domenica 14 settembre 2008

DUE GROSSE QUESTIONI POLITICHE CARATTERIZZERANNO L'AUTUNNO SICILIANO

In Sicilia attualmente fermentano due grosse questioni: una concerne il costituendo Partito della Libertà, dove la confluenza di F.I. e A.N. crea problemi di dosaggio e di metodo; l'altra riguarda il destino della Regione autonoma siciliana, che sotto i colpi del nascente federalismo fiscale rischia di subire penalizzazioni. Come d'altronde farebbe temere un'ipotesi avanzata - in difesa(?) delle regioni meridionali - dal ministro per gli affari regionali, Raffaele Fitto, secondo cui andrebbero tolti i privilegi concessi dalla Costituzione alle regioni autonome.
Un tentativo che, persino all'alleato dell'attuale governo Berlusconi, il governatore Raffaele Lombardo, ha fatto arricciare il naso. Tanto da fargli dire che, pur non volendosi aspettare la manna dal cielo, non riesce a credere che Fitto abbia potuto parlare di privilegi delle Regioni a statuto speciale, visto che sa bene che "le prerogative dello Statuto della Regione siciliana sono state disattese per sessant'anni dai governi d'ogni colore ".
Tuttavia Raffaele Lombardo rimane ancora fiducioso nelle promesse di concessioni riparatrici, quale il riconoscimento del diritto della Regione di incamerare le accise sui carburanti.
La fiducia ostentata dal Governatore offre, tuttavia, al segretario regionale del Pd, FrancAntonio Genovese, l'input per fargli sostenere che "il via libera dato dall'on. Lombardo all'ipotesi adottata dal governo nazionale in materia di federalismo fiscale può impegnare l'MpA, ma non il parlamento siciliano". "Sarebbe piuttosto opportuno - secondo Genovese - che il presidente della Regione si confrontasse con l'Assemblea sulle ragioni che l'indurrebbero ad accogliere una riforma destinata ad incidere profondamente sul bilancio regionale, sull'autonomia e, di conseguenza, sulle condizioni di vita dei siciliani".
Poichè all'inizio ho parlato della questione che interessa il costituendo P.D.L., è giusto che mi soffermi un attimo anche sulle ragioni che la determinano.
Già da qualche settimana, almeno qui in Sicilia, negli ambienti che attengono a
i due partiti maggiormente interessati alla fusione, si discute sul modo e sui tempi riguardanti la fase organizzativa: e ci si chiede se si dovrà procedere, nella scelta del segretario coordinatore, verticisticamente oppure partendo dal contributo di base. Saranno, cioè, chiamati a scegliere selettivamente i parlamentari, i consiglieri provinciali e comunali ed altri rappresentanti già eletti, come non può fare a meno FI che manca di una vera struttura piramidale, oppure sarà più opportuno ricorrere alla trafila di assemblee e congressi per trarre dal dibattito la possibilità di scelte condivise, come sarebbe più congeniale ad An, la cui struttura è ancorata territorialmente?
Due metodi diversi, che si dovrà cercare di conciliare, se si vuole evitare di concludere con un pastrocchio.
Il sen. Mimmo Nania, che conosce bene l'importanza del "territorio", è fra i più agguerriti sostenitori della necessità di procedere partendo da questa insostituibile realtà.

Francesco Cilona

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