomeno in prossimità di un ospedale psichiatrico.
Sarebbe bene non mischiare i problemi, ma questo post parla di un problema specifico...e questo spero venga portato avanti e risolto perchè davvero non è sostenibile.
Buon S. Sebastiano a tutti!

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