
Mentre il consiglio provinciale dà segni d'interessamento sul prospettato ponte sullo stretto, votando l'istituzione di una "Commissione speciale di studio sulla questione Ponte sullo Stretto di Messina e di studio delle problematiche relative al trasporto pubblico e privato, sia civile che commerciale", c'è chi - sempre in Provincia - si allarma per l'aumento delle tariffe dei pedaggi sulle nostre autostrade, decisione equiparata in campo nazionale, nonostante che quelle siciliane siano ridotte in condizioni talmente pessime da rendersi pericolose.
A mostrare interesse e preoccupazione per tale problema è il consigliere provinciale Matteo Francila, capogruppo di Udc-Centro con D'Alia : quello stesso d'Alia che aveva - guarda caso - presentato un emendamento di legge per imbavagliare internet, provvedimento caro al premier d'Italia. Questo per inciso, senza nulla togliere al merito di Francila, che, intervenendo ieri in aula alla Provincia regionale, ha sostenuto che è "vergognoso ed offensivo nei confronti dei cittadini siciliani apportare aumenti alle già esose tariffe autostradali, considerato, tra l’altro, lo stato di degrado in cui versano le autostrade Messina-Catania e Messina-Palermo". "Finora - ha sottolineato Francila - poco o nulla è stato fatto affinché vengano rimosse le condizioni di pericolo determinate dalla omessa manutenzione delle autostrade A 18 ed A 20. Ciò nonostante il Governo Berlusconi, dando seguito agli obblighi derivanti dalla Finanziaria 2007, non fa altro che colpire ulteriormente la già gravosa situazione economica in cui versano i cittadini siciliani a vantaggio delle autostrade del nord non a pedaggio gestite dall’Anas. Il capogruppo dell'Udc pro D'Alia ha concluso informando che intende "proporre in Consiglio, insieme con gli altri capigruppo, un ordine del giorno dove verrà richiesto il declassamento delle autostrade siciliane affinché si elimini definitivamente il pagamento del pedaggio autostradale che, ad oggi, in Sicilia, viste le condizioni in cui versano le nostre autostrade, sembra servi solo ed esclusivamente a mantenere posti di sottogoverno e favoritismi politici e clientelari”.
Il Consorzio Autostrade Siciliane ha intanto giustificato l’aumento rendendo noto che "gli aumenti non finiranno neppure in parte nelle casse del Consorzio, perchè destinate dallo Stato per finanziare le grandi infrastrutture del Paese come la TAV, le Ferrovie, le manutenzioni ordinarie e straordinarie delle strade, l’adeguamento ed il miglioramento delle autostrade non a pedaggio gestite dall’Anas".
Destinazione, questa, che aggrava le storture operate a danno della Sicilia.
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