martedì 22 settembre 2009

PRIMO APPROCCIO TRA BERLUSCONI E FINI PER UNA SINTESI DELLE LORO VEDUTE IN FATTO DI CONDUZIONE DEL PDL



L'incontro tra i due leader del Pdl - il presidente del Consiglio Berlusconi e il presidente della Camera Fini - s'è svolto con la classica cena, che stavolta eccezionalmente s'è tenuta fuori le mura della dimora romana del cavaliere, cioè nella casa del "moderatore" Gianni Letta.
Più che un pasto è stato un confronto tra due personaggi che avevano bisogno di rompere "il ghiaccio" che negli ultimi mesi li aveva sempre più distanziati.
L'ultimo incontro tra Fini e Berlusconi risaliva infatti allo scorso mese di maggio, e non s'era più mangiato assieme da quando le cene settimanali, previste per fare il punto sui problemi del nuovo partito, erano ormai sfuggite alla disponibilità del premier.
Che cosa si sono detti i due capi-partito è stato arguito, anche in base a quanto è trapelato a conclusione: s'è parlato della necessità intanto di riprendere il dialogo per rendersi conto delle prospettive del Pdl, per badare alla sua organizzazione e i metodi decisionali da adottare nell'ambito del partito.
E' assodato che Fini ha colto l'occasione per manifestare la propria perplessità per l'appiattimento, sulla Lega di Bossi, della politica finora gestita da Berlusconi e dirsi amareggiato e offeso per l'attacco sferrato nei suoi confronti da Vittorio Feltri sul Giornale di casa Berlusconi. Offesa che ha già spinto il presidente della Camera a sporgere querela.
Si dice che, a conclusione della cena, il cavaliere abbia espresso soddisfazione per il risultato politico dell'incontro, considerandolo una buona occasione per schiarire le idee.
Ma basta la "messa" dei punti sulle i, per potere dire che la diversità di vedute sia stata approfondita e avviata ad una plausibile sintesi?
Italo Bocchino che è considerato portavoce di Fini, anche se non ufficialmente soprattutto in questo caso, ammette che la visione di partito resta differente tra i due cofondatori del Pdl, afferma tuttavia che " è emersa la volontà reciproca di dar vita a quel percorso che è stato auspicato negli ultimi giorni e che puo' portare a un rafforzamento del Pdl".
"Comunque bisogna passare dalle parole ai fatti", ha aggiunto.
Anche Fabrizio Cicchitto parla della necessità di conciliare "la concezione leaderistica del partito-movimento con quella che richiede sedi permanenti di dibattito e un serio lavoro sul territorio".
E gli ex colonnelli cosa dicono?
"Se sono rose fioriranno" sogghigna il ministro Ignazio La Russa "E noi le faremo fiorire, siamo degli ottimi giardinieri".

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