martedì 28 luglio 2009

MICCICHE' HA LA CODA DI PAGLIA E CREDE CHE BERLUSCONI L'ABBIA BACCHETTATO



IL SOTTOSEGRETARIO SICILIANO CON UNA LUNGA LETTERA RISPONDE PER LE RIME

Berlusconi con la sua dichiarazione di ieri ha sparato un colpo e ha ferito due piccioni; Raffaele Lombardo e Gianfranco Miccichè.
Quest'ultimo addirittura si dice convinto che il bersaglio diretto è stato addirittura lui soltanto. Ma può darsi che domani il premier lo smentisca.
Intanto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega al Cipe, persuaso della giustezza del suo sospetto, non ha perso tempo e con una sua nota ha risposto che la Sicilia s'attende fatti, non promesse.
"Il tempo delle deleghe in bianco è finito", scrive Gianfranco Miccichè. "Non posso nascondere che la lettura della nota di Berlusconi, ieri sera, mi abbia trasmesso una sensazione di stupore. Non tanto per la difesa dell'operato del governo rispetto al Sud, quanto per l'accusa in essa rivolta a qualcuno di sventolare la bandiera sudista per lucrare potere. Quel qualcuno dovrei essere io, se non ho capito male". "Un pensiero questo, ne sono consapevole - aggiunge - molto diffuso tra quanti all'interno del mio partito pensano di poter riportare qualunque ragionamento politico si tenti di sviluppare al livello di poltrone e di postazioni di potere. Sono gli stessi che ti additano al tradimento quando, avendo dimostrato coi fatti che non per tutti vale questa regola, non riescono a trovare altri argomenti per metterti in cattiva luce". "Io, che conosco Berlusconi da tantissimi anni, non ho certo bisogno di ricorrere a queste bassezze - attacca Micciché - Il nostro rapporto è nato e si è sviluppato al di fuori della politica, attraverso la condivisione di esperienze professionali e umane importantissime, per cui non saranno certamente questi tentativi maldestri a poterlo compromettere. Ma in queste settimane io ed i miei amici, accompagnati devo dire da una presa di coscienza comune dei giornali e della società civile - prosegue il sottosegretario siciliano - abbiamo parlato di Sud e di Mezzogiorno tradito perché è questa la vera urgenza della politica. Di quella politica in cui con Berlusconi sono entrato per compiere quella rivoluzione liberale che facesse dell'Italia un paese moderno, capace di competere a livello europeo e mondiale. Dell'Italia intera, però, non di una sola parte del Paese: il Nord, come sembra aver deciso l'asse Tremonti-Lega Nord". "Abbiamo denunciato la situazione di ritardo in cui versa il Sud non perché io voglio diventare ministro o gli amici miei vogliono garantirsi la ricandidatura alle prossime elezioni - replica Micciché - ma perché è sotto gli occhi di tutti."

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