
...SALTANDO IL CONFRONTO CON LE PARTI SOCIALI HA PORTATO IN CONSIGLIO DEI MINISTRI LO SCHEMA DEL DECRETO ANTIFANNULLONI...
Il Ministro Brunetta, con un triplo salto mortale, ha tentato di "uccidere" la contrattazione sindacale nella Pubblica amministrazione. Ha presentato in Consiglio dei Ministri lo schema di decreto legislativo che, con l'obiettivo di ottimizzare la produttività e la trasparenza, indica una serie di limiti alla contrattazione, senza che per questo sia mai stato tenuto un confronto con i rappresentanti dei lavoratori.
Il provvedimento , approvato dal Consiglio, verrà trasmesso alle parti sociali, attraverso il Cnel, alla Conferenza unificata e alle Commissioni parlamentari per il parere.
Sulla base dello schema legislativo di Brunetta, verranno posti dei limiti molto precisi alla contrattazione: sarà infatti la legge ad attribuire e a definire le voci, le quantità, i destinatari della retribuzione accessoria per produttività, eccellenza, innovazione; a definire le modalità della “carriera” e della progressione verticale; a definire gli effetti delle procedure di valutazione. Sarà sempre la legge e non più la contrattazione a definire le modalità della valutazione e a definire che, anche in assenza del rinnovo dei contratti di lavoro, si possono corrispondere “le somme stanziate dalla legge finanziaria, salvo conguaglio all’atto della successiva stipula dei contratti collettivi”.
Dopo questo improvviso salto del Ministro, non s'è fatta attendere la denuncia del responsabile Settori pubblici della Cgil, Michele Gentile, che ritiene assolutamente necessario «un confronto per un provvedimento destinato a stravolgere il sistema di relazioni sindacali e contrattuali, con effetti sulla efficacia delle Pubbliche Amministrazioni tutti da verificare». «Chissà - ha espresso il dubbio - se tutti i ministri interessati dal provvedimento ne hanno preso conoscenza o se, invece, siamo alla ripetizione del famoso consiglio dei ministri dei 9 minuti e mezzo dello scorso anno, che poi portò ad un provvedimento nefasto ed emanato molto tempo dopo». Hanno protestato pure i massimi rappresentanti di Csil e Ugl. Il segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni suggerisce al governo di fare marcia indietro, «perchè - ha detto - le riforme nel lavoro e nel pubblico impiego si fanno attraverso discussioni trasparenti tra governo e sindacato. O Berlusconi torna indietro o noi protesteremo fortemente contro questa iniziativa arbitraria». «Siamo molto irritati - ha dichiarato alla Stampa - per questa invasione di campo della politica, che, su una partita come quella del pubblico impiego se la canta e se la suona»
Non meno irritati appaiono i sindacalisti delle Forze dell'Ordine, che vedono limitato il loro ruolo dal tentativo di Brunetta di cancellare la contrattazione.
Per il ministro Brunetta invece l'approvazione del decreto è «una rivoluzione copernicana al servizio del cittadino, che potrebbe essere operativa già da giugno». «L'abbiamo approvato oggi - ha spiegato il ministro - ora inizia l'iter parlamentare con i pareri della conferenza Stato-Regioni, Cnel, parti sociali, poi tornerà per la valutazione definitiva in consiglio dei ministri, e conto che entro giugno sia operativo così da partire».
1 commento:
Una cosa che nasce storta è poi difficile raddrizzarla.Fra le malattie di questo governo c'è la fretta che non è mai buona consigliera.Le relazioni sindacali non possono essere cortocircuitate.Gli accordi devono stare prima dell'approvazione del dl da parte del cdm.Il governo eletto non è il deus ex machina.Deve rispettare le regole della democrazia.Un governo che agisce così non è apprezzabile.
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